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PAUL ARMSTRONG DISCUTE IL SIGNIFICATO DI CARRIERA DI VITA
Per Everitt Hughes la "carriera di vita" è una prospettiva dinamica in base alla quale le persone
vedono la loro vita come un tutto, una totalità, all'interno della quale interpretano il significato di
diversi attributi, azioni ed eenti che capitano loro, e quindi utilizzano il concetto in senso ampio
per integrare circostanze personali, decisioni, incidenti e coincidenze, che accadono dentro una
situazione altamente strutturata, dove il numero di opzioni culturali disponibili è limitato. Come la
carriera, la biografia è sequenziale: nessun momento temporale può essere compresosenza
considerare ciò che è successo prima.
Barbara usò per la prima volta il concetto di carriera nel suo dottorato di ricerca. Era influenzata
dagli approcci di Becker e di Goffman, che apparteneva al ramo etnometodologico
dell'interazionismo simbolico. Gli etnometodologi studiano i modi in cui il comportamento, i
significati condivisi e l'ordine sociale diventano scontati, arrivando ad essere considerati normali
all'interno di una cornice culturale.
L'ordine sociale è mantenuto attraverso l'interazione sociale quotidiana e nello spiegare l'attività
sociale gli etnometodologi enfatizzano l'importanza di comprendere i luoghi comuni o l'attività
quotidiana data per scontata.
L'etnometodologia cerca di comprendere come le persone teorizzano la propria vita, invece di
vedere il ricercatore come l'unica fonte di "teoria".
La definizione di carriera di Goffman, utilizzata nello studio delle "istituzioni totali", come i
manicomi, è stata utile a Barbara che fece un'analogia tra gli internati di Goffman in Asylums
(1961/19678) e le donne di classe operaia all'università.
Gli studenti maturi, come gli internati, entrano in una nuova istituzione e in un contesto sociale
sconosciuto. La vita universitaria ha un effetto profondo sulle vite degli studenti. Quando ne
escono sono persone diverse. Il concetto goffmaniano di mortificazione del sè è applicabie. Il sè
degli studenti maturi viene parzialmente spogliato al momento dell'ingresso in università e la loro
identità è ricostruita man mano che progrediscono nella carriera di studente. Il processo e gli
effetti della mortificazione sono liberatori per gli studenti maturi.
Barbara proseguì nello sviluppo del concetto di carriera di apprendimento (learning career)
studiando le biografie di studenti adulti in Scozia. Questo concetto "facilitava la comprensionedei
processi biografici sperimentati dagli studenti adulti con il rientro in formazione". Usò quindi il
termine "identità di apprendimento" per restituire la complessa e irregolare interrelazione tra
apprendimento e identità e il fatto che "le identità di apprendimento co-esistono e influenzano,
essendone a loro volta influenzate, le altre identità di adulto".
Si fece ricorso anche alla nozione di "deriva" di David Matza, originariamente applicata alla
delinquenza. Anche in questo caso il contesto era diverso, ma l'approccio aiutò a spiegare gli
atteggiamenti e le carriere di apprendimento degli studenti marginali. Per Matza
La deriva è un graduale processo di movimento, non percepito dall'attore, nel quale la prima fase
può essee accidentale o imprevedibile dal punt di vista di qualsivoglia cornice teorica di
riferimento, e le deviazioni dal percorso delinquenziale possono essere, alla stesso modo,
accidentali e impredicibili.
Barbara rilevò nelle storie di aluni partecipanti la sensazione di fluttuare dentro e fuori
dall'apprendimento. Lisa, nello studio scozzese, aveva frequentato un corso di formazione
professionale per parrucchieri, non completato perché rimasta incinta a 17 anni; ora, a 28 e dopo
altri 2 figli, era genitore single.
Vorrei non aver avuto nessun bambino. Vorrei aver potuto diventare una parrucchiera o una
ballerina. Avrei voluto avere un posto tutto per me e la mia vita perché è dura.
Lisa fu poi coinvolta in azioni di apprendimento informale e iniziative di comunità. Stava
sperimentando la propria agentività per recuperare quello che vedeva come un fallimento
scolastico.Era entrata anche iin un corso per parrucchiera ma senza portarlo a termine. Le ragioni
erano in parte finanziarie, ma viveva con un partner violento:
Era geloso perché uscivo e incontravo molta gente. Ma a me non importava, comunque uscivo per i
fatti miei. Io cerco sempre di provare a fare le cose, ma alla fine non ho potuto continuare.
In quel periodo 2 dei figli vennro presi in carico dai servizi sociali. Parte del problema era
l'insicurezza di Lisa:
E' stato bello ma ero un pò preoccupata di non andare abbastanza bene.
4.5 Femminismo
Secondo Maria Mies, la critica femminista alla ricerca tradizionale nasce nei movimenti sociali
femministi. Dorothy Smith scrive: Il movimento delle donne ci ha dato la percezione del nostro
diritto di vedere rappresentati in sociologia gli ineteressi delle donne".
bell hooks, femminista afroamericana, osservava che la conoscenza accademica era dominata da un
"canone maschile bianco".
