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INDICE

Introduzione pag. n° 1

Capitolo primo - Prime forme d’industria pag. n° 1

Parte I pag. n° 1

Parte II pag. n° 2

Capitolo secondo - Le innovazioni tecniche pag. n° 3

Capitolo terzo - Capitale e lavoro pag. n° 4

Parte I pag. n° 4

Parte II pag. n° 4

Capitolo quarto - «Individualismo» e «laisser-faire» pag. n° 6

Capitolo quinto - Il corso della trasformazione economica pag. n° 7

Introduzione

L’autore inizia con la riflessione sulle cause e gli sviluppi che portarono al consolidamento delle

industrie nel Regno Unito, dunque tratta del periodo compreso tra il 1760 e il 1830. In particolar modo

si sofferma sul fenomeno dell’aumento improvviso della popolazione. Ashton sostiene che tale

aumento non sia principalmente dovuto alla rivoluzione industriale, bensì alla diminuzione della

mortalità, in quanto il tenore di vita migliorò notevolmente. Una tra le cause che dette spinta alla

rivoluzione fu la mentalità più aperta che ebbe la popolazione e questo grazie alle nuove scoperte

geografiche e alla loro colonizzazione, perciò viene abbandonata la mentalità ottusa ad ammassare il

capitale e viene acquista quella di investire il proprio capitale in attività innovative. Altro fattore

rilevante fu l’abbassamento dei tassi di interesse sul denaro e dato che tale interesse era più basso, il

capitale cominciò a girare in quantità più alte.

Capitolo primo - Prime forme d’industria

Parte I

Il primo capitolo riflette sulla condizione nel Regno Unito nella prima metà del ‘700.

Precedentemente il sistema di coltivazione che veniva utilizzato era quello dei campi aperti,

ovvero ogni paese era fornito di appezzamenti di terre coltivati da più contadini, basato su un’economia

di sussistenza. Al contrario, vennero adottati altri metodi di coltivazioni all’entrata delle enclosures,

ossia il terreno era di proprietà di un solo proprietario. Questo facilitò l’invenzione di nuove tecniche

agricole, in quanto non è più una collettività a decidere, ma un singolo individuo. Le enclosures sono

un vantaggio per il progresso agricolo, ma uno svantaggio per tutte quelle persone che si ritrovano

disoccupate. Di conseguenza i disoccupati raffigurano un’ottima risorsa di manodopera per le industrie;

dunque le enclosures si possono considerare una tra le molte cause della rivoluzione industriale.

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Nei primi anni del ‘700 il settore del carbone cominciò a migliorare dal punto di vista

dell’estrazione. Per l’estrazione del carbone si contava sullo sforzo umano, in quanto mancavano le

adeguate macchine. Grazie all’inventore e fabbro inglese Thomas Newcomen, si risolse tale problema

con l’introduzione della macchina a vapore, nonostante ciò si poneva in ogni caso il problema

dell’orribile transitività nel Regno Unito. Oltre al settore del carbone, vi era quello tessile che si

rifaceva a un’economia del tutto autosufficiente e rurale: il contadino era solito filare e tessere nella

propria abitazione, facendo uso di tecniche primitive. Per terminare il processo di tessitura venivano

inoltre utilizzati gli animali e una elementare macchina che funzionava attraverso l’utilizzo di acqua.

Successivamente si fece un passo avanti anche in questo campo, in quanto iniziarono a nascere piccole

industrie tessili.

Per quanto concerne il settore metallurgico ci fu un progresso di qualità, ovvero fu sostituita la

legna con il coke, un derivato del carbone. Anche l’acciaio si ottimizzò per qualità, ma il settore

metallurgico non ebbe enorme progresso finché non si perfezionò il metodo dell’estrazione del carbone

e i sistemi di lavorazione. L’enorme svantaggio del Regno Unito erano i trasporti, in quanto le strade si

mostravano inadeguate per il trasporto di grandi carichi di merci.

Una soluzione a questo problema potevano essere i fiumi, ma sfortunatamente non erano adatti

e sufficienti per un paese industrializzato come il Regno Unito. Solo in seguito vennero allargate la rete

dei canali e rese accessibili le strade, tutto questo ha un grande costo che però viene alleggerito grazie

ai dazi che i transitanti dovevano pagare.

Parte II

Il processo dell'industrializzazione si è sviluppato progressivamente; difatti le industrie erano di

tipo rurale, ossia il datore di lavoro dava i compiti agli operai che in realtà erano contadini, che a loro

volta si riunivano per lavori di gruppo oppure lavoravano direttamente a domicilio; inoltre la tecnologia

non era del tutto sviluppata e questo permetteva agli operai di cambiare impiego con più semplicità.

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Capitolo secondo - Innovazioni tecniche

Come già stato riferito nel primo capitolo, nel campo dell’agricoltura furono introdotte delle

innovazioni tecnologiche grazie alle enclosures. Si vennero a creare nuovi metodi di rotazione, venne

abbandonata la produzione di autoconsumo e ci fu un maggiore scambio di idee grazie ai numerosi

contatti tra le differenti zone coltivate del Regno Unito. Tuttavia mancava l’utilizzo dei macchinari e il

termine ’’innovazione’’ nel settecento va inteso come nuovi sistemi di coltivazione.

