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ANATOMIA PATOLOGICA.
L'anatomia patologica è una branca specialistica della medicina che studia le malattie umane
mediante esame macroscopico degli organi o microscopico dei tessuti e delle cellule.
L'indagine anatomo-patologica permette di distinguere tra tessuti normali, infiammazione, tumori
(benigni/maligni).
Scopo → studio morfologico delle lesioni indotte dalle malattie: esame macroscopico + esame
istologico + sintomi/lesioni
Giovanni Battista Morgagni introdusse lo studio anatomo-clinico con l'analisi autoptica dei casi
clinici da lui seguiti.
Rudolf Virchow → fondatore della patologia cellulare → la sede di ogni affezione è nelle cellule
Ogni campione o gruppo di campioni prelevati dal medesimo paziente deve essere accompagnato
da una SCHEDA DI RICHIESTA → compilata in maniera leggibile, firmata dal medico curante
Dati della scheda:
Identificazione del paziente (cognome maiuscolo, nome minuscolo)
• Sesso, data e luogo di nascita, indirizzo e n telefonico, professione attuale e pregressa, CF
Identificazione del mittente
• Medico, ospedale, reparto/ambulatorio, n cartella clinica/registro, n telefonico medico
richiedente, destinatario della risposta
Identificazione del campione
• Tipo di prelievo/intervento effettuato, materiale inviato, numero di frammenti da esaminare,
sede del prelievo, indicazioni topografiche=reperi chirurgici, fissativo usato, data prelievo
Dati clinici
• Notizie anamnestiche essenziali, es istologici/citologici precedenti, es
radiologici/laboratorio, terapia in corso, terapia pregressa (radiante, antiblastica, ormonale),
eventuali patogeni rilevanti da indicare anche nel contenitore, diagnosi clinica
Dati di ricezione
• Data e ora ricezione, rilievi sul materiale, n progressivo di registro, firma ricevente
Il materiale non può essere accettato se non accompagnato dalla scheda di richiesta.
Il materiale deve essere inviato INTATTO e per INTERO, senza dissezioni e tagli preliminari che
possono compromettere l'affidabilità dell'esame macro e microscopico e conseguentemente della
diagnosi.
Migliore modalità di invio è allo stato fresco → tmax 15' per piccoli pezzi, 1 h per pezzi voluminosi
Per evitare l'essiccamento tela inumidita con soluzione fisiologica in sacchetti di polietilene a
perdere con chiusura ermetica, sui quali va apposta l'etichetta di identificazione
Essendo a fresco, l'anatomo-patologo potrà eseguire:
Rilievi fotografici
• Prelievi per criopreservazione
• Prelievi per biologia molecolare
• Esami batteriologici
• Colture cellulari
• Citofluorimetria
• Citogenetica
• Citologia per apposizione
•
I più piccoli prelievi bioptici devono essere fissati immediatamente → orientati su carta bibula
Se non possono essere inviati a fresco devono pervenire in fissativo, posto in idoneo contenitore
sulla cui parete va applicata l'etichetta
Regola: il volume del fissativo deve essere 10 volte quello del campione.
Biopsia: prelievo di tessuti da un paziente in cui si sospetta una malattia
Esame macroscopico
• Esame istologico (tipo, grado, diffusione, metastasi, stadio)
• Tipo: m infiammatoria (lieve, moderata severa); m neoplastica (fibrosi, strutture interessate,
grado di differenziazione, TNM)
Processazione:
Fissazione
Impedire autodigestione ed autolisi che altera la composizione chimica e la morfologia dei tessuti;
Bloccare in situ i componenti tissutali in una condizione quanto più simile a quella in vita
Non esiste fissativo che rispetti integralmente i tessuti
La sostanza fissatrice provoca una denaturazione
Lo stesso fissativo ha diverse proprietà a seconda del tessuto
Accettazione
Autotecnico processatore (Disidratazione, Diafanizzazione, Imbibizione di paraffina)
Inclusione in blocchetto di paraffina
Microsezione
Colorazione
Aldeide Formica (HCOH)
Non coagulante, additivo, gas incolore irritante, pungente.
Formolo o formalina è una soluzione acquosa nella quale l'aldeide formica è presente alla
concentrazione di 37-40%
Si utilizza diluita al 10% (HCOH 4%)
1p di formolo – 9 pp di acqua
Potere di penetrazione buono: o,8 mm/h
Fissa e indurisce, consistenza elastica
Non friabile, non discioglie i grassi, non danneggia i componenti ematici, potere di diffusione
superiore agli altri, si mischia bene agli altri, permette tutte le colorazioni, conserva a lungo.
Scioglie il glicogeno e l'acido urico, dopo mesi altera la tingibilità, precipitati formalinici
La paraffina è un miscuglio di idrocarburi saturi ad elevato peso molecolare
Solida a T ambiente, liquida a T 50-60° C
Insolubile in acqua e alcol metilico
Solubile in ag chiarificanti: xilolo, benzolo, cloroformio, limonene
Il tessuto deve quindi essere disidratato → alcool etilico
Quindi, l'alcool deve essere eliminato → ag chiarificanti, detti anche intermedi
Istochimica: disciplina morfologica che ha lo scopo di evidenziare e caratterizzare i componenti dei
tessuti con metodi chimici e chimico-fisici
3 esigenze fondamentali:
1. Deve essere mantenuta rigorosamente la localizzazione della sostanza
2. Evidenziazione della sostanza con metodi assolutamente specifici
3. Allestire preparati adeguati per mo (prodotto di reazione colorato, preparato trasparente alla
luce)
Colorazione.