Le ricercatrici femministe sottolineavano l'importanza di focalizzarsi sulle vite di donne ordnarie in
contesti domestici, oltre che sulla loro dimensione pubblica, nel luogo di lavoro e altrove. Nel fare
ricerca sulla dimensione quotidiana e privata, mostravano che "il personale è politico", come
avviene ad esempio nella distribuzione ineguale del carico emozionale tra uomini e donne.
La ricerca femminista può essere socialmente critica e molto impegnata politicamente, sebbene ci
siano diversi femminismi che riflettono una gamma di posizioni ideologiche ed epistemologiche.
Il femminismo si fonda anche sulla premessa che le donne possano consapevolmente e
collettivamente cambiare il loro posto nella società.
Barbara colloca tutt'ora se stessa tra le femministe socialiste. Sostiene che l'oppressione delle donne
è radicata nel sistema capitalista. Questa prospettiva è in contrasto con il femminismo radicale che
vede gli uomini come oppressori delle donne.
Per Natalee Popadiuk "il metodo biografico femminista è uno strumento potente".
Barbara continua a trovare rilevante la teoria marxista. Il femminismo marxista o socialista si
concentra sull'oppresione e sullo sfruttamento delle donne in famiglia e nel lavoro.
Le minoranze etniche, sessuali, religiose, culturali o estetiche hanno più possibilità di parlare per sè
laddove si celebra la pluralità dei punti di vista.
L'interesse recente per il postmodernismo coincide con una diminuzione dell'attenzione dei
sociologi britannici per le classi sociali. La classe può essere vista oggi come irrilevante e obsoleta
per categorizzare la vita delle persone (Pahl, 1989). Esistono segnali di una riaffermazione
dell'importanza della classe da parte di alcuni sociologi (Crompton, Devine, Savage).
Le teorie raccontate da donne e uomini nel lavoro di Barbara hanno messo in luce come la classe
sociale sia ancora viva e continui a strutturare la vita quotidiana delle persone attraverso
disuguaglianze nel benessere materiale e nell'accesso alle risorse. La classe, come ci ricorda
Andrew Sayer, "influenza come gli altri ci valutano e si rivolgono a noi, il che, a sua volta,
influenza il nostro senso di valore personale".
Il femminismo dialogico è una preospettiva che ascolta attentamente e valorizza la voce e le
esperienze delle altre donne. Attingendo alle idee di Paulo Freire e Jurgen Habermas, promuove
un dialogo autentico, in cui ciascuno contribuisce allo stesso livello, con la convinzione che la
trasformazione possa avvenire attraverso relazioni dialogiche.
4.6 La teoria critica
La sua applicazione è fortemente associata al femminismo.
Teoria critica fu il nome scelto dai fondatori della Scuola di francoforte nel periodo tra le due
guerre mondiali per simbolizzare il loro tentativo di raggiungere l'unione tra teoria e pratica, in
particolare l'unione della teoria con la ricerca empirica e di entrambe con una consapevolezza
storicamente radicata dei problemi sociali, politici e culturali del tempo.
Barbare preferisce il marxismo umanista a quello deterministico/classico: una persona ha la capicità
di usare la propria soggettività nelle sue interazioni con la società.
Marx interconnette struttura e agentività nel discutere la relazione dialettica tra individuo e società,
per mezzo della quale uomini e donne "fanno la propria storia, ma non secondo le condizioni che
hanno scelto per se stessi; piuttosto nei termini a loro immediatamente dati e tramandati". La
classe di una persona è definita dalla proprietà o non proprietà dei mezzi di produzione. Il
marxismo unisce la teoria sociale con l'azione politica. Attroverso il processo della coscienza di
classe, della lotta di classe e dell'azione collettiva, le persone possono usare la loro agentività per
vincere l'oppressine e trasformare la società.
La teoria critica ha cercato di sfidare e criticare le ideologie dominanti e le strutture di potere che
tendono a rappresentare l'ordine sociale esistente come naturale e giusto, impegnandosi a svelare
ineguaglianze e ingiustizie sociali perpetuate dalle classi dominanti.
L'orientamento critico ha a che fare con le lotte per emancipare le persone dalla relazioni di
dipendenza, plasmate dalle ideologie dominanti che cercano di persuaderle a considerare "normale"
l'ordine sociale sotteso ai processi di produzione e di riproduzione.
La teoria critica ha trovato espressione vibrante nella prataica educativa attraverso l'influsso di
Paulo Freire, Paul Willis e Henry Giroux.
UN ESEMPIO
Il Centro di Ricerca in Educazione degli adulti /CREA) presso l'Università di Barcellona ha
sviluppato una prospettiva teorica critica per le proprie ricerche e pratiche di educazione degli
adulti, attraverso la nozione di apprendimento dialogico. Si sono sviluppate competenze di lettura
e scrittura con gli adulti attraverso i circoli letterari.
L'ordine sociale può essere dato per scontato oppure contestato. la teoria critica ci aiuta a
comprendere che le biografie richiamano il collettivo: persone con simili retroterra socio-
economici, come donne bianche di classe operaia, condividono esperienze comuni di ineguaglianza
di classe e di genere.
4.7 L'approccio di Linden
Linden ha ttinto alla psicologia, alla sociologia e dalla teoria culturale nelle sue ricerche
sull'apprendimento, i processi di cambiamento e la motivazione. Ha fatto uso del concetto di
marginalità, che si riferisce a siyuazioni in cui uno o più soggetti possono o non possono non