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L'importanza della linguistica nella ricostruzione storica

La linguistica è fondamentale per la ricostruzione dei dialetti; essi infatti ci permettono di risalire all'origine delle popolazioni. Inoltre, il dialetto consente di risalire ai rapporti tra i vari popoli.

Trasmissione degli iscritti storici

Premessa sulla storiografia

Dobbiamo distinguere due tipologie di storiografia: una storiografia che noi leggiamo nelle opere complete, quindi Erodoto, Tucidide, Diodoro, Senofonte, Polibio di cui abbiamo molto ma non tutto, e una storiografia che noi leggiamo per frammenti, la cosiddetta storiografia frammentaria.

È abbastanza complicato sapere con precisione a che testo appartiene una determinata citazione, così degli studiosi tedeschi hanno portato avanti un lavoro di raccolta di tutte queste citazioni secondarie di autori di cui non abbiamo le opere.

Raccolta delle citazioni storiche

La prima grande opera fu a cura di Müller nella metà dell'Ottocento e scrisse un'opera che si chiamava Fragmenta Historicorum Graecorum (frammenti degli storici greci). Egli ha portato avanti un lavoro elaborato per cui fu essenziale lo studio di tutta la letteratura greca e successivamente ha estrapolato dai singoli autori che leggeva tutte le citazioni di autori precedenti, per esempio Erodoto cita Ecateo di Mileto. Il lavoro consiste nel prendere il passo che Erodoto ha preso da Ecateo di Mileto e lo si riporta sotto la voce dell'autentico autore.

I passi venivano tradotti in latino ma erano privi di commento. Invece, successivamente nel 900, un altro grande studioso tedesco, Felix Jacoby, ha intrapreso un'opera che prende il nome di Die Fragmente der griechischen Historiker (i frammenti degli storici greci), inserendo il commento di queste citazioni secondarie ed egli ha suddiviso la sua opera per generi letterari.

Trasmissione delle opere letterarie antiche

Le opere letterarie antiche erano scritte su papiro ma, essendo essi soggetti a deperibilità, non durarono nel tempo. Queste opere che ci sono pervenute sono state raccolte e ricopiate, in età medievale, dai cosiddetti monaci amanuensi. Questi monaci, per salvare dal naufragio completo queste opere che si stavano perdendo, le trascrissero nei codici che erano fatti di pergamena, un materiale più durevole.

Alla base di questo lavoro c'è una fase di selezione perché non veniva ricopiato tutto quello che trovavano ma solamente quello che maggiormente interessava. I monaci però non conoscevano il greco e latino, non erano esperti in queste lingue, pertanto il testo veniva ricopiato confondendo le parole. Ciò comportò la presenza di errori grammaticali, lessicali e alterazioni al significato delle parole.

Proprio per questo motivo, noi di una stessa opera possiamo avere tante versioni scritte in monasteri diversi che non riportano il contenuto in maniera identica. Per risolvere subentra il lavoro dei filologi i quali cercano di ricostruire il testo originario così come era stato scritto dalla mano dell'autore antico.

Il lavoro dei filologi

Il filologo porta avanti un lavoro di collazione, cioè raccolta e confronto fra tutti i codici che sono pervenuti di un autore. Ogni codice ha una sigla e questa sigla rimanda al monastero dove è stato ricopiato per la prima volta. È presente inoltre uno stemma codicum che serve a ricostruire le varie famiglie di codici.

I filologi confrontano tutti questi codici e danno la loro interpretazione sulla forma più corretta del testo così come secondo loro l’ha scritta l’autore. Questo lavoro di raccolta e ricostruzione del testo sfocia nella pubblicazione di una cosiddetta edizione critica. Il filologo riporta il testo nella forma per lui più simile al testo scritto da un autore antico e poi a piè di pagina mette tutte le altre varianti di quel testo.

Quando gli storici devono studiare un brano, la prima cosa che fanno è leggere il testo nell'edizione critica ed esaminare tutte le varianti. Una regola che seguono di solito i filologi è la cosiddetta lectio difficilior. È molto più probabile che nel testo originale ci fosse la versione più difficile rispetto a quella scritta dai monaci perché essi tendevano a semplificare le parole, possibilmente perché non capivano il significato di quelle più complesse.

La cronologia nella storia

Oggi parleremo di cronologia, altra coordinata importante per lo studio della storia insieme alla geografia. Si può dire che la storia comincia quando abbiamo testimonianze scritte, poiché ci basiamo su fonti letterarie per la ricostruzione degli eventi, e intanto la scrittura in Grecia compare intorno alla fine dell’IX secolo, inizio VIII secolo. Cominciò ad essere adottato un sistema alfabetico intorno alla metà dell’ VIII a.C.

Ma la storia non inizia con l’avvento della scrittura poiché sono testimonianze scritte molto sporadiche, pochi frammenti, e non sono fonti storiografiche perché le prime fonti storiografiche risalgono a Erodoto che visse nel V sec. In Grecia sappiamo che esisteva un sistema di scrittura prima ancora dell’epoca storica, esattamente nell’età del bronzo, in pieno II millennio a.C., poiché la civiltà micenea aveva un sistema di scrittura chiamato lineare B, secondo cui a ogni segno corrispondeva una sillaba.

Queste testimonianze scritte che ci sono pervenute di epoca micenea non sono documenti che parlano di eventi storici accaduti, ma era una scrittura che aveva scopi contabili. Infatti, ci sono pervenuti elenchi di merci e prodotti che venivano immagazzinati e lavorati dal palazzo del signore miceneo, quindi non sono altro che inventari di merci.

