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IPERCALCIURIA.
Dobbiamo ricordarci che il
metabolismo del calcio
nella costituzione del
granuloma tubercolare e
anche in quello sarcoideo è
fondamentale e le modificazione che ne sono alla base sono dovute ad alterazioni del
metabolismo del calcio. In questo caso potremmo avere la presenza di CALCOLI di
tipo calcico che nel tentativo di essere eliminati causano le coliche renali. Quindi da
questo punto di vista, potremmo trovare una sarcoidosi renale partendo da una colica
renale. Però possiamo anche avere infiltrazioni granulomatose, una vera e propria
malattia glomerulare oppure dei danni di tipo tubulare. Ricordate che il rene, per sua
normale costituzione è certamente un organo che facilmente é fortemente
compromesso.
LUPUS PERNIO: ricorda l’eritema nodoso. Lo possiamo ritrovare, come una
pigmentazione rossastra a livello della sella nasale, e a livello del taglio superiore delle arcate
sopracitati. La razza più colpita è sicuramente quella nera americana.
COME FARE DIAGNOSI?
Ci deve essere ovviamente un SOSPETTO CLINICO, che come abbiamo visto non è così
facile che ci sia. Poi possiamo utilizzare DATI DI IMAGING: RX torace di base (postero-
anteriore e laterale), TAC ad alta risoluzione, SCINTIGRAFIA con Gadmio, RMN e PET (la
PET in realtà non è molto indicata perché può dare delle false informazioni, nel senso che
possiamo avere dei fenomeni di captazione che magari ci orientano verso un tumore o altro).
Poi passiamo alla VALUTAZIONE FUNZIONALE: SPIROMETRIA, DIFFUSIONE dei gas
nell’interstizio, EMOGASANALISI. Questo è un po’ il “pannello funzionale” che comprende
tutte le situazioni di riduzione della normale funzionalità d’organo. Viene utilizzato per
valutare i volumi polmonari, la loro compromissione, sia a livello di volumi statici o dinamici,
sia per forme ostruttive sia restrittive, il traferimento dei gas a livello dell’interstizio e poi con
l’emogasanalisi, si valutano i consumi parziali di ossigeno e CO2.
Infine ricorriamo all’ANATOMIA PATOLOGICA: BIOPSIA, B.A.L: lavaggio bronco-
alveolare. Consiste nella instillazione di 60-80 cc di soluzione fisiologica a 37°, la si va ad
iniettare a livello di particolari settori, oppure se pensiamo che ci possa essere un disordine di
tipo sistemico, a livello del LOBO MEDIO.
DIAGNOSI ISTOLOGICA essenziale: al di là del quadro della sindrome di Sjogren di cui
abbiamo già parlato, abbiamo una serie di possibilità di arrivare a fare diagnosi tramite
l'istologia.
Per esempio, se valutiamo SEDI DI INVASIVITà CRESCENTE abbiamo: linfonodi
superficiali, cute, congiuntiva
(facilmente raggiungibile, con una
dose di anestesia è possibile
prelevare frammenti di
congiuntiva). I linfonodi
superficiali non devono essere
sottoposti ad agobiopsia, ma
devono essere asportati
completamente, perché solo
l’agobiopsia può non essere
attendibile.
Se andiamo a livello polmonare,
sempre parlando di biopsia, possiamo agire secondo tre punti di invasività crescente che sono:
- FIBROBRONCOSCOPIA: facendo così io arrivo sicuramente a prelevare a livello
del parenchima, e anche a livello dell’interstizio, però molto spesso i campioni sono
molto piccoli, sono molto coartati (??) e l’anatomopatologo non riesce ad arrivare alla
diagnosi. Oggi abbiamo a disposizione degli strumenti che hanno sulla punta anche
un piccolo apparato ecografico, per cui riesco a vedere dove sono, riesco a capire
cosa ho prelevato, quindi posso prelevare con maggiore sicurezza una quota
consistente di tessuto.
