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TIPI DI TRADUZIONE
Nell’articolo “aspetti linguistici della traduzione” Jakobson distingue 3 tipi di
traduzione:
1- Traduzione endolinguistica o riformulazione consistente nell’interpretazione dei
segni linguistici per mezzo di altri segni della stessa lingua.
2- Traduzione interlinguistica o traduzione propriamente detta, consistente
nell’interpretazione dei segni linguistici per mezzo di un'altra lingua. (processo
di trasferimento LP in LA)
3- Traduzione intersemiotica o trasmutazione consistente nell’interpretazione dei
segni linguistici per mezzo di sistemi non linguistici,
Jakobson evidenzia poi il problema comune a tutti i tipi di traduzione ossia la
mancanza di un’equivalenza attraverso la traduzione poiché ognuno degli elementi
contiene in se stesso un insieme di associazioni e connotazioni non trasferibili.
Anche la sinonimia apparente non porta all’equivalenza ed essa deve spesso ricorrere
a una combinazione di unità del codice per interpretare appieno il significato di una
singola unità.
Dato che in nessuna delle categorie proposte noon può verificarsi equivalenza
completa egli dichiara che tutta l’arte poetica è tecnicamente intraducibile. In questo
caso è possibile solo una trasposizione creatrice, sia interlinguisica , che
intralinguistica , che intersemiotica.
La teoria di Jakobson viene poi ripresa da Mounin per il quale la traduzione è una serie
di operazioni il cui punto di partenza e prodotto finale sono significations e funzioni
all’interno di una data cultura.
Es. termine pasta per essere tradotto in inglese senza considerare la rete di significati
non sarebbe più in grado di svolgere la stessa funzione di senso all’interno della frase,
infatti pastry sebbene proposto come termine equivalente nel dizionario, fa parte di un
campo associativo del tutto diverso rispetto a pasta, Dunque il traduttore deve
ricorrere a una combinazione di elementi allo scopo di fornire una equivalenza
soddisfacente anche se non totale.
Spiegare in altre parole il significato di un’espressione presuppone sempre
un’interpretazione, quindi può variare da soggetto a soggetto. Tradurre ha la
conseguenza positiva di contribuire ad ampliare l’assetto lessicale di una lingua ma
non è un atto univoco.
DECODIFICAZIONE E RICODIFICAZIONE
Il traduttore si avvale di criteri che trascendono il dato puramente linguistico attuando
un processo di decodificazione e ricodificazione.
Il modello proposto da Nida per il processo traduttivo è il seguente:
1- Testo in lingua di partenza
2- Analisi
3- Transfer
4- Ristrutturazione
5- Traduzione nella lingua di arrivo
Ogni elemento da tradurre porta con sé delle considerazioni per es. per tradurre
l’italiano sì in francese oui/si è necessaria l’analisi e poi un’attenta ristrutturazione che
tenga presente delle regole della grammatica di arrivo.
Es. 2 per tradurre l’italiano ciao in inglese hello bye bye bisogna tenere presente
grammatica e uso
In questo caso si analizza l’informazione invariante cioè il saluto e si opera la
sostituzione dei segni sempre tenendo conto di grammatica e norme d’uso.
Si realizza così una trasformazione semiotica cioè si codifica un messaggio con segni
di un altro codice, con la medesima invariante.
Il processo di traduzione inoltre richiede una decisione per cambiare e sostituire gli
elementi linguistici in LA e un’interpretazione.
Es. Have a nice day. Per tradurla dobbiamo tenere conto della situazione e non
sappiamo se c’è un significato ironico, triste o altro.
Se la situazione non basta il traduttore deve interpretare e trovare una frase che abbia
all’incirca lo stesso significato e una traduzione esatta è impossibile.
Per stabilirlo egli deve:
-accettare l’intraducibilità a livello linguistico della frase da LP a LA
-accettare la mancanza di convenzioni culturali simili nel LA
-considerare le possibilità offerte dal transaltion language quindi frasi formali informali
ecc.
-considerare il significato della frase nello specifico contesto
-ricostruire nel LA l’informazione del LP
Levy sostiene che omissione di espressioni difficili è immorale e che il traduttore abbia
la responsabilità di trovare una soluzione anche al problema più disarmante e che
debba essere adottato il punto di vista funzionale non solo per il significato ma anche
per lo stile e la forma.
