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LE IMPRESE DEI CONQUISTADORES E I VICEREAMI SPAGNOLI NELLE AMERICHE
I primi conquistadores che giunsero a contatto con questo mondo furono i due hidalgos Hernan Cortés e Diego Velazquez, che nel Febbraio del 1519 si inoltrarono nei territori governati dagli Aztechi.
Velazquez, che era il governatore di Cuba, nel 1517 ricevette l'incarico da Carlo I d'Asburgo di esplorare l'entroterra dei territori dell'odierno Messico, operazione che inizialmente egli delegò al suo segretario Hernan Cortés, un hidalgo formatosi presso l'università di Salamanca.
Cortés compì inizialmente due spedizioni, ottenendo i primi contatti con gli Aztechi; una volta intuite le enormi potenzialità di quelle terre, Velazquez affidò a Cortés il comando di una terza spedizione.
Cortés tuttavia, si spinse molto oltre il proprio incarico (destituire i governatori locali), e nel giro di soli due anni e mezzo,...
riuscì a conquistare tutto il territorio azteco. Il corpo di spedizione spagnolo era composto da circa 500 uomini, un piccolo numero di cavalli e di cannoni; alla guida di questo piccolo esercito, Cortés riuscì ad inoltrarsi senza problemi nel territorio azteco, giungendo inizialmente a Tlaxcala. Da qui egli si spinse presso la capitale azteca di Tenochtitlan, dove venne accolto dall'imperatore Montezuma II, che vide nel nuovo arrivato la reincarnazione del serpente piumato, il dio Quetzalcoatl, di cui gli Aztechi aspettavano il ritorno. Montezuma, in un momento iniziale, si pose nei confronti di Cortés in un rapporto di debolezza, cosa che l'hidalgo spagnolo cercò di sfruttare al meglio. Cortés pensò bene di catturare Montezuma II, obbligandolo a pagargli un enorme riscatto; tuttavia, la popolazione della città diede via ad una rivolta, in cui Montezuma stesso perse la vita, che costrinse Cortés a ripiegare.sorprendente di Cortés, è il fatto che abbia raggiunto tutto ciò senza l'appoggio ufficiale della corona spagnola. Infatti, Cortés agì inizialmente come un avventuriero privato, ma alla fine ottenne il riconoscimento e il sostegno di Carlo V. Durante il suo governo come viceré, Cortés si impegnò a migliorare la vita dei nativi americani e a promuovere la colonizzazione spagnola. Tuttavia, la sua amministrazione fu segnata da conflitti e controversie, e alla fine fu destituito dal suo incarico nel 1540. Nonostante le sue controversie, Hernán Cortés rimane una figura di grande importanza nella storia del Messico e della conquista spagnola delle Americhe. La sua audacia e la sua abilità militare gli hanno guadagnato un posto di rilievo nella storia come uno dei più grandi conquistadores.incredibile di Cortés, ful'impresa di Francisco Pizarro e Diego Almagro, protagonisti della conquista dell'Impero Inca. Pizarro e Almagro si mossero verso il Sud America, attirati dalle voci secondo cui vi era un regno di favolosa ricchezza, nel 1531, con un esercito composto da 180 uomini e 37 cavalli. Nel momento in cui gli Spagnoli giunsero in Perù, l'Impero Inca era appena uscito da una sanguinosa guerra civile, che era stata combattuta tra i fratelli Huascar e Atahualpa, figli del defunto imperatore Huayna Cápac (morto per una malattia infettiva). Quella della guerra civile non era l'unica problematica dell'Impero in quegli anni, vi era infatti l'importante problematica legata alle ribellioni delle popolazioni assoggettate. Pizarro ebbe il merito di comprendere immediatamente la situazione di confusione attraversata dallo stato inca, egli inizialmente ottenne, nel 1532, un colloquio con Atahualpa, che però venneCatturato assieme al suo esercito che venne massacrato (nonostante il numero soverchiante). Atahualpa, che venne indicato da Pizarro come un tiranno, venne obbligato al pagamento di un enorme riscatto, che una volta consegnato, non gli permise di avere salva la vita, in quanto Pizarro lo fece uccidere nel 1533.
Nello stesso anno i conquistadores saccheggiarono Cuzco e fondarono una città presso un villaggio costiero (Callao, poi porto principale del Perù, da cui partivano le merci per l'Europa), inizialmente nominato Ciudad de Los Reyes, e in seguito ribattezzato Lima, che divenne la capitale del nuovo dominio spagnolo.
La presa di Cuzco non significò la sconfitta definitiva dell'Impero Inca, infatti gli Spagnoli si dovettero confrontare con la resistenza di molte popolazioni, e con alcune di esse non ottennero mai una vittoria definitiva (fu il caso dei Mapuche, un popolo situato nel nord dell'odierno Cile, contro cui gli Spagnoli).
combatterono per trecento anni, senza mai soggiogarlo, nella Guerra di Arauco
Occupata la maggior parte dell'ex stato inca, immediatamente si arrivò allo scontro tra Pizarro e Almagro, il quale generò una lotta fratricida, che portò nel 1538 alla decapitazione dello sconfitto Almagro per ordine di Pizarro, ma anche all'assassinio di Pizarro, nel 1541, ad opera degli uomini di Almagro.
