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Contratto di apprendistato

Secondo la formula contrattuale dell'apprendistato il datore di lavoro è obbligato a impartire all'apprendista l'addestramento necessario perché possa conseguire la capacità tecnica per diventare un lavoratore qualificato, oltre a dovergli versare un corrispettivo per l'attività svolta. Il contratto di apprendistato deve avere forma scritta e indicare la prestazione alla quale è adibito l'apprendista, il suo piano formativo e la qualifica che conseguirà al termine del rapporto di lavoro.

Contratto di lavoro part-time

Il contratto di lavoro part-time è un accordo tra le parti che prevede lo svolgimento di un'attività lavorativa subordinata con un orario giornaliero, settimanale, mensile o annuale inferiore rispetto a quello ordinario stabilito dalla legge o dai contratti collettivi.

Part-time orizzontale, verticale e misto

La riduzione dell'orario può avvenire in diverse forme:

  • Nella
Sicuramente molto contribuito la formula contrattuale del part-time. Infatti questo tipo di impiego è stato decisivo negli anni '90 per l'aumento dell'occupazione femminile in molti paesi europei. Durante la crisi economica degli anni '91-'94 ad esempio fu solo il lavoro part-time a crescere, mentre il full-time si trovò in una fase di ristagno.

Contratti atipici

I contratti atipici sono quei contratti non espressamente disciplinati dal diritto civile ma creati ad hoc dalle parti, in base alle loro specifiche esigenze di negoziazione (autonomia contrattuale). Anche se non previsti né disciplinati dalla legge, essi sono ammessi purché leciti.

I contratti atipici sono dunque tutti quelli oltre al contratto full-time e part-time determinati e indeterminati, quindi:

  • Il contratto di apprendistato (spiegato sopra)
  • Il contratto di lavoro a progetto
  • La collaborazione coordinata e continuativa
  • Il job sarin
  • La collaborazione occasionale

Il contratto di lavoro a progetto si configura come un rapporto di lavoro autonomo, stabilito tra l'impresa committente e il collaboratore esterno. La regolamentazione di questa tipologia contrattuale ha principalmente l'obiettivo di porre un freno all'abuso delle collaborazioni coordinate e continuative, spesso usate in modo reiterato in sostituzione dei contratti a tempo indeterminato. A differenza della co.co.co., il contratto a progetto deve avere un progetto ben definito e non coincidente con i fini dell'impresa.

La collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) è un tipo di rapporto di lavoro che rende il lavoratore a metà strada tra il dipendente e il lavoratore autonomo; ecco perché questi lavoratori costituiscono una categoria a sé, detta appunto dei parasubordinati.

modo simile al contratto di lavoro part-time. Nel lavoro part-time, il lavoratore ha un orario di lavoro ridotto rispetto a un lavoratore a tempo pieno, ma rimane comunque subordinato al datore di lavoro. Nel job sharing, invece, i lavoratori sono autonomi e non subordinati, ma lavorano insieme per coprire l'intero orario di lavoro richiesto. Il job sharing è una soluzione flessibile che consente ai lavoratori di conciliare meglio il lavoro con altri impegni personali o familiari. Inoltre, offre vantaggi alle aziende, come una maggiore copertura oraria e una maggiore flessibilità nell'organizzazione del lavoro. In conclusione, il job sharing è un tipo di rapporto di lavoro in cui i lavoratori sono autonomi e si organizzano autonomamente per coprire l'intero orario di lavoro richiesto. Questo tipo di lavoro offre vantaggi sia ai lavoratori che alle aziende.

modo l’equivalente della sommatoria di due contratti dil’uno dall’altro lavoro part-time, che sono invece indipendenti (in questo caso si parla di job splitting).

Mentre nel job splitting la ripartizione dell’orario è effettuata a monte dal datore di lavoro, così che la libertà di ciascun lavoratore viene limitata alla sola possibilità di scegliere per quale fascia oraria essere assunto, nel job sharing si presuppone innanzitutto un coordinamento tra i due lavoratori ma, soprattutto, si ha la completa responsabilità nelle mani dei lavoratori.