L’enfasi della traduzione deve sempre essere sul lettore o sul ricevente e il traduttore
deve trattare il testo in LP in modo che la versione LA corrisponda alla versione in LP.
EQUIVALENZA
Nel contesto traduttivo è una traduzione intesta unicamente come travaso di segni
verbali in altri segni verbali.
Catford: sostituzione di materiale testuale in una lingua con materiale testuale
equivalente in un’altra lingua.
Il problema del significato e della traduzione si amplia se si considera la traduzione di
proverbi e modi di dire poiché sono come i giochi di parole, in stretta relazione con la
cultura.
Essi offrono l’esempio del cambiamento che avviene durante il processo di traduzione.
In tal caso si opera per sostituzione di funzione e non di parole: la frase in LP viene
sostituita dalla frase in LA che raggiunga lo stesso scopo e il processo implica la
sostituzione dei segni in LP da parte dei segni in LA.
Popovic distingue 4 tipi di equivalenza.
1- Equivalenza linguistica: vi è omogeneità a livello linguistico fra LP e LA cioè una
traduzione parola per parola.
2- Equivalenza PARADIGMATICA: equivalenza a livello grammaticale
3- Equivalenza STILISTICA (TRADUTTIVA): equivalenza funzionale degli elementi
che punta ad un’identità espressiva, quindi invariante di significato identica
4- Equivalenza TESTUALE: equivalenza della struttura sintagmatica (sintassi) del
testo vale a dire equivalenza di forma e configurazione.
Una volta però che il traduttore sposti la sua attenzione da un’equivalenza
strettamente linguistica sorge il problema di determinare esattamente il grado di
equivalenza.
Nida distingue:
-E FORMALE: concentra l’attenzione sia sulla forma che sul contenuto del messaggio.
L’intento è volto a permettere la comprensione del messaggio.
-Equivalnenza DINAMICA: si concentra sull’effetto quindi la reazione del lettore della
LA deve equivalere a quella del lettore della LP
Secondo Neubert l’equivalenza deve essere considerata una categoria semiotica
comprendente una componente sintattica, semantica e pragmatica. Queste
componenti sono ordinate secondo una relazione gerarchica.
L’equivalenza globale risulta dalla relazione: fra i segni stessi, fra i segni e ciò che essi
significano, fra i segni, ciò che essi significano e l’utente.
PERDITE E ACQUISIZIONI
Premettendo che non può esistere uguaglianza fra due lingue, si può parlare di perdite
e acquisizioni nel processo della traduzione.
Spesso si tende a dare più importanza agli elementi che si perdono e non a quelli che
possono essere acquisiti visto che il traduttore può a volte, come diretta conseguenza
del processo di traduzione, arricchire o chiarire il testo in LP. Inoltre ciò che viene
considerato perso rispetto al contesto in LP può essere sostituito nel contesto in LA.
Si fa distinzione tra:
-Fattore temporale:
riguarda i traduttori che non traducono opere contemporanee, poiché per altrimenti la
distanza temporale con il prototesto sarebbe pari a zero.
Nel primo caso il traduttore si concentra sull’autore del prototesto, mentre nel secondo
si concentra maggiormente sulle esigenze del lettore modello del metatesto.
-Fattori culturali: ogni tesyo è una formazione di compromesso, una commistione dii
tendenze culturali.
Si possono verificare due casi:
-L attività della cultura del prototesto è più forte dell attività della cultura del
metatesto e in questo caso il lettore della traduzione ha a disposizione molti elementi
della protocultura; il residuo comunicativo consiste nella leggibilità del testo (che a
volte conserva tratti sintattici tipici della cultura originaria) e nella comprensibilità
degli altri elementi culturospecifici
-L’attività della cultura del metatesto è più forte dell’attività della cultura del protesto
e in questo caso il lettore della traduzione ha a che fare con un testo molto leggibile e
scorrevole, dove gli elementi culturospecifici sono quelli della cultura del lettore: in
questo caso il residuo comunicativo consiste nell’identità culturale
INTRADUCIBILITà
Catford distingue 2 tipi: