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Patrimonio indisponibile e disponibile

I beni che fanno parte del patrimonio indisponibile non possono essere sottratti alla loro destinazione, se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano. Vi è quindi un vincolo di destinazione per tali beni.

Per il patrimonio disponibile l'alienazione deve avvenire nei modi e nelle forme del diritto pubblico o attraverso pubblici incanti, asta pubblica o in alcuni casi attraverso la licitazione privata.

Per il demanio eventuale è possibile la sdemanializzazione (829 cc) ossia la procedura diretta a sottrarre dal vincolo di demanialità tali beni.

Il codice civile afferma che: Il passaggio dei beni dal demanio pubblico al patrimonio dello Stato dev'essere dichiarato dall'autorità amministrativa. Dell'atto deve essere dato annunzio nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Per quanto riguarda i beni delle province e dei comuni, il provvedimento che dichiara il passaggio al patrimonio deve essere pubblicato nei modi stabiliti per i regolamenti.

comunali e provinciali. Originariamente era prevista una doppia pubblicazione. In realtà la dichiarazione dell'autorità amministrativa ha solo funzione ricognitiva della perdita della destinazione ad uso pubblico del bene (infatti può avvenire anche la cd. sdemanializzazione tacita) per porre in essere atti incompatibili con la volontà di conservare la destinazione ad uso pubblico. La dichiarazione, cioè, si limita a dare atto del passaggio dei beni stessi da uno ad un altro regime (Cassazione sentenza 3742/2007). Tuttavia perché la sdemanializzazione operi devono sussistere atti incompatibili e concludenti, ossia non basta la sola inerzia amministrativa affinché si verifichino gli effetti costitutivi della sdemanializzazione né è inconciliabile con la volontà di conservare la destinazione del bene all'uso la pura circostanza che il bene non sia più adibito, da lungo tempo, a tale uso (quindi il disuso non

implica direttamente lasdemanializzazione).Un regime particolare è per il demanio marittimo ed idrico, difatti qui è esclusa la possibilità della sdemanializzazione per facta concludentia.L’art 35 cod. nav parla proprio a proposito dell’esclusione di zone daldemanio marittimo: per i beni del demanio marittimo è richiesto undecreto del ministro per le comunicazioni di concerto con quello per lefinanze- all’esito di una valutazione del capo del compartimento cheritenga la zona non più impiegabile per l’uso pubblico del mare. Per i benidel demanio idrico soccorre l’art 947 co.3 cc (modificato nel ’94) cherichiede il provvedimento, espresso e formale, della competente autorità,che non ha natura dichiarativa ma costitutiva, ed è reso in base ad unavalutazione tecnico-discrezionale dei caratteri naturali del bene.L’art 830 cc prevede invece i beni degli enti pubblici non territoriali:I beni

Appartenenti agli enti pubblici non territoriali sono soggetti alle regole del presente codice, salve le disposizioni delle leggi speciali. Ai beni di tali enti che sono destinati a un pubblico servizio si applica la disposizione del secondo comma dell'articolo 828 (che li rende indisponibili).

Alcuni recenti fenomeni legislativi influenti sul regime dei beni pubblici sono:

  1. Aziende o enti pubblici trasformati in spa (ferrovie dello stato, poste, rete elettrica, telefonica, stradale ecc.). Si ha una sostanziale demanializzazione ma con una conservazione del vincolo di destinazione.
  2. Enti pubblici trasformati in persone giuridiche private.
  3. Conferimento dei beni a spa per la gestione, valorizzazione e commercializzazione dei beni statali (patrimonio spa, infrastruttura spa) anche previa cartolarizzazione.
  4. D.lgs 12/2008 ha introdotto un sistematico piano delle alienazioni per regioni ed enti locali.
  5. Federalismo "demaniale" (L. 42/2009 e D.lgs 85/2010): insieme al federalismo

Il meccanismo di trasferimento di proprietà dello stato agli enti pubblici territoriali per fini istituzionali o per alienarli per esigenze di bilancio è disciplinato dall'articolo 119 della Costituzione, attuato dopo 8 anni nella legge 42/2009 sul cuneo fiscale.

Il decreto legislativo 117/2017, all'articolo 71, comma 2, prevede che "Lo Stato, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali possono concedere in comodato beni mobili ed immobili di loro proprietà, non utilizzati per fini istituzionali, agli enti del Terzo settore, ad eccezione delle imprese sociali, per lo svolgimento delle loro attività istituzionali. La cessione in comodato ha una durata massima di trent'anni, nel corso dei quali l'ente concessionario ha l'onere di effettuare sull'immobile, a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione e gli altri interventi necessari a mantenere la funzionalità dell'immobile."

In merito alle proposte di revisione della disciplina dei beni pubblici

Importante la Commissione Rodotà sui beni comuni. Tale commissione venne nominata con DM il 14 giugno 2007 (Min. Giustizia) ed arrivò ad una relazione finale nel febbraio del 2008. Il compito consisteva nel redigere uno schema di disegno di legge delega per la riforma delle norme del c.c sui beni pubblici.

Si proponeva di classificare i beni in base alle unità prodotte in particolare considera la categoria i beni strettamente collegati ai diritti della persona.

