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Le spore sono delle cellule particolari che servono per la riproduzione sessuale, esse sono aploidi e
rappresentano il risultato di una divisione meiotica ( quindi vengono detto meiospore ), ma a
differenza dei gameti esse possono dividersi per formare un nuovo organismo. Quando le spore
sono tutte morfologicamente uguali si parla di isospore e si ha l’isosporia, quando invece sono
diverse sia ha l’eterosporia e le spore sono dette eterospore e si dividono in macrospore femminili
presenti dei macrosporangi e microspore maschili presenti nei microsporangi. Germinando, le
macrospore formeranno individui capaci di produrre solo gameti femminili, mentre le microspore
formeranno individui capaci di produrre solo gameti maschili.
Le piante terrestri
Le piante terrestri si dividono in due gruppi: le briofite e le tracheofite.
1) Briofite: sono piante piccole e mancanti di vasi conduttori, inoltre hanno una limitata
prevenzione contro la perdita di acqua, quindi la loro vita e la loro riproduzione è strettamente
legata alla presenza di acqua. Esse riescono ad adattarsi a tutti i climi e riescono a vivere in
diversi tipi di habitat. Questa loro capacità di adattarsi ad ambienti estremi dipende dal fatto
che hanno un’ elevatissima efficienza fotosintetica. Esse presentano delle similitudini con le
alghe, come la presenza di un gametofito in grado di svolgere la fotosintesi, la presenza di
clorofilla a, b, carotenoidi e xantofille, la mobilità in acqua dei gameti maschili grazie al flagello
e le pareti composte da cellulosa e pectina. Le briofite hanno sviluppato delle soluzioni
innovative che le avvantaggiano, ovvero la presenza di uno sporofito pluricellulare che cresce
per mitosi e genera per meiosi più spore delle alghe, così da avere più probabilità di
sopravvivenza sull’ ambiente terrestre. Le spore non hanno i flagelli ma pareti più resistenti. Il
gametofito in alcuni casi possiede un sistema conduttore simile a xilema e floema, sviluppano i
gametangi che proteggono i gameti e sviluppano gli stomi e la cuticola che non copre tutta la
pianta per permettere all’ epidermide di assorbire acqua e sali minerali. Esse però hanno alcuni
limiti, come una scarsa regolazione della traspirazione, necessitano di acqua durante la
riproduzione sessuata e non hanno né vasi né fibre sclerenchimatiche. Il ciclo biologico delle
briofite consiste nello sviluppo del gamete femminile nell’ archegonio e lo sviluppo di quelli
maschili nell’anteridio. Quando i gameti maschili sono maturi raggiungono nuotando
nell’acqua quelli femminili per fecondarli. È per questo che hanno bisogno di acqua durante la
riproduzione. L’oosfera fecondata produce uno sporofito, che porta in cima una capsula detta
sporangio chiusa da una caliptra entro la quale le cellule diploidi ( sporociti ) per meiosi danno
origine alle miospore, che una volta che sono maturi e l’opercolo si stacca volano via con il
vento per essere trasportate. Dopo il rilascio delle spore, lo sporofito muore, ma il gametofito,
munito di un meristema all’apice superiore, continua ad allungarsi e può durare molti anni. Le
briofite hanno anche un valore commerciale per alcune attività che riescono a svolgere come
concime e combustibile.
a) Muschio: il gametofito aploide di un muschio ha un fusto sottile con un tessuto vascolare
primitivo. Su fusto sono presenti delle radichette dette rizoidi e ci sono minuscole foglioline
appiattite, monostratificate e ricche di clorofilla. Il muschio assorbe i nutrimenti tramite
l’aria, quindi può essere usato come indicatore per rilevare il livello di inquinamento. Lo
sporofito diploide, è immerso nel gametofita perché esso gli fornisce i nutrimenti. Il ciclo di
un muschio inizia con la fecondazione che porta alla formazione di uno zigote che
crescendo si sviluppa in sporofito unito al gametofito. Una volta che è maturo viene detto
meiosporangio e forma le spore per meiosi, che poi vengono rilasciate e germinano
formando un germoglio sulla testa dell’anteridio, o andare sulla testa di un archeogonio sul
gametofito femminile. Le spore che vengono rilasciate dall’ anteridio entrano
nell’archeogonio fecondando il gamete al suo interno.
b) Embriofite: nome per indicare tutte le piante terrestri.
c) Epatiche: il loro nome deriva dalla somiglianza con il fegato. Esse sono formate da un tallo
di forma più o meno circolare ancorata al suolo tramite rizoidi. Esse possono svolgere sia
una riproduzione sessuata, che asessuata. Quella sessuata comporta la formazione di
strutture dette anteridiofori e archegoniofori che si sollevano dal tallo tramite un picciolo.
A maturità, i gameti maschili nuotano verso l’archeogonioforo fecondando la cellula uovo.
Dopo la fecondazione, gli sporofiti si sviluppano sotto l’archeogonioforo. La riproduzione
asessuata comporta la frammentazione del tallo o lo sviluppo di coppe di gemme che si
staccano dal corpo del tallo per formare una nuova pianta.
d) Antocerote: è composto da un tallo al cui interno si instaurano cianobatteri azoto-fissatori
e entro il quale si formano gli archegoni e gli anteridi. I gameti maschili rilasciati dagli
anteridi nuotano fino agli archegoni dove fecondano la cellula uovo formando lo zigote. Lo
sporofito cresce continuamente e forma delle corna. A maturità, la sommità dello sporofito
si apre e le spore si liberano dalla capsula.
