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NBC.
‘Campanile sera’ condotto da Mike Bongiorno e Enzo Tortora, ha tre sedi, una a Milano,
due nelle piazze dei paesi italiani in competizione tra loro nel programma: si tratta di due
piccoli centri del Paese, dai quali provengono i due concorrenti che sono in studio. A
comparire è anche la folla del paese raggruppata in piazza e la competizione è preceduta da
un servizio che racconta caratteristiche dei due paesi.
Identità locale che si sfida all’interno del mezzo televisivo fa conoscere piccole realtà al
pubblico.
Il successo era ripreso dalla stampa, così che il programma era strumento di promozione
delle varie località.
E’ un programma tv dalla durata più breve e legato alle caratteristiche del Paese di quegli
anni.
‘Canzonissima’ molto longevo, due stagioni, la prima dal ’58 al ’62, quindi c’è
un’interruzione, la seconda dal ’68 al ’74.
L’idea di abbinare lotteria di Capodanno con gara musicale era nata in radio nel ’56 con ‘Le
a
canzoni della fortuna’: è perciò un format prima radiofonico poi televisivo, ma la I edizione
non ha grande successo, la seconda che vede come conduttori Delia Scala, Paolo Panelli e
Nino Manfredi ha successo, l’elemento vincente della trasmissione ormai lanciata è
equilibrio tra canzonette e programma di varietà e gara musicale.
‘Festival di Sanremo’ ha grande successo, è un appuntamento fisso della programmazione
televisiva.
‘Tele-scuola’ ha inizio nel ’58 ed è rivolto a tutti gli italiani che hanno sì la licenza
elementare ma non hanno proseguito gli studi ma vogliono conseguire un ‘diploma di
avviamento al lavoro’ (prima della scuola media unica). In Italia c’è un tasso elevato di
analfabetismo. Tele-scuola programma quotidiano di recupero scolastico progettato da rai e
min. dell’istruzione. La selezione degli insegnanti è fatta dal ministero e sono organizzati
più di 1600 punti d’ascolto all’interno del Paese per coloro che non hanno la tv, con
facilitatori presenti per facilitare l’apprendimento. Scoppia una polemica
sull’organizzazione dei punti d’ascolto: le opposizioni sostenevano che erano centri cattolici
che avevano contributo economico dal Ministero.
‘Non è mai troppo tardi’ ha lo stesso impianto, in onda dal ’60 al ’68 è condotta dal maestro
Alberto Manzi. Ha straordinario successo, resta nella memoria collettiva.
Il maestro Manzi ha più successo degli insegnanti ti Tele-scuola perché sa sfruttare al meglio
il mezzo televisivo. Viene trasmesso e recepito dai diversi punti d’ascolto (PAT) e sono
molti gli italiani a conseguire la licenza elementare grazie al corso del maestro Manzi. Al di
là del ruolo che ha per il conseguimento della capacità di scrittura, è importante perché
attribuisce importanza all’alfabetizzazione. 11-4-16
Il 5 gennaio del ‘61 Ettore Bernabei viene nominato direttore generale della rai e resterà in questa
carica fino al ‘75 cioè il momento in cui ci sarà la riforma della rai.
Arco di tempo lunghissimo segnato dalla direzione di Bernabei.
Lui è democristiano, vicino a Fanfani, alla sinistra dc, viene dal mondo della stampa, per 5 anni è
stato direttore del quotidiano democristiano “Il Popolo” e la scelta di questo direttore cade in una
specifica congiuntura politica: nel ‘61 è già partito il percorso di sperimentazione del centro sinistra
(dc + psi); come influisce questa svolta dal punto di vista della programmazione e della gestione
sulla rai?
Nel ‘60 il governo democristiano entra in carica con l’astensione del psi, l’anno successivo il
governo ottiene il sostegno esterno del psi (no ministri socialisti al governo, ma appoggio sulle
riforme), nel ‘63 parte il centrosinistra, governo organico che ha al suo interno ministri socialisti
nella rai la Dc vuole qualcuno vicino alla corrente democristiana e che apra sì alle nuove forze
politiche che confluiscono nel governo ma che allo stesso tempo non perda il predominio
democristiano nel controllo dell’organizzazione.
C’è consapevolezza che la società italiana è cambiata in modo significativo, Italia è diventato paese
industrializzato, rai e televisione non possono tenerne conto, c’è esigenza di avere negli organi
dirigenti capaci di riflettere nella programmazione il cambiamento, gli spettatori hanno ora interessi
diversi.
Esigenza di aprirsi alla modernità che ha investito il paese in maniera così rapida e disorientante.
Lungo arco di tempo su cui gli studi hanno prodotto considerazioni diverse tra loro: per es. Franco
Chiarenza dà un giudizio critico sull’età Bernabei, frutto della sua esperienza interna alla rai: a suo
parere, c’è sì un cambiamento nella rai ma non è un mutamento governato ma caotico, frutto della
risposta immediata alle richieste che vengono dall’esterno ma non di un progetto organico, di una
visione coerente, omogenea, che segua coordinate di sviluppo.
es. Canzonissima del 62-63 affidata a franca rame e dario fo, scelta di rottura, coraggiosa,
personaggi molto noti nel teatro, molto conosciuti: questa scelta nasce dal fatto che alcuni
programmi lanciati dalla rai di carattere ironico, dissacratore avevano avuto notevole successo, e
quindi l’idea di affidare canzonissima a questi 2 personaggi che giocano sull’ironia può essere
formula vincente in quest’ottica di rinnovamento è uno sbaglio, i due portano denunce sulle
ingiustizie all’interno della società, sketch sulla politica: partono una serie di censure, e viene
bloccato uno sketch che ha per oggetto un incidente sul lavoro, ha al centro denuncia sociale.
