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Come la cooperazione ha influito sui temi politici ed economici a livello internazionale?

La CIS ha avuto un primo impulso grazie al Piano Marshall promosso dagli USA, successivamente alla loro vittoria

nella SGM, per ricostruire l’economia europea. Ovviamente, l’aiuto statunitense non era scevro da interessi

geostrategici e anzi, mirava a legare il vecchio continente a se e ad influenzarlo con il proprio capitalismo in contrasto

con il comunismo della vicina URSS. Lo sviluppo venne inizialmente percepito come mera crescita economica, e

questa visione si mantenne durante tutto il dopoguerra. Nel periodo caratterizzato dalla Guerra Fredda, la CIS rimaneva

legata alla volontà delle due superpotenze di accaparrarsi l’influenza su determinati territori. Così, con la caduta del

Muro di Berlino, essa ha subito un notevole mutamento. L’alternativa comunista non minacciava più il mondo, di

conseguenza gli USA ridussero il proprio intervento negli Stati che fino a quel momento appartenevano all’URSS.

Negli anni Novanta, inoltre, viene promossa la teoria dello Sviluppo Umano: inteso come l’insieme delle opportunità

alle quali un individuo può disporre, legate alla propria capacità e al contesto nel quale vive. Così, i paradigmi della

cooperazione iniziano a comprendere sempre più l’interesse della persona umana fino a che, con l’arrivo della

globalizzazione, il mondo ha compreso che è interesse di tutti preservare l’ambiente e avanzare nello sviluppo

sostenibile delle popolazioni.

Funzionamento dell'unione Europea per quanto riguarda l’aiuto allo sviluppo?

L’UE è l’unica istituzione regionale che ha concordato tra i suoi membri una piena cessione di sovranità rispetto a

determinate questioni, tra queste la cooperazione internazionale e quindi gli aiuti allo sviluppo. A gestire queste

questioni sono, in misura diversa: la Commissione europea, il Parlamento europeo, il Consiglio dei ministri e il

Consiglio europeo, oltre che le svariate direzioni generali tematicamente specializzate. Rilevante è il fatto che la

Comunità ha un proprio bilancio, nel quale rientrano le attività promosse per la cooperazione allo sviluppo a livello

comunitario e internazionale, al quale si aggiungono i bilanci nazionali dei membri, e quindi le loro attività di

cooperazione. L’Unione interviene operando attraverso: il budget support, quindi il trasferimento di risorse nel bilancio

dello stato recettore, che diviene il principale attore per la propria politica di sviluppo; co finanziamento di programmi e

progetti specifici, attraverso l’assistenza tecnica o Bandi , quindi il cofinanziamento di attori terzi per la promozione di

programmi e progetti di cooperazione; il finanziamento di programmi ad organizzazioni internazionali(ONU o proprie

Agenzie) e delle Banche di Sviluppo; riduzione del debito; e infine, collaborazione con l’agevolazione di finanziamenti

della Banca europea di Investimenti.

In che modo la storia del processo di integrazione Europea ha influito sulla cooperazione allo sviluppo? La CEE,

istituita nel 1957 dai sei paesi fondatori, nacque nel contesto della decolonizzazione. I paesi fondatori ex coloni, tra i

quali la Francia, vollero mantenere buoni rapporti con le proprie ex colonie neoindipendenti, che d’altra parte stavano

affrontando non pochi problemi a livello istituzionale e sociale, di conseguenza nel Capitolo IV del Trattato istitutivo

furono inserite delle disposizioni per la regolazione dei rapporti economici tra i paesi europei e i paesi e i territori

d’oltremare. Successivamente, con l’allargamento dell’Unione, aumentarono i paesi con i quali questo organismo

intratteneva rapporti di cooperazione, tenendo conto del fatto che molti paesi neo membri continuavano ad avere

importanti rapporti con le loro ex colonie(Spagna, LA; Commonwealth).

Quali sono le principali direzione generale che hanno a che vedere con la cooperazione allo sviluppo? DG

EUROPEAID, DG commercio, DG allargamento, DG aiuti umanitari. Alle quali si aggiungono le Direzioni statali

rispettivamente situate nei paesi terzi.

Come funziona la cooperazione Euro-Latinamericana? La cooperazione latinoamericana nasce alla fine

dell’ottocento con il Dialogo di San José, con il quale l’Unione si impegnava nell’accompagnamento di alcuni paesi

sudamericani lungo la transizione verso forme istituzionali democratiche. In questo contesto, l’Unione si pone come

obiettivo quello di favorire la pace e lo sviluppo dei paesi centro e sudamericani attraverso l’esportazione di sistemi

democratici, rispettosi dei diritti umani ed inclusivi e combattere contro le problematiche sociali che affliggevano la

macroregione.

Attualmente questa cooperazione avviene per mezzo di incontri periodici. Sono state formare delle istituzioni comuni,

come l’assemblea parlamentare eurolatinamericana, e vengono promossi programmi che prevedono il trasferimento di

risorse commerciali, umane e di conoscenza a livello subregionale, regionale e in capo ai singoli paesi.

Gli 8 obiettivi di sviluppo della dichiarazione del millennio? La Dichiarazione del Millenio, approvata nel 2000 dagli

stati appartenenti alla comunità internazionale, stabiliva otto obiettivi da raggiungere entro il 2015. Tra questi: la

riduzione della fame e della povertà, il raggiungimento dell’istruzione primaria universale, la riduzione delle morti per

HIV\tubercolosi\malaria e altre malattie croniche, la promozione dell’uguaglianza di genere, ridurre la mortalità

infantile e materna e azioni congiunte tra gli stati per raggiungere le mete proposte.

