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LIFO, FIFO, CMP LIFO, FIFO, CMP

per periodo o movimento per periodo o movimento

4. Valorizzazione Costo di acquisto secondo Costo di produzione secondo

al Costo. criterio di rotazione scelto criterio di rotazione scelto

5. Valorizzazione Valore Netto di Realizzo = Valore Netto di Realizzo =

di Mercato. Prezzo Teorico di Vendita - Prezzo Teorico di Vendita

Costi di Completamento - Costi di Completamento

Costi di Vendita Costi di Vendita

6. Valore delle Minore tra valorizzazione Minore tra valorizzazione

Rimanenze al costo e al mercato al costo e al mercato

7. Rettifiche Se v. mercato < v. costo: Se v. mercato < v. produzione:

Obbligo di Svalutare Obbligo di Svalutare

8. Esposizione Valore delle Rimanenze Valore delle Rimanenze

al netto delle eventuali al netto delle eventuali

svalutazioni ( rivalutazioni ) svalutazioni ( rivalutazioni )

 Il candidato dopo aver precisato i concetti di rimanenza di merci e prodotti finiti, approfondisca il

tema della loro valutazione.

Le rimanenze di merci sono rappresentative di beni che l’impresa acquista da terze economie con lo

Merci.

scopo di rivenderle a prezzo più alto. Quindi le rimanenze di merci sono tipiche delle imprese commerciali.

Sono beni il cui input è il mercato di approvvigionamento e l’output è il mercato di sbocco. L’identificazione

tecnico contabile di tali beni è definita.

Si rimanda a semilavorati d’acquisto…

Valutazione Merci.

Prodotti Finiti. Le rimanenze di prodotti finiti sono rappresentative di beni che sono stati sottoposti a

trasformazione all’interno dell’impresa. Sono beni costituiti di materie prime e sussidiarie opportunamente

e modellate. L’input è la trasformazione, l’output il mercato. L’identificazione fisico –

lavorate contabile è ben

definita. Si rimanda a semilavorati di produzione…

Valutazione Prodotti Finiti. 51

 Il candidato dopo aver precisato i concetti di rimanenza, approfondisca il tema della loro

valutazione al costo precisando il ruolo e le caratteristiche dei criteri di valorizzazione dei

movimenti di magazzino ammessi dalla normativa.

Rimanenza. Il termine rimanenza si riferisce alle quantità di beni a breve ciclo di utilizzo, di proprietà

dell’azienda, che al termine dell’esercizio sono presenti nel magazzino proprio, o presso terzi. Si parla di “beni

a breve ( veloce ) ciclo di utilizzo” questo significa che la destinazione di questi beni può essere la vendita

oppure la trasformazione. Tra i beni destinati alla vendita distinguiamo le merci dai prodotti finiti, nell’altra

categoria distinguiamo, materie prime e secondarie, materiali di consumo, semilavorati, prodotti in corso di

lavorazione e lavori in corso su ordinazione.

L’articolo 2426 del codice civile stabilisce che la valutazione delle rimanenze debba avvenire

Valutazione.

sulla base del “costo di acquisto” o sulla base del “costo di produzione”. Tuttavia, ciò che dobbiamo rilevare,

non è il valore di un singolo bene, bensì, di un intero magazzino che si presenta come un sistema dinamico.

Quindi la valutazione delle rimanenze si articola in tre fasi fondamentali: definizione del costo dei beni,

identificazione delle giacenze finali, valorizzazione del magazzino, confronti e rettifiche.

Durante l’esercizio il magazzino viene caricato e scaricato. Per ciascuna di queste attività vengono

Il Costo.

annotati costi e quantità. In questo frangente, focalizziamo l’analisi sui costi. La connotazione del costo dipende

dalla metodologia con la quale si acquisisce il bene: acquisizione da terze economie o produzione interna o

esterna. La prima metodologia richiama il criterio del “costo di acquisto”, tuttavia, il termine acquisto va inteso

in senso lato, in quanto, è vero che rimanenze possono essere acquistate a titolo oneroso da terze economie, ma

potrebbero pervenire all’impresa anche per altre vie: conferimenti da soci, donazioni e permute. In ogni caso

del medesimo criterio del “costo di acquisto”. Tale

tali modalità di acquisizione configurano altre modellazione

criterio si concretizza nella somma del prezzo pagato più una serie di oneri accessori sostenuti dall’impresa al

fine di rendere il bene disponibile presso la struttura aziendale. Il metodo del “costo di acquisto” si applica a:

merci, materie prime e secondarie, materiali di consumo, semilavorati di acquisto.

Il criterio del “costo di produzione”, invece, riguarda rimanenze quali: prodotti finiti, semilavorati di

produzione, prodotti in corso di lavorazione, lavori in corso su ordinazione. Per quanto riguarda questa ultima

categoria, il criterio può essere derogato in virtù all’applicazione del criterio dei “corrispettivi contrattuali

maturati con ragionevole certezza”. Il criterio del “costo di produzione” porta a considerare la totalità dei costi

diretti, quote di costi indiretti ragionevolmente imputabili, ed ancora, eventuali quote di oneri finanziari

sta nell’accensione

ragionevolmente imputabili alla realizzazione del bene. Il nesso di ragionevolezza di un

finanziamento mirato alla realizzazione di un bene a veloce ciclo di utilizzo. Si pensi a quei beni che prima di

essere introdotti sul mercato, devono essere affinati attraverso procedure di invecchiamento o stagionatura.

