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DARWIN

1. Indicare i punti principali della teoria dell’evoluzione.

Con il termine evoluzione Darwin non fa riferimento a un progresso, ma un cambiamento. Il significato del termine sviluppo è diverso rispetto al termine

evoluzione. Con il termine sviluppo ci si riferisce a cambiamenti nell'individuo, con il termine evoluzione ci si riferisce cambiamenti che hanno luogo nelle

specie, cioè in gruppi di individui. I punti fondamentali della teoria di Darwin sono:

-evoluzione in sè: gli organismi (intesi come raggruppamento di organismi) si modificano nel tempo. Questa idea si contrappone alla concezione di

creazione di Dio, secondo questa la quale infatti Dio ha creato gli organismi è così devono restare, quindi non si modificano.

- discendenza comune: tutti gli esseri viventi discendono da uno o pochi organismi primitivi, è presente quindi un antenato comune e successivamente

avviene un percorso di differenziazione.

- moltiplicazione della specie:4 una specie si differenzia quando ci si divide in gruppi riproduttivamente isolati come per esempio un gruppo di animali che

si allontana dal proprio gruppo dando poi origine specie diverse.

- evoluzione graduale: avviene con l'accumularsi di piccole modificazioni e questo comporta quindi che ci sono molti aspetti in comune fra umani e animali.

Selezione naturale: Darwin distingue la selezione naturale da quella artificiale, selezione artificiale è quella praticata da allevatori e agricoltori scegliendo gli

animali da usare come riproduttori per esempio dal lupo al cane, mentre per la selezione naturale sono necessarie delle premesse: il numero di organismi che

sopravvivono e si riproducono è piu piccolo in confronto a quello delle nascite ( per esempio la mortalità infantile), ci sono differenze individuali tra

organismi della stessa specie, gli organismi generano organismi simili.

Nella selezione naturale è più probabile che sopravvivano e si riproducono gli organismi con le variazioni più favorevoli, ovvero avere le caratteristiche

maggiormente idonee per l'ambiente in cui si vive. Ad ogni generazione aumenta gradualmente la proporzione di individui che presentano variazioni

favorevoli per quell'ambiente. La causa principale delle variazioni sono le mutazioni genetiche cromosomiche. le mutazioni possono essere vantaggiose o

svantaggiose e questo dipende dall'ambiente in cui l'organismo vive e dalla mutazione.

2. Per quale ragione Darwin ritiene che lo studio degli animali non umani aiuti a rispondere alle

domande sull’origine della morale?

Darwin si è chiesto quale sia l'origine del senso morale: alcuni lo ritengono innato altri acquisito. Secondo Darwin

lo studio degli animali inferiori (rispetto agli esseri umani) può aiutare rispondere a questa domanda.

Qualsiasi animale dotato di istinti sociali arriva ad avere un senso morale appena sviluppa delle capacità

intellettuali, infatti, per prima cosa, gli istinti sociali portano un animale a compiacersi della compagnia dei suoi

simili, sentire simpatia per loro ea compiere per loro dei servizi. In secondo luogo, appena si sviluppano le facoltà

mentali, che consentono di ricordare le proprie azioni passate e di valutarle, torneranno in mente tutte le azioni

passate e nascerà un senso di insoddisfazione o tristezza per gli istinti insoddisfatti. In terzo luogo, quando viene

acquisito linguaggio si possono esprimere i desideri della comunità: l'opinione generale di un individuo che

dovrebbe agire per il bene comune, dovrebbe naturalmente guidare in maggiore misura l'azione. Si può quindi

concludere che il senso morale deriva da istinti sociali uniti alle capacità intellettuali proprie dell'uomo.

3. Quali sono secondo Darwin gli istinti sociali presenti in diversi animali e anche negli esseri

umani? (5) (9)

Gli istinti sociali che individua Darwin nelle specie animali e anche negli umani sono:

-il bisogno della compagnia dei propri simili: Darwin sottolinea che ci sono anche molte specie distinte che vivono

assieme, per esempio alcune scimmie americane e gruppi di corvi, cornacchie e storni.

-la tendenza ad aiutarsi reciprocamente e ad avvisare l'altro se viene avvistato un pericolo o viene visto un

nemico. Ad esempio i lupi e altri animali da preda cacciano in branchi e si aiutano reciprocamente per attaccare la

vittima, i pellicani pescano in gruppo, i bisonti maschi spingono le femmine e i vitelli al centro della Mandria e si

mettono intorno per difenderli.

-l'affetto reciproco: soprattutto per i figli genitori. Darmi fa anche l'esempio di un cane che si lancia e attacca

chiunque faccia del male al suo padrone.

- simpatia intesa come pietà per la sofferenza dei propri simili.

-l'obbedienza verso il capo.

Gli stinti sociali sono favoriti dalla selezione naturale, perché nei gruppi in cui sono presenti ci sono diversi

vantaggi ad esempio procurarsi il cibo, difendersi. Individui che vivono in questi gruppi sono favoriti rispetto a

quelli di altri gruppi. Questi istinti sociali infatti sono diretti solo ai membri del proprio gruppo.

