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IL PRIMO DOPOGUERRA

La prima guerra EUROPEA (perché è inesatta la definizione "mondiale") fece finire l'egemonia europea. All'indomani della guerra si generò tutto un processo di ritorsioni che influenzò tutto l'andamento economico dei vari Paesi. Partiamo da una periodizzazione cronologica:

  • 1915-1918 - FORTE ESPANSIONE (questa espansione continua negli anni successivi)
  • 1919-1920 - CRESCITA
  • 1921-1922 - CRISI (si inceppa il processo di riconversione da guerra a pace delle imprese e fallisce la BSI)
  • 1922-1926 - CRESCITA (nel primo periodo la dittatura non c'è ancora e sono anni di crescita e finisce l'era dell'unione monetaria latina)
  • 1926-1927 - POLITICA DEFLAZIONISTICA (la moneta viene d'autorità rafforzata, togliendo dalla circolazione la cartamoneta in eccesso messa in circolo durante la guerra)
  • 1928-1929 - CRESCITA (dovuta al rafforzamento della moneta)
  • 1930-1933
  • GRANDE DEPRESSIONE (nel 1929 inizia la crisi finanziaria in America che si ripercuoterà anche in Europa)
  • 1934-1938 - CRESCITA (bloccata poi dallo scoppio della seconda guerra mondiale)
  • Dopo la prima guerra, l'Europa non fu più il centro del mondo, la moneta più solida, la Sterlina, inizia a perdere valore. Il nuovo baricentro economico mondiale sono gli USA: essi furono chiamati in causa nel 1917 quando i tedeschi affondarono alcune navi mercantili americane intervenute a portare sostegno alla Gran Bretagna. Gli USA avevano finanziato la Gran Bretagna e la Francia che avevano accumulato un grande debito nei loro confronti. Il presidente Wilson elaborò dopo la guerra i 14 punti che per la prima volta promuovono gli USA come esempio virtuoso da seguire per la loro grande e forte unione, se pur nell'estrema diversità; anche l'Europa avrebbe dovuto guardare a loro come esempio con la creazione degli Stati Uniti d'Europa.

punti di Wilson non vengono, però, percepiti davvero; un punto molto considerato fu quello relativo alla nazione. Fu da qui che si sviluppò l'idea del nazionalismo europeo e della costituzione della Società delle Nazioni, come ente di sostegno per gli Stati Uniti d'Europa. Gli Usa nella prima fase del dopoguerra sembrarono guidare la diplomazia internazionale e anche dopo il loro ritorno all'isolazionismo, comunque i debiti e le riparazioni vincolano gli ex belligeranti agli Usa, i quali chiesero ai paesi europei forti risarcimenti in oro, alimentando l'astio tra francesi, inglesi e tedeschi; il dollaro diventa sempre più la moneta di riferimento nel contesto del "Gold Exchange Standard". Nonostante, la momentanea scomparsa dei tedeschi dai mercati mondiali, le potenze europee non seppero approfittare di ciò; questo contribuì a rafforzare il ruolo statunitense sulla scena mondiale. Nel 1913, gli USA detenevano il 22,4%

dei commerci mondiali che è passato, nel 1929, al 32,1% contro il 49,2% dell'Europa. Il creditore netto dell'Europa post-bellica sono gli USA e Francia e Gran Bretagna soprattutto chiesero ingentissime riparazioni di guerra in oro alla sconfitta Germania per pagare il loro debito nei confronti degli USA. Il criterio delle "riparazioni" era quello attuato dai tedeschi dopo la guerra franco-prussiana del 1870 e si svolse in due modi:

  • Annessioni territoriali (Alsazia-Lorena)
  • Versamento di denaro

Nel 1920, inoltre venne istituita la Commissione per le riparazioni e nel 1921 si ebbe il cosiddetto "ultimatum di Londra": esso fissava le riparazioni tedesche in 132 miliardi di marchi-oro, da pagarsi a rate trimestrali con un tasso di interesse del 6% (erano indicate anche una serie di cespiti fiscali da dedicare al pagamento delle riparazioni). Tale cifra stabilita dalla Commissione per le riparazioni, però, era il triplo di quanto

ritenuto fosse possibile da Keynes; infatti, esso scrisse che in questi anni la Germania avrebbe potuto pagare appena un terzo di quanto le si chiedeva e che il gioco impostole era assolutamente controproducente, almeno agli occhi dello studioso. Così, di fronte alla richiesta tedesca di moratoria, nel gennaio del 1923 francesi e belgi decisero di occupare la Ruhr; zona ricchissima di materie prime. Questa occupazione provocò la resistenza passiva delle popolazioni dei territori occupati e costrinsero la Germania in un'area ancora più ristretta e poco produttiva. La produzione crollò e gli abitanti della Ruhr dovettero essere mantenuti con sussidi governativi; tutto ciò impedì alla Germania ogni tipo di risorsa per pagare i suoi debiti con un conseguente peggioramento della situazione economica della Germania. Vennero sanziti allora due piani: il piano Dawes e il piano Young, per scaglionare nel tempo i pagamenti tedeschi. Il piano Dawes del 1924,venne fatto per via della necessità di far fronte alla crisi, anche provocata dall'iperinflazione tedesca; il piano stabiliva che le rate del debito venissero pagate sulla base di un indice di prosperità dell'economia tedesca, il tutto senza fissare una data limite, ma ad oltranza fino all'estinzione del debito. Fu, inoltre, previsto il lancio di un prestito sulla borsa di NY da utilizzare per finanziare il pagamento delle riparazioni; le riparazioni furono quindi pagate con denaro preso a prestito dagli USA. Verso la fine degli anni '20, l'economia tedesca sembrò ripartire, in quanto questo prestito internazionale sembrava aver dato un certo margine di respiro; si decise, allora, di consolidare questa sorta di debito, che aveva la Germania, verso Francia e Gran Bretagna con un meccanismo fatto di rate precise di pagamento: fu questo il piano Young del 1929. La Germania aveva tempo fino al 1970 (orizzonte di 37 anni) per pagare le riparazioni.

