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MICROECONOMIA
1) Il consumatore è in equilibrio in corrispondenza del punto di incontro/punto di tangenza tra il vincolo di bilancio e la curva di
indifferenza. Dire se tale affermazione è VERA o FALSA e spiegarne il motivo con una rappresentazione grafica.
L’obiettivo del consumatore è quello di acquistare un paniere che massimizzi la sua utilità e che rispetti, per l’ipotesi di razionalità, il vincolo di
bilancio, per cui egli spenderà tutto il suo reddito per l’acquisto dei beni di consumo.
Tutti i panieri che permettono al consumatore di raggiungere la stessa utilità sono rappresentati dai punti che giacciono su una curva di
indifferenza: curve di indifferenza più basse identificano panieri che permettono di raggiungere gradi di utilità più bassi, curve di indifferenza
più alte identificano livelli di utilità più alti.
Ne consegue che graficamente il consumatore acquisterà il paniere che massimizzi la sua utilità (e che quindi si trova sulla curva di indifferenza
più alta) e che contemporaneamente si trova anche sul vincolo di bilancio: graficamente questo paniere è rappresentato dal punto di tangenza
fra curva di indifferenza e vincolo di bilancio. Qualsiasi altro punto sulla linea di bilancio indentificherebbe panieri aventi utilità minore e
qualsiasi altro paniere su una curva di indifferenza più bassa, per l’ipotesi di coerenza, non verrebbero scelti poiché aventi utilità minore e
quelli su curve di indifferenza più alte richiederebbero una spesa maggiore di quella del reddito disponibile.
Questo paniere individua quindi il punto in cui
curva di indifferenza e vincolo di bilancio hanno
la stessa inclinazione misurata rispettivamente
dal saggio marginale di sostituzione (che misura
l’equivalenza tecnica dei due beni) e il prezzo
relativo (che misura l’eq economica dei beni).
2) Con un grafico illustrare la massimizzazione del profitto di un’impresa monopolista. Perché il prezzo è diverso del costo marginale.
La forma di mercato monopolista ha come caratteristiche quelle della presenza di barriere all’entrata che ostacolano l’entrata di nuove
imprese nel mercato e la presenza di un’unica impresa di grandi dimensioni rispetto al mercato che fa da “prime maker”. Ciò significa che essa,
facendo fronte all’intera curva di domanda, è in grado di influenzare il Prezzo modificando la quantità di prodotto da essa realizzata facendo
del prezzo una funzione decrescente di Q e potendo scegliere i livelli di P e Q per massimizzare il suo profitto (come nell’oligopolio). In questo
caso di ha quindi che, a differenza della concorrenza perfetta, l’impresa fa in modo che il prezzo risulti essere maggiore dell’incremento dei
costi totali derivante dalla produzione di un’unità in più di prodotto, ossia del Cma: ciò implica che l’impresa realizza sempre un extraprofitto
(ossia un profitto superiore al normale) e che la differenza fra Cma e P permette di misurare il grado di monopolio dell’impresa come:
Maggiore è la differenza, maggiore sarà il potere dell’impresa nel mercato.
Per calcolare la massimizzazione del profitto dell’impresa ci si serve di un grafico in cui di illustrano le schede del Rma, Rme (DOMANDA), Cma
e Cme.
Nel caso di monopolio si ha che Rme è uguale a P e Rma ha pendenza doppia di Rme: ciò significa che l’impresa, vendendo un'unità addizionale
di prodotto, avrà come Rme un importa pari al Prezzo, il quale però, essendo funzione decrescente di Q e avendo ora una Q maggiore, per
vendere le unità in più deve ridurre ridurre il prezzo non solo su quell'unità, ma su tutte le unità precedenti. Si riduce quindi anche il ricavo
marginale.
Cma è una funzione crescente che passa per il punto di minimo di Cme, che ha il classico andamento a U (prima descresce e poi cresce).
La quantità che max il profitto è data dalla condizione media per cui Rma=Cma e corrisponde all’ascissa del punto A, ossia Q=OQ*. Per
determinare anche il Prezzo definito in corrispondenza di questa Q si proietta A sulla scheda Rme e sull’asse delle ordinate del punto B si
individua il livello del prezzo OP*.
Partendo da questi dati è possibile ricavare il livello dei RT come area del rettangolo Q*BP*O . Si ha infatti che:
RT=PxQ => RT=OP* x OQ*
Per individuare il livello dei costi totali si individua il livello dei Cme che corrisponde a quella Q prodotta, per cui si proietta il punto A sulla
scheda Cme e si individua il punto C cui corrisponde un livello Cme pari alla sua ascissa (Cme=OD). Avremo quindi che i costi totali saranno
individuati dall’area del rettangolo OQ*CD.
Per individuare il profitto massimo si ha:
RT-CT= Q*BP*O - OQ*CD.
e il livello dell’extraprofitto è dato dall’area del rettangolo DCBP* . Altra caratteristica del monopolio è che questa condizione di equilibrio
che permette all’impresa di raggiungere degli extraprofitti persiste sia nel breve che nel lungo periodo: la rendita raggiunta dal monopolista
persiste anche nel lungo periodo in quanto non viene erosa da altre imprese, per le quali l’entrata è ostacolata dalla presenza di barriere.
