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Imprese di Famiglia

Le aziende familiari rappresentano in tutti i continenti una componente fondamentale dell'economia, non solo sotto il profilo dell'incidenza numerica ma soprattutto per il loro contributo al PIL ed all'occupazione. Creare imprese di famiglia significa portare i valori della famiglia nell'impresa. Ma quando un'impresa si può definire familiare? Esistono definizioni alternative: 1. 1995, Corbetta: fornisce una definizione generale, vaga e approssimativa del concetto di impresa familiare. Questa definizione contiene però una verità, infatti, l'impresa di famiglia va identificata sulla base di due dimensioni: la proprietà e il controllo (indirizzo della gestione strategica). Nell'impresa di famiglia queste due dimensioni tendono a sovrapporsi. 2. 1996, Shanker e Astrachan: danno più definizioni di impresa famigliare distinguendole in: ampia, intermedia e restrittiva; - Definizione ampia di impresa familiare: include tutte le imprese in cui la famiglia ha un ruolo significativo nella proprietà e nel controllo. - Definizione intermedia di impresa familiare: include solo le imprese in cui la famiglia ha una partecipazione maggioritaria nella proprietà e nel controllo. - Definizione restrittiva di impresa familiare: include solo le imprese in cui la famiglia ha il controllo totale nella proprietà e nel controllo.familiare: prevede che l'impresa di famiglia soddisfi due criteri: (controllo nel breve termine) un certo grado di controllo sulla gestione strategica e (controllo nel lungo termine) che vi sia l'intenzione che l'impresa rimanga sotto l'influsso della famiglia. • definizione intermedia di impresa familiare: aggiunge ai primi due criteri, l'idea che il fondatore o un suo discendente assuma il ruolo di capo azienda. • definizione restrittiva di impresa familiare: è la cosiddetta definizione restrittiva, la quale include tutti e tre i criteri citati precedentemente, ai quali ne vengono aggiunti tre: il primo prevede che più di una generazione di famiglia sia coinvolta in azienda; il secondo che i membri della famiglia debbano essere attivamente coinvolti nell'attività della gestione corrente, ed, infine, prevede che più di un membro della famiglia abbia una responsabilità manageriale. È bene ribadire che nonviene mai detto che l'impresa di famiglia debba essere considerata piccola. È difficile valutare la diffusione dell'impresa di famiglia, perché le ricerche si basano su definizioni differenti (vedere dati slide: differenze percentuali). ALCUNI DATI: In Italia si stima che le aziende familiari siano circa 784.000 – pari ad oltre l'85% del totale aziende [totale società italiane obbligate a depositare il bilancio] – e pesino in termini di occupazione circa il 70%. Sotto il profilo dell'incidenza delle aziende familiari, il contesto italiano risulta essere in linea con quello delle principali economie europee quali Francia (80%), Germania (90%), Spagna (83%) e UK (80%), mentre l'elemento differenziante rispetto a questi paesi è rappresentato dal minor ricorso a manager esterni da parte delle famiglie imprenditoriali: il 66% delle aziende familiari italiane ha tutto il management composto da componenti della famiglia.mentre in Francia questa situazione si riscontra nel 26% delle aziende familiari ed in UK solo nel 10%. Le aziende familiari italiane si distinguono anche per la longevità: tra le prime 100 aziende più antiche al mondo, 15 sono italiane e tra queste 5 – Fonderie Pontificie Marinelli (anno di fondazione 1000), Barone Ricasoli (1141), Barovier & Toso (1295), Torrini (1369) e Marchesi Antinori (1385) – sono tra le dieci aziende familiari più antiche tuttora in esercizio. - Le medie e grandi aziende familiari: l’Osservatorio AUB della Bocconi: Nel segmento delle aziende di medie e grandi dimensioni (fatturato >50€MIL), le aziende familiari sono circa 4.000, con un’incidenza intorno al 58% del totale del segmento, e coinvolgono circa 3 milioni di dipendenti. In termini di distribuzione settoriale, le aziende familiari monitorate annualmente dall’Osservatorio AUB – circa 2700 aziende nella V edizione – si concentranoprincipalmente nel settore Manifatturiero (circa 43%) ed nel Commercio (28%), mentre meno significativa è la presenza nelle Attività finanziarie ed immobiliari (12%), Servizi (8%), Costruzioni (4%), Trasporti (3%) ed energia ed estrazioni(2%). Da un punto di vista geografico, il 74% delle aziende familiari di medie e grandi è presente al Nord del Paese, il 16% al Centro ed il 10% nel Sud e nelle Isole. «Le imprese familiari sono molto diverse tra loro. Ci sono imprese di prima generazione e imprese che hanno già vissuto almeno un passaggio generazionale. Imprese dove un familiare o un nucleo familiare detiene la totalità del capitale e imprese dove non esiste un socio di maggioranza, con implicazioni importanti in termini di successione. Imprese di dimensioni piccole – caratterizzate da una sovrapposizione tra i ruoli proprietario, di governo e di gestione in capo ai familiari - ed imprese di dimensioni maggiori dove è più praticabile (e

più auspicabile) una scissione di tali ruoli. Imprese multibusiness o con asset "scindibili" (es. imprese operanti nei settori immobiliare o armatoriale) dove è possibile gestire il processo di successione anche assegnando le varie attività ai diversi familiari o rami familiari, ed imprese monobusiness. Famiglie dove il valore delle attività aziendali rappresenta la parte preponderante del patrimonio e famiglie dove tale valore rappresenta solo una parte di esso. Famiglie nelle quali è diffusa la convinzione che "l'unione fa la forza", rispetto a famiglie nelle quali prevale una cultura individualistica". (Corbetta e Minchilli, 2016)

