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Appunti del corso triennale di Storia Reca

I. Tutore Rafficante (Appunti delle lezioni del corso triennale dell'Università degli Studi dell'Quilas G. D. Matoria Reca integrati con il manuale di Usti con approfondimenti sulla nascita, polis della sulla colonizzazione e sull'ellenismo)

1. Storia grecapoleis

Le polis: Sparta e Atene dall'epoca micenea alle Guerre Persiane

asty chora

Polis: comunità civica all'interno della cinta muraria; rocca; territorio esterno.

polisDa dove si origina la polis? Le teorie prevalenti nel XX secolo, che facevano capo al Beloch, reputavano che la città stato greca fosse nata in Ionia d'Asia nel momento della colonizzazione greca grazie a modelli orientali. Secondo D. Musti (1990) essa sarebbe invece da identificare come un processo endogenetico greco, compiutosi nella Grecia continentale e peninsulare e derivato da una mistione di elementi: sicuramente determinanti furono, infatti, le esperienze delle cittadelle micenee,

così come gli apporti dorici e certamente, ma in misura minore, anche gli apporti vicino orientali. Già al tempo della prima colonizzazione ionica (1044), infatti, il modello poleico sarebbe stato sufficientemente sviluppato da permettere di fondare nuove città sulle coste dell'Asia minore. Anche dal punto di vista della struttura sociale il passaggio è problematico. Nel mondo miceneo vi è una regalità ben riconoscibile, quella del wanax. Dopo le Dark ages, invece, la monarchia è, per così dire, più collegiale, e si riscontrano nella società elementi che "limitano" il potere del re, il basileus. Tale trasformazione è ben individuabile nell'epica omerica: sebbene alcuni studiosi (tra i quali V. Bartoletti) abbiano considerato la figura del basileus omerico, e in particolare quella di Agamennone, ancora ancorata all'idea di un "potere assoluto", è innegabile che all'interno dell'Iliade.dell’ già si colgano quelle istituzioni politiche,prime tra tutte le assemblee, che “porranno un limite” al potere del re. Questo approccio ha anche portatoa posizioni di segno completamente opposto: vi è chi, come R. Drews, ritiene, infatti, che quasi non si possabasileisparlare di una regalità attribuibile a una sola persona in Omero, quanto piuttosto di un gruppo di ,Dark agespreludio all’aristocrazia di età storica. È ovvio che, data l’incertezza che regna sulla società delle èpolisdifficile cogliere con precisione tutte le linee di sviluppo che abbiano portato alle di età storica. È anchecomplesso definire il momento in cui la “città-stato” sia effettivamente nata: secondo alcune teorie ilpolismomento della nascita della può essere fatto coincidere con la nascita dei culti poliadici, suburbani eextraurbani. I culti poliadici aggregano la cittadinanza e cementano

Il corpo civico, mentre nella nascita dichoraquelli extraurbani è da ravvisare il tentativo di difendere lo stesso corpo civico, in particolare la , daipericoli esterni (si veda F. de Polignac 1984). Spesso le divinità venerate nei santuari extraubani presiedonoai riti di passaggio all’interno della città. Secondo questa tesi, dunque, la nascita della città andrebbecollocata nell’VIII secolo, ma a parte alcune attestazioni di culti risalenti al IX secolo, il fenomeno èpercepibile solo nel tardo geometrico, cioè dalla fine dell’VIII secolo. È ovvio che si tratta dell’esito di unprocesso lungo e articolato, con diverse tappe intermedie difficili da cogliere, le cui origini risalirebbero,almeno secondo alcuni studiosi (tra i quali Van Effenterre) già all’età minoica.

Sparta: sorge nella piana dell’Eurota, tra il Taigeto e il Parnone. I primi insediamenti nella zona risalgonogià al

Tardo Elladico. Nel medio Elladico i siti diventano particolarmente ricchi e sorgono altri centri che sono proprio villaggi. Lo stesso Menelaion, che sorge a 5 km da Sparti, è, con ogni probabilità, un luogo diculto, molto importante nell'Età del bronzo. Oggi sono visibili soltanto i resti di età classica, ma da Hdt.sappiamo che si trattava di un luogo deputato al culto di Menelao ed Elena. Il sito fu indagato nella prima metà dell'800 da Schliemann, ma le indagini vennero abbandonate poiché il centro fu creduto non miceneo. Nei dintorni sono stati rinvenuti numerosi oggetti in metallo, riferiti a un centro abitato, che fu effettivamente portato alla luce da un'equipe inglese nel XX secolo. Esso mostra fasi di frequentazione dal Geometrico all'Ellenismo. Vennero poi individuati ulteriori resti riferibili ai Micenei: Mansio 1. Si tratta di megaron una struttura con al centro un ambiente tripartito, simile a un , ai lati del

Quale si disponevano due corridoi posti tra la struttura stessa e gli ambienti circostanti. La struttura fu distrutta forse da un evento megaronsismico e ricostruita nel tardo Elladico. Sulle pareti dovevano essere presenti affreschi. Nel "noneskara megaron" non è stata trovata traccia dell', dunque si può parlare di soltanto in via dubitativa. Al momento della ricostruzione l'orientamento dell'edificio viene invertito e viene costruito un piano sopraelevato. Si tratta della Mansio 2, frequentata dal XIV al XII secolo e poi distrutta in contemporanea con la distruzione di Pilo.

Nel Peloponneso si parla un dialetto dorico, ma alcune persistenze di Acheo rimangono nella zona settentrionale. Dei Dori si sa poco, ma vengono considerati dalle fonti degli invasori, la cui discesa è collocata nel 1104. Sono identificati con gli Eraclidi. In particolare a uno sarebbe spettata la Messenia, a uno l'Argolide e a due la Laconia (-> spiegazione).

