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STORIA MODERNA
Il periodo storico successivo all'età medievale e precedente all'età contemporanea, identificato nel concetto di storia moderna, fu caratterizzato da lunghi e devastanti conflitti che ebbero origine nei territori del Sacro Romano Impero a causa di contraddizioni politiche, religiose e sociali. I fenomeni e gli eventi remoti da cui partire sono senz'altro quelli legati alla Riforma protestante del primo Cinquecento, che videro come protagonisti i principi luterani tedeschi, riuniti nella Lega di Smalcalda, contrapposti ai principi cattolici e all'imperatore Carlo V. Lo scontro terminò con la Pace di Augusta del 1555 a sfavore dell'imperatore, il quale fu costretto a riconoscere ufficialmente l'esistenza della confessione luterana e recepì la Confessio Augustana. In questa occasione fu stabilito il principio in base al quale le confessioni religiose avrebbero potuto convivere nell'Impero: cuius regio, eius religio.(in latino: "di chi è la regione, di lui sia la religione", cioè i sudditi dovevano seguire la religione dei governanti del proprio territorio). La Pace di Augusta però era un compromesso fragile e incompleto, in quanto non teneva conto dell'esistenza di altre confessioni religiose oltre alla cattolica e alla luterana. Ciò causò l'inizio dei diversi conflitti religiosi dell'epoca, come in Francia che agli inizi del XVI secolo fu investita da una sanguinosa guerra civile, che si concluse con l'Editto di Nantes del 1598, grazie al re Enrico IV di Borbone. Quest'ultimo si convertì al cattolicesimo pur di diventare re di Francia e riconobbe una limitata tolleranza religiosa. Governò per diversi anni e fu molto amato dal popolo per le sue strategie equilibrate in ambito politico e internazionale. A lui succedette Luigi XIII, ma avendo solo 9 anni, la reggenza passò nelle mani della madre, Maria de' Medici,
Ma la situazione politica interna peggiorò a causa dell'incapacità delle persone delle quali si circondò per gestire il Paese. Nel frattempo anche la monarchia spagnola si trovava in una fase di declino politico, economico e finanziario, poiché impegnata in diversi conflitti, come la rivolta dei Paesi Bassi, chiamata la "guerra degli ottant'anni" (1568-1648), causata dalla politica di intransigenza cattolica di Filippo II d'Asburgo. Il successore, Filippo III d'Asburgo, fu artefice della cosiddetta Pax Hispanica, una politica di compromesso che prendeva atto dell'impossibilità per la Spagna di dominare politicamente la Francia, di ripristinare il cattolicesimo in Inghilterra e di debellare la rivolta dei Paesi Bassi. Essa fu posta in atto attraverso una serie di trattati di pace: la Pace di Vervins del 1598 con la Francia, il Trattato di Londra del 1604 con l'Inghilterra, la Tregua dei Dodici Anni del 1609 con le
Province Unite. A seguito dei trattati, la Repubblica d'Olanda costruì un vasto impero coloniale e seppe diventare la principale piazza commerciale e finanziaria del continente.
Nel settore settentrionale del continente europeo due regni avrebbero giocato un ruolo di assoluto rilievo nelle vicende della Guerra dei Trent'anni: la Danimarca e la Svezia. Carlo IX, re di Svezia, manifestò da subito mire espansionistiche sia ai danni della Polonia sia ai danni della Danimarca di Cristiano IV (re dal 1588 al 1648), padrona dei dazi del Sund grazie al possesso di vasti territori nel sud della Svezia. Il figlio e successore di Carlo IX, Gustavo Adolfo, continuò la politica del padre e nel giro di due decenni riuscì ad imporre la supremazia svedese su tutto il Baltico.
Invece, all'interno dell'Impero tedesco, gli Asburgo d'Austria avevano inaugurato una politica di guerre di conquista ma anche, se non soprattutto, di alleanze che li portarono a
dominare sull'insieme dei territori dell'Impero. I conflitti religiosi del Cinquecento avevano avuto in realtà una posta in gioco di natura politica di importanza enorme. Lo scoppio della Guerra dei Trent'anni (1618 - 1648) era imminente vista la situazione nei diversi Paesi d'Europa. Nell'Impero Austriaco, Ferdinando d'Asburgo mise in atto in Boemia un sistematico progetto di annientamento delle confessioni non cattoliche. Si arrivò all'emanazione dell'ordine di distruggere gli edifici di culto delle confessioni non cattoliche se costruiti su terreni soggetti ad autorità di obbedienza romana. Il 23 maggio del 1618 il conte di Thurn, a capo di una delegazione di aristocratici riformati boemi, entrò a forza nel castello di Praga per protestare e ottenere la revoca dell'ordine. Il sovrano non era lì in quel momento, ma la folla che lo seguiva catturò due consiglieri imperiali con il loro segretario,
gettandoli dalla finestra. La cosiddetta "defenestrazione di Praga" accese la miccia della rivolta boema, e anche quella della guerra generale. Gli insorti praghesi nominarono subito un governo provvisorio, cercarono di reclutare un esercito e chiesero l'aiuto internazionale in vista dell'inevitabile guerra contro le truppe degli Asburgo. La richiesta di aiuto non fu però ascoltata da tutti e nella primavera-estate del 1620 l'esercito imperiale asburgico e quello bavarese penetrarono in Boemia, sconfiggendo definitivamente le forze ribelli.
