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Il che si può fare con una molteplicità di interventi concertati, che puntino alla selvicoltura e

all'agricoltura di qualità, allo sfruttamento economico delle acque interne, al potenziamento

del turismo escursionistico, al recupero di tanti borghi e centri "cosiddetti" minori. Per Piero

Bevilacqua, che riflette sulla "questione territoriale" all'indomani delle alluvioni

dell'autunno 2011, gli interventi suggeriti avrebbero anche altri concomitanti esiti positivi in

quanto "potrebbero offrire lavoro alla nostra gioventù".

Ci siamo serviti della citazione di Bevilacqua nella convinzione che un cambiamento di

rotta sia in grado di dare risposte sul piano sia ambientale sia occupazionale.

Mancano ancora alcuni fattori che costituiscono i supporti necessari: quell'insieme di

strumenti finanziari, normativi, culturali, relazionali che abbiamo chiamato con Viale

"inquadramento generale" e che si alimenta del confronto e dell'interazione tra diverse

entità. Non è un quadro scoraggiante se si dà il giusto valore alle buone prassi che già sono

in corso. La stessa crisi economica potrebbe rappresentare un'opportunità o, una sfida per

imprimere un impulso determinante al cambiamento di rotta delle nostre società. Pensiamo a

quanto accaduto in Grecia, dove si è verificato: il ritorno alle terra di oltre 30.000 giovani

negli ultimi due anni. Tale è il numero dei giovani cittadini greci, che hanno lasciato le città

per trasferirsi in campagna. E' senz'altro una risposta alla situazione di estrema difficoltà

economica. Ma potrebbe essere il segnale di un cambiamento di mentalità da augurarsi

anche per il nostro Paese. Abbiamo ricordato gli effetti devastanti dell'abbandono delle terre

per il nostro fragile territorio. Ora più che mai sarebbe il caso di incentivare il ritorno in

campagna.

4."... io credo che ci voglia molta fantasia, molto rigore, ma anche molta

creatività"

Il presidente delle "Riserve regionali naturali Sele e Tanagro, monti Eremita e Marzano"

nelle esperienze che racconta, mostra come si stia tentando di mettere insieme le questioni

globali rispetto al locale, un corretto uso delle risorse in termini sostenibili possa nascere

una nuova riconfigurazione economica e sociale, un nuovo patto di amicizia tra l'uomo e

l'ambiente: aria, acqua e terra come patrimoni intorno ai quali costruire un nuovo futuro.

La programmazione ha tre obiettivi chiari e definiti. Il primo si chiama "Patto ambientale",

per risolvere alcune problematiche territoriali, ed è stato approvato recentemente dalla

Giunta regionale della Campania. Il secondo si chiama "Contratto di fiume" ed è uno

strumento innovativo, che stanno sperimentando nel Nord Italia da molti anni. Il terzo è

invece "Civiltà dell'acqua", perchè io parto dlla considerazione che la consapevolezza di

questa risorsa deve ritornare ad essere emergente. Il fiume è stato considerato per troppi

anni una discarica, nonostante era il luogo dell'economia reale di quei territori nel passato.

Nel corso dell'intervista indica le emergenze:

...alla sorgente (del fiume Sele) abbiamo questo fenomeno di captazione da parte

dell'acquedotto pugliese, quindi il fiume soffre di questa condizione e stiamo facendo una

grande battaglia per il minimo deflusso vitale per la vita dell'habitat mentre a valle

abbiamo una situazione di degrado ambientale e culturale.

Il secondo progetto, "Civiltà dell'acqua":

è il progetto che si sta diffondendo sul territorio e soprattutto nel mondo della scuola.

Questo processo ha portato una serie di iniziative che abbiamo svolto a Contursi. Tant'è

che abbiamo lanciato nelle scuole il concorso per il logo della Riserva.

Si evidenziano alcuni caratteri che qualificano il progetto come un esempio concreto di

buona pratica nella prospettiva della governance.

Sicuramente i cittadini sono molto attenti. La comunità non è solo rappresentata dai

sindaci.

Si pone un problema di costruzione di nuove forme di democrazia, capaci di far interagire

soggetti diversi ai fini della gestione e della soluzione di problemi comuni. Beck è stato tra i

primi a sottolineare che i rischi ambientali possono svolgere un "ruolo cruciale nel

promuovere una trasformazione della democrazia di massa". Tale trasformazione ha la

caratteristica di muovere dal basso. Beck la chiama subpolitic è destinata a svilupparsi una

nuova cultura politica. Nel nostro Paese le potenzialità della partecipazione si vanno

esprimendo sempre più di frequente nell'ambito dei conflitti ambientali. Altrove, in questi

casi si procede alla promozione e all'istituzione di organi di partecipazione come le

consensus conferences, le giurie di cittadini, i tavoli allargati agli stakeholders. Da più di

vent'anni il diritto internazionale e comunitario sollecita apertamente il coinvolgimento della

cittadinanza nella presa di decisioni. Si pensi alla Dichiarazione di Rio e al suo principio

fondamentale, secondo il quale le questioni ambientali vanno affrontate non solo

informandone i cittadini, ma rendendoli partecipi nella scelta delle soluzioni. Ciò che si

lamenta è un "deficit di implementazione" che riguarda in particolare alcuni Paesi, tra cui

l'Italia, che presentano maggiori difficoltà e ritardi nel recepire le Direttive comunitarie e nel

tradurle in coerenti criteri di policy. Questo dato rende più impervia la via italaina verso

forme autentiche di governance, compremettendo le pur presenti potenzialità di sviluppo e

di rinnovamento democratico.

