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Studio dell'esistenza di un equilibrio generale

Gli economisti neoclassici assimilano un mercato concorrenziale ad un mercato d'asta, dove un banditore grida un prezzo a caso. Se tale prezzo iniziale è diverso da quello di equilibrio, l'eccesso di offerta o di domanda spingerà il prezzo verso quello di equilibrio. Questo processo è detto brancolamento (tatộnnement). Solo quando si giunge all'equilibrio si effettuano gli scambi. I neoclassici cercano poi di dimostrare che l'equilibrio esiste effettivamente. Condizione necessaria e sufficiente è che il numero delle incognite sia uguale al numero delle equazioni. Per dimostrare ciò si considera che, inizialmente, nel sistema economico esistono n beni di consumo, m capitali, s servizi lavorativi. Per quanto concerne il numero di equazioni, bisogna considerare che in ogni mercato esistono due funzioni, quella dell'offerta e quella della domanda. Le equazioni sono...

pertanto:2 n + 2 m + 2 s

23)In ogni mercato le incognite sono il prezzo p e la quantità q, e quindi il numero delle incognite è:2 n + 2 m + 2 s

24)Nel sistema che stiamo descrivendo non siamo però in grado di attribuire valori numerici ai prezzi, perché non c'è un numerario. Possiamo però prendere una merce e considerarla arbitrariamente come moneta. Una delle incognite, in tal modo, diviene arbitrariamente nota, in quanto funge da numerario. Le incognite sono pertanto:2 n + 2 m + 2 s – 1

25)In tal modo però le equazioni sono più numerose delle incognite. Per risolvere il problema possiamo però avvalerci della legge di Walras che dice: "se tutti i mercati meno uno sono in equilibrio, anche quest'ultimo è in equilibrio". Nel nostro caso, poiché tutti i mercati, prima dell'introduzione del numerario, sono in equilibrio simultaneo, lo studio dell'equilibrio del mercato relativo

al numerario è irrilevante. È del resto inutile preoccuparsi di come si è determinato quell'unità di misura, dato che si è determinata per convenzione.

L'implicazione dell'equilibrio economico generale è che mercati perfettamente concorrenziali generano spontaneamente una allocazione efficiente delle risorse. Per gli economisti neoclassici, esistendo l'equilibrio, qualsiasi intervento esterno (segnatamente da parte dello Stato) genera distorsioni. Le critiche (esterne) che possono essere formulate a questo modello sono essenzialmente le seguenti: raramente gli acquisti avvengono in mercati d'asta, gli operatori non sono perfettamente informati, gli aggiustamenti dei prezzi non sono simultanei, niente garantisce che i valori di equilibrio non siano negativi e non sempre le curve di indifferenza sono come quelle solite (convesse). Inoltre il ruolo della moneta è anche quello di riserva di valore. Gli

Economisti neoclassici sono comunque costretti a riconoscere un' imperfezione del mercato, quando ammettono l'esistenza delle banche e la spiegano con il loro ruolo di realizzatrici di economie di scala nella raccolta di informazioni. L'analisi dell'equilibrio economico generale viene estesa considerando un criterio più stringente di efficienza: il cosiddetto ottimo paretiano, condizione nella quale è impossibile migliorare la posizione di un individuo senza peggiorare quella di qualcun altro. Questa definizione poggia sull'ipotesi di non confrontabilità delle utilità tra gli individui.

Per meglio illustrare tale concetto utilizziamo la scatola di Edgeworth (figura 15). La scatola di Edgeworth è costituita dalla combinazione e contrapposizione delle curve di indifferenza, relative a due beni x ed y, di due individui A e B. Le curve di A individuano gradi crescenti di utilità man mano che ci si sposta verso Nord-Est, quelle di B verso Sud-Ovest.

di B, al contrario, man mano che ci si sposta verso Sud-Ovest. Figura 15

Spostandoci dal punto 1 o dal punto 2 al punto E, A si trova sulla stessa curva di indifferenza, ma 2B viene a trovarsi su una curva per lui più alta. Il punto E (di tangenza fra le due curve di indifferenza) è un ottimo paretiano. Poiché le curve di tangenza sia per A sia per B sono infinite, ci sono infiniti punti di tangenza la cui unione determina la curva dei contratti, che definisce tutti i valori di x ed y che danno luogo a scambi efficienti.