Il sovrano danese Cristiano IV, che era anche duca di Holstein, nei primi mesi del 1625, entrò in territorio tedesco come condottiero dei protestanti della Bassa Sassonia, ma si trovò di fronte un grande esercito imperiale che lo sconfisse. Nella pace di Lubecca del 1629 riottenne il regno ma dovette rinunciare ai suoi piani tedeschi e abbandonare la guerra. A questo punto sembrava che gli Asburgo e i loro
alleati dovessero in breve tempo vinceredefinitivamente la guerra, ma le potenze protestanti, e dietro a loro la Franciadei Borbone, non potevamo assistere inerti allo spettacolo del trionfo degliAsburgo senza tentare nuovamente di rovesciare le sorti del conflitto.Tra il 1628 e il 1630 il centro nevralgico della guerra si spostò dalla Germaniaall'Italia settentrionale. Vincenzo II Gonzaga, duca di Mantova, era morto allafine del 1627 senza lasciare eredi. Il successore designato era il franceseCarlo, duca di Nevers, ma gli Asburgo rivendicarono l'appartenenza. Neseguì una guerra che si concluse con l'accordo di Cherasco, sulla base delquale Mantova e il Monferrato restavano al Gonzaga-Nevers, che siriconosceva suddito dell'Impero, mentre Pinerolo restava alla Francia.Nel frattempo Gustavo II Adolfo di Svezia stava preparando il suo ingressonelle "guerre civili tedesche" a suon di manifesti pubblici in cui denunciaval'arroganzaLa guerra tra Svezia e Impero asburgico fu causata principalmente dalla rivalità tra le due potenze nel Baltico. La Svezia, un paese protestante, temeva l'influenza cattolica dell'Impero e considerava la politica imperiale una minaccia per i suoi interessi nella regione. La guerra non fu presentata come una crociata protestante, ma come una "giusta guerra" per difendere la sicurezza del Regno e di tutta l'Europa.
Gustavo II Adolfo, re di Svezia, ottenne il suo primo grande successo contro le forze cattoliche nella battaglia di Breitenfeld nel 1631. Tuttavia, nella battaglia di Lützen nel 1632, vicino a Lipsia, gli svedesi ebbero la meglio ma Gustavo Adolfo cadde sul campo di battaglia. La Svezia si trovò quindi da sola contro l'Impero, ma in quel momento la Francia decise di entrare in guerra in modo indiretto.
Le cose non andarono come sperato da Luigi XIII e dal potente primo ministro Richelieu: il primo attacco alla Spagna non ebbe l'effetto sperato e non provocò la ribellione prevista nei territori sotto il dominio spagnolo, specialmente.
nelle Fiandre. Anzi, fu l'attacco asburgico a mettere in crisi l'esercito francese, visto che a nord le truppe imperiali arrivarono a poche decine di miglia da Parigi. Ma il trionfo asburgico era impedito da vari fattori: da una parte la tenacia della Svezia, dall'altro lo stato di costante e rovinosa guerra civile all'interno dell'Impero. Furono dunque eventi interni ai vari paesi, nonché l'impossibilità per nessuna delle forze in campo di ottenere la vittoria decisiva sullo schieramento avversario, a convincere le parti che l'unica strada era quella di giungere ad una pace generale. I negoziati erano stati avviati sin dal 1641; nel 1648 si arrivò ad una serie di trattati firmati nelle città di Münster e Osnabrück, noti collettivamente come Pace di Westfalia. Venne innanzitutto riconosciuta definitivamente l'indipendenza dei Paesi Bassi dalla Spagna, la Francia si vedeva riconosciuto il possesso dei vescovadi.di Wismar. La Danimarca avrebbe mantenuto il controllo della Norvegia e delle isole Fær Øer e Islanda. La Polonia avrebbe ottenuto la Prussia occidentale e la Lituania avrebbe ricevuto la Curlandia. La Russia avrebbe ottenuto la Finlandia e la Moldavia. Infine, l'Austria avrebbe mantenuto il controllo della Boemia e dell'Ungheria.