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IL CONTRASTO CON LA MADREPATRIA

Fino agli anni 60 del secolo XVIII, il problema dell’indipendenza rimase estraneo alle

aspirazioni degli abitanti del Nord America. Troppo forti erano i vincoli con la

madrepatria e troppo deboli i legami reciproci fra le tredici colonie perché un’identità

americana potesse svilupparsi spontaneamente.

Il sostegno militare della madrepatria era indispensabile per proteggere la sicurezza

delle colonie contro le insidie delle due potenze cattoliche (Francia e Spagna) e contro

la minaccia degli indiani. La guerra dei sette anni che vide i coloni impegnati in un lungo

e duro scontro con i francesi e con le tribù indiane loro alleate, parve segnare il

momento di massima unione fra la Gran Bretagna e le sue colonie Americane.

All’indomani della pace di Parigi del 1763, la Gran Bretagna si trovò padrona di un vasto

impero nordamericano che si estendeva dal Canada alla Florida. Per unire e difendere

questo impero, dovette aumentare la sua presenza militare sul continente: un impegno

che gravava molto sull’economia inglesi, che era stata già buttata giù per le spese della

guerra. Da qui partì il tentativo del governo britannico di esercitare uno stretto

controllo sulle colonie e di mettere sulle loro spalle una parte delle spese necessarie alla

loro sicurezza. Questi provvedimenti provocarono l’instaurarsi di un brutto rapporto fra

la corona e i le sue colonie e fecero iniziare una fase di confronto, caratterizzata dal

continuo alternarsi di tentatavi di compromesso e di manifestazioni di intransigenza da

entrambe le parti.

Nel 1766 il Parlamento inglese di fronte alla protesta dei coloni decise di revocare la

Stamp Act. Allo stesso tempo riaffermò il principio della piena sovranità sui territori

d’oltre mare, e l’anno successivo approvò una serie di provvedimenti che costituivano

una forma di tassazione mascherata, i coloni reagirono allargando e intensificando le

azioni di protesta.

Infatti furono organizzate manifestazioni nelle quali intellettuali e giornalisti

pubblicarono degli opuscoli in cui si faceva appello, per difendere il diritto dei coloni; in

particolare misero in evidenzia il principio secondo il quale nessuna tassa poteva essere

imposta senza l’approvazione di un assemblea, che ovviamente doveva tenere conto dei

loro diritti. I coloni chiedevano che le assemblee legislative in quanto unica

rappresentanza legittima delle colonie, andavano messe sullo stesso piano del

parlamento inglese. In seguito all’applicazione delle leggi intollerabili messe in atto

dagli inglesi nei confronti dei coloni Americani, per un assalto da parte di quest’ultimi,

poiché si assegnava alla compagnia delle indie il monopolio della vendita del tè,

danneggiando i commercianti locali dell’America. Da questo momento la ribellione subì

una grande crescita.

Infatti nel ‘74 un congresso continentale riunì i rappresentanti di tutte le colonie, che si

accordarono per portare avanti un azione di boicottaggio e per difendere le loro

autonomie. Il governo inglese rispose approvando alcune misure volte a conciliare le loro

lamentele, ma allo stesso tempo intensificò la repressione militare in Massachusetts. Si

ebbero cosi nel 1765 i primi scontri armati fra i coloni e gli inglesi.

LA GUERRA E L’INTERVENTO EUROPEO

Al momento dello scontro armato l’opinione pubblica dei coloni si divise.

Molti coloni, chiamati lealisti andarono a combattere al fianco degli inglesi, dando così

alla guerra di indipendenza anche un carattere di guerra civile. Mentre tutti gli altri

coloni chiamati indipendentisti poggiavano anche nello scontro armato il loro dissenso

nei confronti degli inglesi. Poi vi fu una fascia intermedia tra indipendentisti e lealisti,

una corrente moderata, che desiderava trovare un compromesso, ovvero mantenere

l’autonomia delle colonie, senza però staccarsi dalla corona britannica. L’atteggiamento

intransigente di Giorgio III che dichiarò tutti i coloni Americani ribelli, fece crescere

sempre di più le tesi indipendentiste.

Il 4 luglio del 1776, al congresso continentale si approvò una dichiarazione di

indipendenza stesa da Thomas Jefferson che può essere considerato il vero e proprio

atto di nascita degli Stati Uniti d’America.

Nel 1777 gli inglesi subirono la prima sconfitta a Saratoga. Ma l’aiuto decisivo ai coloni

americani venne dalle potenze che erano contro la Gran Bretagna che videro nella

guerra di indipendenza l’occasione per rifarsi dalle sconfitte subite nella guerra dei

sette anni. Francia Spagna e Olanda aiutarono i coloni americani. Alla fine del 77 la

Francia riconobbe l’indipendenza delle colonie e nel gennaio del 78 firmò con loro un

patto di alleanza militare. Nell’82 furono avviate le trattive di pace, e con il trattato di

Versailles la Gran Bretagna riconosceva l’indipendenza delle tredici colonie, ma

conservava il resto del suo impero, salvo alcune concessioni alla Francia e alla Spagna.

LA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI

Le costituzioni delle colonie americane si ispiravano tutte ai principi del governo

rappresentativo e alla tutela delle libertà fondamentali e del diritto di proprietà, per

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A.A. 2015-2016
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher r.d.1994 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Calabrese Maria Concetta.