Coloranti acidi → carica negativa, citoplasma
Coloranti basici → carica positiva, nuclei
Naturali animali: carminio della cocciniglia; vegetali: ematossilina; artificiali: eosina
Ematossilina → colora il nucleo in blu-nero
Eosina → colora in fucsia-rosa il citoplasma e il connettivo
L'analisi istomorfologica è fondamentale ed insostituibile nella diagnostica di base.
1. Non sempre è in grado di fornire informazioni adeguate sull'esatta natura e origine della
lesione.
2. Evidenzia solo indirettamente e parzialmente alcuni parametri biologici utili nella
diagnostica oncologica (es caratteri della proliferazione neoplastica, responsività ai farmaci)
L'esigenza di formulare diagnosi sempre più “specifiche” di ottenere una quantità maggiore di
informazioni → da prelievi bioptici → all'introduzione di nuove tecniche
Immunoistochimica: insieme di tecniche e metodi atti ad evidenziare morfologicamente la
localizzazione di uno o più antigeni su preparati istologici e citologici, mediante l'impiego di
anticorpi, sfruttando la peculiarità delle reazioni immunologiche.
Antigeni: proteine, lipoproteine e glicoproteine in grado di evocare una risposta immune da parte
del sistema immunitario. In ogni antigene si riconoscono uno o più determinanti antigenici o
epitopi, ma ciascun anticorpo si lega solo ad uno di questi
Anticorpi (immunoglobuline): molecole glicoproteiche, prodotte dalle plasmacellule, in grado di
legarsi in modo specifico ai determinanti antigenici, classificati in base alle caratteristiche di
migrazione elettroforetica, che dipendono dal peso molecolare.
Campionamento del materiale istologico e citologico: la corretta preparazione dei campioni da
sottoporre ad indagini di immunoistochimica è fondamentale per ottenere risultati attendibili (No
necrosi, no emorragie, no elettro o crio-resezione).
Trattamento del materiale istologico: Fissazione, Disidratazione, chiarificazione, inclusione, taglio e
allestimento dei preparati, idratazione dei preparati, ripristino dell'antigenicità.
Fissazione: la qualità della fissazione dei campioni bioptici è alla base per poter effettuare una
reazione immunoistochimica adeguata.
Scopo della fissazione: conservare il tessuto indefinitamente nel tempo (prevenire l'autolisi);
mantenere struttura e antigenicità simili a quelle fisiologiche.
Presupposto della reazione di iummunoistochimica è che l'anticorpo specifico si leghi al relativo
antigene.
L'antigene deve avere due caratteristiche:
Conservabilità: deve essere insolubile nei liquidi utilizzati per le procedure isto-citologiche,
• altrimenti viene perso
Accessibilità: le normali procedure isto-citologiche possono rendere l'antigene inaccessibile
• all'anticorpo o solo parzialmente, in modo riattivabile, o in modo definitivo..
In seguito alla fissazione si generano dei legami crociati fra il liquido fissativo ed i gruppi attivi
delle proteine (-NH2, -COOH), tali legami conducono all'occultamento/mascheramento degli
antigeni.
Caratteristiche delle reazioni immunoistochimiche.
Sensibilità: è la più piccola quantità di un antigene che può essere evidenziato con una tecnica
immunoistochimica (pos/pos + falsi negativi)
Specificità: è la capacità di una reazione immunoistochimica di colorare solo ed esclusivamente il
sito dell'antigene ricercato (neg/ neg + falsi positivi)
Risoluzione: è l'idoneità di un metodo immunoistochimico di consentire l'esatta visualizzazione
topografica dell'antigene ricercato, capacità di distinguere prodotti di reazione localizzati in sedi
vicine.
Principali tecniche applicate in immunoistochimica: immunofluorescenza, immunoenzimatica,
tecnica dei complessi immuni, tecnica avidina-biotina.
Immunofluorescenza: si basa sull'impiego di anticorpi primari specifici direttamente o
indirettamente coniugati con il fluorocromo. I traccianti fluorescenti (fluorocromi) più utilizzati
sono l'isotiocianato di fluoresceina, tetrametilrodamina.
Tecnica dei complessi immuni: il preparato viene incubato con l'antisiero primario, con l'antisiero
secondario ed infine, con il complesso immune preformato in vitro. Quest'ultimo è costitutito da
anticorpi diretti contro l'enzima (perossidasi o fosfatasi alcalina) legati al corrispondente enzima
con legame immunologico.
Tecnica ABC: a tre stadi:
1. Anticorpo primario non marcato
2. Anticorpo secondario coniugato con Biotina
3. Complesso Streptavidina-Enzima Biotilinato
Il substrato cromogeno rivela l'attività enzimatica, mediante la formazione di un precipitato
colorato, laddove è avvenuta la reazione Antigene-Anticorpo.
Tecnica del destrano: a due stadi:
1. Anticorpo primario
2. Molecola di destrano (polimero idrosolubile), marcato con numerose molecole di enzima, al
quale sono stati coniugati gli anticorpi secondari.
Substrati cromogeni: sostanze utilizzate per la rilevazione dell'attività enzimatica degli enzimi
utilizzati come marcatori nelle tecniche immunoenzimatiche. Per la rilevazione della perossidasi, i
cromogeni più utilizzati sono la diaminobenzidina, l'aminoetilcarbazolo.
Per la rilevazione della fosfatasi alcalina, vengono utilizzati i sali di naftolo in associazione ai sali di
azonio oppure il nitro blu-terazolio.
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