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28. LE ECONOMIE SVILUPPATE: STATI UNITI E GIAPPONE

28.1. L'egemonia degli Stati Uniti

Nel secondo dopoguerra, gli Stati Uniti divennero la prima potenza politica, economica e militare del pianeta. Riuscirono a diffondere il loro modo di vivere, le loro preferenze e i loro gusti. Il ruolo principale era quello di abbattere il comunismo e di portare avanti gli ideali del libero scambio e il rispetto dei diritti umani, però per arrivare a tali obiettivi dovettero appoggiare governi autoritari dove i diritti umani erano violati. Il dollaro era diventata la moneta per gli scambi internazionali e moneta che costituiva le riserve di banche. Gli Stati Uniti presero consapevolezza del loro ruolo di leader all'interno del mondo. L'agricoltura fece crescere la produzione e la produttività, ma i redditi delle famiglie rimanevano sempre modesti, così il governo intervenne a sostegno degli agricoltori ma non riuscì a evitare l'eccessiva produzione di grano.

dovuta ai rendimenti che tendevano a crescere fino a quando il mercato era capace di assorbirli. Così si verificò una diminuzione degli addetti all'agricoltura e l'espulsione dal mercato di piccole imprese a vantaggio di quelle grandi. Le corporation si ingrandirono e nacquero le imprese multi divisionali, organizzate in divisioni o settori, ognuna con una propria autonomia funzionale e gestionale. Si attuò la separazione, nelle imprese, tra proprietà e controllo così all'interno delle imprese non decidevano gli azionisti ma il manager. Nacquero le aziende specializzate che diedero vita a un mercato di imprese. Le aziende divennero conglomerate, ovvero si occupavano della produzione di diversi prodotti così da attuare economie di scala e successivamente di diversificazione, strategia con lo scopo di ammortizzare l'oscillazione di ogni singolo prodotto. 28.2. La reaganomics Dopo il 1973, gli Stati Uniti furono guidati da Reagan ecosì iniziò l'era Reaganomics. Reagan combatté: - l'inflazione con provvedimenti redditizi e monetari; - aumentò la spesa per la difesa, in quanto doveva tenersi pronta per sconfiggere l'impero del male, la Russia, e quindi diede molto impulso all'industrie belliche che migliorarono l'economia; - diminuì l'imposizione fiscale; - liberalizzò il mercato finanziario, industriale e del lavoro; - deregolamentazione per dare maggiore libertà alle imprese. Tra le varie imprese rientrano pure le banche che iniziarono a comportarsi come banche universali e quindi abolirono definitivamente la distinzione tra banche commerciali e di investimento. In tal modo le diseguaglianze sociali diminuirono, la redistribuzione avvenne in modo più equo, vi fu una riduzione delle imposte sui redditi alti e medi, un taglio sull'assistenza ai disoccupati e agli indigenti poiché ritenuta una spesa improduttiva. Nonostanteil calo economico seguito a causa di investimenti esteri che li fecero diventare debitori, come nei periodi del primo conflitto mondiale, gli Stati Uniti riuscirono a mantenere il loro primato mondiale e a imporre il loro modello di sviluppo.

28.3. La crisi e le trasformazioni della società americana

Gli Stati Uniti godettero di una fase di espansione, ostacolata anche dall'attacco terroristico alle torri gemelle di New York. Tale fase espansiva interessò anche il credito, in quanto la deregolamentazione favorì la libertà delle banche. Con la crisi del 1929, dovettero subire una crisi di sovraproduzione e che vide la caduta dei consumi e l'impossibilità di assorbimento di manufatti prodotti. Il governo federale così dovette intervenire per salvare le banche e le imprese in difficoltà. Gli Stati Uniti stavano diventando quasi indipendenti dalle importazioni di combustibili fossili mediante l'uso dello shale gas. Il sogno americano,

ovvero che chi avesse la volontà di lavorare poteva trovare occupazione, iniziava a venir meno. Cambiò anche la composizione della popolazione dovuta a un adeguata emigrazione di popoli provenienti da tutte le parti del mondo. In questo modo la società americana si prepara ad essere multietnica e multirazziale e ciò comporterà molti problemi economici, politici e culturali. 28.4. Il miracolo economico giapponese Dopo la seconda guerra mondiale, il Giappone continuava ad essere poco sviluppato e non rientrava tra le potenze europee anche perché subì, alla fine del secondo conflitto mondiale, gli attacchi a Hiroshima e Nagasaki. Ma anche il Giappone conobbe il suo miracolo economico che determinò un incremento di produzione e tassi di disoccupazione molto bassi. Le ragioni di tale miracolo sono: - l'intervento dello stato nell'economia, che mantenne bassi i tassi di interesse, incentivò la nascita di cartelli, protesse le

importazioni conbarriere tariffarie e non;

la guerra in corea, che determinò un incremento della produzione di materiali bellici da fornire alle forze schierate, corea del nord e stati uniti;

gli aiuti americani;

la disponibilità di una tecnologia avanzata;

la partecipazione al commercio internazionale, che permise l’esportazione di prodotti ad alta tecnologia e di ottima qualità, collaborazione tra imprese e governo;

collaborazione tra le singole impese, che diede vita alla nascita di nuovi gruppi imprenditoriali privi di organizzazione gerarchica;

collaborazione tra management delle imprese e dipendenti, in quanto uno dei punti della tradizione confuciana voleva che fossero rispettati i ruoli gerarchici;

l’introduzione delle pubblic companies fecero in modo che molte persone diventassero azionisti di grandi società.