4. Quel relazione c’è secondo Darwin tra questi istinti e il senso morale? (6)

Secondo questa teoria il senso morale sarebbe originariamente derivato dagli istinti sociali perché entrambi,

all'inizio si riferivano alle comunità. Infatti le azioni erano considerate dai selvaggi e probabilmente anche dagli

uomini primitivi come buone o cattive se riguardavano il benessere della tribù, non quello della specie neppure

quello di un singolo membro della tribù. Alcuni istinti sono più forti di altri in quanto possono influire diversi fattori:

l'intensità dell'istinto, la persistenza, il piacere provocato dalla soddisfazione, il dispiacere provato dalla mancanza

da soddisfazione e la vivacità è durata del ricordo che certi istinti lasciano una volta soddisfatti. In caso di conflitto

l'istinto più intenso prevale (ad esempio migrazione piuttosto che accudimento dei piccoli) ma una volta

soddisfatto torna a farsi sentire quello più persistente ad esempio: protezione dei piccoli piuttosto che istinto di

autoconservazione). Nell'uomo gli istinti sono influenzati soprattutto dai desideri, dall'approvazione e dal biasimo

dei propri simili. Darwin sottolinea infatti che "i desideri e le opinioni dei membri della comunità di appartenenza

sono la sola guida alla nostra azione e rafforzano gli istinti sociali". C'è una tendenza dell'uomo ad essere fedele

verso i suoi simili e ad essere obbediente verso il capo. Di conseguenza ha sicuramente qualche capacità di

autocontrollo. Inoltre prova simpatia per i suoi compagni e ha tendenze istintive ad aiutarli. Questo rende l'uomo

un "animale sociale" che evita la solitudine e cerca l'inserimento nella società.

6. Quali direzioni segue secondo Darwin l’evoluzione del senso morale? (3)

in un primissimo periodo gli studi sociali hanno fornito agli uomini come gli animali fiori desiderio di aiutare i

propri simili ea considerare la loro approvazione o disapprovazione, sia una "regola di giusto sbagliato". La

morale degli esseri umani è salita sempre più in alto man mano che le crescenti capacità intellettive

consentivano di prevedere le conseguenze lontane delle azioni e di avere a cuore non solo il bene ma anche la

felicità dei propri simili. Inoltre, la simpatia si estende a una cerchia sempre più ampia, man mano che aumenta

la dimensione delle formazioni sociali.

7. Qual è secondo Darwin il ruolo delle capacità cognitive umane nella moralità?

L'uomo è l'unico ente morale sulla terra perché è l'unico vivente nel quale lo sviluppo delle capacità cognitive ha

raggiunto un punto così alto da permettergli di comparare le azioni passate con quelle presenti e darne una

valutazione nei termini di giusto o sbagliato e quindi a sentirsi obbligato a seguire una certa condotta. Soltanto

oltre una certa soglia di sviluppo delle facoltà cognitive si ha l'emergenza del senso morale, una nuova facoltà o

una facoltà del giudizio esclusivamente umana. In Darwin tuttavia il rapporto tra istinti sociali e ragione nella

costruzione del senso morale lascia aperta la porta a diverse interpretazioni.

Secondo Darwin il senso morale o coscienza è il più nobile di tutti gli attributi degli uomini, il solo in grado di

spingerli senza esitazione a rischiare la vita per il proprio simile, unicamente per "senso del dovere". Darwin

s'interroga sull'origine del senso morale, che alcuni autori ritengono innato, altri acquisito. lo studio degli animali

inferiori (rispetto agli esseri umani) può aiutare a rispondere a questa domanda. L' interrogativo darwiniano è

simile a quello che ha dato origine alla ricerca di Piaget sul giudizio morale. Il modo di affrontarlo è

completamente diverso, infatti Piaget cerca la risposta nello studio dei bambini, Darwin nello studio degli

animali. Il senso morale deriva da istinti sociali, presenti anche in molti animali (senz'altro nei mammiferi

superiori) uniti alle capacità intellettuali proprie dell'uomo come la capacità di ricordare le proprie azioni passate,

la coscienza di possedere certi istinti alcuni più duraturi altri meno, valutazione delle azioni compiute e il

linguaggio col il quale si possono esprimere i desideri della comunità: l'opinione generale di un individuo che

dovrebbe agire per il bene comune, dovrebbe naturalmente guidare in maggiore misura l'azione. Secondo

Darwin gli uomini hanno istinti sociali, mentre per Freud l'uomo possiede un corredo pulsionale che comprende

solo pulsioni libidiche aggressive e queste sono un ostacolo alla civiltà e quindi alla formazione di gruppi sociali.

Le pulsioni devono quindi essere trasformate affinché si formi la civiltà, questa trasformazione provoca

sofferenza.

freud

1)Presentare il punto di vista di freud sul corredo pulsionale di cui sono dotati gli essere umani,

spiegando perché lo ritiene di ostacolo alla civiltà, e quali trasformazioni deve subire per essere

compatibile con essa.

Il “corredo pulsionale” umano comprende solo pulsioni libidiche e aggressive, che di per sé sono un

ostacolo alla civiltà (formazione di gruppi sociali ampi). La civiltà può esistere nelle misura in cui tali

pulsioni vengono trasformate. Questa trasformazione provoca sofferenza. Freud giunge alla

conclusione che la vita psichica e i comportamenti si dimostrano irriducibili alla sola libido e al principio

di realtà. Ciononostante freud non intende limitare il corredo pulsionale umano alle sole pulsioni

libidiche. A questa esigenza teorica si accompagna l’osservazione. Nei bambini che ripetono sempre gli

stessi gesti c’è qualcosa che sfugge al semplice piacere, perché, oltre un certo grado di ripetizione, al

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
31 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gretabaldina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Berti Anna Maria.