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San Pietro in Vaticano - costruzione Pag. 1
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Brunelleschi per Santa Maria del Fiore.

La tradizione vuole che nel luogo dove si trova la basilica, San Pietro fosse stato sepolto dopo la sua

crocifissione. Nello stesso sito, prima dell’odierna basilica, ne sorgeva un’altra risalente all’imperatore Fu Giacomo della Porta a terminare i lavori della cupola , conferendole un aspetto a sesto rialzato per ridurre

romano Costantino I; il suo impianto era suddiviso in cinque navate e presentava analogie con quello della le spinte laterali della calotta.

basilica di San Paolo fuori le mura. Nel 1602 papa Clemente VIII affidò la direzione della fabbrica a Carlo Maderno, incaricato di completare la

La costruzione dell’attuale basilica invece è risalente al 18 aprile 1506 sotto papa Giulio II (il quale decise la basilica con l’aggiunta di un corpo longitudinale costituito da tre campate e da un portico in facciata. L’opera

costruzione di una nuova colossale basilica), conclusasi nel 1626 con papa Urbano VIII. mutava radicalmente il progetto di Michelangelo e faceva assumere alla basilica una pianta a croce latina,

attenuando anche l’impatto della cupola sulla piazza antistante. Le campate trasformarono il corpo

Il pontefice consultò i maggiori artisti del tempo, tra cui, Frà Giocondo, che inviò da Venezia un progetto a longitudinale della chiesa in un organismo a tre navate.

cinque cupole ispirato alla basilica di San Marco. i lavori furono comunque affidati a Donato Bramante, da

qualche anno giunto a Roma da Milano. Le navate laterali furono coperte con cupole a pianta ovale. Entra nel progetto anche Gian Lorenzo Bernini,

autore della piazza antistante alla basilica, che eseguì una serie di trasformazioni. Limitò alla sola parte

Bramante non lasciò un progetto definitivo della basilica, ma si pensa che le sue idee originarie prevedessero centrale la scalinata d’ingresso alla chiesa, e davanti ai due archi che avrebbero dovuto sostenere i suddetti

un rivoluzionario impianto a croce greca, caratterizzato da una grande cupola emisferica posta al centro del campanili, scavò il terreno sottostante, portando il nuovo piano di calpestio quanto più possibile vicino al

complesso. La grande cupola era ispirata a quella del Pantheon e doveva essere realizzata in conglomerato livello della piazza.

cementizio. I richiami all’architettura romana erano presenti anche nelle grandi volte a botte dei bracci della

croce. La basilica fu consacrata nel 1626.

Altri riferimenti vengono dall’architettura rinascimentale fiorentina, ed in particolare con Giuliano da Sangallo Quindi ricordiamo che gli architetti della basilica furono:

che aveva utilizzato la pianta a croce greca. la sola certezza di Bramante e Giulio II era la realizzazione dei

quattro possenti pilastri uniti da quattro grandi arconi destinati a sorreggere la cupola, fin dall’inizio, elemento dal 1506 Bramante, con la collaborazione di Giuliano da Sangallo;

fondamentale della nuova basilica. dal 1514 Raffaello, con la collaborazione di Giuliano da Sangallo e Frà Giocondo

Per poter eseguire i suoi lavori Bramante fece demolire quasi tutta la parte presbiteriale dell’antica basilica. dal 1520 Antonio da Sangallo il Giovane con Baldassarre da Peruzzi

Nota storica: è Giulio II che accordò le indulgenze a coloro che avessero offerto elemosine per la costruzione dal 1546 Michelangelo

della basilica. Ciò ebbe un ruolo fondamentale per la Riforma protestante di Lutero. dal 1564 Pirro Ligorio

Le morti di papa Giulio II e dell’architetto Bramante causarono forti rallentamenti al cantiere. dal 1573 Giacomo Della Porta con Domenico Fontana

Quale successore di Bramante furono chiamati Raffaello Sanzio, Giuliano da Sangallo e Frà Giocondo; e tutte

le soluzioni proposte per il completamento dell’edificio prevedevano il ritorno ad un impianto di tipo dal 1603 Carlo Maderno

basilicale, con un corpo longitudinale a tre navate. Solo il progetto di Baldassarre Peruzzi rimaneva ancorato dal 1629 Gian Lorenzo Bernini.

alla pianta centrale originaria. Dopo quindi una ripresa dei lavori nel 1525, il sacco di Roma fermò i vari

progetti. L’edificio è collegato ai palazzi Vaticani mediante un corridoio sopraelevato disposto lungo la navata destra.

I lavori furono ripresi da Antonio da Sangallo il Giovane, il quale, capendo che non sarebbe riuscito a vedere L’esterno, in travertino, è caratterizzato dall’uso di un ordine gigante oltre il quale è impostato l’attico.

terminati i lavori, a causa della sua età, costruì un grandioso modello ligneo (tutt’ora conservato) per (configurazione dovuta al Buonarroti).

illustrare nei minimi dettagli il suo disegno, il quale si allontanava dalle prime idee di Bramante. Lungo le navate sono ospitati diversi capolavori come diverse opere di Bernini o la statua bronzea di San

Dopo Sangallo, subentrò Michelangelo Buonarroti, all’epoca ormai settantenne (1546). Pietro.

Il Michelangelo non redasse mai un progetto definitivo per la basilica vaticana, preferendo procedere per La facciata, preceduta da due statue raffiguranti san Pietro e san Paolo, fu realizzata da Carlo Maderno ed

parti. Michelangelo tornò alla pianta centrale del progetto, annullando però la perfetta simmetria studiata dal articolata mediante l’uso di colonne d’ordine gigante. Sulla sommità sono disposte le statue di Gesù, Giovanni

Bramante con la previsione di un pronao. Battista e di undici dei dodici apostoli.

Al fine di prevenire il rischio che dopo la sua morte qualcuno alterasse il suo disegno, Michelangelo avviò il Per entrare nella basilica, oltrepassata la facciata principale, vi sono cinque porte. La porta all’estrema sinistra

cantiere in diversi punti della basilica, così da obbligare i suoi successori a continuare la costruzione secondo la è stata nota come Porta della Morte, da dove escono i cortei funebri dei Pontefici. Strutturata in quattro

sua concezione.

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher larara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Forni Giovanna Maria.