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I TIPI DI CAMPIONAMENTO PROBABLISITICO:

- casuale semplice: quando ogni unità della popolazione di riferimento ha la stessa probabilità di

essere inclusa nel campione. La selezione del campione casuale semplice, prevede che ci sia

reinserimento delle unità estratte nella popolazione. Ad ogni estrazione sono disponibili tutte le unità

della popolazione. Una stessa unità può essere estratta più volte. Il ricercatore deve possedere la

lista completa dei membri della popolazione di riferimento per far si che eviti il rischio di incorrere

nell'errore di copertura: quando la lista non comprende tutti i nominativi. Utilizzato raramente nelle

ricerche sociali perchè non sempre il ricercatore possiede la lista completa. La scelta casuale è sia un

pregio che un difetto perchè non si tiene conto delle informazioni di cui già si dispone.

- casuale sistematico: le unità di popolazione da estrarre per la costruzione del campione sono

individuate in modo sistematico, si formula una regola che stabilisce un intervallo costante, in base al

quale selezionare le unità da includere nel campione. Può essere utilizzato anche senza la lista

completa della popolazione di riferimento. È necessario prestare attenzione che la popolazione non

presenti caratteristiche ricorrenti, secondo l'intervallo stabilito.

- stratificato: sfrutta le informazioni conosciute della popolazione, in particolare quelle rilevanti per

l'obiettivo dell'indagine, per suddividerla in sotto-popolazioni, dette strati, utilizzando come fattore

di stratificazione una variabile collegata al fenomeno di interesse. Una volta costruiti gli strati, si

estrae mediante procedimento casuale semplice un campione da ciascuno strato. Si uniscono poi i

campioni dei singoli strati, per formare un campione complessivo su cui lavorerà il ricercatore.

Ogni strato è più omogeneo al suo interno, rispetto all'intera popolazione; maggiore è l'omogeneità

del fenomeno studiato e più piccolo è il campione necessario per ottenere la stessa precisione delle

stime. Limite: il ricercatore deve conoscere la popolazione in modo approfondito prima del

campionamento. Le quote di campionamento complessivo da assegnare a ciascuno strato possono

essere:

proporzionali (generale omogeneità)

non proporzionali (forte variabilità)

- campionamento a stadi: quando non si dispone di una lista completa della popolazione oppure

quando la popolazione è molto ampia. Consiste in un numero di estrazioni successive, quanti sono gli

stadi coinvolti nel disegno campionario. La procedura consiste in un'estrazione casuale di unità

primarie, poi si fa un'estrazione casuale di unità secondarie da ognuna delle unità primarie, infine, si

estrae casualmente un campione di unità finali, da ciascuna delle unità secondarie. È necessaria

comunque la lista completa delle unità di primo livello (vantaggio), i costi di rilevazione sono bassi.

Limiti: le stime sono meno efficienti rispetto al campionamento casuale semplice

- campionamento a grappoli: prevede che la popolazione venga suddivisa in grappoli,

successivamente si estraggono con campionamento casuale, un insieme di grappoli. Tutte le unità

appartenenti ai grappoli estratti andranno a costituire il campione. A differenza del campionamento a

stadi, non si estraggono direttamente le unità della popolazione, visto che le unità dei grappoli

estratti, sono tutte incluse nel campione. È poco costoso rispetto a tutti gli altri, usato quando manca

lista completa della popolazione di riferimento.

II. CAMPIONI NON PROBABILISTICI: quando la probabilità di un caso di essere inserito in un

campione, non è nota. Se il campione non è probabilistico al ricercatore è preclusa la possibilità di

fare inferenze. Non è necessaria la lista della popolazione. La scelta delle unità campionarie avviene

rispetto a criteri di praticità e convenienza.

I TIPI DI CAMPIONAMENO NON PROBABILISTICI:

- a casaccio: le unità incluse nel campione sono state selezionate perchè si è sfruttata la possibilità di

entrare facilmente in contatto con esse.

- per quote: molto simile allo stratificato, unica differenza: all'interno di ciascuno strato le unità di

campionamento, sono individuate senza seguire criteri probabilistici. La scelta sulle unità da

intervistare è libera.

- campionamento a scelta ragionata: le unità vengono selezionate sulla base di alcune

caratteristiche, è una scelta razionale; sono incluse quelle unità che si ritiene si adattino meglio alle

finalità dell'indagine.

- campionamento a valanga: si utilizza prevalentemente quando sono oggetto di indagine

popolazioni composte da individui che tendono a nascondere la loro identità. Non è facile entrare in

contatto con i soggetti, ne esiste una lista( es. prosti, lavoratori in nero ecc..). si intervista un gruppo

ridotto di individui con caratteristiche richieste e li si invita ad indicare altri soggetti conosciuti, che

appartengono allo stesso gruppo. Rischio: selezioneranno con maggiore probabilità persone più

visibili o note all'interno del gruppo.

La conoscenza di come stanno le cose nella popolazione sarà tanto migliore quanto più valido,

ovvero buono, il campione di cui si farà uso. Questa valutazione richiede che siano soddisfatti due

aspetti:

1. Validità interna: i risultati di uno studio devono essere corretti per il campione su cui sono stati

ottenuti. Rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente perchè lo studio consenta di

generalizzare i risultati.

