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Estratto del documento

T.A.R.b) la legittimazione ad appellare: è oggi prevista dall'art. 102 del Codice, secondo il quale "possono proporre appello le parti fra le quali è stata pronunciata la sentenza di primo grado".

La sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato in grado di appello può essere di diversi tipi:

  1. Di rigetto: nel caso in cui ritiene infondato l'appello e respinge pertanto le domande proposte
  2. Di accoglimento: nel caso in cui il Consiglio di Stato, ritenendo fondate le censure presentate in appello, annulla la decisione pronunciata in primo grado dal T.A.R.

Lezione 43

L'istituto della revocazione previsto dall'art. 106 c.p.a. è previsto tanto nei confronti delle sentenze dei TAR quanto nei confronti di quelle del Consiglio di Stato.

L'oggetto del giudizio per revocazione:

Si divide in rescindente, relativo all'accertamento della effettiva sussistenza delle condizioni per la revocazione e rescissorio, consistente nel riesame

  1. Quali impugnazioni si possono proporre nei confronti della sentenza emessa in seguito al giudizio revocazione?
  2. Sono ammesse tutte le impugnazioni previste per la sentenza che era stata oggetto di revocazione.
  3. È possibile revocare una sentenza passata in giudicato?
  4. Sì, nei casi e nei modi previsti dagli articoli 395 e 396 c.p.c.
  5. Per i casi di revocazione previsti nei numeri 1, 2, 3 e 6 del primo comma dell'articolo 395 del codice di procedura civile e di opposizione di terzo di cui all'articolo 108, comma 2, il termine di cui al comma 1 decorre:
  6. dal giorno in cui è stato scoperto il dolo o la falsità o la collusione o è stato recuperato il documento o è passata in giudicato la sentenza di cui al numero 6 del medesimo articolo 395.
  7. La disciplina della revocazione è la medesima prevista per i processi civili dall'art. 395 c.p.c. tramite il rinvio alle norme civilistiche contenute nel codice del processo.

amministrativo. La revocazione nei confronti delle sentenze del Consiglio di Stato: è sempre possibile in tutti i casi elencati dall'art.395 c.p.c., sia ordinaria che straordinaria

Il giudice competente per la proposizione del giudizio per revocazione: è sempre il medesimo che ha emesso la sentenza

La revocazione nei confronti delle sentenze del TAR: è ammessa unicamente qualora i motivi di revocazione non possano essere dedotti con l'appello

Viene chiamata revocazione ordinaria quella ammessa nei confronti delle sentenze non ancora passate in giudicato. I casi di revocazione ammessi riguardano: Dolo, prove false, documenti ritrovati successivamente, errore di fatto, purché determinanti per la decisione.

Viene chiamata revocazione straordinaria quella ammessa nei confronti delle sentenze passate in giudicato. I casi di revocazione sono disciplinati nel Titolo III del Libro Terzo del Codice del processo amministrativo.

Tale impugnazione è applicabile,

Ai sensi dell'art. 106, alle sentenze dei tribunali amministrativi regionali e del Consiglio di Stato nei casi e nei modi previsti dagli articoli 395 e 396 del codice di procedura civile. Di conseguenza, le sentenze possono essere impugnate per revocazione:

  1. se sono l'effetto del dolo di una delle parti in danno dell'altra;
  2. se si è giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza oppure che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza;
  3. se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario;
  4. se la sentenza è l'effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa. Vi è questo errore quando la decisione è fondata sulla supposizione di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa.

oppure quando è supposta l'inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita, e tanto nell'uno quanto nell'altro caso se il fatto non costituisce un punto controverso sul quale la sentenza ebbe a pronunciare

5) se la sentenza è contraria ad altra precedente avente fra le parti autorità di cosa giudicata, purché non abbia pronunciato sulla relativa eccezione;

6) se la sentenza è effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato. A tali possibilità l'art. 396 c.p.c. aggiunge l'istituto della revocazione delle sentenze per le quali è scaduto il termine per l'appello. Le sentenze per le quali è scaduto il termine per l'appello, infatti, possono essere impugnate per revocazione nei casi dei nn. 1, 2, 3 e 6 dell'articolo 395, purché la scoperta del dolo o della falsità o il recupero dei documenti o la pronuncia della sentenza di cui

al n. 6 siano avvenuti dopo la scadenza del termine suddetto. Se tali fatti avvengono durante il corso del termine per l'appello, il termine stesso è prorogato dal giorno dell'avvenimento in modo da raggiungere i trenta giorni da esso.

Lezione 44

È possibile la contemporanea esistenza dell'opposizione di terzo con l'appello?

No, prevale il gravame ordinario per cui il terzo potrà proporre opposizione all'interno dell'appello.

Il giudice competente per la proposizione del giudizio di opposizione di terzo:

È sempre il medesimo che ha emesso la sentenza.

Quali sono i soggetti legittimati a proporre l'opposizione di terzo?

