Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 28
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 1 Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 28.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Caprin, libro consigliato Introduzione alla psicologia dello sviluppo, Berti Bembi Pag. 26
1 su 28
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CAP. 4: LO SVILUPPO EMO TIVO

Durante i primi anni di vita i bambini esibiscono diverse emozioni e mostrano di comprendere quelle degli altri. Le emozioni degli altri, verso i 12

mesi, diventano una fonte di informazione su oggetti o situazioni sconosciute. Quando, verso i 18 mesi, compare la coscienza di sé e la capacità di

riflettere su se stessi, il repertorio di emozioni si amplia.

Lo sviluppo del sé:

I bambini fin da piccoli provano emozioni in differente grado e intensità in base al temperamento e questo porterà a sviluppare successivamente la

personalità. Le emozioni servono per comprendere gli altri, farsi comprendere e in generale sono fonte di informazione su oggetti e situazioni

sconosciuti. Dopo i 18 mesi, quando compare la coscienza del sé e la capacità di riflettere su sé stessi, il repertorio di emozioni si amplia e i bambini

cominciano a provare anche invidia, empatia, sensi di colpa ecc.

Durante i primi 2 anni di vita, quindi, inizia sia il processo di conoscenza della realtà esterna che di quella interna ( del sé). Per Piaget realtà

soggettiva e oggettiva si costituiscono di pari passo a partire dall'egocentrismo assoluto/integrale in cui si trovano i bambini nei primi mesi di vita

però non offre trattazione sistematica dell'argomento.

Per Susan Harter le teorie ad oggi più influenti in merito sono quella di:

­ William James a cui si deve la distinzione del sé in diverse componenti.( l'Io agente e il me oggetto del pensiero e dell'azione. Esiste un sé

materiale ( corpo e cose che ci appartengono), UN sé sociale ( l'immagine che ci viene riflessa dagli altri), un sé spirituale ( costituito dalla nostra

moralità, gusti, capacità), sé possibili e potenziali ( i diversi personaggi che ci raffiguriamo per raggiungere certi obiettivi). Esistono inoltre due

gruppi di sentimenti rivolti al sé e innati: il gruppo dell'autocompiacimento, orgoglio, vanità, arroganza, autostima e quello della vergogna, umiltà,

mortificazione, modestia. L'autostima sarebbe quindi la risultante tra successi e aspirazioni. N.B. L'analisi del sé di James è rivolta principalmente

agli adulti e non si pone il problema di come il sé si formi.

­ L'interazionismo simbolico di Baldwin e Mead che sostiene che il sé abbia origine dalle interazioni sociali. L'immagine che un bambino sviluppa di

se stesso deriva da quella che le persone per lui significative gli trasmettono attraverso la comunicazione verbale e non. L'autostima si sviluppa

perciò in base alla percezione della considerazione altrui. Anche Bowlby sostiene che la percezione che i bambini hanno di sé deriva dalle intreazioni

che hanno con i propri genitori fin dai primi anni di vita.

Il sé è quindi ciò che ci consente di definire noi stessi e la realtà esterna, l'istanza psicologica che consente di integrare le proprie esperienze

tracciando un confine tra ciò che pertiene all'individuo e ciò che pertiene al resto del mondo, assicurando la continuità tra esperienze che avvengono

in momenti diversi.

Il sé pre­ simbolico: Attualmente gli studiosi sostengono che, al contrario di quanto postulato da Piaget, all'inzio il sé non sia indifferenziato ma

esisterebbe un sé presimbolico già presente nel neonato, difficile da verificare sperimentalmente, che costituisce la sede dell'esperienza percettiva ed

emotiva e dei processi autoregolatori con cui l'organismo reagisce alle variazioni ambientali. Esso sarebbe la base necessaria per il successivo

emergere della coscienza del sé s servirebbe da principio unifictaore delle attività orientate verso le altre persone. Non si tratta ancora di coscienza

di sé ma di un'esperienza di tipo intuitivo/affettivo. E' l'Io di James che traccia il primo confine tra il sé e l'altro e non il Me. Distinzioni di vari

autori in sé implicito/esplicito o esistenziale/categorico o ecologico/esteso sono concettualmente simili. Ciò che permette di distinguere tra se e gli

altri per l'infante è data dall'esplorazione del proprio corpo e movimenti ( se si succhia un dito si rende conto che l'agire e il subire l'azione sono

contemporanei). Le varianti intermodali sono colte dai neonati anche a un solo giorno dopo la nascita ( hanno rooting meno frequente se si sfiorano

da soli la guancia). L'esperimento di Rochat e colleghi dimostra che bambini di 3 mesi sono in grado di avvertire la contemporaneità delle percezioni

visive propriocettive prodotte dai movimenti delle proprie gambe e anche la corrispondenza, nella direzione dei movimenti,. Hanno inoltre un'idea

complessiva della configurazione dela gambe rispetto al resto del corpo ( bimbi con calze colorate di fronte a schermo diviso in 2 parti dove vedevano

diversi movimenti delle gambe una ripresa per come l'infante le poteva vedere e l'altra modificata anche se in entrambi i filmati il ritmo era lo stesso).

L'esperimento indica il possesso del sé corporeo perchè i neonati guardano più a lungo le immagini modificate e sgambettano più velocemente.