la stessacosa venne sancita per Francia e Gran Bretagna nei confronti degli USA. Il 1929 fu l'anno,però, della grande crisi a al varo del piano ci si accorse che, in realtà, era inapplicabile; così,nel giugno 1931, gli alleati accettarono una moratoria (moratoria Hoover, dal nome delpresidente americano in carica) da parte della Germania e si pensò di sospendere per un anno i pagamenti pensando che la crisi di lì a poco sarebbe passata, ma non fu così. Nel 1932, alla conferenza di Losanna, si sancì la cancellazione di ogni debito tedesco e dellanecessità delle riparazioni di guerra e lo si fece perché la Germania era, ormai, alla disfattaeconomica e anche politica, in quanto la mancanza di prestiti USA impedì di continuare ipagamenti (furono questi gli anni dell'ascesa di Hitler). Nel 1933 Hitler, infatti, salì algoverno, teorizzando la logica dei "Grandi Tedeschi": una Germania

allargata a tutti i territori di lingua tedesca, anche a quelli che presentavano solo piccole minoranze ma di razza "superiore". Quanto pagò, quindi, EFFETTIVAMENTE la Germania di riparazione? C'è una divergenza di stime molto forte perché la Commissione per le riparazioni fece un conto ed il governo tedesco un altro; infatti, la Commissione escludeva dalle stime il valore di gran parte dei pagamenti in natura e quello dei beni tedeschi confiscati all'estero che, invece, vennero presi in considerazione nelle stime del governo tedesco. Possiamo vedere nella tabella del lucido 16, riguardante l'ammontare delle riparazioni pagate dalla Germania, che contro ad un totale stimato dalla Commissione di 23 vi è 67,8 stimato dal governo tedesco. Un altro importante elemento da tenere in considerazione è il circolo vizioso riparazioni/debiti che si viene a creare e che va a favore degli USA; essi prestano alla Germania per pagare.

Le riparazioni di guerra agli alleati occidentali e questi stessi soldi ritornano poi nelle casse degli americani perché gli alleati occidentali, a loro volta, devono pagare i debiti che hanno accumulato nei confronti degli USA durante la guerra.

L'IPERINFLAZIONE TEDESCA

Una conseguenza della guerra e delle riparazioni è proprio l'iperinflazione tedesca. La riassumiamo in:

  1. Dimensioni: se noi consideriamo i prezzi di consumo uguali a 100 nel 1913, durante la guerra la crescita inflazionistica c'è inevitabilmente; nel 1921 siamo a 1338 e nel 1923 sono 15.883.000.000.000 di marchi. Per iperinflazione si intende il fatto che tutti persero il loro patrimonio mobiliare e immobiliare ed in questa situazione tragica fu più conveniente tornare al baratto (per non andare a comprare il pane con una carriola di marchi).
  2. Cause: furono, da una parte la richiesta di riparazione di Francia, Inghilterra e Belgio mentre dall'altra la condizione economica
già tragica della Germania prebellica, aggravata ancora di più da altri 2 milioni di giovani uccisi al fronte. Tra le cause ricordiamo anche le grandi perdite territoriali, la perdita delle colonie e, quindi, di conseguenza i beni che da esse arrivavano alla madrepatria. Il materiale bellico, così, venne confiscato come le navi mercantili. Gli effetti: il marco diventò inutilizzabile e tutti i capitali liquidi furono azzerati (titoli di stato, depositi bancari, moneta cartacea); inoltre, la classe media, maggiore detentrice di liquidità, fu pesantemente colpita e si rafforzarono i partiti estremi. Come si uscì dall'iperinflazione? Con una RIFORMA DRASTICA, basata sul fatto che "almeno esiste il terreno della nazione tedesca" e questa fu l'unica solidità. La rendita delle terre della nazione potettero dar vita a un nuovo marco basato né sull'oro e né sull'argento ma un RENTEN MARK, basatosullarendita fondiaria. Questa fu la cosiddetta riforma monetaria del 1923, la cui nuova moneta corrispondeva a 10 miliardi di marchi vecchi ed era garantita da ipoteche fondiarie, le tasse erano stabilite in oro e nel 1924, dopo il piano Dawes, la circolazione monetaria si stabilizzò con la creazione della nuova moneta, il Reichs Mark, e una nuova banca centrale, la ReichsBank; la stabilizzazione era consentita dall'ingente afflusso di capitali esteri. E all'Italia, la riconversione post-bellica, quanto costò passare dalla guerra alla pace? Ci fu in problema della banca, non riguardante il finanziamento della guerra ma alla loro riconversione; inoltre erano istituti che si erano sbilanciati di molto nel periodo bellico. Tutto questo nel contesto dei vari accadimenti internazionali, tra cui la Russia che divenne Unione Sovietica nel 1917. Possiamo riassumere la riconversione post-bellica italiana in quattro punti:
  1. Le finanze pubbliche: lo Stato si abituò ad
Essere imprenditore e avere una grande quantità di denaro da spendere in molte parti del sistema statale stesso (forte espansione).
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
39 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maddogx di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e sociale del mondo contemporaneo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Cafaro Pietro.