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RILASSAMENTO
Alla sospensione dell’impulso di radiofrequenza può avvenire il campionamento del segnale RM
utile per la creazione dell’immagine:
Una volta cessato l’impulso RF si verifica:
1) la progressiva desincronizzazione della precessione dei protoni, con conseguente
decadimento della magnetizzazione trasversale; > perdita di MMT (T2)
2) il ritorno ad un livello energetico basso da parte dei protoni che avevano subito
un’inversione di 180°. > recupero di MML
In ambedue i casi si parla di rilassamento durante il quale si generano degli impulsi
misurabili tramite una bobina che funge da antenna ricevente (oltre che da emettitrice
di RF).
Il rilassamento dei protoni avviene con due costanti di tempo distinte:
rilassamento spin-reticolo
la prima, definita T1 ( *), indica la rapidità con cui
si ricostituisce il momento M del campo B0; può essere rappresentata da una
funzione esponenziale (curva di ACCRESCIMENTO esponenziale) (fig. 1);
rilassamento spin-spin
la seconda, definita T2 ( ), indica il tempo di
annullamento della componente di magnetizzazione trasversale determinata
dalla sincronizzazione di fase dei movimenti di precessione; anch’essa può
essere rappresentata da una funzione esponenziale (curva di DECREMENTO
esponenziale) (fig. 2).
*Il reticolo (o lattice) è il sistema di atomi e molecole in moto di cui fanno parte gli
spins.
Fig. 1: Rilassamento T1 (spin-reticolo) Fig. 2: Rilassamento T2 (spin-
spin)
Ponendo nel piano x-y una bobina ricevente, il moto del vettore M induce ai capi di
questa una forza elettromotrice, che rappresenta il segnale RM. L’andamento di
questo segnale, chiamato FID (free induction decay, segnale di decadimento della
magnetizzazione trasversale) decade con una costante di tempo pari a T2 e con
intensità proporzionale alla grandezza della magnetizzazione trasversale.
Il segnale RM dipende dai parametri T1, T2, e dal numero totale di protoni
provvisti di spin per unità di volume (densità protonica – DP): questi sono
definiti parametri intrinseci (sono espressivi delle caratteristiche del tessuto). Il T1
ed il T2 sono i più importanti fattori che regolano il contrasto del segnale di RM ed il loro
contributo può essere modulato; esistono diversi sistemi di invio degli impulsi di radiofrequenza
sequenze
e di ricezione del segnale (che vengono definite di impulsi) la cui scelta consente di
ottenere immagini che risentono in modo differente dei vari parametri. L’operatore può
modificare cioè i fattori estrinseci in modo da variare il peso dei parametri intrinseci nella
costruzione dell’immagine. Mentre il valore di densità protonica nei diversi tessuti può variare
entro limiti alquanto ristretti, il T1 e T2 possiedono un range di variabilità tissutale
sensibilmente maggiore: è evidente il vantaggio di costruire immagini basate sui tempi di
rilassamento dei tessuti qualora si vogliano stabilire condizioni di contrasto ideali.
I parametri (estrinseci ed operatore dipendenti) che influenzano il risultato
Time to Repeat
dell’immagine sono i tempi (TR: tempo di ripetizione dell’impulso,
Time of Echo
intervallo tra ogni invio) e (TE: intervallo tra l’inizio della
sequenza e il campionamento del segnale) che possono essere lunghi o brevi.
Mediante la combinazione di TR e TE lunghi o brevi, si avranno immagini pesate in T1,
in T2 o in DP.
Esistono molti tipi di sequenze, quelle più utilizzate sono la Spin Echo (SE) e la
Gradient Echo (GE). Le sequenze Spin Eco sono sequenze di acquisizione lente (min)
ma il segnale è intenso e puro, permettono immagini di elevato dettaglio morfologico
con elevata risoluzione spaziale e di contrasto. Le sequenze Gradient Eco sono
caratterizzate da tempi di acquisizione ridotti e raccolta di un segnale meno intenso e
puro.
La RM è una metodica sensibile al movimento dei nuclei di idrogeno ed è quindi in grado di
identificare e quantificare i flussi biologici. Questa caratteristica consente di ottenere immagini
simil-angiografiche dei flussi ematici senza l’impiego di mezzo di contrasto (queste tecniche
sono dette di angio-RM senza mdc o
convenzionali per distinguerle da quella con mdc).
Oltre che per i flussi macroscopici, la RM può essere utilizzata anche nell’analisi dei flussi
microscopici come quelli di perfusione e diffusione.
La RM di perfusione, mediante l’impiego di sofisticate sequenze di impulsi e di mezzo di
contrasto, studia i flussi del microcircolo ematico. Questa tecnica consente anche una
valutazione quantitativa della vascolarizzazione ed
ha trovato molte applicazioni per esempio nello studio delle patologie cerebrali.
La RM di diffusione evidenzia i moti delle molecole di acqua tissutali calcolando il coefficiente
di diffusione apparente (ADC) dell’acqua libera. Tali sequenze di diffusione sono, ad esempio,
utili nella individuazione di lesioni ischemiche cerebrali in fase precoce o nella valutazione delle
lesioni neoplastiche.
Infine un altro fattore che condiziona il segnale in RM è la suscettibilità magnetica (SM) di
una sostanza, cioè la proprietà di influenzare il campo magnetico statico. La SM può essere
positiva se viene generata una magnetizzazione che si somma a quella del CMS, negativa nel
caso opposto. Esempi di sostanze dotate di suscettibilità magnetica positiva sono i cataboliti
dell’emoglobina che appaiono tipicamente iperintensi
nelle sequenze T1w. Anche i mezzi di contrasto di comune impiego in RM, come vedremo, sono
costituiti da sostanze dotate di SM positiva.
