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STRATEGICI E NUOVI RAPPORTI ECONOMICI USA-URSS NEI PRIMI ANNI SETTANTA
“Distensione” è un termine usato per indicare che questa “guerra” non consiste in uno
scontro armato diretto, ma in uno stato di tensione prolungato nel tempo. In questo contesto
possono verificarsi fasi di attenuazione, o addirittura di sospensione e di impegno comune per
ridurne i rischi.
La dottrina Brežnev, nota anche come dottrina della sovranità limitata, fu una linea di politica estera
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sovietica introdotta da Leonid Brežnev in un discorso tenuto davanti al quinto congresso del Partito Operaio
Unificato Polacco (POUP) il 13 novembre 1968. Essa era in altri termini l'applicazione della dottrina
Monroe statunitense, che si applicava nell'emisfero occidentale, al blocco comunista dell'Europa orientale.
Quando le forze che sono ostili al socialismo cercano di portare lo sviluppo di alcuni Paesi socialisti verso
il Capitalismo, questo non diventa solo un problema del Paese coinvolto, ma un problema comune e una
preoccupazione per tutti i Paesi socialisti. 22
È stata individuata una “distensione Stalinist Style” fin nel corso del primo decennio della
Guerra Fredda, dominato dalla formazione di blocchi di alleanze militari contrapposte.
E certo poi c’è la “coesistenza competitiva” dell’era Krusceviana, in cui ritornò un dialogo
Est-Ovest, che avrebbe dovuto creare un clima internazionale disteso, salvo per i modi a volte
un po’ bruschi dell’ex leader sovietico e le crisi di cui si è parlato.
Gli anni Sessanta non furono adatti a creare un clima di distensione tra le Superpotenze.
L’URSS qui dovette prendere in considerazione un altro confronto e poi conflitto dalla parte
della Cina, mentre la sua inferiorità in armamenti atomici strategici rispetto agli USA spinse i
successori di Kruscev, Breznev e Kossighin , a compiere un duro sforzo per raggiungere la
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“parità”, che l’URSS ottenne a fine decennio.
Gli USA, dal canto loro, erano in questo periodo immersi nella crisi del Vietnam.
Nemmeno a fine anni Sessanta si può parlare di distensione. Il Presidente Nixon, infatti,
prima di arrivare ad un accordo di pace, prosegue brutalmente la guerra, col rischio di
alterare l’URSS, avviata a diventare la protettrice e l’alleata, al posto della Cina, del Vietnam
del Nord. In più il Presidente porta avanti una politica di avvicinamento alla Cina che non può
che assumere un significato antisovietico.
L’URSS, nel ’68, applica in Cecoslovacchia la Dottrina Breznev, che rivendica al Patto di
Varsavia il diritto di intervenire in uno Stato Comunista per sopprimervi la
“controrivoluzione”. Essa agisce, è vero, entro la sua sfera egemonica dell’Europa orientale
con intenti difensivi, ma in ogni caso non contribuisce a creare un clima internazionale
“disteso”.
Negli anni Settanta in tutti i casi la parità nucleare può rappresentare una condizione più
favorevole a creare uno dei presupposti classici dell’allentamento della tensione bisogna
à
quindi procedere ad un accordo sul controllo degli armamenti. L’URSS in precedenza
avrebbe potuto accettare facilmente quest’accordo, partendo da livelli di potenza militare
inferiori, mentre gli americani ora devono affrontare i negoziati con maggiore impegno che
nei precedenti anni.
Le basi per i negoziati si trovano negli anni Sessanta. Il rischio di un conflitto nucleare
suscitato dalla crisi di Cuba, in questo decennio, indusse gli USA e l’URSS a munirsi di uno
strumento diretto e quanto possibile rapido di comunicazione ai vertici:
Questa decisione fu presa in seguito alla firma a Ginevra, nel ’63, di un memorandum
• d’intesa per l’attivazione di un filo diretto o, in gergo, di una “linea calda” fra
Washington e Mosca;
Fece seguito al memorandum, il 5 agosto dello stesso anno il “Limited Test Ban”, il
• “Primo Trattato Atomico”, che vietava gli esperimenti nucleari “nell’atmosfera, nello
spazio esterno e sott’acqua”, e fu firmato da USA, URSS, GB, ma non da Francia e Cina.
Parigi aveva infatti appena iniziato i suoi esperimenti atomici, e la Cina stava
preparando la sua prima esplosione atomica;
Nel ’67 si colloca l’“Outer Space Treaty”, o “Trattato dello Spazio Esterno”, che vieta
• l’installazione di armi nucleari e di distruzione di massa nello spazio in orbita intorno
alla Terra, sulla Luna e su altri corpi celesti;
Del ’68 è invece il “Trattato di non proliferazione nucleare”, firmato
• contemporaneamente a Washington, Mosca e Londra con esso le Potenze nucleari si
à
Non era Segretario del PCUS (come Stalin, Kruscev…), ma era Presidente del Cons. dei Ministri dell’URSS. Seguì
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lo stesso Kruscev (al contempo Segretario PCUS), preceduto a sua volta da Bulganin in questo ruolo.
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impegnano a non trasferire ad alcun altro Paese armi atomiche e mezzi e tecnologie
per costruirle. Gli Stati non nucleari, d’altro canto, s’impegnano a fornire garanzie di
non procurarsi armamenti nucleari e ad accettare i controlli dell’IAEA (International
Atomic Energy Agency), l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. La grande
maggioranza dei Paesi non dotati di energia atomica, tra cui l’Italia, firmarono e
ratificarono il Trattato, ma non la Francia, la Cina, Israele, l’Egitto, l’India, il Pakistan e
il Brasile.
