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Indicazione sintetica della posizione dei due soggetti:

− Մ Ո

inizio: S1 O S2

− Ո Մ

fine: S1 O S2

Il secondo Soggetto, percepito come soggetto antagonista e negativo, è detto Antisoggetto.

Le tre direzioni fondamentali

− ci sono delle idee da esprimere, si crea una storia adeguata a rappresentarle, illustrarle o

dimostrarle; si va dall'idea alla invenzione degli eventi (esempi più evidenti: romanzi a tesi,

favole con la morale, molta fantascienza, parabole ed epiloghi);

− ci sono dei fatti da interpretare, legandoli in una configurazione narrativa; si va da elementi

della realtà al racconto (esempi: cronaca, esposizione storica, colloquio medico);

− si parte direttamente dalla suggestione di una forma narrativa, ci si abbandona alla fantasia

con atteggiamenti anche ludici, si gioca d'intelligenza o d'astuzia con il proprio destinatario

(esempi: fantasy, poliziesco, Orlando Furioso, romanzi di Eco).

Il triangolo delle funzioni della narratività

A = Formale

B = Simbolico

C = informativo

Attenzione: non si danno tipi puri.

Non ci sono ad esempio testi narrativi puramente informativi, ma hanno sempre anche valori

simbolici e valori formali, dunque esprimono una certa concezione della realtà e una certa capacità

di proporre un racconto ben costruito e ben scritto.

Le fiabe ed i mondi fantastici affermano molte cose sul mondo reale (es: il film King Kong di

Schoedsack e Cooper ci mostra in vari mdi come l'immaginario anticipi, disegni e costruisca ciò che

poi ci illudiamo essere semplicemente il reale). C'è infatti molta realtà in un testo che sembra

fantasia; le storie servono per esprimere significati e questi vengono proiettati sui personaggi.

Greimas parla di conversione: il percorso generativo si svolgerebbe attraverso una serie di

conversioni destinate essenzialmente a tradurre il contenuto di un livello nei termini del successivo.

Problema numero 1

Livello profondo. Struttura di puro significato???!!!

Ci sono sì dei valori legati da relazioni logiche ma il problema più importante è quello della

separazione di un universo di puri significati che non hanno relazioni con il lato del significante.

Greimas ci presenta un piano dove ci sono solo puri significati.

Problema numero 2

Greimas non sa spiegare il passaggio dal livello profondo al livello superficiale in termini di logica

interna, ma fa intervenire un tutt'altro principio: una creazione tesa a riprodurre la vita reale che

chiama “antropomorfizzazione”. E tuttavia ci parla di “illusione referenziale”.

Ad esempio: a proposito di una fase come quella dell'acquisizione di competenze, essa ha senso

solo se riferita al comune modo di agire dei soggetti umani (perché ci deve essere tutta la parte

riguardante l'acquisizione delle competenze? perché nella vita reale prima di compiere un'azione noi

ci prepariamo e acquisiamo i mezzi giusti e necessari dice Greimas). D'altro canto non è neppure

ben chiara la ragione per cui strutture di pensiero astratte dovrebbero dar luogo a processi di

adeguamento al reale così forti da generare un inganno: l'inganno per cui i contenuti narrativi si

costituirebbero in principio quali immagini del mondo, anziché quale risultato di una costruzione

semiotica interna. Gremas giudica questa un'illusione: è l'illusione referenziale che accennavamo

prima. Il fenomeno sarebbe tipico di altri generi di tesi. Qualcosa di analogo infatti accade nel caso

della pittura figurativa: vediamo un quadro come un insieme di rappresentazioni iconiche che

possiamo denominare (es: torrente, pecora, albero) come se queste appartenessero al mondo “così

com'è”, ma è ingenuo vedere in tali figure dei banali riferimenti a oggetti del mondo (“referenti”),

dal momento che il testo pittorico è invece il risultato di una costruzione elaborata a partire da un

senso, che in quelle figure si esprime.

Per mantenere in forma rigida il suo principio di base, Greimas è costretto in pratica a porre il

percorso generativo sotto la dipendenza di due diversi principi di propulsione: da un lato una forza

che proviene dall'interno che esegue la missione di dare espressione ai contenuti profondi, dall'altro

una forza che proviene dall'esterno che impone un adeguamento imitativo alle logiche e ai modi

della realtà d'esperienza. Ma le due forze sembrano indipendenti, eterogenee, e tali da mettere in

dubbio la stessa presenza di una logica coerente. È un fatto che in linea generale si richieda alle

storie di apparire verosimili, tanto nel disegno degli eventi quanto nella psicologia dei personaggi,

ed entra qui in gioco il concetto di un'antropomorfizzazione destinata a far intervenire nella struttura

testuale la logica soggettiva di qualcuno che pensa e agisce.

Problema numero 3

Dov'è la linea che separa il lato del significato dal lato del significante?

Il problema è che Greimas non aveva letto bene Saussure: non bisogna confondere Significante e

Manifestazione. Nel caso di una parola della lingua italiana ad esempio, una cosa è la parola cane

(entità astratta e generale) mentre un'altra cosa sono i suoni che un soggetto produce quando

manifesta quella stessa parola (suoni che tra l'altro cambiano da una persona all'altra in base alla

provenienza regionale, in base al proprio timbro di voce, alla propria intonazione etc.). La divisione

tra significato e significante si pone tra il livello figurativo e il livello di manifestazione.

