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DELL'INTERVISTA!
la conduzione dell'intervista
la trascrizione dell'intervista
Il contatto e la presentazione della ricerca
- Contatto con soggetti individuati:
- preso direttamente dal gruppo di ricerca
- Collaborazione di un mediatore quando abbiamo ad esempio a che fare con contesti aziendali, organizzazioni o società. (non è il tuo caso perché li hai contattati tu)
Per quanto riguarda il contatto ci può essere un mediatore o prenderlo direttamente dal gruppo di ricerca attraverso lettera, telefono, email, di persona, o combinazione di tali strumenti (il tuo caso - Instagram).
N.B. Nell'audio devi dare informazione adeguata sullo studio cui si chiede di partecipare (dettaglio dipende da quanto vogliamo che l'intervistato abbia modo di pensarci). E devi dirgli che fine fanno i dati che condividono! → Non Rassicurazioni sulla natura del colloquio e sull'uso che verrà fatto dei dati fare
Riferimento alle registrazioni!
Dichiarare come si è ottenuto il contatto (criteri selezione o mediatore)
Rassicurare sul fatto che non c'è una risposta giusta e che la sua esperienza ci interessa e fornire un'indicazione di massima sulla durata dell'intervista.
Rompi il ghiaccio, fai una battuta prima di iniziare, non far partire l'intervista prima di accendere il registratore.
Chiedere esplicitamente il consenso a registrare!!!!!!!!!!!!!!!!!
ESEMPIO DI INCIPIT FOTO SUL CELL
La conduzione dell'intervista:
- Leggere assieme information sheet in cui sintetizziamo gli obiettivi della nostra ricerca e quindi la cornice dentro cui noi realizziamo l'intervista.
- PRIMA FAI FIRMARE IL CONSENSO INFORMATO, POI LO ACCOMPAGNI CON L'INFORMATION SHEET. Però sti due li metti alla fine, alle appendici.
- In caso di obiezioni alla registrazione:
- Ribadire anonimato e confidenzialità del colloquio
- Spiegare perché vogliamo registrare
di empasse (=di stallo ) dovuta a pianti o esplosioni di rabbia: partecipazione eautocontrollo + offrire opportunità di interrompere l’intervista e spegnere il registratore.
5. Se intervistato comincia a fare domande: mettersi in gioco, ma istituendo una parentesi(rispondere immediatamente cercando di tornare all’intervista oppure dire che se vuoleposso raccontarle di me alla fine dell’intervista).
6. In chiusura, chiedere sempre se c’è qualcosa che il soggetto intervistato vuole aggiungere.
7. Subito dopo, integrare la registrazione audio con alcune note che diano conto del contesto edella comunicazione extralinguistica dell’interazione
La trascrizione dell’intervista
- Rappresenta corpus testuale da analizzare
- Impone delle semplificazioni rispetto all’interazione
- Se necessario, tornare alle registrazioni audio!
Il testo dovrà dar conto:
- delle modalità comunicative di intervistato e intervistatore: intervistatore (es. tono di voce, pause, enfasi, ecc.) -sequenza delle domande e risposte -eventuali sovrapposizioni o interruzioni -numerazione dei turni di interlocuzione Esempio di formattazione del testo utilizzando tag html:
- File audio dell'intervista + trascrizione intervista. Per ognuno dei due elementi deve essere associato un foglio informativo e consenso che è la spiegazione del progetto di ricerca in modo sintetico che noi stiamo realizzando e che abbiamo consegnato all'intervistato.
- Per il consenso informato vedi ERC project SHARE.
- modalità comunicative adottate sia da intervistato che da intervistatore (es. tono di voce, pause, enfasi, ecc.)
- sequenza delle domande e risposte
- eventuali sovrapposizioni o interruzioni
- numerazione dei turni di interlocuzione
- riso, sospiro, colpi di tosse e simili, sottolineature gestuali o posturali, ecc.
- Trascrizione dell'interazione: es. turni di parola
- Trascrizione di eventi esterni: es. un telefono che squilla, qualcuno di inatteso che entra nel luogo dove è in corso l'intervista, ecc.
