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Il processo di negoziazione nel colloquio terapeutico

Il colloquio terapeutico si sviluppa attraverso un processo di negoziazione tra la domanda del paziente (determinata dal suo sistema simbolico e interattivo) e la contro-domanda del terapeuta (determinata dal sistema teorico di riferimento). Questo processo porta alla definizione di una domanda/risposta che caratterizza l'incontro terapeutico.

Fin dal primo colloquio, l'indagine condotta dal terapeuta viene definita come "trasformativa". Entrambi i poli contrattano e definiscono ciò che può essere considerato domanda e risposta in quel rapporto. L'indagine condotta dal terapeuta si configura come raccolta di informazioni e come offerta di informazioni. Attraverso le domande, il terapeuta partecipa al processo di co-costruzione di una realtà intersoggettiva che può essere uguale o diversa da quella che il paziente ha costruito nella propria storia.

Il valore terapeutico dell'intervento all'intervista è stato sancito da Selvini Palazzoli (1980) come uno "spostamento" che avviene nel colloquio terapeutico.

sua prospettiva e contribuisce con il suo punto di vista. b) Terapista promuove la RIFLESSIONE: incoraggia la famiglia a pensare in modo critico e a considerare alternative ai propri modi di pensare e agire. c) Terapista incoraggia la RESPONSABILITA': invita i membri della famiglia a prendere consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità all'interno del sistema familiare. d) Terapista facilita la COMUNICAZIONE: favorisce un dialogo aperto e sincero tra i membri della famiglia, incoraggiando l'ascolto attivo e la condivisione delle emozioni. e) Terapista promuove la COLLABORAZIONE: incoraggia la famiglia a lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi terapeutici, creando un clima di fiducia e sostegno reciproco. f) Terapista favorisce la CREATIVITA': incoraggia la famiglia a trovare soluzioni innovative e creative ai problemi, stimolando la ricerca di nuove prospettive e possibilità. g) Terapista promuove l'EMPOWERMENT: sostiene e valorizza le risorse e le capacità della famiglia, incoraggiando l'autonomia e la presa di decisioni consapevoli. h) Terapista favorisce la RINEGOZIAZIONE DEI RUOLI: aiuta la famiglia a ridefinire i propri ruoli e le dinamiche relazionali, favorendo un equilibrio più sano e funzionale. i) Terapista incoraggia la FLESSIBILITA': stimola la famiglia a adattarsi ai cambiamenti e a essere aperta a nuove possibilità, favorendo la crescita e lo sviluppo del sistema familiare. j) Terapista promuove la CONSAPEVOLEZZA: aiuta la famiglia a prendere consapevolezza dei propri schemi di pensiero e comportamento, favorendo la trasformazione e il cambiamento. Queste indicazioni sono solo alcune delle strategie che un terapeuta familiare può utilizzare per favorire il cambiamento e promuovere il benessere della famiglia.

Possibilità di chiedere ascoltare gli altria domande che obbligano l'interlocutore a pensare assumendo il punto di vista ricorredell'altro (adottato anche in terapie individuali)

Terapista non accetta affermazioni che collocano fuori da sé il controllo dei propri comportamenti/pensieri e negozia delle descrizioni in cui il soggetto si assume la responsabilità del proprio agire

"Siccome tutti pensate che ci siano problemi, lei signora pensa che si debba fare qualcosa per risolverli?"

Terapeuta interloquisce con i presenti a partire dal presupposto che tutti siano in grado di rispondere alle domande e che tutte le risposte siano legittime: crea spazio perché tutti esprimano il proprio punto di vista

"Anche Antonio lo sa!" diretto ad impedire che qualcuno parli al posto interventodell'altro

Terapeuta individua contraddizioni in ciò che i soggetti affermano e pone domande di correzione: prende alcune info fornite

Le confronta e mette in rilievo la non concordanza: “L’unica persona che ha avuto risultati è il Dottor X che ritiene che non ci sia la necessità di fare psicoterapia”.

Volte mette in evidenza la contraddizione tra quanto detto dalla famiglia e il contesto terapeutico: “Che possibilità abbiamo noi, che non abbiamo medicine e non possiamo darle la protezione che vuole?”

Volte sottolinea la contraddizione tra posizioni diverse offerte dai membri della famiglia: “Non ho ancora capito in cosa consiste la severità del marito perché i figli dicono una cosa e lei un'altra”.

Comportamenti che non forniscono diversi punti di vista o diverse soluzioni ma sollecitano i membri a generare autonomamente un diverso punto di vista. Scopo: non è far abbandonare un modo di pensare per assumere uno ritenuto adeguato dal terapeuta ma rompere la rigidità degli schemi di riferimento e innescare un processo di cambiamento.

colloquio è la sua capacità di ascoltare in modo empatico, sensibile e comprensivo. Durante il colloquio, il cliente viene valorizzato come individuo e viene stimolato a sviluppare le proprie capacità di autoaiuto e responsabilità personale. Le terapie psicologiche, invece, si rivolgono a clienti con problemi anche gravi e vengono svolte in setting residenziali o ambulatoriali. In queste terapie, il focus è sul trattamento e la risoluzione dei problemi psicologici. Non esiste una linea di demarcazione chiara tra colloquio e terapie psicologiche, ma ci sono differenze sostanziali. Il colloquio si concentra su clienti meno gravi in contesti non sanitari, come ad esempio problemi occupazionali, difficoltà nello studio o problemi relazionali. In conclusione, sia il colloquio che le terapie psicologiche sono importanti strumenti per aiutare le persone a affrontare e risolvere i loro problemi psicologici.

