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CRITICHE AL CAPITALE SOCIALE (bridging/bonding)

Ciò su cui si concentra Putnam nell' opera "Bowling Alone" è la proprietà escludente del capitale sociale. Le

reti di associazionismo civico infatti possono anche creare dei legami di fiducia forti che portano ad

escludere chi non ne fa parte. È questo l'aspetto bonding del capitale sociale.

Quando invece si parla di capitale sociale bridging ci si riferisce agli aspetti includenti e al capitale sociale

che apre agli altri.

QUALI SONO I TRATTI DISTINTIVI DEI MOVIMENTI SOCIALI?

I movimenti sociali sono aggregazioni che si formano nella società per perseguire fini non istituzionali

attraverso mezzi informali. Si prefiggono obiettivi di ampia natura, non corporativi, adottando uno stile che

implica una sfida alle élite esistenti da parte di soggetti tradizionalmente marginali. I movimenti sociali, a

differenza dei partiti, non possiedono una struttura permanente e non svolgono attività politica. Essi

possiedono un’organizzazione meno rigida, che normalmente non prevede adesioni formalizzate né ruoli

dirigenziali. Come i gruppi d’interesse si focalizzano su un tema specifico ma non mirano ad acquisire un

potere formale, bensì puntano a influenzare l’agenda politica. Essendo costitutivamente instabili i movimenti

tendono a trasformarsi in uno degli altri tipi di corpi intermedi e in questo caso divengono componente

permanente della filigrana della società, oppure possono sciogliersi per l’esaurimento della propria funzione,

o possono degenerare in fenomeni violenti.

DESCRIVERE IL PASSAGGIO DAL PARTITO DEI NOTABILI AL PARTITO DI MASSA

Il passaggio dai partiti di notabili ai partiti di massa è avvenuto in seguito all'allargamento della base

elettorale con il suffragio universale, a cavallo fra Ottocento e Novecento.

I partiti di notabili nascono nell’alveo parlamentare. Vengono formati a opera di parlamentari, i quali si

aggregano mossi da interessi condivisi, per poi condurre la battaglia politica presso una platea più vasta di

elettori. I partiti di notabili sono storicamente la prima forma di partito moderno e rappresentano una risposta

funzionale all’esigenza di controllare il potere esecutivo tramite la dialettica parlamentare. Per quanto esigua,

tali partiti riescono a garantire un minimo di party connection al fine di contrastare la frammentazione

parlamentare e il proliferare di molteplici interessi particolari. Anche se rappresentano sostanzialmente dei

comitati elettorali, i partiti di notabili sono in grado di condizionare la mappa delle candidature e quindi

l’ingresso nel parlamento.

Il Partito di notabili si basava sul finanziamento privato dei suoi stessi membri. I notabili erano coloro che

avevano successo nella società e che disponevano di grandi ricchezze. Si trattava di un partito che si

attivava solo pochi mesi prima delle elezioni, e che si basava sull'oratoria e la ricchezza dei suoi membri.

I partiti di massa sono successivi ai partiti di notabili. Solitamente nascono all’esterno dell’alveo

parlamentare, per opera di gruppi che finalizzano la rappresentanza nell’esecutivo al conseguimento dei

propri obiettivi. Nel corso del ‘900, queste forze di massa influenzarono enormemente il sistema partitico

europeo, spingendo molti partiti di notabili a copiarne la tendenza ad espandersi fuori dalla cerchia

parlamentare.

I partiti i massa acquisirono un numero ingente di iscritti. L’organizzazione del partito divenne un elemento

permanente e costitutivo della società politica: il partito di massa necessitava di utilizzare la propria

organizzazione come risorsa politica. I partiti di massa cercavano di accrescere il senso di appartenenza fra

gli iscritti coinvolgendo organizzazioni collaterali quali i sindacati e i circoli sportivi. L’iscrizione a un partito

significava un impegno preciso e una adesione ai suoi obiettivi ideologici; in cambio il partito offriva agli

iscritti un rapporto parafamiliare, proponendo loro opportunità culturali e ricreative. Pertanto i partiti di massa

possono essere considerati come produttori e riproduttori di capitale sociale.

RICOSTRUIRE LA MAPPA DI ROKKAN

Rokkan realizzò la mappa nel 1967 insieme ad un altro studioso, Lipset. La mappa individua le linee di

frattura della società, sulle quali si pongono le fondamenta per lo sviluppo dei partiti politici. Una linea di

frattura è una divisione sociale che crea un’identità collettiva fra quanti si trovano sullo stesso lato di essa.

Secondo Rokkan, gran parte della storia politica dell’Europa moderna e contemporanea può essere

compresa attraverso l’analisi di queste quattro linee di frattura prodottesi a seguito di due grandi eventi

rivoluzionari quali la costruzione dello stato nazionale e la rivoluzione industriale. Rokkan afferma che la

rivoluzione nazionale produce una linea di frattura fra il centro e la periferia e un’altra che contrappone lo

stato alla chiesa. Invece, la rivoluzione industriale produce altre due linee di frattura: una che contrappone la

città e la campagna e una che contrappone il capitale e il lavoro.

