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Il vento

I venti sono movimenti di masse d'aria prodotti da differenze di pressione atmosferica che si determinano fra zone più o meno lontane della superficie terrestre. Essi svolgono un'azione particolarmente importante sulle biocenosi forestali non solamente per le variazioni di temperatura e di umidità che essi comportano, ma ancor più per gli effetti di natura fisiologica esercitati sulla vegetazione. I venti provenienti dal mare sono apportatori di pioggia e di umidità per le regioni costiere, quelli da Nord determinano abbassamenti di temperatura, quelli da Sud repentini rialzi termici. Il territorio italiano, e segnatamente la regione alpina, sono esposti a venti di vario tipo e direzione ed è anche per tale fatto che le condizioni climatiche sono assai mutevoli da luogo a luogo ed anche nel corso di una stessa giornata. In base alla velocità (dipendente dal gradiente barico che si instaura tra due centri e dalla loro distanza) e

alla pressione esercitata i venti possono essere così suddivisi: Si è soliti distinguere i venti in costanti, periodici, variabili e locali. I venti costanti, caratteristici delle zone più calde, soffiano tutto l'anno nella stessa direzione (es. gli alisei: dai tropici all'equatore). I venti periodici, assumono direzioni contrarie a seconda dei periodi dell'anno. I monsoni soffiano ogni sei mesi dagli oceani ai continenti e viceversa. Le brezze di terra e di mare, spirano in senso inverso a seconda del giorno e della notte: le prime durante la notte, quando il mare è più caldo del terreno, le seconde di giorno quando il terreno è più caldo del mare. Le brezze di montagna hanno andamento ascendente (brezza di valle) durante il giorno quando le cime dei monti sono sottoposte ad una forte insolazione, discendente nel corso della notte. I venti variabili e locali, caratteristici delle regioni temperate, sono influenzati da particolari.

Condizioni orografiche e differenze di temperature e di pressione che si originano in zone di limitata ampiezza. Nelle nostre latitudini si ha nel corso dell'anno una prevalenza di venti da Ovest verso Est, con una componente da Nord in inverno e da Sud in estate. In Italia, fra i venti caldi, è da ricordare lo scirocco proveniente dall'Africa che si arricchisce di umidità attraverso il Mediterraneo, fra quelli freddi la bora (da NE), il maestrale (da NO), la tramontana.

Il libeccio è un vento umido che spira da SO. È un vento molto impetuoso, a causa del quale il mare diventa agitato, con grave pregiudizio anche per la vegetazione costiera. L'aerosol marino penetra infatti, anche per alcuni chilometri, nell'entroterra, provocando danni di natura sia meccanica che chimica, dovuti questi ultimi alla presenza del sale e degli inquinanti (soprattutto in prossimità dei grossi corsi d'acqua). Proprio per la difesa delle colture agrarie

vennero un tempo impiantate le pinete litoranee ancora oggi in parte presenti sulla costa tirrenica. Il Föhn è un vento discendente caldo e secco, locale, che spira nelle vallate alpine e la cui direzione, velocità e temperatura sono dipendenti dall'altezza e dalla disposizione delle catene montuose rispetto al percorso delle masse d'aria. Spesso il Föhn comporta fenomeni di aridità e pericolo di incendi.

291) Azione del vento sulla vegetazione

Quanto all'azione del vento sulla vegetazione si può dire che esso, in funzione dei propri caratteri, soprattutto la velocità, può essere il creatore del bosco favorendo l'impollinazione, la disseminazione e le varie funzioni biologiche, come pure il distruttore ed il fattore che fissa i limiti di diffusione del bosco.

L'azione dei venti sulle piante è di duplice natura, fisiologica e meccanica.

Per quanto riguarda l'azione fisiologica, i venti moderati esercitano

Generalmente un'azione favorevole sulla vegetazione, stimolandone la traspirazione e l'assimilazione con la continua rinnovazione dell'aria e in particolare dell'anidride carbonica intorno alle superfici fogliari. Attraverso l'aerazione del suolo facilitano i processi di decomposizione aerobia della sostanza organica.