Certo le preoccupazioni inerenti gli altri Paesi non ancora dotati di nucleare, ma
candidati a farlo, interessavano soprattutto l’URSS. La maggioranza di essi, infatti,
specie in Asia, come ad esempio il Pakistan e la Corea del Sud, o in Medio Oriente, come
Israele, poteva costituire una potenziale minaccia aggiuntiva soprattutto per l’Unione
Sovietica, il cui territorio era assai più vicino di quello americano.
Il vero salto di qualità si compie nel 1969, quando Stati Uniti e URSS, a Helsinki,
• iniziarono i “Colloqui sulla Limitazione delle Armi Strategiche”, o “SALT” (Strategic
Arms Limitation Talks). I negoziati misero in evidenza difficoltà e divergenze, che
riguardarono anzitutto che cosa si dovesse intendere per armi strategiche.
I sovietici sostenevano che tra le armi strategiche rientrassero tutte quelle che
potevano raggiungere i territori nazionali dei due Paesi, ma questo criterio coinvolgeva
la difesa americana dell’Europa Occidentale, affidata a bombardieri e postazioni
missilistiche nei territori nazionali dei Paesi NATO e sulle portaerei americane
nell’Atlantico e nel Mediterraneo. Queste postazioni dovevano anche servire per
neutralizzare i missili a raggio intermedio e gli aerei che dall’URSS, o dai Paesi del
Patto di Varsavia potevano colpire l’Europa Occidentale, ma che per il loro raggio
d’azione non erano presi in considerazione dai SALT.
I SALT procedettero tra rinvii e interruzioni per circa un anno e mezzo, finché nel ’71
USA e URSS annunciarono di voler definire con accordi i primi risultati delle
consultazioni. Questi “mini” accordi, entrambi firmati a Mosca nel ‘72 saranno:
L’Accordo SALT 1 congelava la situazione degli armamenti strategici delle
§ à
due parti e aveva la validità di 5 anni;
L’Accordo ABM – Trattato sulla limitazione dei sistemi missilistici antibalistici
§ poneva una prima serie di limitazioni agli armamenti: indicazione delle aree
à
circoscritte dove le due Potenze dovevano concentrarli, sospensione dei
perfezionamenti nei sistemi d’arma, divieto di costruire missili intercettatori
multipli, divieto di sperimentare e impiegare missili ABM in mare, nell’aria e
nello spazio…
La rilevanza politica del Trattato ABM era primaria. Per la prima volta nella storia degli
armamenti le due Superpotenze rinunciavano ad una rischiosa corsa tecnologica e
quantitativa nel settore delle nuove armi difensive strategiche.
Nixon e Kissinger, in questo periodo portarono avanti con l’URSS una “diplomazia dei
vertici”, rivolta alla riduzione dei rischi di una guerra atomica.
Mentre le rispettive delegazioni si impegnavano nella preparazione degli Accordi SALT 2,
fruttuosi incontri fra Nixon e Breznev promossero sul piano politico una distensione
apprezzata sia dall’una, sia dall’altra parte. Le dimissioni forzate di Nixon (nel ’74, prima che
si procedesse all’impeachment nello scandalo Watergate), poi, causarono disappunto e
diffidenza a Mosca.
Prima che Nixon si dimettesse: 24
La visita di Breznev negli USA, nel ’73, vide la stipulazione dell’Accordo tra gli USA e
• l’URSS sulla prevenzione della guerra nucleare, che impegnava le due superpotenze
a stabilire consultazioni immediate e a compiere ogni sforzo per evitare il rischio di
una guerra nucleare fra loro, e fra una di esse e un Paese Terzo;
La visita di Nixon a Mosca, alla vigilia delle sue dimissioni, nel ’74, che portò alla firma
• di due atti integrativi importanti:
Un emendamento al Trattato ABM riduceva a una sola le zone in cui ciascuna
§ à
delle due Superpotenze potevano mantenere armamenti strategici atomici;
Il Threshold Test Ban, o il “Trattato per la limitazione di potenza degli
§ esperimenti nucleari nel sottosuolo”.
Intanto, approvato da parte del Congresso USA l’accordo SALT 1, nel ’72, erano iniziati
• i negoziati per il SALT 2, che dovettero affrontare nuovi problemi tecnici: la
definizione del tetto massimo comune tra i diversi vettori di armi nucleari (missili,
sommergibili, aerei), la precisazione del numero dei missili a testate multiple, i metodi
di conteggio e di verifica…
L’ultima fase del SALT 2 si svolse dopo le dimissioni di Nixon, nell’autunno ’74. Toccò
al nuovo presidente Gerald Ford, nel “Vertice fra i ghiacci” di Vladivostok di
impegnarsi con Breznev per arrivare ad un accordo, la cui validità si estendesse dal ’77
(anno di validità dell’accordo ad interim SALT 1), all’85. Il nuovo Accordo avrebbe
dovuto stabilire limiti uguali per i vettori nucleari strategici e per i missili a testate
multiple (MIRV). Le negoziazioni durarono fino al ’79, quando l’accordo fu firmato.
I negoziati per il controllo e la limitazione degli armamenti atomici rappresentano il fattore di
distensione più dimostrativo e visibile della prima metà degli anni Settanta.
Questa distensione, tuttavia, non fu solamente il frutto di queste “talks”, ma fu sollecitata
anche dalle preoccupazioni dell’URSS riguardo alle persistenti difficoltà economiche del loro
Stato. La dirigenza sovietica aveva maturato la consapevole