vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PASSAGGIO DA ANALOGICO A DIGITALE
Questo passaggio è stato lento e lungo 25 anni. Quella del passaggio dall’analogico al
digitale più che una rivoluzione è stata un’evoluzione dal digitale, ossia un evoluzione
delle tecnologie non più controllate dall’industria musicale.
Alla fine del 1800 Edison inventa il fonografo che rappresenta il primo modo di inscatolare
la musica in quanto si potevano riprodurre dei suoni.
Successivamente Berliner inventa il grammofono per ascoltare la vera e propria musica.
Da questo momento la musica viene anche venduta.
Si inizia a registrarla prima sui dischi in vinile di diverse dimensioni, poi sul nastro
magnetico (cassette più semplici da trasportare e meno distruttibili).
La nascita della registrazione porta a dei cambiamenti globali: nasce l’industria
discografia, passando dal business dei diritti d’autore a quello sulle vendite dei dischi;
nasce il sistema dei media musicali (tv, radio etc..) come vetrina per gli artisti della case
discografiche e la musica diventa un attrattivo per i gruppi sociali.
Nasce anche una nuova tecnologia per l’ascolto più maneggevole, era il 1979 e parliamo
del walkman ossia il primo strumento che permise alla musica di essere trasportata.
Realizzato dalla sony fu uno strumento che portò anche delle critiche in quanto favoriva
l’isolamento sociale per l’ascolto di musica.
Dobbiamo però aspettare gli anni ’80 per avere la prima rivoluzione digitale perché il
suono viene compresso in una traccia audio registrata su Cd. È un evoluzione positiva in
quanto il suono del cd era un suono molto più preciso ed il supporto era più resistente. Si
ha anche una trasformazione del walkman in discman ma risulta più ingombrante e quindi
più scomodo.
Col tempo il Cd è andato a sostituire il vinile ma non la cassetta che scomparve verso la
fine del XXI secolo.
Nel periodo del digitale si assiste anche ad una smaterializzazione della musica ossia la
musica viene compressa in file trasmissibili lungo le reti telematiche portando alla
moltiplicazioni di hardware di riproduzione musicale non più solo all’industria discografica
che perde progressivamente il monopolio della musica. Da questa smaterializzazione
nasce il formato Mp3.
Ovviamente durante questo passaggio si sono creati molti dibattiti tra apocalittici ed
integrati.
Gli apocalittici erano soprattutto i discografici che vedevano nel digitale un male per il
mercato mentre gli integrati erano coloro che credevano che la musica doveva e deve
essere libera grazie alla possibilità di sfruttamento delle tecnologie.
La musica in italia ha subito 4 fasi:
1. L’avvento di internet e il suo utilizzo come vetrina per la promozione della musica
2. Napster: prima forma di pirateria
3. Fase del mobile: ovvero le canzoni come suoneria e quindi fenomeno di massa
4. La musica sociale: ossia il periodo la condivisione e delle smartphone.
La digitalizzazione consiste nello spezzettare un’onda sonora continua in tanti parti
minuscole trasformando un segnale analogico e continuo nelle unità discrete del sistema
binario.
Il suono digitalizzato viene riprodotto tramite il digital to analogue convertere i tipi di
registrazione sono essenzialmente 3 e sono caratterizzati dall’essenza di rumore di fondo,
riproducibilità ottimale e manipolabilità:
1. A nastro,
2. Hard disk
3. Sistemi ottici
Per quanto riguarda di analogico possiamo parlare di:
cd: primo supporto digitale di massa, indistruttibile fedele e freddo
cd – rom: versione multimediale pensata per immagazzinare dati leggibili dal pc.
Dvd: pensato per gli audiovisivi
Mp3: versione che si ottiene comprimendo u file in modo da poterlo trasferire su reti
telematiche. Questo è il punto di arrivo della digitalizzazione.
MUSICA COME RACCONTO
La musica pop non ha un linguaggio universale e unico ma ne utilizza diversi a seconda
dei contesti sociali e di comunicazione.
Il messaggio musicale poi non passa solo attraverso la canzone ma anche attraverso altri
canali. Dopo aver individuato il contesto sociale e culturale bisogna definire un modello di
analisi della musica ossia un fenomeno testuale (la musica è costituita da testi), sociale
perché involve gruppi di persone e mediale perché si diffonde attraverso diversi mezzi di
comunicazione.
La musica si può considerare un racconto in quanto è un’esperienza narrativa intertestuale
e intermediale.
Gli elementi che la compongono sono 3:
1. Concept: elemento fondamentale e comprende l’idea – guida della storia
2. Personaggio
3. Ambiente in cui agisce il personaggio.
La base del racconto è la canzone e passaggio importante è la sua unità narrativa: ossia il
testo base attraverso il quale la musica comunica ma non è l’unico attraverso il quale essa
si racconta.
La canzone è solo la base del racconto intertestuale della musico, costituisce uno dei
luoghi in cui la musica si racconta. I luoghi del racconto musicale si possono dividere in
due macro tipologie:
1. Racconto in presenza diretta costituito dalla performance, dal concerto, dalla radio,
e dai nuovi media
2. Racconto in presenza indiretta: costituito dall’editoria e iconografia che evocano la
canzone.