- Commenti intervistatore sulla dinamica dell'intervista: impressioni, informazioni di cui è importante tenere traccia e quanto detto da registratore spento. O segnare su una nota a margine della trascrizione o in appendice quanto è stato detto a registratore spento, spesso capita che la conversazione prosegua
- SE NON HAI CAPITO BENE LA STORIA DELLA REGISTRAZIONE ASCOLTATI LA LEZIONE 10
- la ricerca che raccoglie storie → fa riferimento all'analisi delle storie che vengono raccontate all'interno dell'organizzazione e che vengono raccolte nel coeso del lavoro su campo. L'attenzione di chi conduce la ricerca in questo caso si concentra dunque sulle molte storie (aneddoti,miti, saghe... di cui ogni organizzazione abbonda. C'entra con l'analisi dei vissuti organizzativi, dei modelli culturali, delle dinamiche di potere e di altre importanti dimensioni e processi dell'esperienza organizzativa. Secondo Gabriel, le storie rappresentano la modalità privilegiata per analizzare una serie di fattori invisibili e latenti all'interno delle organizzazioni, di cui esse rappresentano il lato visibile.
b) La ricerca che produce storie fa riferimento alle storie che la ricerca produce perché ogni rapporto di ricerca è un atto narrativo, sto raccontando una storia se scrivo un libro! Spesso le ricerche che osservano una particolare organizzazione usano uno stile narrativo che privilegia la dimensione cronologica, perché ho avuto accesso all'organizzazione, come ho organizzato la ricerca, ecc... Altre ricerche fanno riferimento alla letteratura come strumento per capire l'organizzazione.
c) La vita organizzativacome testo narrativo, non parliamo di aneddoti o di storie che raccontiamo, ma ci sono alcuni autori che guardano l'agire organizzativo come un processo narrativo e alle organizzazioni caratterizzate da generi letterari preferenziali. L'organizzazione è una narrazione che emerge da un testo co-prodotto da tutti i narratori: manager, addetti alle pubbliche relazioni, biografi... Silvia Gherardi individua sei diverse prospettive di ricerca:
1. Le storie come oggetti di collezione: le storie sono utili a comprendere e interpretare le culture organizzative. Obiettivo di chi fa ricerca è quello di individuare le trame e gli archetipi ricorrenti delle storie raccolte.
2. Le storie come artefatti simbolici: storie considerate come artefatti simbolici attraverso cui è possibile accedere a livelli più profondi e nascosti di significato.
3. Come testo da decostruire: uso di categorie analitiche decostruzioniste, al fine di portare alla luce dinamiche di potere e
soprattutto processi di dominio
Come testo aperto: un testo che può essere interpretato in moltissimi modi diversi
Come processo di storytelling: guardare il raccontare come un processo che esprime la soggettività e il focus viene posto sui sentimenti che attraverso le storie cercano di sottrarsi
Come locus di formazione delle istituzioni e delle identità istituzionali: attraverso le storie le organizzazioni organizzano una propria identità in modo continuo
I campi della ricerca narrativa nelle organizzazioni
L'identità organizzativa
- Barbara Czarniawska mette in evidenza il tentativo - nell'ambito delle teorie razionali della scelta - di antropomorfizzare l'organizzazione, assegnandole uno status di super-individuo, al fine di garantirne la capacità di responsabilità (accountability), dimensione centrale nella cultura moderna.
- Utiliz
linguistica (ciò che viene detto), paralinguistica (come viene detto), extralinguistica (linguaggio del corpo) - dell'interazione: separazione tra domande e risposte, sovrapposizioni e numerazione dei turni di interlocuzione - degli elementi di contesto: luogo dell'intervista, passaggio improvviso di altre persone, suoni e profumi
Appendici
Trascrizione intervista
Inserire data, luogo, legenda ed eventuali codici pseudonimizzazione (=CODICI che sostituiscono i nomi delle persone che abbiamo intervistato).
La trascrizione delle interviste discorsive deve dare conto di:
Barbara poggio- l'approccio narrativo per studiare le organizzazioni
Crescente centralità dello studio delle narrazioni nella ricerca sociale: la narrazione rappresenta una dimensione distintiva dell'esperienza umana e sociale da un lato per la produzione di senso che le persone attribuiscono e
dall'altro per la trasmissione culturale. Attraverso l'analisi delle diverse forme e modalità di narrare l'organizzazione è possibile fare emergere le letture soggettive e le rappresentazioni che gli attori hanno delle organizzazioni in cui operano, come i modi in cui essi producono una conoscenza condivisa e intersoggettiva della realtà. Le narrazioni servono agli individui sia per dare un senso alla realtà organizzativa in cui si trovano, sia per trovare una collocazione e una identità al suo interno. Barbara Czarniawska individua tre principali percorsi attraverso cui noi possiamo guardare alle narrazioni organizzative: