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Gerusalemme.
Qui invece ci sono scene che saltano da una parte all’altra, probabilmente ciò è causato dal ritmo delle letture
liturgiche. Straordinario è il bordo dove le immagini di tigri si alternano a finto marmo.
Damasco, Museo Nazionale, Sinagoga di Dura Europos, Ditruzione del tempio dei Filistei (l’arca dell’alleanza venne presa dai
Filistei che la vollero mettere nel tempio di Ballam ma quando si avvicinarono al tempio, gli idolo caddero distrutti) e Il faraone e
le levatrici (quando il faraone chiede alle levatrici di uccidere tutti i bambini ebrei) E’ tutto rappresentato con colori brillanti .
Damasco, Museo Nazionale, Sinagoga di Dura Europos, Miracolo della fonte che disseta le 12 tribù di Israele. (Mosè fa scaturire
l’acqua che si divide in 12 rivoli e ognuno si reca verso le tende dei dodici fratelli. Rappresenta l’origine delle 12 tribù)
La città che ha prodotto più immagini è Gerusalemme.
Tali immagini, però, non le ha prodotte per se stessa ma per i pellegrini che incessantemente a partire dal IV secolo
partono per il luoghi sacri. I luoghi più visitati sono: Il Santo Sepolcro e i luoghi dei miracoli (tutti i luoghi citati dal
Vangelo).
Successivamente i pellegrini si spostavano verso Betlemme e Nazareth. Tutti questi luoghi furono oggetto di una
campagna di costruzione da parte di Costantino ( Santo Sepolcro e naturalmente la Chiesa di Betlemme e la Chiesa di
Nazareth). Della Chiesa di Nazareth purtroppo non sappiamo niente perché essa è stata distrutta molto in fretta.
L’attività di Costantino verrà seguita, come sappiamo, da Giustiniano che completerà questi grandi edifici ma noi li
conosciamo attraverso le descrizione dei pellegrini e attraverso quello che resta.
.
Gerusalemme in età costantiniana
La prima immagine (cartina) dimostra come fosse Gerusalemme in età costantiniana. Essendo una colonia romana,
chiamata Aelia Capitolina, aveva una struttura tipicamente romana con un lungo decumano ( strada che va da est ad
ovest). L’urbanistica della città era segnata sicuramente dalla spianata del tempio di Gerusalemme .
Gerusalemme, Santo Sepolcro.
Questa invece è la cartina del Santo Sepolcro che è l’aggregazione di vari spazi : il santo sepolcro propriamente è
quello che viene individuato come il sepolcro che Giuseppe D’Arimatea avrebbe donato per la sepoltura di Cristo e
che si trova al centro dell’edicola. Intorno ad esse si sviluppa un edificio circolare (tipica forma del Martirium) con un
deambulatorio per permettere ai pellegrini di passare intorno. Questa rotonda, originariamente chiamata rotonda
dell’Anastasis ( cioè della resurrezione) aveva davanti un quadriportico, ma la particolarità è questo angolo dove
sorge una piccola altura che veniva identificata come il Calvario (monte della crocefissione). Davanti a questo edificio
commemorativo, che mantiene parti di età costantiniana, viene costruita ,quasi tutti in età giustinianea, una basilica
vera e propria che, come tutte le basiliche romane, è costituita da un’abside a cinque navate e un portico che
mediante una scalinata si affacciava al Decumanos.
Quindi è un sistema complesso che comprende un edificio martiriale (con la tomba) , il quadriportico e la basilica
vera e propria.
Ora vediamo come viene rappresentato questo grande edificio (costruzione in altezza).
Nella cittadina giordana di Madaba c’è un edificio dedicato a San Giorgio che mantiene davanti all’altare un grande
mosaico pavimentale che rappresenta la mappa del viaggio verso Gerusalemme. Sfortunatamente anche la città di
Madaba venne conquistata dagli arabi i quali provvidero immediatamente a togliere tutte le facce presenti in questo
mosaico.
Madaba (Giordania), Chiesa di san Giorgio: Mosaico pavimentale con la mappa della Palestina. VI secolo.
In questo mosaico è rappresentato il decumano di Gerusalemme, i gradini, la facciata e l’Anastasis del santo
sepolcro.
Ma come era fatto questo Santo Sepolcro?
Venezia, Museo Archeologico, Inv. n. 1952.279, Capella di Samagher (Croazia). Dalla chiesa di Sant’Ermagora di Pola, Roma, 440
d. C. Edicola del Santo Sepolcro.
Vediamo che c’è un edificio centrale con delle figure maschili da una parte e delle figure femminili dall’altra che sono
in preghiera. Ha una terminazione che sembra fatta in ferro battuto.
Queste sono le cosiddette ampolle della terra santa che venivano usate dai pellegrini le reliquie contenute all’interno
del Santo Sepolcro.
Abbiamo due luoghi dove si conserva un numero cospicuo di ampolle : Cattedrale di Monza e l’Abbazia di Bobbio.
Hanno in comune la fondazione dovuta alla regina dei Longobardi.
L’altro edificio di cui abbiamo accennato è la Chiesa della Natività. Sulla grotta venne costruita infatti un’edicola a
pianta centrale poi intorno viene costruita la chiesa costituita da cinque navate e poi viene realizzato l’atrio per i
pellegrini.
Questa soluzione è rimasta fino ai tempi nostri,anche se con le guerre dell’ottocento, la basilica della Natività venne
trasformata in caserma e per evitare che gli ufficiali entrassero a cavallo della basilica, vennero chiuse tutte le porte
e ancora oggi si entra da una porticina bassa.