Permettono solo di capire come vivevano in quell’epoca, ricostruendo la società e l’economia dei palazzi micenei, ma non aiutano a ricostruire eventi storici. Per esempio, a un certo punto i palazzi crollano, la scrittura scompare ma non troviamo nelle tavolette i motivi del crollo. Quindi la storia non può cominciare con la civiltà micenea.

Fonti letterarie e storiche

Ci sono altri tipi di fonti e letterature come la letteratura mitologica e l’epica, e nonostante non sappiamo quando Omero sia vissuto, collochiamo la prima composizione dei poemi Omerici intorno alla fine del IX, inizio VIII sec. Ovviamente era una produzione orale e non può essere considerata fonte storica perché avevano finalità letterarie diverse dalle opere storiografiche di Erodoto.

Per noi la storia greca inizia quando le testimonianze che abbiamo grazie a opere scritte possono trovare un riscontro in altri tipi di documenti, come le testimonianze archeologiche o epigrafiche. Ad esempio, la colonizzazione greca del Mediterraneo, dell’Occidente e della Sicilia. Noi sappiamo, grazie a Erodoto e Tucidide, che questa colonizzazione avvenne in un certo periodo temporale.

Questo evento ha un riscontro nelle testimonianze archeologiche perché quando i Greci vennero a fondare la città di Naxos, prima colonia greca in Sicilia, avevano lasciato le prime tracce materiali e grazie agli scavi archeologici possiamo datare a livello stratigrafico la successione delle fasi abitative di quel centro. La colonizzazione greca comincia intorno alla metà dell’VIII sec.

Eventi storici e datazione

Il primo evento che i greci ricordavano, da cui comincia un sistema di datazione preciso è la prima Olimpiade datata nel 776 a.C. La prima Olimpiade avvenne quindi nell’VIII secolo, precisamente nella prima metà dell’VIII secolo. Ad esempio, se fossimo nel 762 a.C. saremmo sempre nella prima metà, mentre se fossimo nel 734 sarebbe seconda metà. Se dicessimo 358 a.C. sarebbe prima metà del IV sec.

Si data anche per quarti di secolo, quindi se dicessimo 580 a.C. sarebbe VI secolo nel primo quarto, perché se parliamo del V secolo il primo quarto va dal 499 a 475, il secondo quarto va dal 474 a 450, il terzo quarto dal 449 al 425 e il quarto quarto va dal 424 al 400. Bisogna ricordarsi che parliamo sempre di a.C. quindi bisogna aumentare di una unità il primo numero dell’anno, quindi 478 è V secolo.

Fine della storia greca

Per quanto riguarda la fine della storia greca ci sono due teorie: si dice che essa finisca con la conquista dei regni Ellenistici da parte dei romani, regni che si formarono in seguito alla morte di Alessandro Magno, quindi ciò che rimaneva dell’Impero Persiano. L’ultimo regno ellenistico a cadere in mano romana fu il regno d’Egitto dei Tolomei nel 31 a.C. con la celebre battaglia di Azio (ricordiamo figure come Antonio e Cleopatra).

Molti libri datano la fine della storia greca nel 31 a.C., invece altri fanno finire la storia greca con l’occupazione della Grecia da parte dei romani con la sconfitta di Pidna nel 168 a.C. o la distruzione di Corinto nel 146 a.C.; ciò perché questi regni dell’Oriente non hanno sempre fatto parte della storia greca vera e propria. Nel manuale di Cinzia Bearzot, la storia greca termina nel 133 a.C. con l’annessione di re Attalo III del regno di Pergamo ai romani. Sono sempre delle date convenzionali.

Sistemi cronologici

Vi sono due sistemi cronologici: una cronologia relativa e una cronologia assoluta. Si ha la prima quando gli eventi sono datati in relazione con un altro evento di cui non sappiamo la data. Per esempio, Tucidide non fornisce mai l’inizio della guerra del Peloponneso, però nella sua opera tutte le parti iniziano così “questi sono gli eventi del primo anno della guerra del Peloponneso” oppure “nel decimo anno della guerra del Peloponneso avvenne…”.

Ovviamente è un tipo di cronologia relativa poiché adotta questo sistema in relazione all’inizio della guerra del Peloponneso, e se noi non sapessimo l’inizio della guerra del Peloponneso (data saputa grazie ad altri criteri) non la conosceremmo mai a causa della cronologia relativa.

Ad esempio, è stata trovata nell’isola di Paro una famosa opera cronografica, un’epigrafe di epoca ellenistica chiamata Marmum Parium, ed è una iscrizione di carattere cronografico poiché vi è una datazione di eventi ma a partire dal momento in cui fu scritta questa iscrizione e non conosciamo la sua data di iscrizione.

Un sistema di cronologia relativa venne usato durante il fascismo, che datava dall’inizio dell’era fascista ovvero dalla marcia su Roma. Anche Napoleone Bonaparte e spesso i regimi totalitari, con scopi propagandistici, per evidenziare il cambiamento radicale. Invece la cronologia assoluta è quella che adotta un evento ben conosciuto che tutti sanno collocare nel tempo, per noi avvenuta nel I secolo con la nascita di Cristo (e non nell’anno zero poiché lo zero è un concetto matematico astratto inventato dagli arabi).

Grazie a questo sistema possiamo datare qualsiasi evento in qualsiasi epoca storica. Ad esempio, anche i Musulmani usano la cronologia assoluta perché fanno cominciare la loro era con la fuga di Maometto da La Mecca a Medina avvenuta nel 15 luglio 622 d.C.

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher blandino429 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Pignatone Roberto.
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