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EN (E): (S∪O)

2

La predicazione attraverso l’avere crea valori attribuiti in maniera oggettiva, la predicazione

rispetto all’essere crea valori attribuiti in maniera soggettiva.

Nella narrazione gli enunciati di stato congiuntivi e disgiuntivi sono posti tra loro in relazione

di trasformazione.

ENUNCIATI DEL FARE: la trasformazione

Può essere definita come un passaggio da uno stato di disgiunzione ad uno stato di giunzione,

infatti la trasformazione opera sulla relazione di giunzione tra soggetto e oggetto.

Anche in questo caso ci sono le trasformazioni congiuntive e le trasformazioni disgiuntive

EN (F) = (S∪O) (S∩O) : traformazione congiuntiva

EN (F) = (S∩O) (S∪O) : trasformazione disgiuntiva

Il soggetto di stato può non coincidere con il soggetto del fare. In sintesi: un soggetto può

trasformare la situazione in cui si trova, o vederla trasformata da un altro soggetto.

EN (F) [S (S ∩O) trasformazione congiuntiva]

1 2

EN (F) [S (S ∪O) trasformazione disgiuntiva]

1 2

Narrazione come successione sintagmica di enunciati di stati e di trasformazione.

Fare l’analisi di un testo significa stabilire una serie di stati e relative trasformazioni legandole

tra loro in vista di una trasformazione finale. Enunciati ordinati in una logica di successione

che danno origine a quello che è conosciuto come lo schema canonico delle prove.

Gli stati posso essere virtuali (ipotizzati), attuali (posti in condizione per essere portati a

termine) e realizzati (conclusi).

- Virtuale è lo stato tra un soggetto e un oggetto, sospendendo qualsiasi rapporto di

giunzione (S – O); 9

- Attuale è lo stato di disgiunzione tra soggetto e oggetto (S∪O);

- Realizzato è lo stato di congiunzione (S∩O)

Questi costituiscono i tre modi di esistenza semiotica.

IL MODELLO ATTANZIALE

L'enunciato elementare è una narrazione nella sua forma più semplice.

Infatti, qualsiasi discorso è organizzato in forma narrativa.

La componente narrativa è universale del piano del contenuto dei linguaggi.

Greimas individua il MODELLO ATTANZIALE, studiando le teorie di Propp, linguista russo,

riguardo alla struttura della fiaba.

Riduce le categorie attanziali a 6:

Soggetto e Oggetto:

Un soggetto si definisce unicamente nella sua relazione giuntiva con l'oggetto.

Questa relazione è caratterizzata da desiderio (volere) o dall'avversione (volere contrario).

L’oggetto è ciò che è voluto.

La relazione di desiderio dà origine a trasformazioni congiuntive, la relazione di avversione dà

origine a trasformazioni disgiuntive.

Se l'oggetto è attribuito secondo l'essere è di natura soggettiva e si colloca sulla dimensione

cognitiva (essere prigioniero); Se l'oggetto è attribuito secondo l'avere è di natura oggettiva e

si colloca su una dimensione pragmatica, figurativa (avere un tesoro).

Destinante e Destinatario:

Diversi dagli stessi attanti degli enunciati elementari.

Il Destinante è il mandante e il Destinatario è soggetto a cui è destinato il compito.

L’uno possiede il volere, l’altro il dovere di agire, per avere il responso del mandante.

Posta in generale all'inizio del racconto, la comunicazione dei due attanti stabilisce la funzione

detta di contratto; se il Destinatario-Soggetto si impegna a realizzare il volere del Destinante

attraverso il sintagma della prova, il Destinante, a sua volta, retribuirà il Destinatatario-

Soggetto con una sanzione positiva o negativa.

Possiamo distinguere:

Destinante manipolatore: mandante, compare all'inizio del racconto;

Destinante giudicatore: a cui viene affidata la sanzione finale.

Aiutante e opponente:

Attanti che rappresentano la proiezione della volontà di agire, in positivo o negativo.

Non bisogna confondere la figura dell'opponente con quella dell’anti-soggetto, anche se

entrambe in competizione polemica col soggetto.

Se l'azione di impedimento si presenta al momento dell'acquisizione della competenza, 10

l'attante negativo sarà l'opponente; se si presenta al momento della performanza allora

l'attante negativo sarà l'anti-soggetto.

ES:

(a): “Eva dà la mela a Adamo”

F (D1 → O1 →D2)

(dare)

(b) : “Eva dà a Adamo la mela che è sull’albero”

F (D1→ O1→ D2)

(dare)

E (S1 ∩ O2)

(essere)

(c): “Eva prende la mela che è sull'albero e la porge a Adamo”

F S1→ (S2 ∩ O1)

(prendere)

F (D1→O1→D2)

(porgere)

Dal punto di vista di una sintassi discorsiva le tre frasi danno origine a tre differenti enunciati,

ma da un punto di vista puramente narrativo esprimono lo stesso enunciato traslativo:

F (D1 → O1 → D2)

che è la forma sintattica condensata delle diverse manifestazioni con cui si possono

presentare gli enunciati sul livello discorsivo.

Gli attanti sintattici (attanti degli enunciati elementari), quindi, possono non coincidere con

gli attanti narrativi (attanti del modello attanziale).

ATTANTI E ATTORI

Finora abbiamo fatto riferimento alla forma immanente del discorso, ma quando leggiamo un

racconto ci imbattiamo nella sua forma manifesta.

Greimas chiama attori gli elementi manifesti che corrispondono agli attanti.