Le tipologie di luoghi narrativi sono 6 e attraverso questi luoghi vengono espressi diversi
testi musicali in specifici linguaggi.
La canzone è il testo per eccellenza della musica e si compone di parole, soni e
− interpreti.
Le sue origini risalgono dal 1200 in poi con le trasmissioni orali dei cantastorie. Tra il
1700 e i primi del 1900 si ha un’evoluzione con la canzone popolare moderna, si
sviluppa prima in francia nei cafè e dal 1800 si comporrà di voce e pianoforte. La
canzone urbana invece si diffonderà in america altina e spagna ma solo intorno agli
anni ’20 con l’avvento della radio la canzone conquista un pubblico di massa.
Però sarà dagli anni ’50 si può parlare di musica pop con l’affermazione di
performer di massa che unisce alla musica popolare classica i ritmi americani.
La canzone italiana invece veniva vista come la canzone d’autore, derivante da
quella anglosassone cercando di creare il rock all’italiana. I linguaggi della canzone
sono 3: parole, linguaggio verbale, suoni, linguaggio musicale e voce – esecuzione
ossia il linguaggio dell’interpretazione.
I gradi della narrazione sono: contestuale, contesto in cui inserita la canzone;
Testuale: livelli del testo (verbale, musicale etc..); intermediale: la canzone può
essere riprodotta in altre forme testuali e su diversi canali di diffusione; macro –
narrativo: il protagonista è il musicista.
Performance: la musica pop si può definire recording art in quanto viene registrata
− ma anche performing art perchè il cantante dà una nuova vita alla canzone ogni
volta che la riproduce. La performance esiste da quando esiste la musica però
come la conosciamo noi esiste solo dal XVII secolo.
Esistono 3 differenti forme di performance:
Dal vivo: come il musicista reinterpreta la propria musica in diretta live
§ (concerto)
Mediale: la musica non al centro dell’attenzione. L’importante è che
§ sia presente il musicista. Esistono 4 tipi di performance mediale:
media events: performance teatrali dove conta il successo che
l’evento sa in sé (sanremo). Performance per media: create
appositamente per i media e per la fruizione che lo rende un evento
quotidiano o feriale. (videoclip). Performance sui media: comparsate
sui media da parte del musicista. Musica dal vivo sui media:
performance create per essere riprese e trasmesse dai media.
Performance registrata: rielaborazione e messa in oda di canzoni da
§ parte dei DJ
La performance deve essere interpretata per rendere il messaggio efficace e per
ottenere quindi un effetto sugli altri. Ci sono vari tipi di linguaggi della
performance: P come interpretazione: ricollocazione della canzone
§ P come comunicazione: è una rappresentazione drammatica e il
§ performer è consapevole del proprio ruolo e deve gestire il palco.
P come narrazione che deve rispettare gli elementi fondamentali
§ (look, comportamento del performer)
I gradi della narrazione sono: contestuale, contesto in cui inserita la canzone;
Testuale:dove è avvenuta la P; intertestuale: realazione tra i testi messi in scena;
testuale: performance come racconto. Paratestuale: presentazione dell’evento.
Intermediale: diversi canali di distribuzione. Macro – narrativo: racconto della storia
del musicista
Immagine: è una forma di espressione della musica e la sua funzione principale è
− quella di concorre alla narrativizzazione dell’artista con la rappresentazione dei suoi
significati culturali. Ci sono diversi tipi di immagini:
Fissa o iconografica: copertine dei cd delle riviste. Sono immagini
§ controllate dall’artista e dalla casa discografica prima della diffusione
e hanno importanza artistica in quanto influiscono a creare un
immagine dell’artista nel pubblico.
Cinema: immagini in movimento o colonne sonore
§ Televisione: presenza diretta quindi attraverso show o indiretta
§ attraverso gli spot. La tv è il mezzo preferito grazie anche alla
creazione di spazzi di nicchia come i programmi musicali.
Videoclip: breve testo audiovisivo in cui si mette in scena per
§ immagini la canzone. Nasce tra il 1975 e 79 con i queen. Nell’ultimo
decennio però il videoclip in televisione sta scomparendo a causa
della viralizzazione (youtube)
I gradi di narrazione sono: contestuale: caratteristiche dell’ambiente nella
rialaborazione. Intertestuale: inserimento all’interno di altri testi. Testuale: tipologia
di music visiva. Paratestuale: paratesto di altri testi. Intermediale: immagine visibile
su vari media. Macro narrativo: un modo visivo diverso per narrare la storia del
musicista.
Stampa: si sviluppa in contemporanea alla musica pop nel 1950, precisamente 1952
− e diventa subito critica musicale soprattutto negli anni ‘60/’70 e si fa carico di
spiegare e raccontare la musica attraverso le parole. È sempre stata considerata
come il guardiano dell’autenticità della musica e per questo motivo promozione
per i musicisti.
Radio: medium di riferimento per la musica. Funge da grande vetrina in quanto è
− un ottimo mezzo di promozione sia per la canzone che per il musicista. L’unico
dilemma è se la radio trasmette canzoni di successo o le fa diventare canzoni di
successo.
In radio il compito di selezionare la musica da mettere spetta al dj