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POSITIVE CONTRARY

TIFFANY INJUSTICE

NEGATION OF THE NEGATION CONTRADICTORY

Affinché risulti chiaro il motivo per cui la giustizia dovrebbe trionfare, Mc Kee consiglia di metterla

in conflitto con la disonestà, l’ingiustizia e la tirannia, in un crescendo argomentativo che dimostri

automaticamente il suo valore superiore. Al di là di alcune differenze, la tecnica consigliata dal

manualista statunitense per rendere positivo il valore/focus di una sceneggiatura consiste dunque

nell’utilizzo del cosiddetto quadrato semiotico, lo strumento logico con cui Greimas descrive il

valore dei concetti su cui si struttura il significato di ogni storia.

Per valore, il semiologo lituano intende la differenza tra i vari elementi di una categoria semantica.

Per esempio, nella categoria del colore, il bianco ha valore perché si distingue dal nero e da tutti gli

altri colori che non sono bianco. In “Mine vaganti”, l’essere come si desidera ha valore, perché si

distingue dall’essere come si deve, ma anche dal non essere come si desidera e dal non essere

come si deve, che sono in fondo le due posizioni finali che Tommaso assume nei confronti della sua

famiglia. Dopo aver sperimentato la vita che suo padre avrebbe sperato che conducesse, infatti,

egli afferma pubblicamente che non sarà mai come lo vorrebbero i suoi genitori, ma decide di non

dichiarare fino in fondo ciò che desidererebbe essere, mantenendo nascosto il suo amore per un

altro uomo.

Visto in questi termini, il conflitto può essere inteso come una catena di eventi resa significativa

dall’opposizione tra due valori contrari, uno positivo e uno negativo, ancora una volta tenuti

insieme dalla categoria semantica su cui si fonda la storia, che a questo punto dobbiamo definire

topic. Il valore negativo si deve imporre come ostacolo, in modo che le vicende narrate lo

rappresentino e lo scandaglino a dovere, fino a rendere condividibile il punto di vista del focus,

cioè l’evidente qualità positiva del suo valore opposto.

3.5 Costruire personaggi significativi

Secondo Bandirali e Terrone, gli altri due elementi imprescindibili dello story concept di una

sceneggiatura sono i suoi personaggi e il loro sistema di relazioni.

Quello della costruzione di un sistema di personaggi significativi, la cui presenza dentro un film

appaia sensata e funzionale allo sviluppo della narrazione è uno dei problemi principali della

manualistica hollywoodiana a cui l’applicazione dei modelli di Greimas potrebbe fornire un

contributo decisivo. Tutti gli studiosi è stato fatto riferimento sono concordi nel riconoscere che le

scelte dello scrittore per tratteggiare i protagonisti della propria storia sono la base del buon

funzionamento di quest’ultima. Nessuno, però, sembra comprendere a fondo il legame che deve

intercorrere tra i personaggi e il nucleo semantico di fondo delle loro vicende.

Ancora una volta, chi va più vicino alla soluzione di questo problema è Mc Kee anche se, a dirla

tutta, lo studioso americano non approfondisce il significato della sua intuizione, ma fornisce qua e

là, nel suo manuale, alcuni indizi per interpretarla. Per esempio, egli sostiene che la chiave per

costruire un buon personaggio sia il suo desiderio.

Greimas sottolinea come non si possa dare narrazione senza, alla base, il meccanismo del

desiderio. Esso è generato dai valori dei personaggi, poiché questi costituiscono la causa delle loro

aspirazioni. Il desiderio si proietta su un oggetto concreto, definito Oggetto di valore. I Soggetti,

vale a dire coloro i quali vedono soggettivamente certe cose come desiderabili, cercano di ottenere

queste ultime per sé: nella differenza tra una condizione di mancanza dell’oggetto di valore e la

possibilità che questa mancanza venga rimossa si costituisce quello che Mc Kee definirebbe “il

calderone entro cui cucinare tutti gli ingredienti del racconto”

Per Greimas, il personaggio principale di una storia deve perseguire il valore positivo più

importante di quest’ultima, quello che si oppone al valore negativo della sua categoria semantica

di fondo. Il protagonista della narrazione, dunque, è significativo solo se viene costruito in funzione

di queste valori ed è per questo che Mc Kee può sostenere che il personaggio è la struttura e la

struttura il personaggio: perché egli è colui che incarna e prende in carico la dorsale topic-focus su

cui si regge l’intera vicenda.

Naturalmente, il bersaglio di tutto questo modo di strutturare la storia e il personaggio è lo

spettatore, il quale per usare un’espressione già citata, deve credere nella verità dell’intenzione

tematica dello sceneggiatore. Questo ci fa tornare in menta la formula focus + cause, dove a

questo punto è evidente come le ragioni che rendono sensata la presa di posizione dell’autore non

siano altro che la constatazione di ciò che significherebbe, in negativo, sostenere e valorizzare il

contrario.

3.6 Il sistema dei personaggi

“Mine vaganti” conferma appieno queste teorie. Infatti, Tommaso è animato dai valori su cui si

fonda l’intenzione tematica o focus del film, ma il malore del padre, manifestandosi nell’istante in

cui tra l’altro suo figlio Antonio rivela pubblicamente di essere gay, innesca il suo fatal flaw,

giustificato dalla paura di far soffrire troppo i suoi genitori e tutta la sua famiglia.

A questo punto, la scelta di studiare la struttura narrativa di un film per la sua capacità di esplicare

con chiarezza la coppia topic-focus della sua storia, si rivela molto utile per descrivere non solo la

logica di costruzione della figura del protagonista, ma il significato più profondo dell’intero sistema

dei personaggi, che deve essere costruito per scandagliare tutte le sfumature del topic e il senso

della posizione assunta dall’autore, con l’affermazione del suo punto di vista nel focus.

Questo è molto evidente, se guardiamo come sono fatti i personaggi di “Mine vaganti”. Nei primi 5

minuti di film, Ozpetek ce li presenta tutti, forse proprio per mettere sul tavolo fin da subito l’intera

gamma di punti di vista da cui egli vuole osservare i temi della sua storia, che sono almeno due:

quello dell’identità e quello della socialità, incentrato sull’opposizione tra egoismo e altruismo o,

quantomeno, sul valore di tenere conto dei sentimenti degli altri, contrapposto a quello della

verità, perseguita anche a costo di soffrire e, soprattutto, di far soffrire i propri cari.

In questo senso, Tommaso è concepito per distinguersi da suo fratello Antonio che, col suo coming

out, sceglie la via dell’egoismo. Dal punto di vista semiotico Antonio è necessario per rendere

sensato il fatal flaw di suo fratello, che vedendo l’inefficacia della posizione che avrebbe voluto a

sua volta assumere, decide di tentare, titubante, di vivere la vita che la sua famiglia aveva sempre

progettato per lui.

Tommaso e Antonio, a loro volta, sono nettamente contrapposti al padre; Vincenzo: un uomo rozzo

e maschilista, naturalmente omofobo e ipocrita nella gestione dei suoi rapporti sentimentali.

Vincenzo rappresenta l’attaccamento a un sistema di valori vecchio e ormai insensato anche per

lui, ma ancora fatto proprio dalla società in cui egli vive e, quindi, incriticabile.

La figura della nonna, rappresentante femminile delle vittime del sistema di valori su cui Tommaso

è chiamato a prendere posizione, è contrapposta a tutte le donne di famiglia: Stefania, moglie di

Vincenzo; Elena, sua nipote, figlia di Stefania e sorella di Antonio e Tommaso; e zia Luciana, sua

figlia e sorella di Vincenzo. Ognuna di queste figure sperimenta i problemi e le possibili soluzioni

alla vita in una società che vede il mondo in maniera opposta, rispetto all’intenzione tematica di

Ozpetek. Stefania è la più realista: viene tradita dal marito, ma in fondo gode della sua posizione di

matrona in una casa ricca e agiata. Zia Luciana è la sognatrice sconfitta: ha tentato la fuga d’amore

a Londra, per scappare dal sistema, ma non ce l’ha fatta ed è tornata indietro. Elena, invece, è la

terzogenita, evidentemente portata a emanciparsi, ma incapace di affermare la sua volontà,

schiacciata com’è dalle regole sociali che la vorrebbero relegare nel ruolo di madre di famiglia e

casalinga annoiata.

Nel caso di “Mine vaganti” ogni figura è concepita per evidenziare il senso delle scelte che il

protagonista è chiamato a compiere, tra tutti i differenti modi di mettere a fuoco la vicenda. Ogni

personaggio è un contrappeso che serve per equilibrare visioni valoriali opposte, così da

giustificare l’affermazione di Mc Kee il quale, per approfondire il significato della sua idea sulla

coincidenza tra personaggio e struttura, sostiene che “True character can only be expressed

through coice in dilemma”. Ebbene, queste scelta, evidentemente, è tra i punti di vista sul topic che

il sistema dei personaggi, con le loro relazioni col protagonista, presenta a quest’ultimo: egli è la

sua scelta, vale a dire la posizione che decide di assumere all’interno della struttura.

3.7 Il modello degli attanti e il significato dei personaggi

Greimas tratteggia, nel suo percorso generativo del senso, un modello che egli definisce degli

attanti, nel quale descrive i ruoli che i vari personaggi possono giocare, per esplicitare al meglio il

significato dell’opposizione di valori su cui si fondano le loro vicende.

Rispetto a una certa opposizione di valori un personaggio può sposare la prospettiva positiva e

diventare dunque il Soggetto, o protagonista della storia, oppure quella negativa, recitando la

parte dell’antagonista o Anti-Soggetto.

Per stabilire che certi valori sono positivi, un narratore potrebbe decidere di affidare a un

personaggio specifico il ruolo di Destinante, vale a dire colui che immette nella storia il sistema di

valorizzazione che viene fatto proprio dal Soggetto. In “Mine vaganti”, sembra vagamente che

questa parte sia giocata dalla nonna, pentita di aver compiuto scelte sbagliate in passato.

In opposizione al Destinante, ci potrebbe essere qualche personaggio che assume il ruolo di Anti-

Destinante, vale a dire di colui che inserisce nella vicenda i valori dell’Anti-Soggetto. In “Mine

vaganti”, tocca a Vincenzo, padre di Tommaso, recitare questa parte.

L’opposizione tra la famiglia di Tommaso e Marco ci fa comprendere allora che il vero contrasto tra

Destinante e Anti-Destinante, in “Mine vaganti”, è proprio quello tra le visioni del mondo concepite

da due diverse società, rappresentate rispettivamente da Lecce, intesa come la provincia

retrograda, e Roma, ovvero il mondo progredito.

Tutto attorno, ci

Dettagli
A.A. 2018-2019
44 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.lora-1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie della narrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ferraro Guido.