Il terzo progetto si chiama "Contratto di fiume" ed è un progetto indirizzato alla crescita e

alla relazione, al rapporto col fiume come risorsa. Quindi il fiume va dragato, come si fa

tutto questo? Con un contratto pubblico e privato. Ci sono degli interessi privati a utilizzare

sia la sabbia sia la ghiaia che viene trasportata a valle, e ci sono interessi naturalistici a

tutelare fasce del fiume. Loro pagano per quello che prendono nel fiume e noi con quei

fondi tuteliamo e creiamo ulteriore lavoro per gestire la parte naturalistica del fiume.

Stiamo mettendo in campo delle micro-centraline idroelettriche, che è un discorso

straordinario anche per sgravare i Comuni dalle bollette energetiche, legate

all'illuminazione pubblica. Stiamo facendo un patto con i sindaci per utilizzare queste

micro-centraline per produrre energia e quindi ricchezza.

...io sto facendo un altro progrtto molto bello, che riguarda le spiagge lungo il fiume: si va

anche lungo i fiumi a prendere il sole. Ci sono posti meravigliosi dove è possibile godere

pienamente della natura e delle spiagge che stanno lungo il Sele a Contursi c'è una delle

stazioni termali più importanti della Campania.

Il mondo dell'associazionismo e i giovani in genere sono considerati, in questo quadro

progettuale, degli attori centrali. Ciò significa che è previsto solo un "accompagnamento" da

parte delle istituzioni:

...esistono molte associazioni che hanno scoperto il fiume, che stanno facendo iniziative di

visite lungo il fiume, di sport acquatici. Si sono autopromosse e diciamo autogestite.

Per la promozione di uno sviluppo sostenibile:

ci vuole una grandissima azione educativa, di sensibilizzazione, di partecipazione: ci sono

strumenti innovativi per i quali in Italia non siamo ancora pronti. La presa di coscienza

deve partire anche da posizioni politiche: la politica deve invertire la rotta. ci vuole un

grande lavoro di investimento sull'educazione, sulla formazione, sulla informazione.

Non si può fare a meno di ribadire una distanza tra input provenienti dal diritto comunitario

e quello che appare come un "conservatorismo" frenante e involutivo della politica

nazionale. L'esempio riguarda il paesaggio, concepito dalla Converzione europea come un

diritto, una dimensione che "socializza" ogni individuo fin dalla prima infanzia. Ne deriva

che il suo degrado può rappresentare una deprivazione tale da inficiare la crescita equilibrata

della persona, danneggiandone il rapporto con la natura e con l'ambiente.

Il paesaggio nella Convenzione europea finalmente trova una sua definizione chiara e

definita: è quell'ambiente di vita che tiene conto della interrelazione tra fattori naturali e

antropici.

Questo diritto a conservare aumenta la responsabilità dell'uomo rispetto al proprio

ambiente di vita.

Se l'uomo si riconosce nel suo ambiente di vita, lo rispetta, quindi questa identità è

l'elemento chiave per costruire processi di sostenibilità. Ognuno ha diritto al proprio

paesaggio. La gente deve capire che senza quel pezzo non ha una sua forza espressiva.

Capitolo 4

Giovani e comunità: rappresentazioni sociali e

pratiche di partecipazione

(G.Masullo)

1. Il quadro concettuale

Il presente contributo intende analizzare come i giovani prendano parte e favoriscano azioni

destinate allo sviluppo del territorio.

Il tema della "sostenibilità" riconduce a un'idea di azioni diversificate, disegnate sulle

caratteristiche sociali e culturali del territorio, capaci di valorizzare le vecchie solidarietà,

facilitando lo sviluppo di nuove forme di alleanza e di partecipazione. Si tratta di cogliere

quale peso specifico rivesta l'azione giovanile in obiettivi di recupero, promozione e

valorizzazione del territorio.

I giovani sono qui intesi non come interpreti passivi delle dinamiche globalizzanti, ma come

soggetti attivi, intendono proporre una risposta più adeguata alle condizioni di immobilismo

economico e di povertà sociale che li attanagliano.

Se questo è l'obiettivo che si vuole perseguire, occorre comprendere il senso che oggi

assumono, per i giovani, termini quali "territorio", "comunità" e "partecipazione".

La capacità di innovare non deve essere considerata un automatismo.

Proprio sui rapporti intergenerazionali si pongono due questioni:

-la prima è relativa all'immagine che i giovani costruiscono del territorio, al grando di

diversità fra questa immagine e quella a cui si riferiscono gli adulti. Rappresentazioni

differenti conducono a pratiche partecipative differenti, i cui esiti possono essere diversi:

riproduzione sociale e conservatorismo, conflitto e innovazione, sfiducia e indifferenza;

-la seconda fa riferimento al peso specifico nei processi decisionali, lasciato dagli adulti ai

giovani, poichè il mondo istituzionale recepisce l'importanza della valorizzazione di

percorsi e iniziative a favore delle nuove generazioni nè, tanto meno, è detto che si

sostengano processi che mettono i giovani in campo n

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Publisher
A.A. 2013-2014
34 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilunica di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche della ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Selvaggio Maria Antonietta.