Ovviamente, sono stati sostituiti dagli OSS, che regolano attualmente l’azione internazionale degli Stati.

Quali sono le caratteristiche della cooperazione allo sviluppo? La Cooperazione allo sviluppo è una azione

congiunta tra due o più attori, statali o meno, che mira a raggiungere o innalzare il livello di sviluppo presente in un

paese. Le caratteristiche essenziali riguardano la natura dell’azione, la quale non deve essere legata, ovvero mirare a

raggiungere gli interessi geopolitici del donatore, ma deve mirare ad una appropriazione da parte del paese recettore il

quale deve essere considerato il principale soggetto per il proprio sviluppo. Dalla Dichiarazione di Parigi, e le

successive Dichiarazioni, sono stati promossi diversi principi ai quali gli stati a livello internazionale dovrebbero

conformarsi per attuare una efficiente cooperazione: appropriazione, allineamento, armonizzazione, gestione dei

risultati e responsabilità condivisa. Inoltre, da ricordare che gli aiuti per lo sviluppo devono comprendere una

componente di dono non inferiore al 25 %.

Come funziona la cooperazione realizzata dall’unione europea? La cooperazione realizzata dall’Unione Europea

viene gestita da una direzione generale della Commissione europea, precisamente la DC europeaid. Questa, si occupa di

promuovere la pubblicazione di Bandi per il finanziamento di programmi e progetti volti a finalizzare gli obiettivi

prefissati. Questi sono tematicamente e geograficamente specifici, di conseguenza ciò presuppone che gli enti non

statali che vi potranno accedere saranno altrettanto specifici. Comunque, la DG attraverso propri funzionari, valuta i

diversi progetti presentati dagli enti, scegliendone i migliori. Tale finanziamento, coprirà parzialmente la realizzazione

del programma o progetto presentato.

Da distinguere, in questo contesto, sono i Fondi comunitari ed i Fondi strutturali. Mentre i primi vengono gestiti

direttamente dalle istituzioni europee, la gestione dei secondi è demandata agli Stati membri per finanziare progetti o

programmi volti a realizzare una maggiore ridistribuzione della ricchezza evitando l’esclusione sociale di quelle zone

con un PIL al di sotto del 75% della media UE.

L’UE, in materia di cooperazione internazionale, si avvale di un insieme di organi, all’interno della Commissione viene

definito come Sistema RELEX. In questo, supervisionato dall’Alto Commissario dell’UE, rientrano varie Direzioni

Generali che gestiscono le relazioni esterne dell’unione rispetto a tematiche quali: la cooperazione internazionale, il

commercio, gli aiuti umanitari, l’allargamento dell’Unione ed i rapporti con i paesi candidati o i pre candidati.

Come si è evoluta la qualità dell’APS a livello internazionale? L’Aiuto Pubblico allo sviluppo, ovvero il

trasferimento di risorse da parte di un ente pubblico per la realizzazione di uno sviluppo politico, sociale o culturale di

un paese terzo(PVS che appartiene alla lista del OECD), può avvenire tramite un raccordo bi o multi laterale. L’APS si

distingue dai ‘doni’, in quanto ‘crediti agevolati’ che hanno una componente del dono non inferiore al 25%.

Inizialmente gli APS, utilizzati quale strumento gestito dai paesi donatori senza un vero dialogo con i paesi recettori, per

condizionare il contesto geopolitico, all’inizio del nuovo secolo sono state promosse delle Conferenze riguardanti

l’efficacia degli aiuti: Parigi, Accra, Busan, che ne hanno modificato le caratteristiche. +Sono stati considerati centrali

gli stati recettori, i quali devono convertirsi nei promotori del proprio sviluppo. Le modalità di trasferimento degli aiuti

privilegiano il sostegno al bilancio, e lo schema prevede diversi principi quali: appropriazione, allineamento,

armonizzazione, gestione dei risultai e responsabilità condivisa.

Accordo di Cotonou? L’Accordo di Cotonou del 2000 è l’accordo che regola i rapporti tra Unione Europea e i paesi

dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Rappresenta il più completo accordo tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo

e ha come obiettivo quello dell’eliminazione della povertà e integrare definitivamente i paesi ACP nell’economia

mondiale.

Scadrà nel 2020, ma già sono stati promossi negoziati per il periodo futuro.

La Dichiarazione di Parigi? La Dichiarazione di Parigi è un documento emanato nel 2005 come risultato di un

dibattito circa l’efficacia degli aiuti allo sviluppo tra paesi donatori, paesi recettori, società civile, enti e organizzazioni

internazionali. In questo contesto, si è dato un maggior peso alla necessità di rendere protagonisti i paesi recettori nella

promozione del loro sviluppo ed una maggiore partnership tra gli attori coinvolti. Sono risultati 5 principi: ownership,

definizione di strategie e programmi di sviluppo da parte del paese interessato; allineamento tra la politica dei donatori

con quella stabilita dai paesi recettori; armonizzazione tra i partner; gestione delle politiche rispetto ai risultati da

raggiungere e una responsabilità condivisa.

Ownership? In quanto paese in via di sviluppo, deve essere egli l’artefice del proprio progresso. L’aiuto allo sviluppo,

fondamentalmente attraverso il sostegno al bilancio statale, deve permettere allo stato recettore di defin

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Publisher
A.A. 2018-2019
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lillapegghi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategie per la cooperazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tassara Carlo.