Per capire bene la differenza, usiamo questo esempio: nel job sharing, in caso di assenza di uno dei due lavoratori, il datore di lavoro può pretendere legittimamente dall’altro l’intera prestazione; questo non può accadere nel part-time, e le ore del lavoratore assente rimarrebbero scoperte. Ovviamente, poi, nel job sharing il lavoro sarà sicuramente più

elastico poiché, in caso di rapporto positivo tra i due colleghi, ci si può mettere d’accordo per coprire le ore di lavoro nel modo più comodo possibile per entrambi.

Altre tipologie di contratto:

  • La collaborazione occasionale, definita anche lavoro autonomo occasionale, che consiste nell’attività lavorativa caratterizzata dall’assenza di continuità e coordinazione.
  • Il contratto di inserimento, introdotto in sostituzione del contratto di formazione e lavoro, finalizzato a realizzare l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro di alcune categorie di persone (molto simile all’apprendistato).
  • Il contratto di lavoro intermittente, in cui il lavoratore si rende disponibile solo per svolgere determinate prestazioni nel momento in cui si rendono necessarie.
  • Il lavoro interinale, sostituito ora dal contratto di somministrazione (lavoratore che sostituisce
mentale del lavoratore. Inoltre, il mercato del lavoro attuale è caratterizzato da una maggiore flessibilità, che si traduce in una varietà di tipologie contrattuali e di modalità di lavoro. Una delle forme di lavoro flessibile più diffuse è il lavoro part-time, che consente al lavoratore di svolgere un numero inferiore di ore rispetto a un contratto a tempo pieno. Questa modalità di lavoro è particolarmente adatta a coloro che desiderano conciliare il lavoro con altre responsabilità, come la cura dei figli o lo studio. Un'altra forma di lavoro flessibile è il lavoro a tempo determinato, che prevede un contratto di lavoro con una durata prestabilita. Questo tipo di contratto è spesso utilizzato per coprire picchi di lavoro temporanei o per progetti specifici. Oltre al lavoro part-time e al lavoro a tempo determinato, esistono anche altre forme di lavoro flessibile, come il lavoro interinale, il lavoro a chiamata e il lavoro da remoto. Queste modalità di lavoro offrono maggiore libertà e autonomia al lavoratore, ma possono anche comportare una maggiore precarietà e incertezza. In conclusione, il lavoro flessibile è diventato sempre più diffuso nella società contemporanea, offrendo nuove opportunità ma anche nuove sfide per i lavoratori. È importante che le politiche e le normative sul lavoro tengano conto di queste nuove realtà, garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori e promuovendo una maggiore conciliazione tra lavoro e vita privata.

psichica.Il mercato del lavoro necessita quindi di importanti modifiche al suo apparato regolatorio.

La flessibilità del lavoro

Il lavoro diventa desocializzato e più flessibile. La flessibilità lavorativa è il concetto teorico in base al quale un lavoratore non rimane costantemente al proprio posto di contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma muta più volte, nell'arco della propria vita, la propria attività occupazionale e/o il datore di lavoro. Il lavoratore, per potersi adeguare al nuovo mercato in continua evoluzione, è anche lui più flessibile e dinamico.

La flessibilità del lavoro può consentire o meno agli individui di organizzare meglio la propria vita, ma in ogni caso trasforma il rapporto sociale tra capitale e lavoro, tra dirigenti e operai.

La stabilità del posto di lavoro che era il principio di base del mercato fino a qualche anno fa è stata sostituita da una maggiore variabilità.

delle tipologie contrattuali; le organizzazioni economiche adottano forme di rapporto lavorativo sempre più flessibili, sia in termini qualitativi (in relazione alle condizioni lavorative), sia in termini quantitativi (in riferimento alla tipologia contrattuale). Teoricamente, il lavoro flessibile dovrebbe far sì che il rapporto lavorativo sia meno oneroso e meno vincolante senza però far venir meno i diritti acquisiti del lavoratore. Il termine flessibilità indica, l'adattabilità efficiente e immediata a pressioni e a cambiamenti nel suo contesto del mercato. Cinque tipologie di flessibilità che coinvolge diversi aspetti dell'impresa: - flessibilità organizzativa, o i processi produttivi - l'organizzazione aziendale - l'innovazione tecnologica - la gestione delle risorse umane - le relazioni esterne Riguarda la capacità di impresa di adattarsi ai cambiamenti del contesto e di

perseguirepolitich

Dettagli
A.A. 2020-2021
33 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher galileodaniela di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di sociologia dei processi economici e del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Luzi Michela.