L’attore non corrisponde sempre all'attante. Tre sono i casi da lui contemplati (img p. 73):

1. La sfera d'azione corrisponde al personaggio

2. Un solo personaggio abbraccia più sfere d'azione

3. Una sola sfera d'azione è ripartita tra più personaggio

In sintesi: Nel testo l'attante può coincidere con l'attore; un attore può ricoprire man mano

diversi ruoli attanziali, o all'inverso un ruolo attanziale può essere ricoperto da diversi attori

(es. più anti-soggetti che complottano contro il protagonista).

Esemio: “Eva” nella (c) (vedi sopra) costituisce soggetto di stato, del fare e destinante mentre nella

normale analisi logica costituisce solamente il soggetto (A1, A2, A3 = a1).

L’attore viene definito dalla congiunzione di ruoli attanziali e ruoli tematici. I ruoli attanziali

rimangono fissi, mentre cambiano i ruoli tematici (da povero a ricco, da prigionieri a uomini

liberi...) e i ruoli patemici (da tristi a gioiosi, da indifferenti ad appassionati...). 11

OGGETTI DI VALORE E ORGANIZZAZIONE DEGLI ENUNCIATI

Possiamo intendere la narratività come quel processo che conduce il soggetto verso la sua

realizzazione, che consiste nel ricongiungimento con l'oggetto-valore (da non confondere

con l’oggetto figurativo manifesto nel discorso, mentre è un valore astratto).

L'oggetto con cui tenta di congiungersi il soggetto, è investito di un valore, verso cui il

soggetto tende. Questo valore è fondamentale nel processo di generazione del senso.

Più oggetti possono essere investiti da un unico valore.

I valori circolano per attribuzione/rinuncia (dono) e appropriazione/ spoliazione (prova)

(es. nella favola della principessa rapita dal drago, dopo la battaglia tra eroe e drago, l’eroe si

appropria della principessa e il drago ne rimane spoliato).

Il soggetto realizzato, congiunto con l'oggetto-valore, resta realizzato (cioè congiunto con

esso), anche se un altro soggetto si è congiunto allo stesso oggetto valore. Si parla in questo

caso di comunicazione partecipativa e si ha nella maggior parte dei casi quando vi è un

Soggetto-Destinante (celebre esempio nella moltiplicazione evangelica dei pani e dei pesci)

A partire dagli enunciati, sono da ricercare sintagmi narrativi di più ampie proporzioni.

Tre sintagmi ricorrenti nelle strutture di un racconto:

Contratto: accordo con cui due soggetti stabiliscono degli obblighi reciproci per la

 circolazione degli oggetti di valore. È implicito quando non manifestato atraverso la

comunicazione verbale. Tra le forme di contratto manifestato Greimas e Courtés

distinguono quello unilaterale (quando uno dei soggetti emette una “proposizione” e

l’altro prende un “impegno” in rapporto ad essa) da quello bilaterale, o reciproco

(quando le “proposizioni” e gli “impegni” si incrociano).

Dono e prova sono due modi alternativi di circolazione degli oggetti di valore.

Dono: comporta un’attribuzione e una rinuncia che si iscrive tra Destinante e

 Destinatario.

Prova: comporta un’appropriazione e una spoliazione.

 La prova è il momento in cui il soggetto si può appropriare dell’oggetto, divisa in 3

prove che si succedono: qualificante: il soggetto acquista abilità, decisiva: scontro con

l’anti soggetto con cui si contende l’oggetto di valore, e glorificante: il soggetto riceve

una sanzione positiva (premio) o negativa (punizione).

Il sintagma della prova può essere ulteriormente diviso in sotto-sintagmi: confronto,

dominio (di un soggetto nei confronti di un altro) e una conseguenza

Il Mito dell’Eden è la storia di un contratto unilaterale = impossibilità di Adamo e Eva di

accettare o rifiutare il “dono” e il divieto (due forme di contratto).

L’infrazione del divieto è una forma di prova (negativa) e la punizione finale è la sanzione con

cui Dio giudica il loro operato (dono negativo, appropriato alla prova). 12

LA TEORIA DELLE MODALITA’

Dobbiamo notare, a questo punto, che il modello attanziale e lo schema narrativo basato

sulla prova non sono sufficienti a spiegare testi complessi come, per esempio, quelli che

riguardano conflitti interiori. La teoria narrativa, che si era sviluppata, come abbiamo visto

attorno al livello pragmatico dell'atto, dovendo passare all'analisi di modelli

di narrazione sempre più complessi sente la necessità di interrogarsi sulla dimensione

cognitiva del soggetto che agisce.

Si è giunti così ad una teoria (Greimas) che prende in considerazione

le modalità dei soggetti che interagiscono nell'atto.

Possiamo definire un predicato modale quello che modifica un secondo predicato

(predicato descrittivo), semplicemente perché lo precede posizionalmente sulla catena

sintagmatica della frase. Questa modificazione è chiamata modalizzazione.

(Es. Gaia vuole passare l’esame)

Le due principali classi di predicati sono quelli che danno origine agli enunciati di stato o

dell'essere e quelli che danno origine agli enunciati di trasformazione o del fare.

Sia gli enunciati di stato che quelli del fare possono trovarsi nella posizione di enunciati

modali o in quella di enunciati descrittivi. Sono possibili perciò 4 combinazioni, che

permettono di distinguere l’atto:

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Publisher
A.A. 2016-2017
18 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher perinn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marsciani Francesco.