Immagini T1-pesate
tempo di rilassamento longitudinale
Il T1 o è una misura del tempo richiesto ai
protoni per tornare alle condizioni di equilibrio iniziale, grazie alla cessione di energia
al microambiente circostante (reticolo).
Il parametro temporale T1 tempo di rilassamento longitudinale),
(o specifico per ogni molecola,
è espressione del fenomeno del rilassamento spin-reticolo e cioè dell’efficienza degli scambi
termodinamici di energia fra i protoni eccitati ed il microambiente circostante che oscilla ad
liquidi e le molecole poco idratate
una velocità caratteristica. Così i (es. tessuto fibrotico)
oscillano ad una frequenza rispettivamente maggiore e minore di quella di precessione dei
nuclei di idrogeno intorno al CMS, lo scambio di energia avviene più lentamente e il
T1 lungo
ripristino della MML è lento con scarso segnale finale (sono tessuti con ed appaiono
ipointensi). lipidiche iperintense
Le molecole appaiono invece poiché hanno una frequenza di
T1 breve.
oscillazione vicina a quella di precessione dell’H e quindi un Gli altri tessuti a seconda
dello stato di idratazione e delle dimensioni delle macromolecole che li costituiscono generano
.
un segnale intermedio fra questi due estremi
Per ottenere una sequenza SE T1-pesata, si usa un TR breve associato ad un TE
breve. Quanto minore è il TR tanto maggiore sarà la dipendenza del segnale da T1.
Schema di sequenza SE T1-pesata su due tessuti A e B
Immagini T2-pesate
tempo di rilassamento trasversale
Il T2 o è una misura del tempo impiegato dallo
spin dei protoni per desincronizzarsi. Questa progressiva desincronizzazione determina
l’annullamento della magnetizzazione trasversale.
tempo di rilassamento T2
Il (o tempo di rilassamento trasversale o spin-spin) descrive la
velocità di riduzione della magnetizzazione trasversale dopo la cessazione di un impulso di RF.
Tanto più lungo è il T2 di una sostanza,
quanto più MMT residua viene rilevata ed il segnale RM è intenso. T2 è espressione
dell’omogeneità magnetica del sistema e quindi degli scambi elettromagnetici tra spin e spin.
liquidi, T2 lungo, mantengono a lungo la coerenza di fase,
Ad esempio i possedendo un
tessuti solidi,
appaiono iperintensi mentre ricchi di macromolecole (fibrosi, osso corticale),
hanno un grado di omogeneità magnetica inferiore che causa un dissipamento più rapido della
breve T2 basso segnale.
MMT, cioè un ed un Genericamente: il T2 sarà tanto più breve quanto
minore la quantità di acqua (libera). L’acqua ha, quindi, un T2 lungo. I liquidi o, comunque, i
.
tessuti molto idratati, appaiono bianchi brillanti nelle immagini T2-pesate
Per ottenere una sequenza SE T2-pesata, si usa un TR lungo associato ad un TE
lungo. Tanto più lungo è il TE quanto maggiore la dipendenza dell’immagine
da T2.
Ad esempio particolari sequenze fortemente T2 pesate sono impiegate per evidenziare i fluidi
stazionari contenuti nel sistema bilio-pancreatico consentendo di ottenere immagini
colangiografiche delle vie biliari e (Colangio-pancreatografia - RM).
pancreatiche senza impiego di mezzo di contrasto
Schema di sequenza SE T2-pesata su due tessuti A e B
Immagini DP-pesate
La densità dei protoni provvisti di spin ed in precessione in un determinato volume è
alla base della formazione delle immagini dette appunto di Densità Protonica (DP).
Per ottenere una sequenza SE DP-pesata, si usa un TR lungo associato ad un TE breve.
Le immagini DP presentano una risoluzione di contrasto molto inferiore alle immagini
T1 o T2 pesate, in quanto tessuti anche molto diversi tra loro possono presentare una
densità protonica simile.
Gradiente magnetico
Durante l’acquisizione del segnale oltre al CMS vengono applicati dei piccoli campi magnetici
Gradienti Magnetici
aggiuntivi variabili nelle tre dimensioni spaziali (x, y e z) detti generati da
particolari bobine poste all’interno del
gantry. Per la legge di Larmor le frequenze di risonanza dei nuclei di H varieranno lungo la
direzione del gradiente e pertanto diventeranno differenziabili in funzione della loro posizione
nei tre assi dello spazio. codifica spaziale del segnale
Questo processo è denominato e consente di effettuare una
precisa localizzazione del segnale di RM proveniente dai vari voxel.
Grazie a questa particolarità metodologica, si possono ottenere piani di scansioni a
piacere senza la necessità di spostare il paziente. L’orientamento dei gradienti magnetici
e quindi il piano di acquisizione delle immagini può essere scelto a piacimento anche su un
piano obliquo diverso dai tre assi ortogonali dello
multiplanare
spazio. La RM è quindi una metodica che consente di scegliere le varie scansioni
da effettuare in rapporto alla regione anatomica in esame. Oltre alle tecniche di acquisizione
bidimensionali (strato per strato) esistono anche tecniche tridimensionali 3D che acquisiscono
un intero volume corporeo con successiva ricostruzione di sezioni sottili. Oltre che multiplanare
multiparametrica
la tecnica di RM è anche p