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- QUALI SONO GLI APPROCCI DELLA SCIENZA POLITICA?
Analizzando gli approcci teorici, ci si può fare un’idea delle diverse angolazioni sotto le quali è possibile
affronta la scienza politica. Si tratta di modalità di comprensione: “insiemi di atteggiamenti, interpretazioni
e pratiche che definiscono un certo modo di affrontare la materia. Inoltre sono delle scuole di pensiero
che influenzano il nostro modo di effettuare la ricerca politica, strutturare le domande che ci poniamo e
delimitare le risposte che otteniamo. Ci sono cinque approcci della scienza politica:
- L’approccio istituzionale. Costituisce il fondamento originario della disciplina e ha creato una base
su cui sono stati sviluppati tutti gli approcci. Le istituzioni sono importanti nelle democrazie liberali,
perché “il passo decisivo della democrazia è la devoluzione del potere da un gruppo di persone a un
insieme di regole”. Non esiste una teoria unitaria delle istituzioni. Tale approccio fa riferimento a
un’area di studio. I suoi sostenitori hanno preso in considerazione la natura delle istituzioni e hanno
esaminato il loro ruolo nei sistemi politici. Il termine “istituzione”, designa le organizzazioni principali del
sistema politico nazionale, in particolare quelle contenute nella Costituzione. L’istituzione, è
un’organizzazione formale, investita si uno status pubblico, i cui membri interagiscono sulla base di
ruoli specifici che esercitano all’interno dell’organizzazione. In politica, designa un organo di governo
reso obbligatorio nella Costituzione. Il concetto di istituzione si estende verso l’esterno in tre direzioni:
1. La prima estensione è verso altre organizzazione politiche che potrebbero avere una base
costituzionale meno sicura (burocrazia e il Governo locale).
2. La seconda estensione è verso altre importanti organizzazioni politiche che non fanno parte del
Governo (partiti politici).
3. La terza estensione del concetto è la più importante e la più discutibile. La parola “istituzione” è
utilizzata per indicare qualunque pratica politica consolidata e riconosciuta. L’abuso della funzione
pubblica per conseguire dei profitti privati è una routine accettata della vita politica, un’istituzione in
piena regola.
L’approccio istituzionale offre due ragioni per presupporre che le organizzazioni influenzino il
comportamento. In primo luogo perché forniscono benefici e opportunità, condizionano gli interessi del loro
staff. I dipendenti sviluppano interessi come la difesa della propria organizzazione e la ricerca di un
progresso personale all’interno della struttura. La seconda ragione, vede l’interazione prolungata tra i
dipendenti come la promozione dello sviluppo della cultura istituzionale, che trasforma questa forza in
un’unità di combattimento. Le istituzioni generano norme che influenzano a loro volta il comportamento. Un
punto di forza dell’approccio istituzionale è la capacità di spiegare le origini di interessi e culture. Esso
suggerisce che l’azione politica si comprende al meglio facendo riferimento alla logica
dell’appropriatezza. All’interno di un processo di istituzionalizzazione, le istituzioni crescono, si
consolidano nel tempo, sviluppando delle procedure interne come parte legittima dell’apparato governativo.
- L’approccio comportamentista, nasce intorno al 1950, come un’unità di analisi preferita dalla
scienza politica americana: passare dalle istituzioni al comportamento individuale. Il suo principio –
base afferma che la “radice è l’uomo”. Tale approccio invita a studiare il comportamento manifesto, ciò
che effettivamente le persone fanno. Il comportamentismo, era una scuola di pensiero che
anteponeva lo studio degli individui a quello delle istituzioni. L’attenzione si concentra sugli elettori,
sulle assemblee legislative. Il suo scopo è quello di usare dei metodi scientifici per scoprire
generalizzazioni sugli atteggiamenti e sui comportamenti politici. Tale approccio si concentra sugli
individui anziché sulle istituzioni.
- L’approccio strutturale, ha funzionato in parte da correttivo ai limiti dell’analisi individuale. In
politica tale approccio, enfatizza le relazioni oggettive tra gruppi sociali, incluse le classi sociali e lo
Stato. I vari interessi e le posizioni influenzano la configurazione complessiva del potere e attivano la
dinamica del cambiamento politico. Nella sua applicazione, tale approccio è generico: fa assunzioni
generali, plausibile sulla natura del conflitto in corso in una determinata società e trae conclusioni sulle
cause senza porsi domande teoriche su ciò che sarebbe accaduto in assenza delle cause presunte. Lo
strutturalismo, afferma che le configurazione delle relazioni sociali influenzano, vincolano e
responsabilizzano gli attori con modalità prevedibili. Un elemento centrale di tale approccio è la
relazione tra i gruppi.
- L’approccio della scelta razionale, esso ci riporta agli individui di tipo astratto e iperrazionale. La
caratteristica distintiva sta nel concepire la politica come un’interazione strategica tra individui, i cui tutti
cercano di massimizzare la realizzazione dei propri obiettivi specifici, come fattori esplicativi. Il valore
potenziale di questo approccio sta nella capacità di modellizzare gli elementi essenziali della politica e
fare previsioni senza avere una conoscenza ottimale degli attori, cioè capire se il comportamento
umano viene previsto correttamente. L’azione dell’individuo è l’unità elementare della vita sociale.