Mitica della diarchia spartana). Da Strabone sappiamo che Laconia venne divisa in sei distretti, tra cui uno, il distretto di Amicle, destinato a un Acheo traditore che avrebbe favorito la discesa dei Dori. I Dori, eccetto quelli di Sparta, avrebbero chiamato gli Achei a popolare i nuovi centri. Tutti i centri dorici avrebbero goduto di isotimia, finché Sparta, che aveva assunto una posizione di rilievo, con Agide, non avrebbe revocato l'isotimia alle altre città, imponendo tra l'altro un tributo. Gli abitanti di Helos sarebbero stati gli unici a ribellarsi: essi, sconfitti, furono ridotti in schiavitù. Per questo motivo gli schiavi a Sparta vennero chiamati Iloti (abitanti di Helos). Un'altra spiegazione della denominazione ci Hetimologicum magnum viene dall': il nome deriverebbe dalla parola "palude". Helos era, infatti, una zona paludosa nel territorio di Sparta. Una terza spiegazione collega il nome alla voce verbale eilon=far prigioniero.

Essi dovevano offrire una parte dei beni prodotti ai loro padroni Spartiati, ma non vivevano insieme a loro. Il rapporto tra Spartiati e Iloti sarebbe, secondo Senofonte, di 1:100. Qualora venissero sospettati di cospirazione contro i padroni venivano fatti uccidere dai giovani Spartiati come tappa del loro addestramento. I Perieci sarebbero invece gli abitanti dei territori limitrofi senza più isotimia, mentre gli Spartiati i Dori "puri" che abitavano Sparta. I Perieci non avevano diritti politici, ma dovevano combattere nell'esercito in reparti speciali. Si dedicavano ad attività imprenditoriali, cui non potevano dedicarsi per legge gli Spartiati. Essi sarebbero stati distribuiti in cittadelle direttamente dipendenti da Sparta. La denominazione di "Lacedemoni" (derivata da Lacedemone, nome di Sparta prima dell'arrivo dei Dori) sarebbe infatti riferita proprio agli Spartiati e ai Perieci. Gli Spartiati, invece, erano i soli a poter vivere a Sparta.

ed erano divisi in quattro distretti: Pitane, Limna, Mesoa e Cinosura. Nel quinto distretto, quello di Amicle, erano ammessi gli Achei. I distretti erano chiamati e amministrati da cinque Efori. Le massime cariche dello Stato erano i due RE. Perché la diarchia?
  1. Hipotesi 1 – a 2 delle tre originarie tribù genetiche doriche (Illei, Dimani e Panfili);
  2. Hipotesi 2 – rappresentanti di Dori e Achei;
  3. Hipotesi 3 – capi di due ondate di Dori che arrivarono nel Peloponneso;
  4. Hipotesi 4 – diverse prerogative: a uno sarebbe spettata la politica interna e all’altro quella estera.
Le due famiglie di re spartani, gli Agiadi e gli Euripontidi si ricollegavano, inoltre, ai mitici Eraclidi che avrebbero invaso il Peloponneso, in particolare i primi a Euristene e i secondi a Procle. Ai due re spettavano terre sacre e buona parte delle terre conquistate. La società spartana venne regolata dalla mitica azione legislatrice di Licurgo, figura a metà trauomini e dei, cui erano dedicati veri e propri culti. Il nome Licurgo farebbe pensare a quello di una vera e propria divinità, leukos in quanto legato alla radice di luce. Da Plutarco sappiamo che venne accecato nel pacificare due giovani: la monoftalmia è un tratto tipico dei legislatori antichi. Per Erodoto nella sua figura risiede la base dellapotenza spartana, ma Tirteo non lo conosce. Ciò vuol dire, probabilmente, che il mito dovette nascere nel periodo di tempo che intercorse tra i due. Per Tucidide grazie alla sua costituzione si risolsero a Sparta le lotte civili e la città ebbe una costituzione improntata sul buon governo, Senofonte non ne parla nellospecifico, mentre Apollodoro dice di lui che visse intorno all’884, circa 100 anni prima della prima Grande rhetraolimpiade. La sua costituzione sarebbe derivata da un responso delfico, la rhetra, che lui avrebbe ricevuto e messo in atto (si tratta infatti di leggi non scritte). La mitologia spartana nascerebbe proprio dalla sua costituzione.

La monarchia spartana era ereditaria. I re sono diarchi a vita, ma dal 506 solo uno di essi va in battaglia. Combattono nelle prime file della fanteria preceduti solo dagli arcieri e dalla cavalleria di esplorazione. Hanno potere religioso, nominano gli ambasciatori e inviano funzionari a consultare l'oracolo di Apollo a Delfi. Sono possessori di una ricchezza significativa sia perché sono a loro destinate le parti d'onore dei sacrifici, sia perché possiedono numerosi appezzamenti terrieri, sia perché gli vengono versati tributi annuali da parte dei Lacedemoni. Sono inoltre giudici in questioni di diritto familiare, ma in caso di contestazioni sulla nascita di uno Spartano devono consultarsi con l'Apella e la Gerousia. Perdono progressivamente potere a favore degli Efori, che scelgono quale dei due re debba andare in battaglia e con quali guerrieri, a seconda della classe di età.

Apella: consiglio del popolo, formato da tutti gli homoioi (=coloro che

possedevano uguali diritti

Dettagli
A.A. 2019-2020
33 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariatrafficante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Savo Barbara.