Le innovazioni nel settore metallurgico si dimostrarono del tutto positive: l’imprenditore

metallurgico Henry Cort sostituì il combustibile minerale con quello vegetale, eliminando così il

problema della metallurgia, ovvero essere nelle vicinanze di boschi e di importare legna. Grazie a

questa innovazione il metallo si diffuse maggiormente; Abraham Darby riuscì a utilizzare il coke

invece della legna.

James Watt si preoccupò di migliorare la macchina di Newcomen che serviva a estrarre l’acqua

dalle miniere. Oltre a ciò, riuscì a modificare il moto lineare prodotto dal vapore su un pistone in moto

rotatorio e tale invenzione diede una spinta importante all’industrializzazione, specialmente per la fonte

di energia economica che produceva.

James Hargreaves rivoluzionò il settore tessile inventando una elementare macchina chiamata

jenny che serviva a facilitare il processo della filatura. Al contrario, Richard Arkwright costruì le prime

industrie tessili e creò un filatoio più efficiente di jenny, chiamato frame e per di più un nuovo sistema

di cardatura. Un altro filatoio fu ideato da Samuel Cromptron, chiamato mulo che possiamo considerare

come l’insieme di jenny e frame. Tali scoperte portarono alla diffusione di nuovi tessuti, ad esempio il

cotone. La nascita della ferrovia facilitò i trasporti. In principio la ferrovia fu utilizzata solo nelle

miniere e nel settore metallurgico. Tuttavia furono costruite delle strade ferrate sulle quali viaggiavano

i carri trainati da cavalli. In seguito grazie all’inventore George Stephenson fu introdotta la forza del

vapore ai carri su rotaia e così nacque il treno a vapore.

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Tali invenzioni favorirono più produttività e portò cambiamenti in diversi settori. Vi sono due

fasi di ricerca: la prima è lo studio di nuove forme di energie, con la seconda si cerca di rimpiazzare la

manodopera ed infine nella terza si ricercavano mezzi per risparmiare sul costo del lavoro.

Capitolo terzo - Capitale e lavoro

Parte I

Il capitale fondamentale per lo sviluppo delle nuove industrie giunse da diverse fonti. Il

miglioramento dello stile di vita nel Regno Unito rese disponibile una certa quantità di denaro da

reinvestire e la nuova mentalità britannica si apriva sempre più all'investimento invece che all'accumulo

come in precedenza. Le prime industrie erano formate da pochi soci e il capitale era scarso, ma con la

loro espansione aumentarono anche i soci e questo portava un nuovo capitale da investire.

Il processo industriale si mostrava più lungo rispetto all’operosità dell'artigiano, dunque i

pagamenti non erano rapidi. Si iniziò a fare uso di cambiali e di lettere di cambio. Inoltre nacquero

numerose banche di provincia e il loro rilevante contributo all'industrializzazione era quello di favorire

la mobilitazione del capitale, il quale veniva inviato in luoghi più lontani e per investimenti a lungo

termine.

Parte II

Nonostante i vari problemi a cui andavano in contro, gli imprenditori investivano i propri

operai, che lavoravano nelle loro case, nelle fabbriche, sia per motivi tecnici che economici.

Innanzitutto, uno dei principali problemi era che agli operai non piaceva il fatto di dover lavorare in

fabbrica. Inoltre vi era il problema dei trasporti, ovvero non si era tuttavia in grado di trasportare grandi

quantità di manodopera. Ma le preoccupazioni maggiori erano i rappresentanti della legislazione, che

non appoggiavano lo spostamento di residenza e dalle associazioni di mestiere, le quali richiedevano un

periodo di tirocinio prima che una persona svolgesse il mestiere. Per di più si necessitavano persone

qualificate e specializzate per i lavori particolari. Si doveva poi trovare una sistemazione per i

famigliari che si trasferivano con l'operaio. Il lavoro svolto in fabbrica, principalmente quello tessile,

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era visto dall'operaio come poco onorevole rispetto a quello in proprio, sia a livello di soddisfazione sia

di appagamento personale, senza tener conto del sacrificio del trasferimento di tutta la famiglia.

Una tematica che ha causato molte problematiche è lo sfruttamento minorile. Alcune fabbriche

non richiedevano una particolare specializzazione e per ottenere un maggior numero di operai,

venivano impiegati donne e bambini. Essi difatti erano obbligati a lavori miseri e stancanti. Ashton

considera questo ’’sfruttamento minoril’’ decisamente normale, giacché un periodo storico deve essere

determinato in base a quello che vi era stato precedentemente. Ashton intende far capire che anche

prima della rivoluzione industriale esisteva il duro lavoro per i bambini e addirittura alcuni imprenditori

come Arkwright organizzavano dei corsi per dare un'educazione di base per tali minori.

Sostanzialmente secondo il punto di vista di Ashton, la rivoluzione industriale non ha fatto altro che

progredire e alzare il tenore di vita, pur sempre misero, degli operai e delle loro famiglie, sia per

l'alimentazione che per il reddito fisso. Ad esempio nel settore minerario fu diminuito il numero delle

donne e dei bambini che ci lavoravano, fu abolito l'obbligo di lavorare a vita e lo stato di schiavitù,

mentre gli stipendi si alzavano sempre più grazie alla grande richiesta di carbone. Solo verso il 1820 si

inizierà a parlare di veri e propri diritti dei minori.

Nelle industrie dei tessuti e del carbone non erano richieste specifiche qualificazioni per

svolgere un lavoro, ma in altre industrie, come quella meccanica, si richiedevano degli op

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jaco1890 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università per stranieri di Siena o del prof Sangalli Maurizio.