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I COSTI DELL'INTRAPRENDENZA
1. Lo sfruttamento della manodopera femminile è stato rilevato come un'affare maschile, mentre l'aiuto di attività economiche nelle società ricettive resta largamente un'affare maschile. La manodopera non retribuita o sottopagata è molto spesso femminile.
2. Le condizioni di lavoro nel settore dell'abbigliamento sono basate sul decentramento e sulla lavorazione per conto terzi: lavoro a domicilio illegale, impiego di immigrati irregolari, condizioni di lavoro malsane e utilizzo di minori.
3. Lavoro protratto e problemi familiari: la vita di duro lavoro a cui i lavoratori autonomi immigrati si sottopongono con lunghi orari e lavori molto più duri rispetto agli altri membri della società in cui si sono trasferiti.
4. Costi per la società più ampia: l'intraprendenza degli immigrati comporta poi dei costi per la società più ampia. Basandosi in gran parte sul lavoro a basso costo, spesso sottopagato e sfruttato, l'intraprendenza degli immigrati può avere un impatto negativo sull'economia e sulla società nel suo complesso.
Il costo a riproduce un'orme di sfruttamento che rischiano di aggravare le condizioni di impiego del lavoro anche all'eterno. Condiziona l'azione sindacale e inibisce lo sviluppo di una coscienza di classe. IL CASO ITALIANO Il nostro sistema economico produttivo, per certi aspetti, ha bisogno di lavoratori indipendenti, di piccole imprese inserite nei contesti locali. Gli immigrati trovano quindi a sé un ambiente istituzionale, economico e culturale in cui il lavoro autonomo continua ad avere una radicata cittadinanza e non è stato scalzato finora da forme di organizzazione economica imperniate su imprese più grandi e struturate. Allo stesso tempo, il robusto insediamento di tanti operatori italiani ha rappresentato in molti modi una barriera all'ingresso di lavoratori autonomi stranieri. Un terzo dato fondamentale riguarda la cornice legislativa, con la legge del 1998 lasciata inizialmente dalla Bossi Fini, che ha attenuato i vincoli derivanti dalla clausola della reciprocità.Realizzando la possibilità di aiutare ditte individuali e imprese cooperative e aprendo così le porte ad una crescita molto sostenuta di attività autonome da parte di operatori provenienti dai gruppi nazionali che venivano discriminati dalle norme precedenti. Quarto dato concerne la formazione di mercati tecnici, ciò significa che si allargherà il mercato interno dei potenziali acquirenti di prodotti e servizi che in generale difficilmente possono essere forniti da imprenditori autoctoni. Quinto punto che ha a che fare con l'ipotesi della mobilità locale, secondo cui l'avvio di attività indipendenti rappresenta una reazione alle difficoltà per gli stranieri di farsi strada nelle organizzazioni gerarchiche. In Italia potranno quindi emergere 4 percorsi: 1) Passaggio dal lavoro dipendente a quello in proprio grazie all'esperienza acquisita nel medesimo settore attraverso una pratica di lavoro dipendente; 2) Sfruttamento delle risorse.personali e delle buone condizioni di partenza grazie ad esempio da eleiat liielli di istruzione o dall'appoggio della famiglia d'origine;oi Trasformazioni delle economie urbane come il ritro di operai autoctoni da certe attività artigianalia o la diversificazione di gusti e delle domande dei consumatori o anche la crescente domanda di servizi da parte delle stesse popolazioni immigratei
TIPOLOGIE DELL'IMPRENDITORIA IMMIGRATA
Tendendo a distinguere tra imprese che offrono prodotti e servizi alla popolazione immigrataa da quelle che competono sul mercato più ampio dell'economia localei
Si possono individuare diversi tipi di imprese:
- Imprese tipicamente etniche che rispondono alle esigenze peculiari di una comunità immigrata ormai sufficientemente installata in terra stranierai (prevalentemente nel settore dell'alimentazione)
- Impresa intermediaria variante dell'impresa etnicaa specializzata nell'offrire alla popolazione immigrata prodotti e servizi che facilitano l'inserimento nella società di accoglienza
- Imprese che competono sul mercato più ampio dell'economia locale, offrendo prodotti e servizi sia alla popolazione immigrata che alla popolazione autoctona
e seriizi non tpicamente etnici ma cce necessitano di essere mediat e tradotcome traduzionia consulenze legalia assistenze per pratcce urocratcce di iario genere ecci;
Impresa etnica allargata in cui il prodoto oferto risponde alle peculiarità culturali di un gruppoimmigratoa ma la clientela è mistaa comprendendo sia immigrat cce italiani come nei casi dimacellerie miniimarket cce ofrono prodot o inal erano insegne cce ricciamano il mondodell’immigrazione;
Impresa prossima cce pur essendo specializzata in seriizi per una clientela immigrataa puòrisultare atraente ancce per una clientela italiana e iiceiersa come ad esempio agenziespecializzate nella iendita di igliet aerei per alcune destnazioni extraeuropee;
Imprese esotiche cce ofrono prodot deriiant dalle tradizioni culturali del paese d’origine a unpu lico di consumatori sempre più eterogeneo;
Impresa conveniionale cce meno si identfca con le radici etniccea tende a non evidenziarle nel proprio modo di operare, offrendo prodotti e servizi che sono più standardizzati e adatti a una clientela più generica.
esi irle–all'esterno e a competere su mercat concorrenzialia specialmente nelle grandi aree metropolitane come nell'abbigliamento e nella pelleteria; questa tipologia può essere ulteriormente disaggregata in due sottotipologie: le imprese del terziario di servizio e le attività industriali
Impresa rifugio cce sono difficilmente identfca ili rispetto ad una collocazione precisa rispetto al prodotto e al mercato. Vi appartengono imprese marginali appartenenti a diversi settori.