Secondo Rochat e Striano la capacità di cogliere le invarianti intermodali sta alla base anche del sé come agente che si sviluppa negli infanti

parallelamente alla conoscenza implicita del sé corporeo. I bambini infatti calibrano i loro movimenti agli oggetti e alle circostanze ( es. a 4­5 mesi

allungano le braccia ad una distanza pari a quella che li separa dall'oggetto che vogliono prendere, a 2 mesi sorridono e gioiscono se le loro azioni

van a buon fine e si arrabbiano se non sono efficaci). Se la persona con cui il bambino interagisce diventa inespressiva, a 2­6 mesi i bambini

manifestano disagio, a 7 mesi cercano modi per farla interagire ancora con loro.

A partire dal 2 mese, con la comparsa del sorriso sociale, si hanno interazioni e condivisione con altre persone, si ha lo sviluppo del Sé

interpersonale.

Affinché ci sia sufficiente continuità del Sé presimbolico è necessaria la presnza di un adulto, di solito la madre, che strutturi in modo organico e

continuativo la vita del bambino in modo che le esperienze costitutive del suo Sé presimbolico non risultino troppo frammentarie. Ciò è favorito dal

fatto che il bambino è biologicamente predisposto a interagire con chi si prende cura di lui.

Il bambino che cade muovendo i primi passi e si guarda intorno denota che inizia a distinguere tra sé e gli altri. La capacità di attribuire stati

menali agli altri è mediata, secondo Kaye, dall'interpretazione dei loro movimenti come azioni analoghe a quelle che noi stessi compiamo che

emergono dalla partecipazione alla routine interattiva in cui la regolarità dell'azione dell'adulto può essere attesa e anche provocata dal bambino

stesso. Queste situazioni sono anche alla base dello sviluppo della consapevolezza del Sé che si manifesterà più chiaramente nel 2° anno di vita.

La conoscenza di sé: Il primo indizio di un sé consapevole (=il Me) è costituito dal proprio aspetto fisico evidenziata nella ricerca di Lewis a

Brooks­Gunn nel '79 sul riconoscimento di sé di bambini tra 9 e 24 mesi. Si ritiene che i bambini si riconoscano allo specchio, in foto, in filmati ecc.

quando i segni di interesse ( sorridere, puntare il dito, toccare, guardare fisso) sono significativamente più numerosi e prolungati che quelli che

avvengono mostrando foto/filmati di altri. I bimbi di 9 mesi rivolgono di più la propria attenzione su immagini dal vivo forse perchè inizialmente il

riconoscimento di sé è legato alla contigenza tra indici propriocettivi e i propri movimenti visti nello specchio o sullo schermo. Una recente ricerca

mostra che le madri di bimbi di pochi mesi (4­6) tendono ad aiutare i figli a scoprire la relazione tra i propri movimenti e quelli nello specchio ma a

quell'età i bambini, anche se seguono lo sguardo e le indicazioni della madre verso l'immagine riflessa, tendono a considerare questa solo come

qualcosa/qualcuno con cui interagire.

Solo dai 15 mesi in poi i bambini mostrano reazioni diverse a filmati di sé realizzati qualche settimana prima o altri bambini nonché le

incongruenze ( macchia rossa sul naso) e riescono a manifestare sempre più la consapevolezza di anche grazie al rapido sviluppo del linguaggio ( il

loro nome, mio ecc.). Compaiono, inoltre, le emozioni autocoscienti e i bambini mostrano anche più determinazione nel far valere la propria volontà e

più autocontrollo.

Lo sviluppo emotivo.

Durante i primi 2 anni di vita interagisce con lo sviluppo cognitivo, percettivo, motorio, con la formazione del Sé e l'instaurarsi di legami

infante/genitore. Le emozioni si ampliano, si comprendono sempre più e si acquisisce la capacità di regolarle agendo su di esse. La comparsa delle

emozioni é stata studiata sia mediante osservazione naturalistica che mediante rilevazione di indici fisiologici ( frequenza cardiaca, ormoni ecc.)

però è stat favorita dall'ideazione di uno strumento per identificare le espressioni del volto degli infanti tramite l'esame dei muscoli facciali coinvolti

( il MAX di Carrol Izard).

Le emozioni sono processi che hanno inizio con degli eventi ( in corso, ricordati o previsti) che facilitano od ostacolano la realizzazione dei nostri

obiettivi. Esse comprendono degli stati di attivazione fisiolofìgica che ci predispongono ad agire in certi modi e influiscono sui nostri processi

cognitivi ( quando siamo tristi ricordiamo più facilmente eventi negativi).

Il modo con cui le emozioni si sviluppano è spiegato da 2 teorie discordanti:

Teoria della differenziazione: lo sviluppo emotivo è subordinato a quello cognitivo. Il neonato prova solo una generica

1.

eccitazione ma man mano che cresce, comprende e acquista consapevolezza, compaiono emozioni distinte ( gioia, rabbia ecc.)

Teoria differenziale: esistono due tipi di emozioni quelle fondamentali ( o basiche o primarie) che sono presenti anche

2.

negli animali a noi più vicini ed esistono fin dalla nascita o compaiono nel primo anno di vita. Quelle complesse ( o secondarie o

sociali), compaiono successivamente secondo alcuni dalla combinazione di quelle primarie e secondo altri dalla coscienza del Sé

(autocoscienti). Esistono solo negli uomini. Non esiste consenso unanime su quali siano ( da 3 a 11) e su come identificarle.

Nella teoria differenziale ( al contrario di quella della differenziazione che subordina lo sviluppo emotivo a quello cognitivo), le

emozioni potrebbero fungere da motore allo sviluppo dato che, come dice Izard, la percezione di una novità attiva l'interesse e

favorisce l'esplorazione.

Approccio funzionale/organizzazionale: è più recente ed è una sintesi dei 2 precedenti. L'orga

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
28 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Clariss19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Caprin Claudia.