Inserendo il vincolo di bilancio otteniamo l'equilibrio dei consumatori. Se le risorse sono distribuite equamente il vincolo è la diagonale della scatola, se invece il vincolo è spostato, il consumatore più povero è quello al quale corrisponde l'area minore. La scatola sarà più o meno grande a seconda della ricchezza del paese cui si riferisce. Sarà un quadrato quando le dimensioni delle imprese

Le aziende che producono i beni x ed y sono le stesse perché producono le stesse quantità. La posizione del vincolo di bilancio, se il mercato è di perfetta concorrenza, può essere ricavata dalla scatola stessa, se conosciamo le dotazioni iniziali dei due beni da parte di A e di B. Nella figura 15 le dotazioni iniziali sono rappresentate dal punto E. Se da tale punto tracciamo i vincoli di bilancio, rappresentanti i possibili rapporti di scambio fra i due beni, tangenti alle varie curve di indifferenza di A e di B (linee tenui), gli infiniti punti di tangenza formano le due curve prezzo-offerta di A e di B (linee POA e POB). Queste ultime si incrociano nel punto E, proprio sulla curva dei contratti. La retta passante per E ed E è il vincolo di bilancio cercato. È rilevante sottolineare che l'ottimo paretiano prescinde dalla distribuzione dei redditi, nel senso che si può avere una condizione Pareto-efficiente anche nel caso in cui

l’1% della popolazione possieda il 99%delle risorse. Due aspetti della macroeconomia neoclassica che partono dall’equilibrio economico generale: 1) Studio delle cause dell’inflazione. La scuola neoclassica parte dall’equazione dell’equilibrio degli scambi, o equazione di Fisher (teoria quantitativa della moneta): MV = PQ^26, dove M è la moneta in circolazione, V la velocità della sua circolazione, P il livello generale dei prezzi e Q è assimilabile al PIL (prodotto interno lordo). Secondo questa teoria V e Q sono dati, perché la velocità di circolazione non varia rapidamente, essendo connessa alle abitudini e alle tecniche di pagamento. Il prodotto interno lordo varia solo sul lungo termine (l’economia non è stazionaria). Essendo il sistema economico, in assenza di interferenze esterne, sempre al pieno impiego, una variazione della quantità di moneta può determinare solo una variazione del livello dei prezzi.

deiprezzi (P), e pertanto la prescrizione di politica monetaria consiste nel variare M solo quando variaQ e tanto quanto varia Q. Ciò implica che la moneta è neutrale: gli impulsi monetari non hannoalcun effetto sulle variabili reali.

Effetti dell'inflazione: l'inflazione è una forma non esplicita di redistribuzione del reddito dai percettori di reddito fisso aquelli di reddito variabile (il reddito dei primi raramente è perfettamente indicizzato). In Italia perlungo tempo è stata in vigore la cosiddetta scala mobile (adeguamento automatico dei salari aiprezzi) ed a causa del meccanismo del mark-up (mercato prevalentemente oligopolistico) sigenerava una spinta inflazionistica continua, data anche la difficoltà nell'operare tagli al personale.

Se l'inflazione è forte, il credito viene disincentivato (e quindi la produzione), poiché danneggia icreditori. Nei casi estremi (iperinflazione), è conveniente

Il ritorno al baratto.

