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RIGETTO ACUTO
Dopo 24-48 h si può verificare un . In questo caso sono già presenti anticorpi verso gli allo-antigeni con danneggiamento delle cellule endoteliali che porta a trombosi e danneggiamento interstiziale. Quindi ci sono linfociti CD8 trapiantati insieme ai vasi sanguigni che si legano ad un altro antigene, inoltre, c'è un altro antigene che neutralizza, facendo scattare la reazione immunitaria. L'allo-anticorpo è portato dal tessuto trapiantato o dal tessuto del ricevente che riconosce l'antigene presente nel tessuto che viene trapiantato.
RIGETTO CRONICO
Nel (anche qualche mese di tempo prima di comparire) c'è il macrofago che è la cellula che presenta l'antigene al linfocita CD4 che comporta l'attivazione delle citochine, le quali si vanno a legare ai recettori presenti sulla muscolatura liscia vasale, quindi sulla parte esterna del vaso, con conseguente proliferazione che causa un restringimento e quindi necrosi vasale.
Qui, quello che viene presentato è un allo-antigene, ovvero un antigene presente nel tessuto trapiantato.
Oggi, però gran parte dei trapianti d'organo va incontro a successo poiché viene mantenuto vitale ed attivo.
Per fare questo si sono dovute superare e vincere le barriere immunitarie, creando una immunosoppressione per evitare di trovarsi davanti al rischio di rigetto.
Quindi sono stati sviluppati dei farmaci immunosoppressori in grado di frenare la risposta immunitaria e permettere il trapianto, senza che si producano anticorpi verso il paziente che ha ricevuto l'organo trapiantato.