I soli terzi titolari di una posizione autonoma e incompatibile.

L'opposizione di terzo è proponibile anche nei confronti di sentenze passate in giudicato?

Si.

A seguito dell'introduzione del codice del processo amministrativo, quale impugnativa possono presentare i controinteressati pretermessi?

La normale opposizione di terzo si riferisce alla situazione in cui un terzo, che non è parte nel processo, si oppone a una sentenza che ha effetti pregiudizievoli sui suoi diritti o interessi legittimi.

L'opposizione di terzo revocatoria si verifica quando i creditori o gli aventi causa di una parte sostengono che la sentenza sia il risultato di dolo o collusione a loro danno.

Un terzo può fare opposizione contro una sentenza del tribunale amministrativo regionale o del Consiglio di Stato pronunciata tra altri soggetti solo se la sentenza pregiudica i suoi diritti o interessi legittimi.

L'opposizione di terzo è disciplinata nel Titolo IV del Libro Terzo del Codice del processo amministrativo.

L'opposizione è inoltre proponibile anche da parte degli aventi causa e dei creditori di una delle parti, quando questa sia effetto di dolo o collusione a loro danno (art. 108). In merito alla competenza sull'opposizione di terzo, l'art. 109 del Codice dispone che essa debba essere proposta davanti al giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata. Unica eccezione è il caso in cui venga proposto appello contro la sentenza di primo grado, nel qual caso il terzo che intenda opporsi deve introdurre la domanda di cui all'articolo 108 intervenendo nel giudizio di appello. Se l'opposizione di terzo fosse già stata proposta al giudice di primo grado, quest'ultimo la deve dichiarare improcedibile e, se l'opponente non vi ha ancora provveduto, deve fissare un termine per l'intervento nel giudizio di appello di cui si è detto pocanzi. Lezione 46 Dalla lettura dell'art. 21 del C.P.A. quale risulta essere la principale funzione.delcommissario ad acta: Funzione ausiliaria

Per giudicato in senso formale si intende: la sentenza che non è più soggetta né a regolamento di competenza, né ad appello, né a ricorso per cassazione, né a revocazione per i motivi di cui ai numeri 4 e 5 dell'articolo 395 c.p.c.
La definizione di cosa giudicata formale è data dall'articolo 324 c.p.c.

I limiti soggettivi del giudicato amministrativo
Esistono dei limiti soggettivi ed oggettivi del giudicato.
I limiti soggettivi, per orientamento consolidato della giurisprudenza anche nel processo amministrativo, la cosa giudicata non fa stato che tra le sole parti, i loro eredi ed aventi causa, in ossequio a quanto previsto dall'art. 2909 del codice civile. In tal modo gli effetti della cosa giudicata non si estendono ai terzi: tuttavia, nel caso di annullamento del provvedimento amministrativo impugnato, se si tratta di un atto con contenuto "indivisibile", il

giudicato

varrebbe nei confronti di tutti i soggetti destinatari degli effetti dell'atto annullato. Tale circostanza si spiega con un problema di coerenza interna al sistema, per la quale non è immaginabile che un provvedimento amministrativo con contenuto "indivisibile" possa espletare i suoi effetti solo verso alcuni soggetti. Vi sarebbero pertanto alcuni provvedimenti, ad esempio quelli a contenuto normativo, come i regolamenti, il cui annullamento porterebbe a un giudicato erga omnes. Questa giurisprudenza ammette dunque effetti ultra partes del giudicato amministrativo.

L'opinione ora esposta, però, non è unanimemente condivisa. Una parte della dottrina affronta diversamente i problemi creati dall'annullamento degli atti indivisibili attraverso la distinzione generale fra effetti della sentenza e autorità del giudicato. Tale dottrina distingue dunque tra effetti della sentenza e autorità (nel senso di immodificabilità).

del giudicato: i primi travolgerebbero tutte le utilità assegnate dall'atto annullato, e quindi anche tutti i soggetti che ne fossero titolari, mentre la seconda riguarderebbe solo le parti processuali, i loro eredi o aventi causa. Di conseguenza, a quanti non abbiano partecipato al giudizio, non potrebbe essere opposto il giudicato: essi, tuttavia, risentirebbero comunque degli effetti dell'annullamento e potrebbero riproporre la questione di legittimità in un successivo giudizio senza che possa essere loro opposto il passaggio in giudicato della precedente sentenza di annullamento. Per valutare la situazione occorre considerare che nel diritto amministrativo non ci sono disposizioni come l'art. 2377, 3° comma, c.c., che sembra estendere gli effetti del giudizio di impugnazione di un medesimo atto anche a terzi rimasti estranei al giudizio, né disposizioni come l'art. 1306 c.c. che, in caso di rapporti con pluralità di parti, estendonoanche nei confronti delle altre parti il giudicato formatosi su iniziativa di una
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mandina48 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di diritto amministrativo 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Nunziata Vincenzo.