Lezione 7

Il Corvo e la Volpe

Jean de La Fontaine, Le Corbeau et le Renard (analisi di George Maurand: allievo di Greimas)

Il fatto che sia studiata una tipica favola con morale ci rende certi in partenza di trovarci di fronte a

un racconto che mira a dare espressione a un ben riconoscibile significato, caratteristica opportuna

per un'analisi che si pone soprattutto obiettivi di dimostrazione metodologica.

Storia: un Corvo se ne sta appollaiato su un albero tenendo in bocca un formaggio. Volpe attirato

dall'odore, inventa un modo per impadronirsene: adulando il Corvo per la sua bellezza, e

rivolgendoglisi con fare cerimonioso, afferma che se il suo canto è pari alle sue piume, allora va

riconosciuto come la “fenice degli ospiti del bosco”. Corvo per mostrare la sua voce apre la bocca

lasciando cadere la preda e subito comprende di essere stato ingannato. Volpe si impadronisce del

formaggio e offre all'altro un insegnamento: “Mio buon signore, sappiate che ogni adulatore vive

alle spalle di chi gli dà ascolto”.

La morale della favola insegna che l'adulazione consiste in definitiva in una forma di contratto

subdolo e di baratto estorto.

Prima sequenza

S1 = Soggetto (Volpe)

S2 = AntiSoggetto (Corvo)

O = Oggetto di valore (Formaggio)

Մ Ո

Situazione iniziale (canonica): S1 O S2

Non è proprio così:

− S1 interpreta l'Oggetto di valore come bene materiale, cibo ;

− S2 lo intende come strumento esibitivo per mostrare le sue disponibilità e acquisire prestigio

(per questo lo tiene nel becco senza ingoiarlo);

− l'Oggetto materiale è lo stesso, ma il valore investito, il suo significato è differente, in

quanto attribuito dal Soggetto. Il significato che il formaggio ha per il corvo è ben diverso

dal significato che ha per la volpe. L'Oggetto a livello figurativo è lo stesso ma il valore

attribuito è differente. Dovremmo allora distinguere tra la dimensione figurativa

dell'Oggetto di valore (un pezzo di formaggio) e il suo valore profondo (valore di status in

un caso, valore alimentare nell'altro).

Introduciamo quindi una distinzione tra:

− oggetto di valore come entità figurativa;

− oggetto di valore come entità profonda (legate ai valori che Greimas colloca nei quadrati del

livello profondo).

Avendo a che fare con un testo verbale, si tratta innanzitutto di comprendere gli enunciati che lo

compongono. In questo modo, facendo riferimento al relativo codice linguistico, si passa dal livello

della manifestazione, qui in lingua francese, a una rappresentazione mentale della storia, con i suoi

personaggi, i suoi luoghi, i suoi avvenimenti specifici. Siamo così passati dal livello della

manifestazione a quello dell'allestimento figurativo del racconto, che si organizza nella nostra

immaginazione.

Il problema di S1 è come riuscire ad ottenere l'Oggetto di valore?

È sul livello dell'immaginario che la volpe può vincere: la volpe può vincere grazie al linguaggio

perché il linguaggio ha la capacità di cambiare il mondo. Parlare = ridefinire le cose.

La volpe diventa destinante ed il corvo cerca di superare la prova aprendo il becco.

Un'opposizione al tempo stesso:

− attribuita: i due sono chiaramente antagonisti rispetto al possesso del formaggio;

− dinamica: tutto il racconto dipende dal fatto che essi formulano programmi narrativi

contrastanti;

− cognitiva: Volpe sa quello che Il Corvo ignora;

− spaziale: il Corvo occupa una posizione alta rispetto all'interlocutore.

Le relazioni attanziali vengono attribuite a partire da ben precisi indici che possiamo cogliere nel

testo. Vedendo poi che la vicenda gira intorno al possesso del formaggio, colleghiamo tale figura

con la nozione astratta di Oggetto di valore.

L'esempio rende chiaro il principio per cui qualsiasi animale, nel momento in cui attribuisce a un

racconto strutture narrative, ad esempio quelle attanziali, costituisce un atto d'interpretazione:

perché i medesimi eventi possono essere soggetti all'assegnazione di differenti configurazioni

attanziali; qui in effetti ben tre configurazioni differenti si succedono in brevissimo tempo, riferite

tutte alla medesima relazione tra i due personaggi (Soggetto e AntiSoggetto; destinante e soggetto;

partner di uno scambio): le collocazioni attanziali non appartengono dunque agli stati di cose

esposti nel racconto, ma sono attribuite dall'esterno in una pratica interpretativa.

Cosa Volpe capisce

Il Corvo è in una posizione di Potere, perché può costantemente approvvigionarsi del cibo. Tuttavia

il Corvo è anche in una posizione di debolezza, perché ha costantemente bisogno di una ammirata

approvazione da parte degli altri, la sua aspirazione al prestigio è senza limiti.

Dunque per quanto si congiunga a oggetti di valore, resta sempre in certa misura, manchevole,

perennemente disgiunto. E soprattutto il prestigio dipende sempre dagli altri: magari, come in

questo caso, dal primo che passa ed è pronto a imbrogliarti.

Meccanismo dell'adulazione: lasciare che la propria identità dipenda da quello che dicono gli altri.

Volpe legge nella mente del corvo e capisce che il

Dettagli
A.A. 2015-2016
65 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.lora-1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie della narrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ferraro Guido.