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I PROCESSI DI IMITAZIONE
Il primo gruppo di paesi che si avviò verso un processo di industrializzazione fu composto da Belgio, Francia e Svizzera. A loro si deve aggiungere anche il caso degli USA. In questi paesi la rivoluzione agraria ha avuto inizio tra il 1750 e il 1790; mentre quella industriale tra il 1770 e il 1810. In Belgio, Francia e Svizzera il processo di sviluppo prese avvio con caratteristiche molto diverse per dimensione, forma di governo e risorse. Lo schema di crescita però fu molto simile al caso inglese, nonostante la presenza di differenze importanti quali:
- Tecnici e imprenditori inglesi→ il trasferimento delle conoscenze ebbe come "intermediari" tecnici degli imprenditori inglesi. Giungevano in Europa in modo spontaneo e volevano sfruttare le proprie conoscenze impiantando altrove delle industrie. L'Inghilterra però cercò di difendere il proprio primato vietando l'emigrazione di artigiani (dal 1719 al 1825)
iniziò tra il 1800 e il 1820, mentre quella industriale tra 1840 e il 1860. In questo gruppo di paesi le caratteristiche specifiche sono più numerose:
- Presenza di tecnici stranieri → questa volta si trattava sì di artigiani inglesi, ma anche francesi, belgi e svizzeri;
- Intervento del capitale straniero → i paesi della prima ondata furono importanti per i secondi per via dei finanziamenti. Soprattutto gli inglesi tesero ad investire i propri capitali in eccesso per finanziare impianti industriali in Germania e in Austria. Questi capitali facilitarono l'industrializzazione in quanto sopperirono alla mancanza di accumulazione interna;
- Industria pesante → in Germania fu l'industria pesante ad avere il ruolo più rilevante. Le ferrovie divennero fondamentali per lo sviluppo, e giocò un ruolo altrettanto importante il sistema bancario, particolarmente sensibile al finanziamento di attività a lungo termine.
Il terzo gruppo di...
paesi ad industrializzarsi nel XIX secolo comprende la Spagna, l'Italia, la Russia e la Svezia. A questi si aggiunge il Giappone, come unico caso di industrializzazione extraeuropea. In questo gruppo la rivoluzione agraria si avviò tra il 1840 e il 1870 e la rivoluzione industriale tra il 1860 e il 1890. In questo gruppo è difficile generalizzare delle caratteristiche specifiche di modernizzazione. Si tratta, infatti, di paesi con strutture economiche, sociali e politiche molto differenti, e forme di sviluppo molto diversificate. I FIRST COMERS Nel 1830 il livello di industrializzazione del Belgio e della Svizzera era superiore alla Francia. All'inizio dell'800 il Belgio sembrava più industrializzato della Svizzera, grazie alla presenza della siderurgia, che però non era ancora modernizzata. Per quanto riguarda la filatura del cotone, il primato dovrebbe spettare alla Svizzera, malgrado la scarsità di materie prime e diversi altri fattori.La storia ha dimostrato che i paesi piccoli come Belgio e Svizzera si sono rilevati più capaci di svilupparsi rispetto a quelli grandi. L'unica argomentazione a sostegno delle maggiori possibilità di riuscita dei paesi più piccoli potrebbe essere la maggiore efficacia dei contatti tra responsabili economici e responsabili politici.
BELGIO
La presenza dello stato fu molto più evidente soprattutto per ciò che riguarda il finanziamento delle industrie. Per iniziativa di re Guglielmo I nacque la prima banca che estese il suo controllo su buona parte dell'industria belga. È un paese ricco di carbone. In passato era accaduto che le Fiandre, regione ricchissima che produceva lana, fu danneggiata da un divieto inglese di esportazione.
La struttura industriale si componeva di due settori trainanti: siderurgia e tessili (=Inghilterra). Per questa somiglianza industriale la definiscono la "piccola Inghilterra". La politica commerciale
perseguita dai Paesi Bassi è estremamente liberista. Quando il Belgio si rese indipendente si affrettò ad adottare tariffe doganali più alte soprattutto nei settori in cui si stava realizzando la modernizzazione. Nel 1837 furono varate delle misure che tendevano a privilegiare (esenzioni fiscali) tutti gli industriali che si fossero trasferiti in Belgio per impiantarvi una fabbrica e tutti i residenti che avessero introdotto macchine o utensili ancora sconosciuti. Lo Stato ritenne di favorire l'industria concedendo anche sussidi destinati all'industria carbonifera e alle filature di cotone. Lo sviluppo del Belgio dopo l'indipendenza fu rapido. La crescita fu quantitativa, ma soprattutto qualitativa. Tra il 1830 e il 1860 il livello di industrializzazione del Belgio superò quello della Svizzera e di conseguenza il Belgio fu il paese economicamente più importante subito dopo l'Inghilterra, posizione che mantenne fino al 1890 circa, allorquando
fu superato dagli USA. Altro aspetto fondamentale si concentra nel 1863, quando fu riscattato dai Paesi Bassi il porto di Anversa. Nel giro di pochissimi decenni Anversa tornò ad essere uno dei porti più importanti d'Europa. Grazie al porto di rafforzò il carattere di apertura verso l'esterno dell'economia belga e alla vigilia della prima guerra mondiale il Belgio figurava tra i paesi più ricchi d'Europa. Lo svantaggio era che l'industrializzazione si basò più sui prodotti semilavorati che sui prodotti finiti.