Oltre certi limiti di velocità, invece, il vento agisce negativamente sulle piante provocandone il disseccamento delle foglie, dei germogli e delle gemme; ciò a causa della eccessiva traspirazione ed evaporazione, soprattutto quando nel terreno esistono scarse riserve idriche. Questa azione disseccante si esercita anche sul terreno e può riuscire dannosa sia durante i mesi estivi che durante quelli invernali, quando le piante non sono in grado di reintegrare l'acqua ceduta per evaporazione attraverso l'assorbimento di acqua dal terreno ancora gelato. Negativi per la vegetazione sono anche i bruschi cambiamenti di temperatura.

provocati daventi caldi o freddi soprattutto quando le piante sono in attività. Le specie abituate a vivere in ambienti aridi e le conifere sono più resistenti al vento delle latifoglie; così pure le foglie di luce (che hanno cuticola più spessa e un minor numero di aperture stomatiche) sono più resistenti di quelle d'ombra. Gli alberi cresciuti in soprassuoli molto densi, se vengono bruscamente isolati, vanno spesso incontro (per l'azione del vento e per le concomitanti improvvise variazioni di illuminazione e di temperatura) ad un disseccamento dei rami superiori ed emettono nuove ramificazioni più in basso (es. abete bianco). Questo fenomeno viene definito "discesa delle cime" e si verifica prevalentemente dopo i tagli (in particolare quelli che determinano l'apertura di grossi margini) nei boschi maturi. Per quanto riguarda l'azione meccanica, quando i venti sono particolarmente violenti, agli effetti fisiologici.si aggiungono sfavorevoli effetti meccanici. Interi boschi vengono ormai, con cadenza annuale, in Italia e in altre nazioni, distrutti o gravemente danneggiati da venti impetuosi. Oltre a questi fenomeni catastrofici è stato rilevato che gli alberi subiscono, a causa del vento, squilibri nell'accrescimento che ne impediscono un regolare sviluppo, in particolare dove ci sono venti dominanti molto intensi: i fusti si incurvano e la sezione del tronco diventa ellittica, le chiome si sviluppano da una sola parte prendendo una forma "a bandiera" molto evidente nelle regioni costiere ed in montagna lungo le linee di cresta. Nelle piante sottoposte a sollecitazioni anomale si origina un legno di reazione (di tensione nelle latifoglie e di compressione nelle conifere) di scadente valore tecnologico. Sull'Appennino il limite superiore della vegetazione è quasi ovunque determinato dal vento. Qui, infatti, la vegetazione arborea si arresta prima delle linee di cresta pur in presenza.di valori termici ed udometrici ancora sufficienti per la vita del bosco. Anche la vegetazione ha effetti sul vento. Di fatto all'interno del bosco la velocità del vento è inferiore rispetto all'esterno per l'azione frenante esercitata dalle chiome e dai tronchi delle piante arboree ed arbustive. Si crea così all'interno del bosco un ambiente più umido e con minori escursioni termiche. L'azione frenante del soprassuolo sul vento è massima in prossimità del suolo ed è tanto più intensa quanto più forte è il vento. Anche per questo motivo la rinnovazione del bosco si attua, per molte specie, sotto relativa copertura, in prossimità delle piante madri, lungo i margini, in chiari e vuoti di dimensioni ridotte che risentono del riparo della vegetazione arborea. Gli alberi posti lungo i margini, dotati di chiome ampie e vigorose sviluppate fino a terra, esercitano una valida protezione su quelli che

crescono all'interno. Questi soggetti, con abbondante ramificazione, anche se forniscono legname di scarso pregio, svolgono quindi una positiva funzione su un intero bosco.

