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Luglio 1979 → la rivoluzione risulta vittoriosa, e destabilizza la strategia latinoamericana degli Stati Uniti dove sta per aprirsila campagna elettorale di Reagan. Gli USA, che avevano appoggiato Somoza, non intervengono per impedirne la caduta.Essi intervengono quando il nuovo regime accentua i tratti socialisti in politica interna e internazionale, dirigendo la guerrigliaantisandinista dei Contras che si sta organizzando in Honduras, per evitare di avere un’altra Cuba sotto casa.1989 → i Contras sospendono la guerriglia in cambio della convocazione del governo di libere elezioni.Febbraio 1990 → le elezioni sono vinte dalle opposizioni antisandiniste sostenute da Bush.El Salvador: cresce l'opposizione popolare alla brutalità del regime di Romero.1970 → si costituisce il primo gruppo guerrigliero del paese composto soprattutto da braccianti agricoli cristiani.1977 → Oscar Romero, un prelato conservatore, arriva a San Salvador in piena
Situazione di emergenza, il giorno dopo la proclamazione dello stato di assedio da parte del nuovo presidente Romero. La difficile situazione della diocesi e il precipitare della crisi provocano nell'arcivescovo un'opzione per i poveri e per le vittime della violenza, soprattutto dopo l'omicidio del sacerdote Rutilio Grande, impegnato nella coscientizzazione delle popolazioni contadine. La sua morte porta Romero a scontrarsi con il governo e l'oligarchia: egli inizia a denunciare le violazioni dei diritti umani.
1980 → Romero viene assassinato da un sicario dell'esercito, e diventa il simbolo della denuncia dei cristiani nei confronti dei regimi repressivi e oligarchici.
1953 → la morte di Stalin porta alla fine dello stalinismo.
Febbraio 1956 → al 20° Congresso del PCUS Chruscev denuncia il culto della personalità e i crimini di Stalin. Questo apre la possibilità di lanciare una politica di coesistenza pacifica coi paesi capitalisti.
Migliorando le relazioni. Inizia il processo di destalinizzazione: migliaia di prigionieri tornano dai campi di lavoro, migliorano i salari e i consumi, l'economia privilegia lo sviluppo dell'agricoltura, e si verifica un disgelo nei confronti dell'Occidente.
Ungheria: il primo ministro diventa Imre Nagy. 1953 → egli prova a iniziare un nuovo corso chiedendo l'abolizione dei campi di lavoro, l'eliminazione delle liste dei kulaki, il permesso ai contadini di lasciare le fattorie collettive e un maggior impulso alla produzione di beni di consumo per raggiungere un miglior standard di vita. Il numero delle fattorie private aumenta e i salari iniziano a crescere.
Dicembre 1955 → Nagy viene espulso dal partito comunista ungherese con l'accusa di indebolire il ruolo di guida del partito e di non dare importanza alla lotta di classe. Gli succede Rakosi.
Il partito comunista ungherese non riesce a controllare la situazione, e l'URSS fa pressione su di
esso affinché adotti dei compromessi fra le sue due parti: quella pro-Nagy e l'altra più ortodossa. Nagy diventa quindi primo ministro e Kadar diventa segretario del partito. Nagy forma un governo popolar-patriottico, dominato dai comunisti ma che include due leader non comunisti: egli riesce a ottenere lo smembramento della polizia segreta e il ritiro delle truppe sovietiche da Budapest. La crisi di Suez, che fa temere una perdita di influenza in Medio Oriente, e le pressioni cinesi preoccupano l'URSS, che ritiene eccessive le concessioni di Nagy e teme una restaurazione del capitalismo. Autunno ungherese → Nagy deve scegliere se restaurare l'autorità del partito o tentare di salvare la rivoluzione: sceglie la seconda soluzione e annuncia l'uscita dell'Ungheria dal patto di Varsavia. Kadar chiama in soccorso i carri armati russi. Nagy viene arrestato e la rivolta ungherese viene stroncata. 12 novembre 1956 → l'Ungheria vieneRiconquistata e 2000 persone sono giustiziate, altre condannate.
Polonia: essa reagisce al processo di destalinizzazione come l'Ungheria, ma l'esito è diverso. 1956 → a Poznan si verifica uno sciopero di massa anti-sovietico. I lavoratori sono sconfitti, ma nel partito nasce un movimento di riforma. In ottobre Gomulka diventa guida del partito e del paese. Egli ribadisce l'alleanza con l'URSS, ma cerca anche un'alleanza con la Chiesa cattolica, concedendole una certa libertà di azione. Chruscev acconsente alla decollettivizzazione dell'agricoltura e alla fine del controllo sovietico sull'esercito polacco, confidando nel fatto che i nuovi leader polacchi sarebbero riusciti a mantenere la situazione sotto controllo e non erano anti-sovietici. Gomulka infatti non pensa ad un allontanamento della Polonia dal comunismo, e abolirà molte concessioni precedenti. Dopo il 1956 farà affidamento sugli elementi conservatori del partito.