3) Con un grafico illustrare la massimizzazione del profitto di un’impresa in concorrenza perfetta
Le caratteristiche principali della concorrenza perfetta sono: produzione di un prodotto omogeneo, assenza di barriere all’entra e all’uscita,
perfetta informazione fra imprese e presenza di numerose imprese di piccole dimensioni rispetto al mercato (atomismo). In concorrenza
perfetta la singola impresa non ha la possibilità di influenzare il prezzo modificando la quantità da essa prodotta, per cui ne consegue che il
prezzo è una funzione indipendente da Q e l’impresa è price taker. Ne consegue che il ricavo marginale coinciderà con il prezzo
indipendentemente dalla Q prodotta dalla singola impresa (ossia con la curva di domanda) e che, affinchè l’impresa massimizzi il profitto, essa
dovrà produrre una quantità per cui il Cma deve essere uguale al prezzo: se si aumentasse ancora la produzione, i costi sarebbero maggiori dei
ricavi.
Altra condizione per cui l’impresa massimizza il profitto è quella per cui la quantità ottimale è quella individuata dal punto di intersezione fra
Rma e Cma. Se su un grafico si disegnano le schede Rma, Rme e P come una linea parallela all’asse delle Q (in quanto funzioni indipendenti da
Q) e Cme come una curva ad U che interseca Cma (curca crescente) nel suo punto di minimo è possibile individuare la Q ottimale come ascissa
del punto A.
Per identificare il profitto massimo si devono identificare RT e CT.
Per identificare RT si deve individuare il livello del prezzo corrispondente alla Q prodotta ed esso è rappresentato dall’ordinata del punto A.
Avendo RT=PQ con P=OP e Q=OQ* allora RT è rappresentato dall’area del rettangolo OQ*AP:
Per identificare i CT invece di indentifica il livello dei Costi medi che corrispondono al livello di Q* proiettando A sulla scheda di Cme. Sull’asse
delle ordinate di individua il livello dei Cme come segmento OC. Essendo i CT=CmeQ si ha che essi sono rappresentati dall’area del rettangolo
OQ*BC. Nel breve periodo si ha quindi che l’impresa raggiunge un extraprofitto (un profitto superiore a quello normale) il quale però sarà
destinato, nel lungo periodo, ad essere eroso da nuove imprese che, non ostacolate dalla presenza di barriere, entrano nel mercato.
Nel lungo periodo di ha infatti che nel mercato, per effetto partecipazione, aumenta la Q totale offerta la quale, per essere assorbita, richiede
la diminuzione del prezzo: ciò comporta uno spostamento verso il basso della scheda di P, Rma e Rme. Questo movimento, nel grafico della
singola impresa, si arresta in corrispondenza del punto di intersezione fra P e Cme, per cui il profitto è nullo.
Considerando P=Cme allora il profitto è uguale a 0.
4) Con la formula della massimizzazione del profitto spiegare cosa si intende per interdipendenza strategica nel caso di duopolio
Le caratteristiche principali del mercato oligopolistico sono: la presenza di barriere all’entrata che non ostacolano totalmente l’entrata di
nuove imprese, presenza di poche imprese di dimensioni intermedie rispetto al mercato che fanno fronte all’intera domanda di mercato. Nel
caso più semplice di oligopolio, ossia il duopolio, si ha che l’attività delle imprese è caratterizzata da una situazione di interdipendenza
strategica: se infatti il prezzo è funzione decrescente della quantità prodotta sul mercato, si può considerare come una funzione lineare
12
P=a-bQ=a-b(Q +Q ) => π = [(a-b(Q +Q )]x Q – m Q = aQ -bQ - b Q Q – m Q
1 2 1 1 2 1 1 1 1 1 2 1 1
calcolando la derivata parziale rispetto a Q e ponendola = 0 si ha
1
a-2bQ -bQ =m Il primo membro è Rma e il secondo Cma, risolvendo per Q : Q = (a-m /2b) – Q /2
1 2 1. 1 1 1 2
Si ha quindi che l’impresa che vuole variare il prezzo può farlo modificando la quantità da lei prodotta, ma deve tener conto anche dalla scelta
di produzione dell’altra impresa. Si ha quindi che nel mercato oligopolistico si rileva una riluttanza generale alla variazione del prezzo da parte
delle imprese: la variazione di P comporterebbe un cambiamento nell’equilibrio generale del mercato, il quale potrebbe avere numerosi
risvolti, anche negativi. È questa la caratteristica principale che differenzia i mercati oligopolistici da quelli in concorrenza perfetta (dove le
imprese sono così piccole in rapporto alla domanda da non essere in grado con i loro comportamenti di influenzare il prezzo di mercato) e dal
monopolio dove, per definizione, essendoci una sola impresa, non si deve tenere conto del comportamento dei concorrenti.
5) Spiegare con l’aiuto di un grafico la scelta dei fattori produttivi da parte dell’impresa
L’obiettivo dell’impresa è quello di massimizzare il profitto: per far si che questo sia possibile essa sceglie i fattori produttivi (input) da utilizzare
in un’ottica di efficienza economica per fare in modo di minimizzare i costi.
Se si considerano due soli input M e N si ha che nel breve periodo l’impresa è in grado di variare solo l’input N, mentre nel lungo periodo è
possibile anche variare M e in generale gli input sono tutti variabili.
La scelta degli input fatta dall’impresa si traduce in una funzione di produzione dipendente dagli input presi in considerazione, ossia N e M.
Q è funzione di M e N: è quindi possibile individuare una curva denominata “isoquanto” per cui è possibile individuare su di essa tutti i punti
che identificano le combinazioni di M e N per cui è possibile produrre una quantità