SVIZZERA
Questo piccolissimo paese, alla viglia della prima guerra mondiale, era uno dei paesi più ricchi del mondo, con l'esportazione di capitali per abitante più elevato al mondo. Eppure verso la fine del 700 non aveva le caratteristiche per avviare un processo di sviluppo. Il ruolo dello stato fu marginale in quanto i 19 cantoni (modo con cui era divisa) godevano di piena autonomia in campo
Economico e doganale. Non si può escludere che qualche cantone abbia potuto prendere misure tese a favorire l'economia. I punti di forza però sono stati:
- Precocità dell'utilizzazione del cotone nell'industria tessile;
- Disponibilità di manodopera rurale specializzata nell'allevamento che dispone di tempo da dedicare ad attività non agricole;
- Manodopera con livello di istruzione relativamente alto;
- Disponibilità di capitali;
- Necessità di esportare articoli manufatti per compensare l'importazione di generi alimentari;
- Frazionamento politico (cantoni) che potrebbe essere stato un elemento positivo in quanto garantiva la vicinanza tra protagonisti della vita economica e politica.
Le sue esportazioni si compongono di manufatti altamente elaborati: tessuti di lusso, orologi e macchine. A partire dal 1870, fu tra i principali paesi esportatori di capitali, utilizzati per investimenti diretti in altri.
paesi.Addirittura all’inizio del 900 esporta imprese (macchine, padrone, operai, ecc…).
Nel 1918 la Svizzera era il paese con le esportazioni di manufatti per abitante più alto al mondo.
Tra le tante specificità dell’industrializzazione svizzera va segnalata la precocità dell’elettrificazione, l’importanzadel turismo e la percentuale elevata di popolazione straniera (il 16%).
La Svizzera era molto ricca di montagne equindi di corsi d’acqua. Dal 1886 iniziò a produrre elettricità idraulica in misura davvero impressionante.
Semprele montagne costituirono la principale attrattiva per il turismo, e anche questo, la Svizzera seppe sfruttareampiamente.
Circa il 16% della popolazione svizzera era straniera, contro una media del 2% degli altri paesi europei. Questamassiccia presenza di stranieri si può giustificare con l’elevato tenore di vita che attirava flussi migratori. Nel1913 la Svizzera figurava, in
termini di PIL pro-capite, al secondo-terzo posto nella graduatoria europea. Tale caratteristica è ancora più evidente in tempi più recenti. Secondo le stime dell'OCSE relative al 1990 la Svizzera si colloca al primo posto.Lo sviluppo dellaFRANCIA
Tra la fine del 700 e l'inizio dell'800 la Francia è il paese più popoloso d'Europa dopo la Russia. Alla fine del XVII iniziò ad adottare il controllo delle nascite. Di conseguenza, rispetto agli altri paesi, registra una crescita demografica molto lenta. Mentre la crescita dal punto di vista economico è cresciuta in modo medio.
Le caratteristiche generali dell'industrializzazione francese sono:
- Popolazione a crescita molto lenta dovuta anche al controllo preventivo delle nascite;
- Economia a crescita media;
- Forte centralizzazione del potere statale;
- Affermazione delle libertà individuali, che rimasero una costante della cultura francese post-rivoluzionaria.
- Il periodo precedente alla Rivoluzione francese, che fa registrare già la presenza di imprese siderurgiche di stampo moderno, cioè che fanno uso del coke;
- La rivoluzione francese (1789-97) che fu una parentesi storica che bloccò lo sviluppo economico precedentemente avviato;
- L'Impero napoleonico (1798-1815). In questo periodo lo sviluppo generale dell'economia accumula un ritardo rispetto al resto d'Europa;
- Restaurazione della monarchia (1815-48) che fece registrare una forte crescita;
- Il Secondo Impero (1851-1871), caratterizzato da crescita e passaggio al liberismo.
Il periodo antecedente alla presa della Bastiglia, fu caratterizzato da una forma embrionale di industrializzazione che coinvolse soprattutto i settori tradizionali, ossia quello siderurgico e quello tessile. La Francia era l'unico paese, oltre l'Inghilterra, che possedeva un'impresa siderurgica moderna.
cioè in grado di utilizzare il coke. Inoltre, l'industria della filatura meccanica del cotone era sicuramente la più importante dell'Europa continentale. Anche sul piano delle innovazioni tecnologiche, l'industria tessile era all'avanguardia.