- MEDIASTINOSCOPIA: se non mi è sufficiente una broncoscopia per fare diagnosi,
posso ricorrere ad una mediastinoscopia.
- BIOPSIA CHIRURGICA VIDEO-ASSISTITA o a TORACE APERTO.
Entrambe queste ultime due, rappresentano una situazione molto invasiva. Anche perché
dobbiamo considerare che, la sindrome di Löfgren abbiamo imparato a diagnosticarla, per
le restanti forme, con un bel quadro radiografico che ci dimostra una localizzazione
linfatica perivascolare, peribronchiolare, sottopleurica e con una captazione positiva nella
scintigrafia con Gadmio, io sono abbastanza sicuro di fare una diagnosi con ragionevole
certezza e quindi posso evitare un esame così invasivo.
SPIROMETRIA:
abbiamo una CLASSICO
QUADRO di tipo
RESTRITTIVO,
diminuzione della capacità
vitale, e diminuzione
armonica di tutti i volumi.
Associato a ciò abbiamo
anche diminuzione del
volume espiratorio massimale al secondo (VEMS), che è direttamente proporzionale alla
diminuzione della capacità vitale e pertanto il rapporto, l'indice di Tiffenau può essere
normale o addirittura aumentato.
A volte ci può essere un QUADRO DI TIPO OSTRUTTIVO, quando abbiamo un unico
stadio con una grave coartazione del territorio bronchiale o bronco-polmonare che
rallenta l’emissione del
flusso aereo.
Importante ricordare che si
può anche avere una
diminuzione della DLCO
(transfert dei gas aria-
sangue). Sappiamo che è
direttamente proporzionale
alla superficie di scambio, ed
inversamente proporzionale
allo spessore dell’interstizio.
Quindi, per esempio, mentre
nell’enfisema polmonare, la
superficie di scambio è molto alterata, qui abbiamo anche l’ispessimento dell’interstizio e
allora possiamo avere una DIMINUZIONE DEL DLCO.
Qui vediamo altri esami che possono aiutarci:
-
ESAMI DEL SANGUE: dobbiamo pensare che quando visitiamo il malato accumuliamo
un informazione per volta, ma poi dobbiamo essere capaci di fare una sintesi di tutto
quello che succede. È importante non dare un eccessiva fiducia a nessuna delle
informazioni che raccolgo ma cercare di costruire un quadro generale al quale poi
posso affidarmi per fare diagnosi. Tornando agli esami del sangue, possiamo avere:
o Anemia
o Leucopenia
Questi sono reperti possibili ma NON OBBLIGATORI, ma dobbiamo tener presente
che questa è una situazione molto frequente in una miriade di altre affezioni.
- ACE: ACE è l’enzima di angioconversione. Riflette fondamentalmente l’ATTIVITà
DEL MACROFAGO ALVEOLARE e in qualche modo l’attività biologica del
malato. Risulta essere molto utile fondamentalmente per il MONITORAGGIO DEL
PAZIENTE NEL TEMPO. Vedendo un paziente oggi che so avere una sarcoidosi e
che al momento attuale ha un ACE normale, so sicuramente che un domani verrà
modificato dalla patologia.
- IPERCALCEMIA E IPERCALCIURIA: è legato all’attività della VITAMINA D.
Aumenta la calcemia, perché aumenta l’attività in un particolare tipo di trasportatore
per il Ca++ (quindi aumentato assorbimento intestinale di Ca++) con associata
iperproduzione di vitamina D da parte dei macrofagi. Seguendo lo stesso discorso che
vale per l’ACE, se abbiamo ipercalcemia e ipercalciuria siamo autorizzati a pensare
che abbiamo fatto un passo avanti nel percorso di diagnosi della sarcoidosi.