I beni comuni sono cose che esprimono utilità funzionali all'esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona, e sono informati al principio della salvaguardia intergenerazionale delle utilità (ossia la possibilità che plurime generazioni possano avvalersene).

Rientrano nella specie dei beni pubblici, poiché sono a titolarità diffusa, potendo appartenere a persone fisiche, ma anche a privati. Esempi sono le risorse naturali come i fiumi, i torrenti,

i laghi e le altre acque (funzionale al diritto della vita); l'aria, i parchi, le foreste e le zone boschive, le zone montane di alta quota, i ghiacciai, la fauna selvatica e la flora tutelata, i tratti di costa dichiarati riserva ambientale ecc. La disciplina della Commissione Rodotà sui beni comuni, nasce con l'esigenza garantistica della fruizione collettiva insieme compatibilmente con l'esigenza prioritaria della loro preservazione a vantaggio delle generazioni future. La possibilità di loro concessione a privati è limitata, è prevista la tutela risarcitoria e la tutela restitutoria spettano allo Stato, è possibile poi ad una tutela inibitoria che spetta a chiunque possa fruire delle utilità dei beni comuni in quanto titolare del corrispondente diritto soggettivo alla loro fruizione. Questa idea dei beni comuni non è stata fatta propria del cc ma la Corte di Cassazione ne accoglie la nozione definendo come comuni, prescindendo.dal titolo di proprietà, quei beni che risultino funzionali al perseguimento e al soddisfacimento degli interessi della collettività e dalla realizzazione dello Stato sociale. Dopo la morte di Rodotà nel 2018 è stata prevista una legge di iniziativa popolare, la cui raccolta di firme è promossa da cinque ex componenti della Commissione affinché possa essere recepita dal legislatore. Si propone inoltre di distinguere i beni pubblici, a seconda delle esigenze sostanziali che le loro utilità sono idonee a soddisfare, in tre categorie: beni ad appartenenza pubblica necessaria; beni pubblici sociali (ospedali, scuole ecc.); beni fruttiferi. Ultima categoria sono quella degli usi civici che si pongono a metà strada fra beni pubblici e privati e sono quei diritti perpetui spettanti ai membri di una collettività su beni appartenenti al demanio o a un comune o a un privato. L'origine è antichissima e il contenuto èvario:facoltà di pascolo, di alpeggio, di far legna, di raccoglier fronde o erba, dispigolare, di seminare. La legislazione italiana ne prevede la liquidazione. Per ciò che concerne le risorse economiche inizialmente nella prima fase di storia repubblicana si disciplinava la legge di bilancio e le leggi dispesa (che prevedessero nuove spese o nuove entrate che andavano ad alterare gli equilibri di bilancio). Si è andata a maturare un'evoluzione di questo tema, difatti si va dal bilancio alla programmazione finanziaria: un bilancio visto come un semplice documento contabile ricognitivo... negli anni 70 si parla di legge finanziaria, negli anni 80 si è fatto posto al DPEF ossia al documento di programmazione economico inteso come lo strumento fondamentale su cui impernia la politica economica del Governo, da aprile 2011 ad oggi si ha un allineamento degli strumenti e dei documenti nazionali alle scadenze e alle regole dettate dal Semestre europeo. Si arrivaad una necessità più ampia di programmazione finanziaria, in quanto documenti programmatici svolgono una fondamentale funzione di informazione e trasparenza delle azioni di politica economica, esplicitando gli obiettivi del governo e gli strumenti utilizzati per conseguirli, tanto a livello nazionale quanto europeo. L'attuale struttura e tempistica dei documenti programmatici è sancita dalla L. 39/2011: in quanto a tempi entro il 10 aprile di ogni anno è adottato il DEF (documento di economia e finanza), che contiene in due separate sezioni l'aggiornamento del Programma di stabilità - PS (obiettivo di riduzione del debito pubblico), L'Analisi del conto economico e del conto di cassa delle PA per anno precedente più previsioni a legislazione vigente, nonché il Programma nazionale di riforma - PNR (finalizzato per favorire la crescita economica e l'occupazione). Il documento è inviato dal Governo alle Camere le qualivotano una risoluzione dove sidelineano gli obiettivi di politica economica e di governo dei contipubblici su base triennale. Dopo l'esame parlamentare del DEF (con le relative risoluzioni di approvazione) il PS e il PNR sono inviati entro il 30 aprile alle Istituzioni europee. Inoltre entro settembre, Il governo invia alle camere la Nota di aggiornamento del DEF con cui aggiorna le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica e gli obiettivi programmatici, per recepire le eventuali osservazioni del Consiglio dell'UE. Entro il 20 ottobre il disegno di legge di bilancio, entro il 30 giugno il disegno di legge di assestamento mentre entro il 30 gennaio di ogni anno i disegni di legge collegati alla manovra finanziaria di finanza pubblica. Per ciò che concerne i contenuti del DEF, un esempio che potrebbe far capire è il DEF del 2020 che prevede un indebitamento che consente l'aumento del finanziamento e il
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Publisher
A.A. 2020-2021
11 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lombarditoto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Galdi Marco.