L’output di questa fase è l’identificazione dei costi relativi alle singole classi di rimanenze.

Durante l’esercizio le dinamiche di carico e scarico del magazzino portano alla definizione delle

Giacenze.

giacenze finali. A fine periodo, si rilevano le giacenze. Si procede ai conteggi dei beni. Quindi, per ogni

L’output di

tipologia di rimanenza si deve giungere a definire con precisione le quantità rimaste in giacenza.

questa attività è un numero delle quantità in giacenza.

Durante l’esercizio, seguendo le movimentazioni

Valorizzazione. del magazzino si riesce a stabilire una

cronologia dei carichi e degli scarichi. Tuttavia, mentre le informazioni dei carichi sono supportate da apposita

documentazione, come le fatture, dove si esplicitano quantità e prezzi, le informazioni relative agli scarichi

sono incomplete: si conosce la quantità prelevata, ma non si evidenzia da quale carico è stata prelevata. Quindi

al termine dell’esercizio, l’ipotesi di un’identificazione specifica della correlazione costo – quantità deve essere

abbandonata per scarsità di informazioni. Tale ipotesi può essere sostituita attraverso dei criteri che simulano la

reale movimentazione del magazzino. La normativa ammette tre criteri: LIFO, FIFO, Costo Medio Ponderato. I

nella modalità “per movimento” e nella modalità “per periodo”.

tre criteri, inoltre, possono essere configurati

– First Out ) parte dall’ipotesi che l’ultimo carico entrato in magazzino è anche il

Il criterio LIFO ( Last In – Out ), invece, parte dall’ipotesi che il

primo ad essere utilizzato ( scaricato ). Il criterio FIFO ( First In First

carico entrato in magazzino per primo sia anche il primo ad essere scaricato. Il criterio del Costo Medio

Ponderato, invece, dopo ogni carico riconsidera i quantità caricate come un unico carico ed il costo relativo è

52

una media ponderata sulle quantità dei costi dei singoli carichi. La scelta di un criterio piuttosto che un altro è

subordinata alla rappresentazione fedele della reale movimentazione del magazzino. Al termine di questa fase,

si giunge alla valorizzazione del magazzino per ogni classe di rimanenze.

Al termine dell’esercizio sappiamo quanto valgono le rimanenze sulla base delle informazioni

Rettifiche.

riguardanti i carichi ( criteri del costo di acquisto e di produzione ) e sulla base delle ipotesi di valorizzazione

del magazzino fatte sugli scarichi. Conosciamo anche la tipologia e la quantità dei beni in giacenza. In virtù a

queste informazioni si cerca nel mercato un valore alternativo. La normativa, infatti, impone al termine del

periodo, un confronto del valore del magazzino mediante applicazione delle tecniche contabili con un valore di

riferimento ossia “valore di realizzazione desumibile dall’andamento di mercato”. Quindi, per alcune tipologie

di rimanenze sarà rappresentato dal “valore netto di realizzo” per altre sarà rappresentato dal “costo di

sostituzione”. Il “valore netto di realizzo” considera il prezzo teorico di vendita al netto dei costi di

completamento e dei costi di distribuzione. Con questo approccio si identifica il valore di riferimento per le

rimanenze destinate alla vendita: merci, prodotti finiti e prodotti in corso di lavorazione. Laddove l’approccio al

“valore netto di realizzo” sia difficilmente perseguibile, va applicato l’approccio del “costo di sostituzione”

che l’impresa dovrebbe sostenere per rimpiazzare il bene in questione. Questa tecnica valutativa

ovvero il costo

va applicata a rimanenze di beni destinati alla trasformazione materie prime, secondarie e materiali di consumo.

si procede al confronto tra valori ottenuti dall’applicazione del

Una volta ottenuto il valore di riferimento

criterio del costo e relativi termini di riferimento presi dal mercato. Il valore reale del magazzino sarà

rappresentato dal minore dei valori a confronto. Qualora, il valore di mercato risulti il minore si dovrà

procedere alle rettifiche dei valori contabili attraverso una svalutazione. L’iscrizione a bilancio del valore delle

rimanenze avviene al netto di tali possibili svalutazioni. Una rivalutazione successiva delle rimanenze è

possibile, ma nel limite dei valori contabili rilevati prima della svalutazione. Quindi, una rivalutazione è

possibile solo in seguito ad una svalutazione.

 Il candidato dopo aver precisato i concetti di rimanenza, approfondisca il tema della loro

valutazione al costo, precisando il ruolo e le caratteristiche dei criteri LIFO e FIFO

Si rivedano domande precedenti… 53

 Il candidato dica che cosa sono le immobilizzazioni immateriali.

un’utilità pluriennale per l’impresa. Si

Le immobilizzazioni immateriali sono beni intangibili che presentano

distinguono beni immateriali non riconosciuti ( costi di impianto ed ampliamento, costi R&S e pubblicitari ) e

riconosciuti giuridicamente ( brevetto, concessioni, marchi, licenze ). Un particolare bene immateriale è

l’avviamento. In linea di massima, emergono due caratteristiche fondamentali l’intangibilità e l’utilità

pluriennali che contraddistinguono le immobilizzazioni immateriali. Tuttavia, è la destinazione scelta per il

un’immobilizzazioni immateriale. Quindi, non è fondamentale l

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A.A. 2009-2010
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Thomas_Bartholomeo_Red di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Rossi Gina.