La prima linea di frattura contrappone centro e periferia ed esprime il conflitto fra un centro politico, culturale

ed economico e le aree periferiche progressivamente inglobate nel territorio sotto il controllo del governo

centrale. In questo caso, il conflitto verte sui processi di accentramento e la posta in palio concerne

soprattutto le risorse linguistiche, contrapponendo il tentativo da parte del centro di imporre un’unica lingua

unitaria e il corrispondente tentativo della periferia di difendere le proprie peculiarità culturali e linguistiche.

L’insorgenza di questa frattura promosse la nascita di partiti conservatori in rappresentanza delle elite

centraliste e, per reazione, di formazioni regionali a difesa delle periferie minacciate.

La seconda linea di frattura contrappone lo stato e la chiesa. Anch’essa attiene ai processi di accentramento

dello stato moderno e la posta in palio riguarda soprattutto le dinamiche della formazione culturale, in primo

luogo l’istruzione. Il processo di costruzione dello stato portò alla fondazione di partiti cattolici intenzionati a

difendere dall’invadenza statale le autonomie tradizionali della chiesa, specie nel campo della “formazione

delle anime”.

La terza linea di frattura (causata dalla rivoluzione industriale), contrappone la città e la campagna.

In questo caso il conflitto riguarda il mutamento degli equilibri politici a seguito dell’affermazione del

capitalismo moderno. In questo caso, la posta in palio riguarda soprattutto le politiche macroeconomiche dei

governi, con riferimento in particolare al tema delle barriere doganali e dei prezzi dei prodotti agricoli.

Trovandosi minacciato dall’ascesa dell’industria, il mondo agricolo promosse la costruzione di partiti

conservatori agrari e per reazione si formarono partiti liberali in rappresentanza degli imprenditori urbani.

La quarta linea di frattura riguarda il conflitto di classe fra capitale e lavoro, ossia fra i padroni dell’industria e

i lavoratori. Questa linea di frattura originò partiti socialisti che rappresentavano la classe operaia. In questo

caso, la posta in palio riguardava la proprietà dei mezzi della produzione materiale, le condizioni nel mercato

del lavoro e più in generale le condizioni di vita delle nuove masse di lavoratori salariati. Questa linea di

frattura contribuì in modo decisivo a strutturare il conflitto nei diversi sistemi di partito lungo l’asse destra-

sinistra, con i partiti liberali e conservatori che privilegiavano gli interessi della proprietà e i partiti socialisti

che rivendicavano miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro degli operai.

Infine, si può parlare di una quinta linea di frattura, successiva alla rivoluzione proletaria in Russia, che

contrappose i partiti comunisti e i socialisti. In questo caso la posta in palio era costituita dall’egemonia sul

movimento operaio. Per essendo interna al mondo del lavoro, tale linea di frattura ha influenzato tutti i

sistemi di partito europei.

PERCHÈ LA FRATTURA CENTRO-PERIFERIA È ANCORA COSÌ IMPORTANTE?

La frattura centro/periferia è ancora così importante perché si trascina nella cultura italiana sin

dall'unificazione del 1861. Essa è visibile in particolare nelle due subculture politiche territoriali: quella rossa

in Toscana e quella bianca in Veneto, che intercettano i valori del localismo anti-statalista, vale a dire che la

popolazione locale percepisce la presenza dello Stato nelle periferie come una forza che impone tasse e che

preleva una possibile forza lavoro tramite la leva obbligatoria. La periferia quindi ha accolto quelle

associazioni locali che garantivano loro l'assistenza necessaria, non fornita dallo Stato post-unitario assente.

DIFFERENZE TRA REGIME AUTORITARIO E REGIME DEMOCRATICO

Un regime democratico prevede delle procedure elettorali corrette che consentono l'elezione di alcuni

candidati alle cariche pubbliche, dove essi dovranno prendere delle decisioni in rappresentanza dei cittadini.

La maggioranza delle democrazie oggi sono rappresentative. Un regime democratico, per essere definito

tale, deve possedere alcuni requisiti: corpus legislativo valido erga omnes, rispetto dei diritti civili e politici del

cittadino, magistratura indipendente, controllo dei cittadini sul potere militare. Siamo di fronte ad uno stato

autoritario quando il potere centrale impone ai cittadini di non partecipare alla vita politica del paese. Nei

regimi autoritari, il potere centrale detiene il controllo sull'esercito, sui mass media e sulle reti clientelari che

spesso si trasformano in corruzione.

DIFFERENZE TRA DEMOCRAZIA LIBERALE E AUTORITARISMO

La democrazia liberale cerca di integrare l’autorità dei governi democratici con dei limiti al loro raggio

d’azione. La democrazia liberale è per definizione un governo limitato. L’obiettivo è quello di garantire la

libertà individuale, che include la possibilità di sottrarsi alle pretese ingiustificate dello stato. In questo modo

la popolazione si può difendere dai suoi governanti e le minoranze si possono proteggere dal pericolo insito

nella democrazia: la tirannia della maggioranza. I governanti elettivi sono soggetti a costituzioni che

solitamente includono una carta dei diritti individuali. Se il governo dovesse diventare oppressivo, i cittadini

potrebbero rivolgersi ai tribunali nazionali e internazionali per tutelare i propri diritti. La democrazia liberale è

un compromesso tra libertà individuale e politica collettiva. I tratti caratteristici delle democrazie occidentali

sono:

- i diritti civili e politici sono riconosciuti e tutelati, viene rispettato il principio del “rule of law”.

- la magistratura è indipendente, così come molte autorit&agr

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
18 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pippis93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Almagisti Marco.