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PRIVACY

RISERVATEZZA le info di un paziente devono essere private, cioè che è documentato nella cartella è accessibile solo ai professionisti che lo assistono a meno che il pz non abbia delegato qualcuno.

Il primo codice Deontologico risale al 1999, poi nel 2009 che fissa le norme dell'agire professionale e definisce i principi guida per la relazione persona/assistito (relazione che si realizza attraverso interventi specifici e di natura intellettuale e scientifica quindi sulla base delle conoscenze) composto da 51 articoli divisi in 6 capi con l'aggiunta delle disposizioni finali.

Questo poi è stato riapprovato dal Consiglio Nazionale di Roma tra il 12-13 Aprile del 2019, eliminando l'art.49 secondo cui nel precedente codice "L'Infermiere, nell'interesse primario degli assistiti, compensava alle carenze e ai disservizi che potevano, occasionalmente, verificarsi nella struttura in cui il professionista operava".

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CAPO I: Principi e valori professionali

Viene specificato chi è l'infermiere, a quali valori e principi si ispira l'agire professionale e in quali contesti "professionista".

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Articolo 1: I valori dell'infermiere

L'articolo 1 definisce i valori dell'infermiere, individuato come il professionista.

IGIENE

È la disciplina appartenente alle scienze mediche che, potenziando i fattori utili alla salute e correggendo quelli responsabili delle malattie, tende a conseguire il miglior stato di benessere sia del singolo che della collettività. Agisce per la promozione/conservazione della salute, con l'introduzione di fattori protettivi e il potenziamento dei sistemi di difesa dell'organismo, e per l'eliminazione o correzione dei fattori.

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di rischio. Le tipologie di interventi non sono mirate solo all'uomo ma anche all'ambiente fisico, biologico e sociale nel quale l'uomo vive. Definiamo alcuni termini: Agente eziologico: qualsiasi fattore biologico, fisico o chimico capace di provocare l'insorgenza di una malattia. È necessario per la comparsa di malattia. Fattore di rischio: sostanza o abitudine esterna dell'individuo (modificabile) che aumenta la probabilità di insorgenza di malattia (fumo, alcol). Non è necessario per l'insorgenza di malattia ma ne aumenta la probabilità. Condizione di rischio: condizione strutturale dell'individuo che aumenta la probabilità di insorgenza di alcune patologie (età, ereditarietà...). Fattore protettivo: sostanza o abitudine esterna all'individuo che diminuisce la probabilità di insorgenza di alcune patologie nelle persone esposte (attività fisica, alimentazione sana). L'igienesi basa su 3 pilastri: - Educazione sanitaria - Profilassi - Epidemiologia EPIDEMIOLOGIA Le origini risalgono a circa 2000 anni fa con Ippocrate e altri studiosi che valutarono come alcuni fattori ambientali potessero influenzare l'insorgenza di alcune malattie. Fondamentalmente diventa una vera e propria disciplina intorno al XIX secolo. Oggi è la scienza medica che studia la distribuzione e la frequenza di malattie all'interno di una popolazione, individuando i determinanti che possono condizionare la distribuzione e la frequenza di una malattia. Il termine deriva dal greco, da 3 termini "logos" (ragionamento), "epi" (sopra), "demos" (popolazione) si occupa quindi della salute della popolazione o di gruppi di popolazione e non del singolo. Le sue finalità sono: - Descrivere lo stato di salute e malattia della popolazione - Individuare i determinanti di salute e malattia - Identificare la storia naturale della malattia - Valutaregli interventi sanitari, sia preventivi che curativi. Per condurre uno studio epidemiologico si seguono delle fasi: 1. Sospetto di malattia 2. Ipotesi e tesi d'ipotesi 3. Associazione statistica, si determina se effettivamente quel fattore di rischio è associato all'insorgenza della malattia. Gli studi epidemiologici ci dividono in: Studi osservazionali: le variabili vengono monitorate ma su di esse non si effettua alcun tipo di intervento. Il ricercatore si limita a osservare la popolazione coinvolta nello studio. Descrittivo: ha lo scopo di stimare la frequenza della malattia e come obiettivo descrivere cosa è la malattia, chi, quando e dove colpisce. Analitico: ha lo scopo di identificare i determinanti di salute/malattia, raccogliendo dati per verificare le ipotesi e rispondendo anche al "perché" una malattia si verifica. Studi sperimentali (che non vedremo) implicano uno sforzo attivo da parte del ricercatore per cambiare undeterminante di salute

EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA

Studia le caratteristiche di una malattia, la frequenza, l'andamento all'interno della popolazione, formula ipotesi su possibile associazione tra la malattia e fattore di rischio ma non permette al ricercatore di intervenire su quest'ultimo.

La metodologia consiste nell'effettuare analisi di dati già raccolti, descrive eventi sanitari (cause di morte, presenza di fattori di rischio).

