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Riclassificazione Conto economico e Stato patrimoniale (Corso di Economia Aziendale) Pag. 1
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CLASSIFICAZIONE DEI VALORI DI BILANCIO (7.1.1)

Si illistra il profilo reddituale attraverso un conto economico a ricavi e costo del venduto, e il

profilo patrimoniale attraverso lo STATO PATRIMONIALE-FINANZIARIO (cioè un SP

riclassificato secondo criteri finanziari).

Queste due sintesi formano il bilancio d'esercizio o il sistema di bilancio.

RICLASSIFICAZIONE C.E.

Il conto economico non è solo utile per individuare il reddito prodotto in un determinato esercizio,

ma da esso si ricavano anche informazioni per l'accertamento della capacità di reddito tendenziale

cioè se il risultato reddituale ( differenza tra valori positivi del reddito e valori negati), è tale da

consentire un giudizio positivo sull'economicità. La struttura del conto economico a ricavi e costo

del venduto serve per valutare la configurazione dei costi e dei ricavi, ma essa non è agevole per

capire i fenomeni determinanti il quantum del reddito, distinguere tra essi quelli che possono

permanere nel futuro da quelli temporanei.

Una struttura che permette di distinguere queste finalità è la struttura del conto economico a ricavi

e costo del venduto, che mette in luce i risultati parziali delle singole gestioni.

Da questa struttura si possono cogliere 5 risultati:

1) il risultato operativo della gestione caratteristica (cioè tutte le operazioni che identificano la

funzione economico-tecnica;

2) il risultato operativo che assomma il risultato operativo della gestione caratteristica ai proventi

netti derivanti dalla gestione patrimoniale(redditi da imm. Civili, proventi finanziari…..);

3) il risultato lordo di competenza che tiene conto del risultato operativo e degli oneri finanziari

(interessi passivi – > gestione finanziaria) ricolti a coprire il fabbisogno finanziario;

4) il reddito prima delle imposte, oltre al risultato lordo anche le sopravvenienze attive e passive

(componenti straordinari di reddito)

*Soprav. Att.: sono nuove attività che si aggiungono alle altre o nuovi ricavi, per esempio la

riscossione di un credito stralciato dalla contabilità perché ritenuto inesigibile)

*Soprav. Pas.: sono nuove passività o ricavi che si aggiungono alle precedenti, ad esempio

durante il processo di lavorazione dell'impresa la rottura di alcuni serbatoi provoca un inquinamento

delle acque circostanti, e visto che l'impresa non ha stipulato un contratto d'assicurazione genera

una sopravvenienza passiva per il costo sostenuto, ovvero una variazione economica straordinaria

negativa.

5) il reddito netto (risultato reddituale).

In sintesi

La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a “ricavi e costo del venduto” consente di:

• capire i fenomeni che hanno determinato la formazione del risultato reddituale: in particolare i contributi delle singole

gestioni;

• avere informazioni utili per l’accertamento della capacità di reddito tendenziale;

• esprimere giudizi sull’equilibrio reddituale e quindi sull’economicità dell’azienda in funzionamento.

CAPITALE DI FUNZIONAMENTO E EQUILIBRIO PATRIMONIALE

Lo stato patrimoniale finale come ben sappiamo serve principalmente per l'analisi finanziaria e

non sempre i valori che lo compongono sono classificati in modo tale da permetterci questa analisi,

pertanto adottiamo il criterio di riclassificazione finanziario, secondo il quale si cerca di capire

come gli investimenti (cioè le voci dell'attivo) sono stati finanziati attraverso le varie forme di

finanziamento (rappresentate dalle voci del passivo e dal netto). In sintesi questa riclassificazione

serve per: esaminare la solvibilità dell’azienda e la coerenza tra le strutture dell’attivo e del

passivo

Per riclassificare gli elementi dell'attivo si adotta il criterio della liquidità, cioè della loro attitudine

di trasformarsi in tempi più o meno brevi, in mezzi monetari senza danneggiare la gestione

operativa ( comprende la g.c e la g.p.). Per gli elementi del netto e del passivo si adotta l'equivalente

criterio della scadenza, cioè il termine entro il quale occorre far fronte agli impegni.

Le attività si dividono in:

*Attivo Corrente:

- Liq.immediate: disponibilità liquide disponibili in azienda o presso banche, nonchè titoli di Stato

(es. cassa, banca attiva, titoli);

-Liq.differite: crediti di regolamento che si realizzano entro l'esercizio (es. crediti v/clienti, fondo

svalutazione crediti, altri crediti, ratei e risconti attivi);

-Disponibilità: rappresentate dalle rimanenze finali di materie prime, prod. Finit e semilavorati).

*Attivo Fisso:

-Imm. Materiali nette: al netto dei fondi di ammortamento;

-Imm. Immateriali nette: al netto dei fondi di ammortamento (es. brevetti, marchi);

-Imm. Finanziarie: crediti esigibili oltre l'anno (partecipazioni e crediti di finanziamento).

Def. Crediti di finanziamento= sorgono in relazione a prestiti e finanziamenti concessi, ovvero in relazione alla

gestione patrimoniale. Sono iscrivibili in bilancio a condizione che sussistano titoli al credito.

Le Passività e Netto si dividono in:

- Pass. Correnti: rappresentato dai debiti di regolamento e finanziamento con scadenza inferiore ad

un anno (es. banca passiva, d.v/forn, d.v/erario, altri debiti a breve, ratei e risconti passivi);

-Pass. Consolidate: rappresentato dai debiti a medio lungo termine e dal TFR (al netto di quanto si

prevede di liquidare entro l'anno), (es. mutui, Fondo TFR, altri debiti a medio-lungo termine);

-Capitale Netto: formato da Capitale Sociale, Riserve, Utile o perdita d'esercizio).

Dallo stato patrimoniale riclassificato possiamo trasse tre fondamentali tipi di giudizio:

1)Riguarda la composizione e la struttura degli impieghi, in modo tale da valutare l'elasticità

dell'azienda (cioè l'incidenza delle immobilizzazioni sull'attivo corrente). In tal modo è possibile

valutare ai rischi che la struttura dell'attivo comporta, ad esempio un impresa che ha un attivo ricco

di immobilizzazioni tecniche è molto più vulnerabile in un ambiente competitivo rispetto ad una

azienda che ha bisogno di comprare la fornitura da terzi.

2)Riguarda la struttura e la composizione delle fonti di finanziamento, che consente di vedere il

rischio finanziario cioè del peso dei debiti rispetto ai mezzi e proprio, ma anche dalla tipologia di

debiti utilizzata.

3)Riguarda l'equilibrio strutturale, cioè l'equilibrio tra natura e variabilità delle fonti e natura e

variabilità degli investimenti. Il capitale netto permetto di misurare questo equilibrio. Se un impresa

possiede un capitale netto ricco esprime un margine di garanzia sulla solvibilità a breve

dell'azienda.

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Publisher
A.A. 2016-2017
4 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LUIGIORLAND di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Russo Paolo.