vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MALNUTRIZIONE
Nella semeiotica dello stato di nutrizione, due aspetti fondamentali sono la malnutrizione per eccesso e la
malnutrizione per difetto. La malnutrizione per difetto è associata ad uno stato di malattia, che può essere
acuto (paziente politraumatizzato, paziente settico, paziente in terapia intensiva) o cronico (ad esempio,
paziente neoplastico).
Un aspetto importante è l’evoluzione concettuale dell’alterazione di stato di nutrizione: è fondamentale,
infatti, valutare la perdita di peso, soprattutto quella involontaria, che naturalmente differisce da quella
volontaria, cioè desiderata (ad esempio tramite un regime ipocalorico controllato).
CACHESSIA
Possiamo distinguere diversi stadi di cachessia:
1. Pre-cachessia: è caratterizzata da una perdita di peso minima, inferiore o uguale al 5% di quello che
è il peso abituale. Alla perdita di peso, affinché si possa parlare di pre-cachessia, si aggiungono uno
stato infiammatorio, che può essere documentato da parametri aspecifici (VES e PCR) e soprattutto
un’altra caratteristica che è l’anoressia, cioè la perdita del desiderio di alimentarsi. Questa
definizione differisce da quella di anoressia nervosa, cioè l’anoressia mentale. In questo stadio
bisogna lavorare velocemente, facendo una diagnosi precoce. Agire in questa fase è importante per
avere un impatto positivo sulla prognosi.
2. Cachessia: si ha una perdita di peso maggiore del 5%. Nella definizione precedente il range è
piccolissimo (minore o uguale al 5%), mentre in questo caso dal 5% possiamo arrivare al 10%, al
20%, al 30%. Per parlare di cachessia devono essere presenti anche almeno alcuni tra i seguenti
fattori:
una riduzione della massa muscolare;
la presenza di anoressia;
una serie di informazioni di secondo livello, tra cui la presenza di anomalie biochimiche,
rappresentate dall’incremento di indici infiammatori e di alcuni parametri nutrizionali
aspecifici come il valore dell’albumina.
SARCOPENIA
Oltre a pre-cachessia e cachessia conclamata, esiste un altro fenomeno (già citato precedentemente dal prof),
che è la sarcopenia.
La sarcopenia consiste in una perdita sia della massa muscolare sia della funzionalità muscolare. La perdita
di funzione è più difficile da stabilire, e viene valutata tramite dei test funzionali, come ad esempio il test
della presa (Hand Grip) o test dinamici, come il test del cammino. Possiamo distinguere due tipi di
sarcopenia.
La prima è la sarcopenia primitiva: in questo caso si hanno perdita di massa e perdita di funzione associate
all’aging. L’anziano ha una perdita di massa e funzione muscolare fisiologica, così come ha una perdita ossea
fisiologica. Il concetto principale però è che, se è vero che l’anziano ha una perdita di muscolo primitiva,
cioè legata all’età, è anche vero che è difficile che un anziano sia privo di malattie croniche. Per cui la
sarcopenia è legata solo all’aging oppure c’è un impatto anche delle patologie concomitanti? Spesso la
sarcopenia è secondaria alla condizione cronica. Ci sono più patologie che hanno un impatto sul muscolo,
come ad esempio tutte quelle condizioni che determinano ipomobilità. Tra queste patologie abbiamo anche
tutte quelle cataboliche, patologie neoplastiche croniche, insufficienza renale, BPCO (broncopneumopatia
cronica ostruttiva) o bronchiti croniche. 1
INDICE DI MASSA CORPOREA
L’indice di massa corporea (o BMI, Body Mass Index) è in dato dal peso (Kg)/ altezza² (m).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità fornisce degli specifici range:
IMC < 18.5 Sottopeso
18.5 < IMC < Regolarità
24.99
25 < IMC < 29.99 Sovrappeso
30 < IMC < 34.99 Obesità
35 < IMC < 39.99 Grave obesità
IMC > 40 Gravissima obesità
Esistono dei limiti nel valutare lo stato di nutrizione con l’IMC, perchè valutando genericamente il peso, non
riusciamo a distinguere la composizione della massa, quindi le proporzioni tra muscolo e grasso.
PERDITA DI PESO
Possiamo riconoscere una perdita di peso volontaria ed una involontaria. È importante considerare anche
il tipo di andamento che hanno avuto nel tempo.
La perdita di peso volontaria può essere di due tipi:
1) Rapida: è generalmente associata a regimi dietetici inappropriati, farmaci e chirurgia. In questo caso
si hanno delle curve di follow-up negativissime: abbiamo a 2, 3 e 5 anni le riprese di peso
inequivocabili.
2) Lenta: è associata a regimi dietetici appropriati, a cui possono essere eventualmente associati dei
farmaci. Ad oggi, però, vengono usati in quantità molto ridotte, soprattutto per gli effetti collaterali
che ogni volta l’immissione nel mercato induce, come il malassorbimento e, soprattutto, effetti legati
alla perdita dell’appetito e a disturbi molto importanti di ansia e di depressione. Viene modulato,
infatti, il sistema serotoninergico: la serotonina è implicata anche nella regolazione del tono
dell’umore, e alcuni di questi farmaci sono stati bloccati per l’elevato tasso di suicidi. Una
valutazione anche psicologica del paziente andrebbe quindi sempre fatta, soprattutto nel paziente
obeso
La perdita di peso involontaria, invece, può essere:
1) Rapida: associata a malattie e traumi.