2. Validità esterna: i risultati ottenuti sugli individui appartenenti ad un campione devono consentire

di fare affermazioni fondate sulla popolazione di riferimento.

Gli attributi che rendono un campione buono:

I eterogeneità: il campione dovrebbe essere diversificato al suo interno, per presentare una variabilità

di caratteristiche.

II rappresentatività: dovrebbe presentare alcune caratteristiche della popolazione di riferimento da

cui è stato estratto.

III accuratezza: si dovrebbe riscontrare un basso errore di copertura, la quota di non risposte

dovrebbe essere minima.

IV ampiezza: dovrebbe contenere un numero elevato di casi così da consentire di ridurre gli errori di

rilevazione.

Se il campione non è probabilistico, i risultati non sono generalizzabili alla popolazione di

riferimento.

CAP.4 LA STESURA DEL QUESTIONARIO:

4.1 Cos'è il questionario:

Il questionario consiste in una serie di domande, corredate da un ventaglio di possibili risposte,

redatte dai ricercatori e sottoposte ai soggetti della ricerca al fine di ottenere da loro le informazioni

necessarie per condurre la ricerca. Le domande e le risposte presenti vengono proposte a tutti nello

stesso modo e ordine(standardizzazione, consente la comparabilità delle risposte). Permette

l'interrogazione diretta dei soggetti. La reattività riguarda la modifica del comportamento degli

individui che sanno di essere oggetto di ricerca. Non esistono risposte giuste o sbagliate, non si deve

modificare l'opinione dell'intervistato.

4.2 processo di costruzione del questionario: si suddivide in 3 fasi:

I decisione sui contenuti: scegliere quali e quante domande prevedere. Domande utili, non troppe

domande. Le domande da inserire sono quelle che permettono di rilevare informazioni identificate

durante il processo di operativizzazione.

II redazione del questionario

III pre-test e stesura definitiva: pre-test primo test su un piccolo gruppo con caratteristiche simili a

chi poi risponderà alle domande e nelle stesse condizioni,consente di verificare se sia comprensibile

agli intervistati, se sono state omesse domande, se è scorrevole, lungo, buona sequenza domande

ecc.. secondo le esigenze emerse verrà formulato il questionario definitivo.

4.3 Tipi di domande: ne esistono 3 tipi, volti a rilevare:

1) informazioni sulle caratteristiche personali o socio-anagrafiche dei rispondenti: informazioni di

base.

2) informazioni su comportamenti: fatti o eventi relativi all'intervistato in qualsiasi momento, è

importante per questo motivo che una risposta sia “non ricordo”.

3) informazioni su opinioni, atteggiamenti e credenze: aspetto più delicato è la formazione della

domanda. Si parla di questioni astratte, difficili da esprimere, è importante che una risposta sia “non

so”.

4.3.1 Domande filtro:

Servono a capire se i rispondenti si trovano in una determinata situazione e se è pertinente sottoporli

ad alcune domande e nel caso far saltar loro alcune domande, questo tipo di domande si chiamano

“domande condizionate” e sono precedute dal filtro. Le domande filtro rendono più complessa la

struttura del questionario. Si rischia che diventi più difficile da compilare(= più errori), può seguire di

volta in volta un percorso differente, perciò viene messa in discussione la sua standardizzazione.

4.4 Tipi di risposta: ne esistono 3 tipi:

1)chiuse: più utilizzate, set finito di possibili risposte già stabilite. Vantaggio standardizzazione, meno

lavoro per il rispondente, velocità di risposta, limitano però la sua risposta. Possono essere:

a scelta singola

a scelta multipla

2)aperte: si risponde con parole proprie alla domanda poste(vantaggio). Svantaggio: le informazioni

rischiano di essere ambigue e fortemente legate alla soggettività del rispondente e saranno poi difficili

da utilizzare, perchè andranno ritrasformate e fatte rientrare in una categoria prestabilita. È più

impegnativa per l'intervistato, più alto il numero di risposte mancate( richiede più abilità linguistiche),

non sono molto utilizzate all'interno dei questionari.

3)semichiuse: commistione tra chiuse e aperte. Viene fornito un set di risposte predefinite, alla fine

dell'elenco di possibili risposte viene previsto uno spazio all'intervistato per scrivere un qualcosa che

non rientra nel set di risposte predefinite( solitamente “altro”). Vantaggi sono quelli della risposta

chiusa offrendo anche la possibilità di uno spiraglio sul punto di vista dell'intervistato, comportano

però gli svantaggi delle risposte aperte.

4.4.1. Batterie di domande:

Formulazione e presentazione compatta di più domande. Sono molto utili nei casi in cui il ricercatore

si trovi a dover inserire nel questionario, due o più domande, con struttura simile. Rendono

scorrevole e alleggeriscono la struttura del questionario. Bisogna prestare attenzione al “respons-set”

tendenza degli intervistati a rispondere sempre nello stesso modo. Può assumere diver

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
18 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher viola235 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi quantitativi della ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Arosio Laura.