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Il bisogno di tradurre nasce dal voler trasmettere a tutti il messaggio religioso della Bibbia. La
Bibbia è il testo più tradotto al mondo (in più di 1000 lingue diverse) e per assurdo non ha
un’originale. 4
Molte persone hanno dedicato parte della loro vita a tradurre la Bibbia (S. Gerolamo , Erasmo,
Lutero,…) e hanno rischiato la pena di morte per questo perché secondo la Chiesa la traduzione
fatta da essi non era letterale (ricorda la lettera di S. Gerolamo a Pammachio in latino, non
rendere parola per parola ma riprodurre il senso dell’originale. S.Gerolamo modifica l’originale
laddove ritiene di aver bisogno di chiarimenti – accusa di S.Agostino contro la traduzione delle
metafore, etc…).
1° traduzione RABBINICA della Bibbia ebraica: solo
consonanti
2°traduzione MASORETICA si è cercato di mettere le vocali
Non c’è un solo testo biblico ma ce ne sono molte parti
Tra il I sec a.C. e il I d.C. vi era un certo pluralismo testuale
traduzione dei 70 (versione greca)
La traduzione di S.Girolamo porta innovazione:
1. Ci si rende conto che con la traduzione non si può riprodurre fedelmente il testo di
partenza;
2. Traduzione come profondo ripensamento del testo, ri-renderlo originale.
3. Tradurre il senso e non letteralmente.
4 Scrive La Vulgata: prima traduzione in latino della Bibbia
Ispirato da Cicerone
Erasmo crea scandalo perché usa la parola sermo al posto di logos reinventa continuamente la
tradizione;
Lutero vuole rendere il messaggio della Bibbia comprensibile a tutti attraverso la traduzione
(germanizzazione del testo sacro).
Targumin=versione aramaica della bibbia ebraica.
In passato alcune lingue erano superiori alle altre. Al primo posto le lingue delle sacre scritture
(ebraico, aramaico) poi greco, latino ed infine il volgare e i dialetti.
3: Traduzione letteraria: traduzione etica, poetica e filosofica
Funzione etica della traduzione: non rifiutare l’altro ma accettarlo e considerarlo come ricchezza
per la propria cultura. Definire la natura della fedeltà. Vision du monde
Intendere la traduzione come un compito etico, poetico e filosofico significa far entrare nella
propria lingua la diversità del testo straniero per aprirla e costruire qualcosa di nuovo.
4: Concetti di equivalenza (Nida), fedeltà (Meschonnic), interpretazione ermeneutica
della traduzione (Berman);
Equivalenza (naturale, direzionale - vedi quad.- formale, dinamica)
Nida: «Tradurre consiste nel produrre nella lingua di arrivo l’equivalente naturale più vicino al
messaggio della lingua di partenza, prima nel significato, poi nello stile».
Eq. Formale (es. Martes y 13 = Tuesday the 13th – indico data, rimane neutrale): produrre una
traduzione che sia il più possibile fedele alle strutture grammaticali e ai dettagli lessicali del testo
originale. L'equivalenza formale per tanto si avvicina al linguaggio e ai riferimenti culturali del testo
fonte a discapito del lettore target.
Eq Dinamica (es. Martes y 13 = Friday the 13th – indico sfortuna, attiva funzione culturale): riuscire
a veicolare il messaggio tramite espressioni che fossero funzionali al ricevente della traduzione,
chiamato anche lettore target. In altre parole, lo scopo della traduzione doveva essere quello di
produrre nel lettore target lo stesso effetto che il testo fonte aveva sul lettore della lingua di origine.
Nel caso dell'equivalenza dinamica quindi, la traduzione non è orientata a mantenere l'accuratezza
grammaticale dell'originale, ma è animata dal desiderio di trasportare il messaggio adeguandolo
alle aspettative e ai bisogni del lettore target, che leggendo il testo tradotto lo troverà affine alla sua
cultura e perciò naturale.
Fedeltà:
Meschonnic: « L’equivalenza ricercata non si colloca più da lingua a lingua, cercando di far
dimenticare le differenze linguistiche, culturali, storiche. Si colloca da testo a testo, impegnandosi
al contrario a mostrare l’alterità linguistica, culturale e storica come una superficialità e una
storicità. E’ il legame esplicito tra la poetica e la modernità.»