In campo agricolo, per difendere le colture dall'azione meccanica, dall'erosione eolica, dal disseccamento del suolo e delle parti verdi dei vegetali, si è fatto, soprattutto in passato, ampio ricorso alle barriere frangivento.

Queste sono generalmente delle difese vive, ostacoli costituiti da filari di piante arboree opportunamente disposti sul terreno. L'entità della riduzione del vento e l'ampiezza della zona protetta dipendono dall'altezza della fascia frangivento (l'azione moderatrice si manifesta fino a 20-25 volte tale altezza), dalla sua lunghezza, dallo spessore (normalmente da 3-4 a 8-10 filari di alberi), dalla densità, composizione e struttura (posizione delle piante rispetto alla direzione del vento, modo con cui esse si associano nei filari), dalle

specie vegetali che la compongono. Anche se in prossimità dei frangivento le colture risentono della concorrenza radicale, studi ed esperienze svolte in più parti del mondo hanno messo in evidenza i positivi effetti di tali strutture sulle produzioni agrarie ed orticole - la produzione del frumento può subire aumenti pari al 25% - cui si aggiunge un generale miglioramento delle condizioni ambientali. È stata pure dimostrata l'importanza dei frangivento sulla produzione zootecnica. Di qui l'opportunità della presenza di gruppi di alberi negli alpeggi.

LA RADIAZIONE SOLARE

Solo una parte della radiazione emessa dal sole giunge fino alla terra. Tale frazione, pari a circa 2 calorie al minuto per centimetro quadrato, è detta costante solare. Dal punto di vista qualitativo le radiazioni possono essere distinte in base alla loro lunghezza d'onda:

Sulla superficie della terra arrivano in effetti solo raggi compresi fra 0,3 e 3 μm, per un

valore complessivo di circa 1 cal/min/cm2: i raggi ultravioletti sono infatti assorbiti dall'ozono, gli infrarossi dalla CO2 e dal vaporacqueo, si hanno inoltre fenomeni di riflessione, eccetera. La luce arriva al suolo direttamente o indirettamente (dopo aver subito cioè fenomeni di dispersione e diffusione, dopo essere stata cioè sparpagliata in tutte le direzioni dalle molecole di gas, dalle goccioline d'acqua, dal pulviscolo atmosferico). C'è poi una radiazione di ritorno dalla terra che può essere nuovamente intercettata dal vapor d'acqua e dalla CO2 e ritrasmessa al suolo (raggi infrarossi). La grande quantità di energia termica inglobata dalla troposfera è il motore di tutta una serie di processi da cui dipendono il riscaldamento della terra e dell'aria, il ciclo dell'acqua ed i venti. BILANCIO RADIATIVO Il dato fornito è un valore medio di radiazione che arriva sulla terra. Se però noi vogliamonumero di ore di luce solare ricevute in un determinato luogo durante un giorno. Questo valore può variare in base alla latitudine, all'esposizione e alla pendenza del terreno. Per calcolare l'entità di radiazione che arriva al suolo, possiamo utilizzare l'assolazione come parametro di riferimento. L'assolazione può essere misurata in ore o in percentuale rispetto alle ore di luce solare totali. La radiazione solare può essere influenzata da diversi fattori, come l'angolo di incidenza dei raggi solari, l'atmosfera e la presenza di nuvole. Questi fattori possono variare in base alla latitudine, all'esposizione e alla pendenza del terreno. Per ottenere una stima più precisa dell'entità di radiazione solare, è possibile utilizzare strumenti specifici come i piranometri, che misurano direttamente la radiazione solare incidente sul suolo. In conclusione, l'entità di radiazione solare che arriva al suolo dipende da diversi fattori, tra cui la latitudine, l'esposizione e la pendenza del terreno. L'assolazione può essere utilizzata come parametro di riferimento per stimare questa entità, ma per una misurazione più precisa è consigliabile utilizzare strumenti specifici come i piranometri.
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SSD Scienze biologiche BIO/07 Ecologia

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