Un'altra possibile classificazione delle imprese affiliate da immigrati riguarda le dimensioni e il grado di strutturazione dell'attività. Con questa modalità possiamo distinguere:
Operatori informali non registrati inseriti in erti etnici, operanti ai margini dei mercati e delle attività normalizzate (muratori "in nero", venditori ambulanti senza licenza)
Nuovi entranti personali che si inseriscono in attività indipendenti, in genere dotati
di una certa esperienza cominciano spesso da attività autonome e poco redditizie.- Operatori indipendenti: personale a capo di piccole imprese (tendenzialmente nelle costruzioni)
- Imprenditori relativamente autonomi: imprese relativamente grandi e strutturate, in cui guidano e danno lavoro a collaboratori e dipendenti (tendenzialmente reclutati nelle reti parentali ed etniche)
- Leader economici: occupano le posizioni di vertice, hanno dipendenti e legami con imprese più piccole
- Transnazionalismo circolatorio: attività che comportano uno spostamento fisico frequente attraverso i confini. I casi limite sono quelli degli immigrati che partecipano a due diversi campi sociali, viaggiando avanti e indietro tra i due poli del movimento migratorio.
- Transnazionalismo connettivo: attività economiche che non implicano uno spostamento fisico frequente, ma che sono connesse attraverso reti e collegamenti transnazionali.
spostamentofsico degli operatori ma uanno iiaggiare denaro e messaggi
TRANSNAZIONALISMO MERCANTILE = si genera atraierso le merci comprate e iendute
TRANSNAZIONALISMO SIMBOLICO = non importa mercia se non in modo accessorioa al fne diricostruire atmosuerea am ienta signifcatiNiBi il transnazionalismo commerciale e qouello sim olico tendono a soirapporsi e a conuondersi: le mercicomprate e iendute incorporano contenut sim olicia e le atiità sim olicce ricciedono spesso un supportomateriale cce diienta oggeto di uno scam io commercialei
IMMIGRATI E LAVORO AUTONOMO: UN FENOMENO CHE SCOMPAGINA GLI SCHEMI
Partendo da alcune rifessioni di portata generale si giunge alla necessità di considerare congiuntamentedomandaa oferta e condizioni isttuzionali per comprendere lo siiluppo di atiità indipendent nellepopolazioni immigratei
Un risccio ricorrente in alcuni test è dato dall’enuasi sull’etnicità delle iniziatie imprenditoriali prodote
daimmigrati Sopratuto se si colloca in una prospetia europeaa è possi ile sotolineare cce il passaggio dallaioro autonomo non necessariamente aiiiene nell’am ito di comunità. È importante considerare l’influenza delle ret sociali sui comportament economicii. Si riscontrano poi casi di i ridazione e ricomposizione tra retaggi culturali e pratcce sociali tradizionali constmoli e stli di comportamento appresi nel nuoio am iente delle società riceienti. CAP 6 DONNE MIGRANTI E FAMIGLIE TRANSNAZIONALI L’APPROCCIO DI GENERE NELLO STUDIO DELLE MIGRAZIONI: negli ultmi anni l’atenzione degli studiosi ierso le migrazioni uemminili è molto cresciutai. È aumentato il numero di donne cce emigranoa e cce emigrano da sole per diientare “readwinner” procurando le risorseeconomicce necessarie per proiiedere alla uamiglia. Oggi si stma cce nel mondo circa la metà dei migrant siano donne (49a6% secondo.dell'approccio di genere, che mette in luce le disuguaglianze e le discriminazioni che le donne migranti affrontano. Questo fenomeno della femminilizzazione delle migrazioni ha portato a una maggiore attenzione da parte dei ricercatori, che hanno proposto una prospettiva di genere negli studi sulle migrazioni. Nella prospettiva di genere, uno degli aspetti che ha maggiormente catalizzato l'attenzione degli studiosi è stato quello dei processi discriminatori ai quali le donne migranti sono soggette. Si parla quindi di "doppia/tripla discriminazione", in quanto alle donne immigrate si aggiunge, nel caso peggiore, la discriminazione legata alla razza/classe sociale. Le stratificazioni che si creano sono molto complesse e variano non solo da un paese all'altro, ma anche da una città all'altra. Le analisi incentrate sui processi di discriminazione si collocano generalmente sotto il profilo teorico dell'approccio di genere, che mette in luce le disuguaglianze e le discriminazioni che le donne migranti affrontano.strutturalista in quanto condizionano l'orientamento a guardare i comportamenti individuali da cause macro sociali e a vedere le persone come soggette a pressioni che le circondano e determinano il loro destino. IL LAVORO DI CURA: PROFILI PROFESSIONALI E COMPITI RICHIESTI L'impiego di donne immigrate in attività domestiche è sempre più comune nel mondo sviluppato. Si parla di "tendenza all'importazione di accudimento e amore dai paesi poveri verso quelli ricchi". Le donne immigrate appaiono come la parte più accettata dell'universo dei migranti. Una domanda di lavoro femminile caratterizzata in campo domestico assistenziale si rivela molto congruente con il modello familiare di welfare tipico del nostro come degli altri paesi mediterranei. Una simile architettura del welfare riflette un assetto sociale tradizionale in cui gli uomini lavorano fuori casa assumendo il ruolo di breadwinner, mentre le donne si occupano delle attività domestiche.Occupano dei compiti afferenti alla scuola.