28.5. Il decennio perduto del Giappone

Dopo il periodo di crescita e di espansione, il pil giapponese

Iniziò a ridursi essendo in atto una grave crisi simile a quella del 2008-9. Le cause della crisi debbono essere ricercate nei fattori di espansione in quanto le esportazioni verso gli stati uniti erano aumentati e il governo aveva attutato una politica di espansione del credito mediante la riduzione dei tassi di interesse che comportò l'emissione di nuovo cartamoneta. La moneta in circolazione aumentò e ciò permise l'acquisto di titoli azionari e immobiliari. Negli anni ottanta, il valore delle azioni si triplicò e i prezzi degli immobili raddoppiarono mentre il livello generale dei prezzi rimaneva stabile. L'economia sembrava solida invece si andava incontro a una bolla speculativa scoppiata nel 1990, quando alcuni investitori cominciarono a vendere le loro azioni mentre la banca del Giappone cercava di ridurre la moneta in circolazione aumentando il tasso ufficiale di sconto. Così i prezzi delle proprietà immobiliari precipitarono.

Le conseguenze furono che gli istituti finanziari non riuscirono a recuperare i loro crediti e quindi molte fallirono mentre altre furono salvate ma ridussero il credito bancario, i consumi stagnarono e molte industrie dovettero ridurre la produzione creando disoccupazione e in questo modo il Giappone entra in crisi.

Allora il governo attua delle politiche per conservare i mercati di sbocco alle proprie industrie mediante applicazione del dumping e delle barriere tariffarie e non. Il PIL giapponese si ridusse considerevolmente ma comunque riuscì a mantenere la posizione di terza potenza economica mondiale, dopo Stati Uniti e Cina.

29. LE ECONOMIE SVILUPPATE: L'UNIONE EUROPEA

29.1. Il Mercato comune

Gli stati europei cercarono di ampliare i mercati ritenuti troppo limitati e non in grado di garantire una conveniente collocazione ai prodotti di massa. Il primo passo fu quello della nascita del Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) che decise la libera circolazione delle merci al suo.

interno e stabilì un'unicabarriera doganale estera. Nel 1951 gli stessi paesi insieme ad Italia, Germania14occidentale e Francia, formarono la comunità europea del carbone edell'acciaio, la quale rappresentava un'unione doganale per il minerale ferroso,il carbone, il coke e l'acciaio ed esercitava il controllo sulla produzione e sullavendita di quei beni. Nel 1957, a Roma, gli stessi paesi formarono la comunitàeconomica europea, la quale prefiggeva la libera circolazione delle merci, deilavoratori, dei capitali e dei servizi, aboliva i dazi doganali e le restrizioniquantitative agli scambi, bisognava fissare una tariffa doganale comune egarantire la libera concorrenza, e la comunità europea per l'energia atomica, laquale promuoveva lo sviluppo delle ricerche e la diffusione delle conoscenze inmateria nucleare, provvedeva all'approvvigionamento della materia primaassicurandone un uso pacifico. La gran Bretagna non

accettò di entrare nell'unione poiché aveva instaurato dei trattati commerciali con le ex colonie formando il Commonwealth. La Gran Bretagna, insieme alla Svizzera, Austria e Portogallo, promosse l'associazione europea di libero scambio e dopo qualche anno chiese l'entrata nel mercato comune uscendo dall'EFTA. La crescita economica fu molto imponente. Di importanza notevole fu la politica agricola comunitaria, la cui attuazione non fu facile per le divergenze di interessi tra i vari paesi. Per sostenere i redditi degli agricoltori e proteggere la produzione dalla concorrenza estera si iniziarono a produrre con costi più bassi, ma i prezzi furono tenuti alti a discapito dei consumatori. Tale politica fu molto costosa. Con i paesi del terzo mondo, ed ex colonie, furono fatte delle convenzioni come quella di Yaoundé, che prevedeva forme di cooperazione commerciale, tecnica e finanziaria.

29.2. L'Unione Europea e l'euro

Con le crisi

Petrolifere e il controllo dei sistemi dei cambi fissi vi fu un crollo dell'economia. I problemi dell'economia europea sono legati:

  • alla disoccupazione, in quanto raggiunse livelli elevatissimi, che fu sopportata grazie al sistema di sicurezza sociale che fece crescere l'indebitamento.
  • Il tenore di vita degli europei e l'elevato costo del lavoro metteva i prodotti in difficoltà nei mercati mondiali poiché vi erano i prodotti dei paesi in via di sviluppo a prezzi più bassi.
  • L'inflazione che portò i governi a tralasciare il problema della disoccupazione e applicare delle politiche restrittive di credito allo scopo di evitare iperinflazione. Le politiche deflazionistiche ebbero effetto e l'inflazione iniziò a scendere.

Per combattere tali problemi occorreva formare un'unione monetaria. Fu creato un sistema monetario europeo che fissava le parità fra le monete aderenti e l'ECU.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
28 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Yuccia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Cassar Silvana.