Vantaggi: semplici da condurre, basso costo, non ci sono limiti di tempo nella conduzione dello studio.

Svantaggi: difficoltà di verificare attendibilità dei dati, possibile solo formulare ipotesi senza averne conferma certa.

Misure di frequenza

Quantificano la frequenza di una malattia e dei fenomeni sanitari.

Distinguiamo:

Frequenza assoluta indica il numero di volte con cui un carattere/evento si presenta.

Frequenza relativa è il rapporto tra il numero di malati in un dato momento e la popolazione. Ha valori

compresi tra 0 e 1

Rapporto è un rapporto tra 2 quantità indipendenti

Tasso introduce la variabile del tempo poiché misurano la velocità con cui un evento accade nel tempo

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Le due misure principali di frequenza sono:

Prevalenza

È la proporzione di persone malate in un certo periodo/intera popolazione; possono esserci diversi fattori che la influenzano

Assume valore tra 0 e 1 oppure espressa in % da 0 a 100 ed è utilizzata soprattutto negli studi trasversali.

Prevalenza istantanea o puntuale (PI) è il rapporto tra il numero di malati presenti nella popolazione in un determinato istante / totale popolazione; rappresenta la % che illustra la gravità della patologia e permette di effettuare programmazione sanitaria

Prevalenza periodale (PP) rapporto tra il numero di malati (vecchi e nuovi) presenti nella popolazione in un certo periodo di tempo/totale popolazione. Rappresenta lo stato di malattia di una popolazione in

Un lungo periodo di tempo non fornisce indicazioni sulla prevalenza.

I vantaggi della prevalenza sono:

  • Stima la probabilità che un individuo, appartenente ad una determinata popolazione, sia malato in un certo istante o in un certo periodo di tempo.
  • Non misura la probabilità che un evento morboso si verifichi in un determinato intervallo di tempo.

La prevalenza quantifica la presenza di un evento in un determinato momento.

L'incidenza è il rapporto tra il numero di nuovi casi che si verificano in un certo periodo di tempo e la popolazione.

Stima la velocità del cambiamento dello stato di salute e misura la frequenza con cui si ammalano le persone, indipendentemente dalla durata della malattia.

L'incidenza cumulativa è data dal rapporto tra i nuovi casi di una malattia

Il tasso di incidenza è il rapporto tra il numero di nuovi casi in un determinato periodo e il numero totale di unità tempo di osservazione. Le unità di tempo persona possono essere espresse in giorni-persona, mesi-persona o anni-persona (ad esempio, 100 persone seguite per un anno corrispondono a 100 anni persona). Alcuni esempi di tassi di incidenza sono: Il tasso di mortalità, che rappresenta il numero di decessi avvenuti in un determinato periodo di tempo (1 anno) rispetto alla popolazione di riferimento. Il tasso di letalità, che indica il numero di decessi per una specifica malattia in uno specifico periodo rispetto al numero di casi diagnosticati della stessa malattia nello stesso periodo. Il tasso di mortalità infantile, che rappresenta il numero di decessi di bambini con meno di un anno di età in un anno rispetto al numero di bambini nati vivi nello stesso anno. In epidemiologia, è fondamentale valutare le misure di rischio per indagare sulla causa principale delle malattie.rischio di incorrere in una patologia. Un individuo non è uguale ad un altro: la probabilità di contrarre una malattia può aumentare o diminuire in base alla presenza/assenza di particolari condizioni. La misura del rischio è strettamente legata al concetto di probabilità in quanto il rischio riguarda avvenimenti futuri che possono verificarsi o meno e possono svolgersi con diversa intensità. (Ricordiamo: fattore di rischio è un fattore, condizione che aumenta la possibilità dei soggetti a esso esposti di contrarre una determinata malattia. Può essere rappresentato da una condizione ambientale, un'abitudine personale, un particolare stile di vita, un evento accidentale; invece fattore protettivo è una condizione che diminuisce il rischio di incorrere in una determinata malattia. Essi sono utili per aiutare la popolazione ad evitare le malattie) Si definisce rischio la probabilità che si verifichi un evento negativo per la salute.

salute.

Le misure utilizzate in epidemiologia sono:

Rischio relativo RR

Può essere calcolato negli studi di coorte perché in questo caso abbiamo la possibilità di calcolare l'incidenza. È il rapporto tra l'incidenza della malattia tra gli esposti e l'incidenza della malattia fra i non esposti. In termini pratici si tratta di due proporzioni rapportate tra loro. Esprime quando maggiore è il rischio di coloro che sono esposti al fattore rispetto ai non esposti. Misura quindi la forza dell'associazione tra fattore di rischio e malattia; pari a 1 dovrebbe risultare se il fattore considerato non ha influenza.

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Dettagli
A.A. 2021-2022
43 pagine
SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rossellacovi00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sanità pubblica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Medicina Prof..