2) Lenta: associata a malattie croniche, carestie e digiuno, quindi alla riduzione degli apporti dovuta al
ridotto accesso agli alimenti. La perdita di peso si associa alla malattia cronica per effetto prevalente
dell’anoressia, cioè la perdita del desiderio di alimentarsi.
CASO CLINICO
Il paziente è un uomo di 63 anni, con altezza 1.75 m e peso 86 Kg. Andiamo a valutare l’IMC, che, secondo
il calcolo, risulta essere 28.08: abbiamo un quadro di sovrappeso. Dopo sei mesi, lo stesso paziente presenta
un peso di 77 kg, con una perdita di peso involontaria di 9 kg. Possiamo capire che si tratta di una perdita di
peso involontaria solo dall’anamnesi. Si chiede quindi al paziente quale è il suo peso abituale e se ha seguito
delle diete particolari, se è seguito da un nutrizionista ecc. Il paziente afferma che nonostante la sua
alimentazione fosse rimasta quella abituale, si è verificata una consistente perdita di peso. In cartella clinica,
dovrebbe essere registrata la dicitura “sovrappeso”, ma in realtà questo non terrebbe conto dell’anamnesi e
della variazione effettiva di peso (involontaria). In questo caso, si procede con una diagnosi di cachessia, in
2
quanto, in sei mesi, ha perso quasi il 10% del suo peso. È sicuramente una patologia sottostante, per cui
devono essere svolte indagini successive.
VALUTAZIONE DELLO STATO DI NUTRIZIONE
Abbiamo varie scale che ci permettono di valutare lo stato di nutrizione (importanti da sapere ai fini
dell’esame).
Il gold standard (il miglior strumento, quello che ha la maggiore sensibilità e specificità ai fini della diagnosi,
utilizzato come punto di riferimento) è il Mini Nutritional Assessment (MNA), che ci permette di fare una
valutazione dello stato di nutrizione, ma non uno screening. Lo screening ci permette di vedere soprattutto se
si è a rischio di malnutrizione, e, se si è a rischio, si continua con l’Assessment. Si stratifica quindi il rischio
e poi si valuta. Se non c’è il rischio si rimanda ad un altro tipo di valutazione. Il MNA è un test abbastanza
lungo (può durare 15-20 minuti) e spesso negli ambulatori e nei reparti è complesso da fare, però è il più
completo e validato. Ci permette di fare una valutazione generale, antropometrica, su quelli che sono gli
apporti dietetici. È una valutazione soggettiva, basata su delle scale su cui il paziente riferisce i propri
sintomi (quindi può avere un certo bias). L’appetito può essere valutato in modo oggettivo, quindi tendendo
conto degli apporti e con i diari alimentari, valutando le proteine e le calorie, e in modo soggettivo, perché il
senso dell’appetito anche tra soggetti sani può essere differente. Si utilizzano delle scale visuo-analogiche,
scale da 0 a 10, in cui si valuta anche la variazione nel tempo.
L’NRS (Nutritional Risk Screening) è molto più facile da utilizzare, perché ci si mettono tra i 2 e i 3
minuti. È molto importante, perché i parametri che vengono registrati sono quelli utili per fare la diagnosi di
cachessia:
- Indice di massa corporea;
- Perdita di peso involontaria;
- Ridotti introiti alimentari;
- Presenza di patologia sottostante a impatto nutrizionale.
Un altro strumento è il MUST (Malnutrition Universal Screening Tool) che rileva gli stessi parametri,
come indice di peso e perdita di peso.
CASO CLINICO
Il paziente è un uomo di 31 anni, impiegato, celibe. Il dato più
importante fra questi è ovviamente l’età. Il paziente stesso
fornisce una lettera di dimissione da un ospedale. Questo
paziente molto giovane ha avuto una diagnosi di
adenocarcinoma gastrico, a livello sottocardiale. Ha subito un
intervento chirurgico molto demolitivo, cioè una gastrectomia
totale con esofagodigiunostomia. In più è stata fatta anche una
linfadenectomia: questa sarà molto importante per fare una
diagnosi e valutare, per quanto riguarda le metastasi, un
eventuale coinvolgimento dei linfonodi. Si valuta l’eventuale
presenza di metastasi a distanza grazie ad una TC con mezzo di
contrasto total body o anche meglio una PET-TC, che si esegue
in genere nella fase preoperatoria. Il paziente presenta una diagnosi di patologia altamente catabolica e,
inoltre, aggravano la situazione anche dei fattori che hanno un impatto sullo stato di nutrizione, cioè fattori
legati all’intervento chirurgico cui il paziente si è sottoposto. Questo perché lo stomaco è fondamentale sia
per quanto riguarda la digestione sia per l’assorbimento di alcuni micronutrienti. 3
Il paziente ha successivamente avuto un nuovo ricovero per comparsa di febbre e dolori addominali. Si
evince che il paziente ha avuto una complicanza infettiva recente, nuovamente quindi una problematica che
può indurre catabolismo. In più si evidenzia un accesso venoso centrale, che viene in genere impiantato nel
paziente per la somministrazione di chemioterapici. La
situazione del paziente si aggrava quindi sia per l’infezione
che per la chemioterapia, entrambe condizioni che portano
alla cachessia. A causa di una successiva infezione, il
paziente viene nuovamente ricoverato.
Ci interessano quelli che sono i dati antropometrici, per cui
altezza, peso attuale, peso abituale, calo ponderale. Il
paziente h