Umberto Eco: fedeltà non vuol dire per forza “bruttezza” (contro belles-infidèles); per fedeltà non si
intende esattezza, è il credere che la traduzione sia sempre possibile se interpretata con la
giusta complicità e interessamento al testo che si traduce.
Ermeneutica della traduzione: l’ermeneutica è quel processo complesso che ci porta a riconoscere
una pluralità di sensi (il sesto non ha solo un senso e dipende da chi lo interpreta).
Dove vi siano delle lacune tra una lingua e un’altra oppure metafore (implicito/esplicito) similitudini
(es. bianco come la neve o bianco come le piume d’airone – che però non è lo stesso tipo di
bianco), usanze particolari (es. giorno sfortunato venerdì 13 o martedì 13) etc.. si possono
applicare:
1. Generalizzazione (concetti specifici non esistenti nella cultura di arrivo vengono
generalizzati)
2. Amplificazione (1 parola testo originale 2 parole testo tradotto)
3. Riduzione (2 parole testo originale 1 parola testo tradotto)
5: Caratteri che costituiscono il fondamento della traduzione: somiglianza
(similarity), differenza e mediazione
Somiglianza:
La somiglianza è il presupposto del rapporto tra il testo originale e quello tradotto.
« tradurre significa dire quasi la stessa cosa ». Cit. U.Eco (formulazione un po’ superficiale – comprende 2
elementi: gli atti linguistici e la somiglianza);
« The translator is who says that a foreigner says the same thing which he himself say - Il traduttore è chi
dice che uno straniero dice la stessa cosa che egli stesso dice». Cit. Pierce (Pierce non sa se
l’interprete/traduttore dice la stessa cosa dell’autore, sa solo che dice di dire la stessa cosa e quindi
possiamo scegliere se fidarci o meno – comprende 3 elementi: gli atti linguistici, la somiglianza e la garanzia
offerta dal traduttore);
« L’équivalence dans la différence est le problème cardinal du langage et le principal objet de la
linguistique.» (R.Jakobson)
Differenza:
Senza la differenza non esisterebbe motivo di tradurre, partendo dalla differenza delle due lingue
(quella di partenza e quella di arrivo):
2 esempi:
1) Negoziazione “face-to-face” tra Italiano e Cinese: l’interprete italiano/a di trattativa, oltre a
conoscere bene la lingua (barriera di intelligibilità, livello linguistico – superabile, non è un
problema) deve conoscere la cultura e i pregiudizi della popolazione Cinese (barriera di
fiducia e accettabilità, livello culturale – difficilmente superabile). Perché per esempio se il
cinese scorge nell’italiano certi comportamenti che gli fanno intendere che sta bluffando
(anche se magari non è così), abbandonerà la trattativa.
2) Sito web dell’IKEA: l’Ikea ha filiali in tutto il mondo. Per ogni lingua diversa il sito dovrà
contenere qualcosa che richiami l’attenzione o l’idea di comfort/benessere che ha quella
popolazione.
Mediazione:
Il traduttore “media” il messaggio espresso dall’autore in un’altra lingua, ma, facendo ciò, ci mette
anche un po’ del suo. Non rimane completamente estraneo al testo.
Agire a nome di un altro testo presuppone l’esistenza di due testi distinti.
Es. Trattativa commerciale tra Anna (italiana) e David (tedesco). Essi non si comprendono perché
non parlano le lingue dell’uno e dell’altra ma hanno un interprete. A un
certo punto della trattativa Anna si rivolge direttamente all’interprete
dicendo “Ma vuole una dilazione di pagamento o uno sconto?” a quel punto
l’Interprete si trova in imbarazzo e chiede ad Anna di non rivolgersi più
direttamente a lei perché questo comportamento fa insospettire David visto
che non comprende l’italiano e non capisce cosa stia succedendo in un
momento tanto delicato della trattativa.
La comunicazione tradotta è compromessa e la trattativa è momentaneamente interrotta.
Riprenderà solo dopo che l’interprete avrà spiegato a David ciò che è successo.
9: Conclusioni