Il processo di counseling assume valenze comunicative e stimola specifiche reazioni nell'ambiente e nella persona. È responsabilità professionale dell'operatore assumersi la responsabilità e scegliere le modalità espressive e strategiche più adatte agli obiettivi che si pone.

Essere consapevoli delle proprie scelte in queste tre aree (tipo di risposte, modalità di trattamento e ruolo) aumenta il grado di controllo nella scelta degli obiettivi e delle strategie per raggiungerli.

Le caratteristiche del colloquio, come la relazione empatica, sono necessarie per tutti i clienti, ma possono non essere sufficienti per ottimizzare gli esiti del counseling. Molti clienti possono aver bisogno di interventi specifici che vanno oltre la comprensione empatica. Inoltre, una metodologia può essere adeguata per un problema ma inadatta per un altro, portando all'inefficacia del tecnicismo avulso da un clima facilitante e un'atmosfera terapeutica in sé.

Non sempre le modalità relazionali favoriscono esiti favorevoli nel trattamento: la decisione su come, quando e in che modo applicare queste modalità spetta allo psicologo, che valuta il caso singolo per adattarvi le sue competenze personali/professionali.

ASSESSMENT COGNITIVO-COMPORTAMENTALE: applicazione clinica dei principi del metodo sperimentale con l'obiettivo di acquisire un maggior grado di controllo sul comportamento e prevedere gli effetti di interventi specifici.

Il trattamento non si esaurisce nelle fasi effettive del trattamento e del follow-up, ma continua in modo da consentire allo psicologo di valutare costantemente l'efficacia del proprio operato. Gli effetti terapeutici possono presentarsi già ai primi colloqui.

Le fasi della relazione terapeutica portano in sé elementi che stimolano un cambiamento naturale e possono facilitare un miglioramento decisivo e inatteso. Spesso, quando un cambiamento si verifica in un trattamento, avviene entro le prime sessioni.

problemi specifici, al qui e ora: analisi del comportamento attuale della persona per comprendere l'interazione tra aspetti comportamentali, affettivi, relazionali che caratterizzano la persona (modo in cui una persona si comporta è influenzato da situazioni immediate e contingenti che si trova ad affrontare e dalle interpretazioni che la persona dà di questi eventi) = assessment (valutazione) consiste nell'osservazione e nella classificazione di comportamenti specifici messi in rapporto a caratteristiche situazionali definite: processo basato su fatti e NON su interpretazioni = scopo: generare ipotesi sulla natura del collegamento tra aspetto formale di un paradigma usato come modello e molteplicità di eventi analizzabili funzionalmente = risultato finale: costruzione di un modello circa la natura e lo sviluppo delle condizioni e del livello di compromissione di una persona (importante usare test psicologici per offrire un valido sostegno empirico).

all'assessment)-Intervista iniziale permette di formulare ipotesi che dovranno essere collocate in una più generale formulazione del caso, suffragate da misurazioni e valutazioni cliniche (assessment) e messe in rapporto con la relazione terapeutica che si sta instaurando del colloquio è caratterizzato da obiettivi generali circa la relazione cliente-inizio psicologo:
  1. Stabilire l'ALLEANZA OPERATIVA: cliente ricerca un clima sereno, di sostegno e sentirsi al sicuro è condizione indispensabile per favorire la comunicazione e la condivisione di info/vissuti dolorosi e critici=stile di colloquio empatico e centrato sugli obiettivi del cliente sembra facilitare l'instaurarsi di una relazione terapeutica funzionale e il cambiamento di convinzioni e comportamenti
  2. Formulazione di un MODELLO OPERATIVO sul funzionamento del cliente (caratteristiche tipiche di risposta alle condizioni di vita del cliente) principalmente dalle fasi diemerge assessment e rimane

In continua modifica durante tutto il colloquio, il modello permette allo psicologo di sviluppare ipotesi di lavoro su cui basare le decisioni degli interventi, ma deve rimanere sensibile ai nuovi eventi (le ipotesi possono essere sempre smentite).

Stabilire obiettivi operazionali: tracciare un percorso di intervento. Gli obiettivi derivano da un esame della storia personale del cliente e dalla comprensione delle condizioni che mantengono il problema.

Definizione di una metodologia operativa: per raggiungere gli obiettivi terapeutici individuati (dipende dall'approccio teorico adottato). È critico per lo psicologo adottare un approccio top-down (dalla teoria alla pratica) o bottom-up (dai fatti alla generalizzazione teorica)? L'atteggiamento che rimane ancorato ai fatti e orientato alla soluzione dei problemi comporta meno rischi.

È importante fare attenzione ai processi che prendono vita nel colloquio e stabilire le priorità in base alle necessità emergenti dal contesto.

specifico del clienteINTERVIEWING(Miller e Rollnick): buon modello strutturale e funzionale per il colloquio motivazionale di base di apertura del colloquio: - Strategie: - Usare domande aperte: per stimolare un'apertura iniziale del paziente in merito al problema presentato. Esempio: "Cosa la porta qui oggi?" - Usare l'ascolto empatico e riflessivo con 4 tecniche: ripetere, riformulare, parafrasare, riflettere i sentimenti (per sviluppare sentimento di accettazione e comprensione) - Fare affermazioni dirette e assertive per fissare quanto espresso - Usare il riassunto: riassumere regolarmente quanto emerso aiuta a rendere più chiaro il percorso tracciato e la riflessione sul quadro finale (in più clinico verifica la propria comprensione dei fatti) - Elicitare/
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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camillaniccolai di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Colloquio psicologico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Raffagnino Rosalba.
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