2) Tracheofite: esse presentano le tracheidi per trasportare acqua e minerali e hanno una
struttura generale composta da foglie, fusto e radici. Le tracheofite hanno risolto i problemi
legati all’ambiente acquoso in cui vivono. Esse assorbono acqua e sali minerali tramite le radici
che hanno anche la funzione di ancorarle al terreno. Inoltre assorbono l’anidride carbonica
dall’acqua tramite gli stomi, trasportano le sostanze assorbite dalla pianta tramite lo xilema e
la linfa elaborata tramite il floema. Esse riescono a controllare la perdita di acqua tramite il
rivestimento con cellule epidermiche. Esse si dividono in:
a) Pteridofite: (piante senza semi) le pteridofite hanno una struttura del corpo perfezionata,
infatti hanno tessuti conduttori efficienti rivestiti da lignina che dà loro resistenza, hanno i
fusti molto resistenti e capaci di sostenere la pianta anche per diverse decine di metri,
hanno le radici capaci di assorbire acqua a profondità elevate. Questa struttura è detta a
cormo. Esse vivono in zone umide e ombrose e si riproducono rilasciando spore e non
producono semi. Vengono quindi chiamate piante vascolari senza semi. Il loro ciclo
biologico è come quello dei muschi ma hanno degli sporofiti ramificati e indipendenti dal
gametofito. Gli sporangi sono nella pagina superiore all’ interno di sori e producono le
spore aploidi che crescendo formano il gametofito. Lo sporofita tollera climi asciutti,
mentre il gametofito richiede ambienti umidi. Le pteridofite sono più comunemente
chiamate felci e ad esse appartengono ad esempio l’equiseto, lo scolopendrio e le corna
d’alce.
b) Gimnosperme: (piante con semi nudi) esse presentano semi e polline, quindi non
necessitano di acqua per la riproduzione sessuata. Attualmente ci sono 4 linee evolutive di
piante a semi oltre alle piante a fiore: le cicadi, le ginkgofite, le gnetofite ( comprendono il
genere Ephedra e sono composte da legno eteroxilo con trachee e tracheidi e hanno i semi
avvolti in uno strato carnoso simile al frutto, hanno strutture simili agli stami e mancano
dell’archegonio ) e le conifere ( comprendono pini, abeti, larici, cipressi e tassi. Sono diffuse
nell’emisfero boreale e hanno sia i fiori maschili che quelli femminili, inoltre il loro fiore è
primitivo e si chiama cono o pigna e solitamente gli sporofiti sono unisessuali). Il ciclo
biologico di una pinacea comprende la formazione di polline degli strobili formati da molti
microsporofilli. Sul lato inferiore di ciascun sporofillo si sviluppano due microsporangi
all’interno dei quali i microsporociti vanno incontro a meiosi formando le microspore
aploidi. Il nucleo di ciascuna microspora si duplica per mitosi dentro la stessa parete
formando un nucleo generativo e uno vegetativo che continuerà a dividersi per mitosi
formando altre cellule vegetative. Il granulo pollinico maturo ( gametofito maschile ) ha 2
ali che facilitano la sua dispersione tramite il vento. Le pigne sono formate da scaglie o
squame legnose e su ognuna di esse di formano due ovuli composti da un megasporangio (
nocella ) che contiene un megaspora cito, protette da un tegumento che ha un poro
attraverso il quale entra il polline per fecondare il gametofito femminile. Il megaspora cito
forma 4 megaspore aploidi per meiosi di cui 3 degenerano e solo una si sviluppa per mitosi
formando il megagametofito. Anche la nocella si sviluppa per mitosi accumulando sostanze
di riserva per l’embrione. La fecondazione avviene solo quando il megagametofito è
maturo. La fecondazione avviene con la deposizione di un granulo pollinico su un cono e
viene catturato da una struttura che fuoriesce dal micropilo e viene trasportato sulla
nocella grazie a segnali chimici che fanno riassorbire i liquidi. La cellula uovo fecondata si
divide formando il preembrione che formerà l’embrione. Si forma l’involucro del seme e il
cono si ingrandisce diventando legnoso. Il cono si apre disperdendo i semi quando compie
2 anni, ma i semi germineranno solo nella primavera successiva mantenendo uno stato di
dormienza. Quando il seme germina esce per prima la radichetta, poi si allunga l’ipocotile
che porta i cotiledoni fuori dal terreno. I cotiledoni si nutrono grazie ai nutrienti nel
gametofito femminile e poi si ingrandiscono fuoriuscendo dall’involucro del seme. Nel
frattempo si sviluppa anche la radice e la pianta inizia a fare fotosintesi quando viene
colpita dalla luce.
c) Angiosperme: (piante con semi protetti)
Motivi di successo delle piante a semi: non necessitano di acqua per la riproduzione sessuata,
proteggono e nutrono il gametofio femminile tramite il megasporangio, il gametofito maschile
viene trasportato tramite vento, animali o altri fattori ricevendo nutrimento e protezione, la
crescita secondaria produce il legno che fa crescere la pianta in altezza per sfruttare meglio
l’energia luminosa, polline e semi permettono la ricombinazione genica.
I cicli biologici
Il ciclo biologico è il susseguirsi delle diverse fasi della vita attraverso le quali gli organismi si
riproducono e quindi si perpetuano cambiando il loro patrimonio genetico. Per gli organismi
cellulari, il ciclo biologico può coincidere con quello vitale, mentre negli organismi pluricellulari
esso rappresenta solo il periodo che intercorre tra l’origine e la riproduzione escludendo,
solitamente, la morte. Si parla di ciclo perché non si considera una singola pianta, ma tutta la
specie, che continua a vivere grazie alla riproduzione. Per sempli