Le rivalità tra Pizarro e Almagro erano sorte soprattutto per motivi economici (divisione delle ricchezze), ma anche per la questione legata al chi dovesse accaparrarsi i meriti della conquiste e che di conseguenza avrebbe dovuto assumere il controllo dell'area conquistata.
Con la morte di Pizarro e Almagro, il titolo di viceré del Perù venne affidato da Carlo V a Blasco Nunez Vela, la cui nomina sancì la nascita del Vicereame del Perù.
Si arrivò alla pacificazione totale di queste terre al tempo dell'ottavo
viceré, Francisco de Toledo (in carica dal 1569); si era dunque riusciti a sconfiggere le varie sacche di resistenza indigena. Le spiegazioni che vennero date, per giustificare la conquista di immensi imperi, ad opera di un così piccolo gruppo di soldati, sono veramente molte, e contemplano varie motivazioni. Sia in Messico che in Perù, i conquistadores furono protagonisti di una conquista rapidissima di territori enormi, come visto però Cortés e soprattutto Pizarro disponevano di eserciti molto piccoli rispetto a quelle delle popolazioni indigene. In primo luogo va però osservato, il fatto che armi da fuoco e cavalli suscitassero il terrore negli eserciti indigeni, che furono sbaragliati dalla furia omicida dei conquistadores. Altra considerazione necessaria è legata a motivazioni religiose, sia gli Inca che gli Aztechi identificarono nell'arrivo degli Spagnoli il ritorno di divinità che presagivano un'età di.crisi; era forte in queste popolazioni la sensazione di essere stati abbandonati dagli dei (uno stato d'animo testimoniato dal grande numero di suicidi). Altro fattore è quello epidemico, infatti gli Spagnoli portarono nelle Americhe delle malattie contro cui le popolazioni locali non avevano sviluppato delle difese immunitarie (una su tutte il vaiolo); ma allo stesso tempo però, gli Spagnoli portarono dal continente americano una nuova malattia, quella del "Mal francese", ovvero la sifilide. In ultimo luogo va considerato anche il fatto che gli Spagnoli trovarono, sia in Perù che in Messico, delle condizioni favorevoli all'impresa, che poi essi seppero sfruttare magistralmente (da un lato la guerra civile inca, dall'altro l'astio dei popoli sottomessi agli Aztechi). Nel corso del Cinquecento, il dominio spagnolo nelle Americhe andava dalla California e dalla Florida fino al Cile, ed ebbe come unico limite la.presenza delle pampas (foreste amazzoniche) e la presenza dei Mapuche (detti anche Araucani). Alla conquista seguì un fenomeno migratorio dall'Europa, che portò all'arrivo di 220.000 Europei, ma anche di 30.000 schiavi africani, che vennero messi a lavorare nelle piantagioni (la corporatura degli Indios non permetteva loro di svolgere un lavoro così pesante).
Si sviluppò fin da subito il fenomeno del meticciato, che riguardava i meticci, ovvero i figli di uomini spagnoli e donne indie, i mulatti, come venivano chiamati coloro nati dall'unione di neri e bianchi, e gli zambos, nati dall'unione di neri e Indios.
Gli Spagnoli andarono a riproporre nel Nuovo Mondo una serie di istituti feudali che avevano avuto successo in Spagna ancora al tempo della Reconquista, come quello del ripartimiento (lett. Divisione).
Il ripartimiento consisteva sostanzialmente nell'assegnazione ad un hidalgo (in questo caso ad un conquistador) di
Una porzione di territorio, di cui esso diveniva governatore; in questo modo i sovrani si garantivano la presenza di un loro uomo di fiducia in un nuovo territorio.
Altro sistema applicato fu quello dell'encomienda, che venne utilizzata fin dai primi momenti successivi alla conquista, e che in seguito si impose come il modello dominante nelle colonie spagnole.
L'encomienda, molto simile al ripartimiento, consisteva nell'assegnazione ad un conquistador di un territorio di cui non possedeva il suolo, ma sul quale aveva il diritto di riscuotere dazi e prestazioni.
In cambio di ciò gli encomienderos avevano l'obbligo di difendere gli indigeni e di convertirli al cristianesimo, come previsto tra l'altro dalla bolla papale "Inter cetera" (1493).
Questo sistema si trasformò di fatto in uno sfruttamento indiscriminato degli Indios, e allo stesso tempo creava malumori per i vari encomienderos, in quanto il loro controllo
non era perpetuo, ma scadeva dopo due generazioni, e questo per il timore che essi potessero creare dei potentati locali difficilmente controllabili. L'encomienda dunque venne abbandonata dopo alcuni decenni; in Nuova Spagna venne sostituita dal repartimiento, mentre in Perù invece venne introdotta la mita (erano due sistemi che non differivano di molto tra di loro; va ricordato che il repartimiento applicato nella Nuova Spagna era molto simile a quello adottato nella madrepatria). Questi sistemi permettevano alla Spagna di ottenere l'alleanza con le popolazioni locali, che lavoravano in periodi stabiliti in cambio di piccoli compensi, dovendo a loro volta pagare dei tributi. Venne dunque ridimensionato il potere di questi beneficiari; tuttavia il pericolo che si voleva scongiurare, quello che si creassero dei centri di potere, non venne meno, anzi portò al fenomeno del caudillismo (grandi proprietari).