È possibile identificare un elemento comune a tutte le definizioni; ovvero la presenza di una famiglia nella compagine azionaria e negli organi di governo e di gestione (sovrapposizione di proprietà e controllo). Questo fattore crea un problema riguardo la sovrapposizione istituzionale.

famiglia non può essere gestita come un'impresa e viceversa un'impresa non può più essere gestita come una famiglia (se faccio impresa e ho una posizione aperta, la devo offrire a una persona con le competenze adeguate, e non a mio figlio solo perché è mio figlio e quindi un membro della famiglia). La proprietà si può trasferire per via ereditaria, ma non si possono trasmettere per via ereditaria le abilità e le competenze necessarie per la gestione aziendale. La separazione tra proprietà e controllo ha un costo, derivante dall'asimmetria informativa esistente tra manager e proprietario, questo rappresenta spesso un problema. Infatti, dato che per il proprietario risulta difficile comprendere se ciò che fa il manager è giusto o meno; prova ad evitare di far perdere valore all'impresa non separando la proprietà e il controllo della stessa. È possibile, dunque, sopperire al problema dellasovrapposizione istituzionale applicando tre possibili modelli di gestione dell'impresa familiare: [vedi pp.118-119, scheda 5.1 p.120 e scheda 5.2 p.122]
  1. L'impresa non è distinta dalla famiglia: viene integrata perfettamente la logica familiare con quella aziendale: gestendo la famiglia come un'impresa e l'impresa come una famiglia. Questo modello è poco funzionale;
  2. La famiglia prevale sull'impresa;
  3. Autonomia dell'impresa rispetto alla famiglia: questo rappresenta il modello ideale. Per un corretto rapporto tra impresa e famiglia vanno considerate tre aree strategiche della gestione:
    • L'ingresso in azienda;
    • La remunerazione;
    • La valutazione del personale.
In teoria pochi semplici principi potrebbero consentire di gestire l'impresa familiare in un'ottica di autonomia dell'impresa dalla famiglia, consentendo altresì di cogliere le opportunità ed i vantaggi offerti dalla presenza di.

membri della famiglia altamente motivati. In pratica un corretto rapporto tra impresa e famiglia è spesso difficile. È necessario che prevalgano i principi della gestione d'impresa senza snaturare il carattere familiare aziendale. Un'azienda che si ispira ad alcuni valori, come quelli della famiglia, non può avere come obiettivo la mera massimizzazione del profitto (attenzione: c'è una sostanziale differenza fra la ricerca del profitto e la ricerca del massimo profitto, quest'ultimo generalmente è a scapito della qualità del lavoro (responsabilità sociale) e dell'ambiente (responsabilità ambientale)).

PROFILI ECONOMICI DEL CAPITALISMO FAMILIARE: il fatto che una medesima famiglia sia presente nella compagine azionaria e negli organi di governo e di gestione comporta:

  • Punto di forza: non c'è necessità di delega;
  • Punto di debolezza: le scarsità della piccola impresa.
familiare come: - la scarsità delle risorse umane, - la scarsità della risorsa finanziaria, - la scarsità della risorsa "cultura imprenditoriale". La scarsità di risorse della piccola impresa di famiglia, come anticipato, riguarda: la scarsità di risorse umane, le conoscenze necessarie per crescere mancano. La scarsità di risorse umane qualificate comporta implicazioni con doppia valenza: Risulta difficile attrarre persone qualificate e quei pochi bravi che si hanno internamente, probabilmente vorranno andranno via, per trasferirsi in aziende più grandi. Queste problematiche sono dovute alla scarsità della cultura imprenditoriale (che dovrebbe andare oltre alla capacità, al fiuto imprenditoriale; dovrebbe essere, infatti, una visione d'impresa come una comunità di persone. Questa visione non si dovrebbe esaurire nell'imprenditore e nelle sue abilità, ma dovrebbe portare alla valorizzazione.degli altri membri della collettività, anche e soprattutto ai non membri della famiglia, altrimenti questi ultimi se ne vanno, vanno in cerca di approvazione, crescita personale, ecc..). L'imprenditore ha una responsabilità verso i propri collaboratori. Tutti. Spesso lo stesso fugge da questa responsabilità, deresponsabilizzando i propri collaboratori; questo crea un distaccamento dal coinvolgimento che potrebbe portare, questi ultimi, a non sviluppare la capacità di comprendere la complessità della realtà aziendale. Un ultimo fattore di scarsità è la difficoltà dell'impresa a reperire le risorse finanziarie. Come il principio di sussidiarietà può fornire una risposta a queste tre grandi scarsità? E come può questo principio avere una grande importanza per le imprese di famiglia? Dunque, a fronte della: → scarsità della risorsa umana è possibile sviluppare eportare avanti il concetto di formazione; la formazione fa crescere le persone (in conoscenze, competenze, capacità e abilità) e consente di affrontare in maniera sistematica il fatto che nelle piccole imprese di famiglia le risorse umane spesso sono limitate. La formazione permette di acquisire nuove competenze e di migliorare quelle già possedute, rendendo le persone più preparate e efficienti nel loro lavoro. Inoltre, la formazione favorisce lo sviluppo personale e professionale, aumentando la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
89 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher maddogx di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Imprese, competitività e sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Marseguerra Giovanni.