Chiarenza conclude dicendo che ci sono aperture ma anche rigidità, frutto o della censura politica o
del moralismo legato all’integralismo cattolico che aveva predominato negli anni precedenti della
rai.
Anche parlando a un popolo + ampio, non ha elementi di lettura critica della società.
Franco Monteleone invece la pensa diversamente su Bernabei: secondo lui c’è stato l’intento da
parte della dirigenza di mantenere attraverso la tv un’egemonia culturale sul paese, però questo è un
progetto coerente a suo avviso che nasce dalla convinzione di interpretare i bisogni, le istanze, le
esigenze della società italiana tv come specchio, portavoce della società italiana. La tv è una fonte
di informazione ma anche di cultura a cui gli italiani danno grande credibilità, e la frattura c’è
soltanto alla fine dell’era Bernabei, quando già scricchiola sotto il peso alla fine degli anni 60 con la
contestazione giovanile, le tensioni degli anni 70 sono la frattura del patto sociale tra tv e società
italiana.
Letture diverse che rimandano alla complessità della storia della rai.
Dinamiche interne all’agenzia al momento dell’arrivo di Bernabei, politicamente pesante:
con la sua figura, acquisisce peso forte che riduce quello dell’amm. delegato Marcello Rodinò,
impostazione del lavoro cambiata, viene messa in evidenza la forza della rai come azienda, pareggio
del bilancio, estensione degli abbonamenti.
Bernabei deve accogliere la richiesta di cambiamento e si concentra su programmi, il palinsesto, la
proposta culturale e spettacolare che la tv deve promuovere
diversamente da quello successo con Guala: non cerca mai scontro frontale, è l’uomo delle
mediazioni, dei negoziati anche attraverso spartizione che dia un posto ben definito alle altre forze
politiche, i partiti laici di minoranza o le correnti minoritarie della dc, in una logica di spartizione in
modo che Bernabei conservi la sua forza.
Questo bisogno di rinnovamento porta a una maggiore apertura dell’azienda verso l’esterno a
università che devono rimettere in contatto la rai con una società in mutamento, superando
autoreferenzialità, nello stesso tempo alcuni studi hanno sottolineato come si collega a dinamiche di
tipo clientelare, per cui affiliazione politica gioca un ruolo nell’attribuzione degli incarichi e
esternalizzazione dei servizi finirà per essere un peso eccessivo per il budget a fronte di un
miglioramento di qualità.
Il 1961 è un momento importante per l’azienda e contestualmente si accresce il parco televisivo e
iniziano trasmissioni del secondo programma programmazione limitata, solo due ore serali che
includono telegiornale, l’anno successivo le trasmissioni del secondo canale vengono
progressivamente ampliate e diventano regolari anche se ancora nel 62 sono visibili quasi
esclusivamente nei centri urbani. Si chiamerà rai 2 solo in seguito.
> In virtù delle gestioni precedenti la rai vive una fase molto solida dal punto di vista aziendale, il
budget è in attivo, gli abbonamenti sono cresciuti e continuano a crescere
Fruizione della tv cambia e da collettiva diventa familiare: la tv scandisce non solo i ritmi della vita
familiare ma anche l’immaginario, il tipi di relazioni che si costruiscono all’interno della famiglia.
Aumento progressivo del numero di apparecchi e nonostante ciò il punto di saturazione è lontano, si
intravede possibilità di accrescere il livello degli abbonati.
Ciò crea il presupposto perché si investa molto sia nel rafforzamento dell’organico, con spese
accresciute per produzione dei programmi, sia nei programmi.
Questo avrebbe portato rapidamente a compromettere la solidità del bilancio in maniera
irreparabile, momento di grandi spese a fronte di stabilità economica premessa di crisi finanziaria
alla fine degli anni 60 nel momento di saturazione dell’utenza.
In realtà Rodinò per mantenere i suoi obiettivi si oppone alla politica di Bernabei dei grandi
investimenti per paura che si andasse incontro alla crisi finanziaria, ma in questa fase di crescita la
sua posizione risulta essere perdente e nel ‘65 quando il suo mandato termina, la sua carica non
viene rinnovata; il suo posto è preso da Gianni Granzotto, personaggio di grande rilievo,
giornalista (non un manager come Rodinò) molto noto tra i telespettatori e è una figura diversa
rispetto a quelle del passato perché non ha affiliazione politica chiara, non è un allineato, anche se
era ben visto dalla sinistra democristiana, che aveva paura dello strapotere di Bernabei all’interno
della rai e naturalmente ben visto dai partiti laici sostenitori del governo che vedevano in Granzotto
figura + indipendente.
Questa nomina sembra portare una figura di maggiore equilibrio nella dirigenza: si