più che sui liberali, ma non per questo la Polonia cessa di essere il paese più lontano dal comunismo per l'indipendenza dei contadini e la forza della Chiesa. Il periodo dopo il 1956 viene chiamato decennio di consolidamento, ed è caratterizzato da una diversità della regione collegata al riaffiorare delle differenze culturali ed economiche represse fino agli anni '50 dall'uniformità voluta da Stalin. Ungheria: alla repressione segue una rapida liberalizzazione; il partito comunista diventa un po' più tollerante e autorizza anche la diffusione di opere più o meno in opposizione al marxismo purché di valore umanitario. Polonia: il periodo di relativa libertà e concessioni finisce con un ripristino dei controlli su quasi tutti i settori della vita pubblica. Cecoslovacchia: resta abbastanza estranea ai cambiamenti che si verificano fra la morte di Stalin e la caduta di Chruscev. Pesa molto la paura.Perché le ultime purghe erano state più vaste e più lunghe. 1953 → dopo la morte del leader stalinista Gottwald è Novoty a prendere il potere. DDR: il segretario del partito comunista Ulbricht governa con un pugno di ferro per circa vent'anni. Giugno 1953 → reprime le proteste operaie con l'aiuto dei carri armati sovietici e nel paese non c'è più alcuna opposizione. 1952 → inizialmente ai cittadini è permesso circolare liberamente fra tutti settori, ma il confine viene chiuso. Tra il 1949 e il 1962 passano all'ovest circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est. Agosto 1961 → dopo una serie di crisi fra Est e Ovest in merito alla città di Berlino, viene costruito il muro di Berlino, perché la DDR aveva il problema di una fuga di professionisti e lavoratori specializzati all'ovest. Inoltre si sviluppa la STASI, che influenza tutti i settori della vita dei tedeschi dell'est. Albania:
nella controversia del 1960 fra Cina e URSS si schiera dalla parte cinese, allora Cruschev rompe le relazioni. I comunisti albanesi resistono grazie al sostegno cinese. Il russo viene eliminato dalle scuole, e l'Albania è il paese più povero e isolato d'Europa. Nel 1968 l'Albania esce ufficialmente dal Patto di Varsavia. Romania: negli anni '70 Ceausescu vuole dare al paese una maggiore autonomia dall'URSS; in politica estera essa si distanzia sia dalla Cina che dall'URSS, e si avvicina all'Occidente. Essa rifiuta di partecipare con gli altri paesi del patto di Varsavia all'invasione della Cecoslovacchia. In politica interna invece reprime con maggior durezza le minoranze. In generale negli anni '60 e '70 le elites comuniste temono l'odio popolare e ricorrono alla protezione sovietica, continuando a governare in modo indisturbato. I partiti comunisti rinunciano a controllare la società in tutte le sue dimensioni.Le epurazioni finiscono ma lo Stato continua a sorvegliare la società e a punire il dissenso.
I paesi dell'est si sono industrializzati nel corso degli anni '60, con l'eccezione dell'Albania.
Cecoslovacchia: essa si era dimostrata poco coinvolta nel processo di destalinizzazione. Negli anni '60 si verifica una crisi economica che penalizza la struttura produttiva e industriale, e alcuni economisti propongono un piano di riforme.
1966 → viene approvato il piano che prevedeva l'autonomia di impresa, l'abolizione degli obiettivi produttivi obbligatori e la liberalizzazione di alcuni prezzi. Il risultato non è positivo: si verifica infatti una crescita dell'inflazione.
Secondo i riformatori solo una maggiore democrazia in politica può aiutare lo sviluppo economico e tecnologico, perciò aumentano le pressioni dei comunisti riformatori che portano allo scontro con il partito.
A questo si aggiunge il malcontento degli
intellettuali che chiedono di abolire la censura e la denuncia dei crimini di Stalin.1963 → Dubcek diventa il leader del partito comunista slovacco.
Gennaio 1968 → il governo Novoty deve dimettersi, ed è sostituito da Dubcek, che diventa la guida di una rivoluzione pacifica: la “primavera di Praga”.
Tra le riforme promosse da Dubcek ci sono la ristrutturazione dell'economia, la democratizzazione delle istituzioni statali, la libera elezione alle cariche del partito e dello Stato, l'abolizione del controllo su stampa e televisione e della censura.
Non ci sono segnali di controrivoluzione. Dubcek non intende far venire meno il ruolo di guida del partito comunista ma vuole riformare il partito. Egli incoraggia un cambiamento.
Maggio 1968 → studenti, intellettuali e cittadini scendono in piazza per chiedere un cambiamento che partisse dalla cultura.
1968 → viene pubblicato il “Manifesto delle duemila parole” di Vakulik, un membro del
Partito comunista slovacco, con il quale egli diventa portavoce del movimento a sostegno del nuovo corso riformista. Verrà anche espulso dal partito. In questo manifesto egli chiede al popolo di fare pressioni per espellere dal partito i leader che avevano abusato del potere, e questo allarma Mosca. Breznev decide quindi di riunire i leader del Patto di Varsavia.
Luglio 1968 → i paesi del Patto di Varsavia si incontrano a Mosca senza i rappresentanti di Cecoslovacchia e Romania, e ammoniscono il partito cecoslovacco a non proseguire sulla strada intrapresa che stava allontanando il paese dal comunismo. Praga nega questo pericolo e chiede colloqui con Mosca, ma gli oppositori di Dubcek avevano già chiesto l'intervento dell'URSS.
Agosto 1968 → le truppe del Patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia e portano i dirigenti della primavera di Praga prigionieri a Mosca. Si verifica poi una repressione della primavera da parte del nuovo governo di Husak.
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gennaio 1969 → Jan Palach, uno studente di filosofia, si dà fuoco in piazza San Venceslao per protestare control'occupazione della Cecoslovacchia da parte delle forze del patto di Varsavia. Altri due studenti seguiranno il suo esempio.La dottrina Breznev prevede una concessione della sovranità limitata alle democrazie pop