Questo approccio asserisce che la politica consiste in interazioni strategiche tra individui.
- L’approccio interpretativo, nella sua versione più “estrema” afferma che la politica consiste nelle
idee nutrite su di essa dai soggetti che vi partecipano. In una versione più “moderata” le idee
costituiscono il mondo politico, ma che lo influenzino in maniera indipendente, incidendo sul modo in
cui definiamo i nostri interessi, obiettivi, alleati e nemici. Un esempio di approccio interpretativo è
identificare il significato di un atto per l’attore.
- COSA SI INTENDE PER AGENDA SETTING?
Oggi, i mass media sono il punto di accesso principale alla politica. Ci sono 4 meccanismi principali
d’impatto che influiscono sulla percezione della politica da parte del pubblico dei mass media: il rinforzo,
l’agenda setting, l’inquadramento e la sensibilizzazione. Secondo la prospettiva dell’agenda setting i media
(in particolare la TV) influenzerebbero quello che pensiamo. I media mettono in agenda alcuni temi e ne
lasciano fuori altri, sottraendoli all’attenzione del pubblico. Secondo alcuni studiosi, l’influenza dei media sul
pubblico deriva da ciò che non si dice.
L’agenda setting è la compressione delle notizie che rende estremamente selettiva la copertura. Gli eventi
riportati vengono ampiamente discussi dall’opinione pubblica, ma gli eventi non riportati perdono visibilità.
E’ condizionata dalla breve durata dei telegiornali. Pertanto i giornalisti valutano l’importanza delle notizie,
in base all’impatto che queste avranno sul pubblico, per ridurre gli eventi svolti nel mondo in una giornata,
in mezz’ora. Tale teoria presenta due limiti: 1. I direttori non selezionano notizie a caso, ma nel decidere se
coprire o no il fatto si basano sulla propria valutazione della rilevanza che potrebbe attribuirvi il pubblico; 2.
Esiste una frammentazione dei canali, che distingue il nostro tempo, in questo modo il controllo dell’agenda
non è più severo come nella fase iniziale della TV pubblica, ma la gente può seguire sui media gli interessi
politici più disparati.
- QUALI SONO GLI ATTORI DELLA DEMOCRAZIA (partiti, elettori, movimenti sociali, gruppi di
interesse)?
Gli attori principali della democrazia sono partiti, elettori, movimenti sociali ed i gruppi di interesse.
- Partiti politici, sono organizzazioni complesse con più livelli, accomunati da un’identità comune ed
obiettivi condivisi. E’ un’aggregazione di comunità, un’unione di piccoli gruppi sparsi nel paese,
collegati da organi di coordinamento. La distinzione principale, a livello nazionale è tra gruppo di
rappresentanza e segreteria nazionale; al di sotto molto partiti prevedono rappresentanze a livello
regionale/locale.
- Le elezioni, sono l’istituzione che definisce la democrazia moderna, sono un mezzo per istituire una
competizione per una carica pubblica, valutare l’operato del governo in carica; la campagna
elettorale è un elemento fondamentale nella democrazia.
- Movimenti sociali. Sono aggregazioni di persone che si raggruppano per perseguire uno scopo
comune, attraverso la contestazione non convenzionale all’ordine politico esistente. Adottano uno
stile politico che mantiene una distanza dai canali consueti, esprimendo la propria diversità rispetto
agli attoria più istituzionalizzati e allo status quo. Chi aderisce, lo fa attraverso atti di protesta.
Hanno un’organizzazione meno rigida, rispetto agli altri corpi intermedi, che non prevede adesioni
formalizzate, né ruoli dirigenziali, si originano da “entusiasmi collettivi”, che raramente si producono
nel medio – lungo periodo. Il loro desiderio è quello di sfidare l’ordine costituito, manifestando un
elevato impegno in un certo ambito, focalizzandosi su un tema puntano a influenzare l’agenda
politica. Essendo costitutivamente instabili, tendono a trasformarsi in un altro corpo intermedio,
oppure possono sciogliersi per l’esaurimento della propria funzione, degenerare in fenomeni
violenti, soprattutto quando si chiudono le connessioni con le istituzioni politiche.
- Gruppi di interesse. Sono organizzazioni non governativa, con lo scopo di influenza le politiche
pubbliche. Annoverano organizzazioni imprenditoriali, sindacati, associazioni di consumatori, ordine
professionali e altri gruppi che perseguono finalità più generale. Ci sono gruppi di interesse in
“senso stretto”, che tutelano e promuovono soprattutto interessi di tipo economico, e i “gruppi di
promozione o pressione” che si occupano soprattutto di questioni di natura prevalentemente non
economica. Nelle democrazie liberali i gruppi di interesse sono uno dei canali di comunicazione fra
società e Governo (elemento integrante della governabilità).
- QUALI SONO GLI ELEMENTI INNOVATIVI DELLA PROPOSTA POLITICA DI BERLUSCONI?
La spinta alla mediatizzazione e alla personalizzazione della politica assume in Italia forme particolari e
consente di “fondere” in un unico corpo, la leadership politica e la proprietà oligopolistica dei mezzi di
comunicazione di