All’interno però essa ha mantenuto degli elementi molto interessanti ovvero ha conservato le colonne originarie e la
struttura originaria. Abbiamo dei frammenti di pavimento al suo interno, poi interviene Giustiniano che innalzerà la
basilica e fa rappresentare le scene dei concili (nella parete in alto della basilica). Nel periodo successivo, verrà
decorata con nuovi mosaici, sulle colonne verranno rappresentato le immagini dei santi
Questa è la Basilica così come è oggi:
Uno dei reliquiari più importanti che provengono dalla terra santa è questo, conservato al Vaticano. 4
Esso è il più antico reliquario posseduto. Probabilmente è stato donato da qualche personaggio importante che si era
recato in pellegrinaggio nella terra santa. In alto a sinistra abbiamo l’angelo al sepolcro che è esattamente come
quello che abbiamo visto rappresentato nelle ampolle (cancelli e terminazione in ferro battuto) . L’angelo è vestito di
bianco mentre le donne ai lati sono vestite una di nero e l’altra di rosso. Non si capisce bene in che ordine queste
scene siano state rappresentate, infatti poi segue l’ascensione di Cristo alla presenza della vergine vestita di scuro tra
gli apostoli. Ella è nell’atto dell’orante.
Al centro c’è una straordinaria immagine che è quella della crocefissione. Questa volta non è una crocefissione
costantiniana ma, come vediamo dalla tunica scura senza maniche che era l’abito indossato dai monaci orientali e
quindi essa non rimanda alla tradizione romana . il Cristo però è sempre il Cristo trionfante. Tra gli altri personaggi
troviamo il porta spugna e il porta lancia, la Vergine e Giovanni e i due ladroni.
Nella parte inferiore è rappresentata la natività : vediamo il bue e l’asinello e Giuseppe che medita.
Infine abbiamo la scena del battesimo di Cristo con la colomba e la mano divina che sostituisce la voce che secondo il
vangelo si udì dall’alto. Importante è notare che da un lato ci sono i discepoli di Giovanni mentre dall’altro ci sono gli
angeli. Quindi la lettura deve essere: la natività, il battesimo , la crocefissione, Maria al sepolcro e la resurrezione.
Quindi abbiamo il ciclo dell’infanzia , poi abbiamo il ciclo della passione e il ciclo post-morte. Noteremo che le
iconografie concordano con le ampolle: con l’arrivo di tanti pellegrini si forma un’immagine contemporaneamente a
Roma ma con due sviluppi completamente diversi.
Ci spostiamo ancora lungo il Mediterraneo:
La capitale d’Egitto in questo periodo non è il Cairo (fondato dagli Arabi nel X secolo) ma è Alessandria.
Il monachesimo si diffonde in Egitto a partire dal III secolo e quindi possiamo vedere come il Cristianesimo, in questo
luogo, si diffonda molto presto , però, è fondamentale affermare che ol Cristianesimo che si diffonde in Egitto è
Monofisita (gli Egiziani non amano la concezione della duplice natura di Cristo ma propendono per una divinità che
appunto sia solo divina mentre la parte umana è una parte del tutto secondaria).
Le prime testimonianze ci arrivano da un ambiente funerario:
Egitto, oasi di Kharga, Cimitero di Bagawat, Cappelle, IV-VII secolo
Come vediamo è un cimitero, infatti nell’immagine sono raffigurate delle tombe, all’interno delle quali si sono
stanziati i monaci che provvidero a farle decorare con motivi cristiani.
Cappella della Pace, scene bibliche (Daniele tra i leoni; Adamo ed Eva; Arca di Noè) e martirio di Isaia (racconto apocrifo). Sono i
classici temi dell’Antico Testamente.
La produzione nel deserto però , è molto diversa dalla produzione che viene fatta nelle grandi città,ovvero
Alessandria o “Cunim” (nella registrazione non si capisce) che sarebbe la capitale del cotone, infatti , lungo il corso
del Nilo, si produce il miglior cotone , poi dipinto e ricamato in modo straordinario, tanto è vero che conserviamo
ancora oggi questi pezzi meravigliosi:
Gli egiziani erano molto superstiziosi, quindi, non è difficile individuare sul loro vestiario parole e preghiere ricamate
che avrebbero protetto, quindi, coloro che avrebbero indossato quel determinato capo.
La stoffa più straordinaria che ci è rimasta è una stoffa di argomento cristiano: è su tre registri, inizia dalla scena
della creazione di Adamo , continua con la storia di tutti i patriarchi fino alla storia di Giuseppe. Quindi vediamo la
storia biblica raccontata su questo tessuto a tinte naturali ( intera gamma sull’ocra)
Riggisberg, Abegg-Stiftung, Inv. n. 4185: Genesi, Egitto, IV sec
Quello che vediamo di sotto, è ciò che resta di uno dei più grandi Monasteri Egiziani, anche questo è stato scavato
nel 1912, scavi che ci hanno restituito elementi importantissimi.
Oggi la Chiesa del Bawit è ricostruita all’interno del Louvre. Al suo interno troviamo:
Invece al Cairo sono state portate le pitture staccate dalle celle dei monaci. I monaci copti infatti non avevano dei
monasteri centralizzati (come in occidente) ma avevano la Chiesa dove tutti pregavano insieme ( quella ricostruita a
Louvre) ed oltre la Chiesa avevano delle singole celle (nel Cenobio) nel quale viveva e pregava il monaco. E questi
affreschi, che appunto sono stati staccati e conservati all’interno del museo, si trovavano proprio all’interno delle
celle dei monachi.
Qui è rappresentata, in alto, la visione di Ezechiele: vediamo il Cristo fra i quattro animali della visione che sono
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