- LAVAGGIO BRONCO-ALVEOLARE: Se noi abbiamo una sarcoidosi in fase attiva,
in fase di evoluzione, è ovvio che noi dobbiamo pensare ad un aumento della
cellularità totale per quanto riguarda macrofagi e linfociti. Quindi quando abbiamo
recuperato la nostra quota di liquido, la centrifughiamo e poi la prima cosa che
guardiamo è la CELLULARITà TOTALE. Se è aumentata dobbiamo metterci in
allarme. L’anatomo-patologo ci dice che il fatto importante è l’AUMENTO
CONSISTENTE DEI CD4+, anche se a noi ciò che interessa molto è IL RAPPORTO
CD4/CD8, perché nella norma è circa –1 o al massimo 1, mentre nei casi di
sarcoidosi attiva arriva fino a 4 o 5. Quando siamo in fase cronica, quindi quando la
malattia ormai ha esaurito la fase demolitiva, ma è in corso solamente l’aspetto di
rimaneggiamento di tipo fibrotico, ad opera dei fibroblasti, allora questa situazione
sarà differente, per cui i CD4 diminuiranno, mentre aumenteranno i CD8 che sono
quelli che governano questa fase specifica.
- SCINTIGRAFIA CON GADMIO (Ga67): ghiandole lacrimali e salivari.
QUADRO CLASSICO DI ESORDIO:
- STADIO 1: reperti spirometrici e di emogasanalisi solitamente nella norma e
possiamo eventualmente anche avere qualche problema al DLCO (transfert dei gas
aria-sangue), che ci dice che l’interstizio comincia ad essere interessato.
- STADIO 2-3: sindrome restrittiva ingravescente, accompagnata da un’alterazione
importante di quella che è la componente bronco-polmonare. Diminuzione della
compliance e corrispondente aumento importante della elastanza, quindi di quella
spinta che ha il polmone a racchiudersi su se stesso. Possiamo avere un emogasanalisi
normale, con eventuale riduzione della PaCO2, questo perché? Perché le alterazioni
dell’interstizio comportano una MODIFICAZIONE DEL RAPPORTO
VENTILAZIONE-PERFUSIONE, oltre ovviamente ad una COMPROMISSIONE
DELL’INTERSTIZIO STESSO, quindi ciò comporta questa riduzione della PaCO2.
- STADIO 3-4: possibile fenomeno di ostruzione bronchiale per DISTORSIONE ed
emogasanalisi che rileva un’IPERCAPNIA.
Le alterazioni tra i vari stadi dei risultati dell’emogasanalisi sono molto caratteristici: vediamo
che nel primo stadio è assolutamente normale, dal secondo stadio in poi con l’alterazione del
parenchima e l’instaurarsi di una totale anarchia dell’apparato polmonare, quindi con
interessamento non solo degli scambi gassosi, ma anche della ventilazione avremo un
peggioramento della situazione.
PREVISIONI PROGNOSTICHE
Possiamo dire che è una malattia benigna, se diagnosticata in tempo e sorvegliata. La forma
cronica ha minori probabilità di recidivare, mentre quella acuta si risolve più facilmente.
TERAPIA
Ovviamente ciò
dipende da quando e
se si fa diagnosi, che
abbiamo visto essere
una cosa non facile.
È importante che la
diagnosi sia il più
precisa possibile e si
deve considerare SE
E QUANDO
INTEREVENIRE.
Una sarcoidosi al
primo stadio,
assolutamente non
impiego nessun
intervento
operatorio, anche una sarcoidosi al secondo stadio iniziale può essere osservata nel tempo.
Le uniche sostanze che possono essere usate sono gli STEROIDI:
- PREDNISONE (0,5mg per 4-8 settimane) viene usato circa per 2 mesi, riducendo
progressivamente le dosi fino ad arrivare ad una dose di mantenimento che solitamente è di
circa 10-11 mg. Io vi do solamente queste indicazioni generiche perché ogni caso fa storia a
sé, si può infatti allungare il tempo di somministrazione del farmaco, magari fino a 12
setti