L'inflazione non è un male in sé: una soglia fisiologica (detta inflazione strisciante: 2-3%) è positiva perché si ritiene che stimoli gli investimenti (le imprese sono percettrici di reddito variabile) secondo la seguente sequenza: un aumento dei prezzi genera un aumento dei profitti che a sua volta permette un accrescimento degli investimenti. I profitti influiscono sugli investimenti sia perché accrescono le capacità espansive sia perché accrescono i profitti attesi (tesi dell'inflazione strisciante).

Come funziona un'economia di baratto?

Poniamo, per semplicità, l'esistenza di tre soli individui A, B e C, rispettivamente in possesso dei beni x, y ed z. Poniamo anche che A desideri il bene y, B voglia z e C desideri x. Affinché A ottenga y, deve prima effettuare lo scambio con l'individuo C. Se le persone e i beni fossero di più, il numero di passaggi sarebbe assai

più numeroso che in una economia monetaria, perché moltiscambi sarebbero puramente strumentali. Quindi un’economia monetaria è molto più efficiente.

2 Studio delle cause della crescita economica

Le economie capitalistiche tendono a svilupparsi secondo un andamento ciclico (figura 16).

L’economia tende a fluttuare, cioè ad alternare fasi di espansione, cui seguono punti di svolta, fasidi recessione (o anche solo crescita meno rapida), punti di svolta inferiore, e così via (linea A.E.-andamento effettivo).

Il trend è la linea che unisce i valori medi delle fluttuazioni. La linea tratteggiata (S.E.P.-sentiero diespansione potenziale) è l’andamento potenziale del PIL.

Figura 16

Cosa determina il tasso di crescita effettiva? Il neoclassico Solow propone il seguente modello.28

Modello neoclassico della crescita (Solow)

Solow pone tre ipotesi:

a) la funzione della produzione presenta rendimenti marginali decrescenti;

b) il tasso

di crescita della forza lavoro è dato ed è costante; c) non c'è progresso tecnico (quest'ultima ipotesi potrebbe essere rimossa senza modificare i risultati del modello). L'obiettivo è trovare le condizioni che garantiscono la crescita in equilibrio (crescita al massimo livello potenziale). Si parte dal presupposto che per creare capitale occorre una preventiva formazione di risparmio. L'aumento della propensione al risparmio (S / Y, ovvero rapporto fra risparmio e reddito nazionale) accresce il capitale del sistema economico. Si possono presentare due casi: 1) se il capitale (in senso tecnico, non quindi quello monetario) cresce più rapidamente della forza lavoro, nel mercato dei fattori aumenta il rapporto salario / costo del capitale e quindi alle imprese conviene scegliere tecnologia a bassa intensità di lavoro, cioè ad alta intensità di capitale; 2) se il capitale cresce meno rapidamente della forza lavoro, alle imprese conviene scegliere tecnologia ad alta intensità di lavoro, cioè a bassa intensità di capitale.rti di lavoro per dipendente) o tecnologia ad alta intensità di capitale (investimenti in macchinari e attrezzature). La scelta dipenderà dalle esigenze specifiche dell'impresa e dal settore in cui opera. Le imprese che scelgono una tecnologia ad alta intensità di lavoro tendono ad assumere un numero maggiore di dipendenti e a investire meno in macchinari e attrezzature. Questo approccio può essere vantaggioso in settori in cui il lavoro umano è fondamentale, come ad esempio l'industria dei servizi o l'agricoltura. D'altra parte, le imprese che scelgono una tecnologia ad alta intensità di capitale investono in macchinari e attrezzature avanzate per automatizzare i processi produttivi. Questo approccio può essere vantaggioso in settori in cui la produzione richiede un alto grado di precisione e velocità, come ad esempio l'industria manifatturiera o l'ingegneria. La scelta della tecnologia da adottare può influire sulla produttività, sulla qualità del prodotto e sulla competitività dell'impresa. È importante valutare attentamente le esigenze dell'impresa e le caratteristiche del settore prima di prendere una decisione.
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Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cecilialll di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Paolilli Antonio Luigi.
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