Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 22
Riassunto esame Tecnica del colloquio psicologico, prof Saliani, libro consigliato La mente ossessiva, Cortina Pag. 1 Riassunto esame Tecnica del colloquio psicologico, prof Saliani, libro consigliato La mente ossessiva, Cortina Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Tecnica del colloquio psicologico, prof Saliani, libro consigliato La mente ossessiva, Cortina Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Tecnica del colloquio psicologico, prof Saliani, libro consigliato La mente ossessiva, Cortina Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Tecnica del colloquio psicologico, prof Saliani, libro consigliato La mente ossessiva, Cortina Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Tecnica del colloquio psicologico, prof Saliani, libro consigliato La mente ossessiva, Cortina Pag. 21
1 su 22
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

INTRODUZIONE ALLA TERAPIA: IL RATIONALE DELL'INTERVENTO

Nel progettare il piano di trattamento di un paziente con disturbo ossessivo-compulsivo, come peraltro nel caso di altri disturbi, è utile avere ben chiari da una parte i meccanismi di funzionamento del disturbo, i determinanti della sua condotta, i fattori che contribuiscono al suo mantenimento, e dall'altra gli elementi sui quali è consigliabile intervenire per promuovere il cambiamento, le modalità e le procedure che con più probabilità renderanno efficace il nostro intervento.

Per la maggior parte dei pazienti ossessivi è possibile definire un evento critico. L'evento può essere direttamente percepito dal paziente, può essere ricordato e può essere un evento soltanto ipotizzato. L'evento è interpretato dal paziente, alla luce della prima valutazione, come una minaccia che pende su di lui. In seguito alla prima valutazione, ci sono i tentativi

di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) si osserva anche la presenza di comorbilità, ovvero la coesistenza di più disturbi psicologici contemporaneamente. Questi possono includere disturbi d'ansia, depressione, disturbi alimentari e disturbi del sonno. La terapia per il DOC si basa principalmente sull'utilizzo di terapie cognitive comportamentali (CBT). Questo approccio terapeutico mira a identificare e modificare i pensieri distorti e le credenze irrazionali che alimentano le ossessioni e le compulsioni. La terapia CBT può includere anche l'esposizione graduale, che consiste nell'affrontare gradualmente le situazioni temute senza ricorrere alle compulsioni. In alcuni casi, può essere necessario l'uso di farmaci per il trattamento del DOC. Gli antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), sono spesso prescritti per ridurre i sintomi ossessivi e compulsivi. È importante sottolineare che il trattamento del DOC richiede tempo e impegno da parte del paziente. La terapia può durare diversi mesi o anche anni, a seconda della gravità del disturbo. Tuttavia, con il giusto supporto e l'adeguato trattamento, molte persone affette da DOC possono ottenere un miglioramento significativo dei sintomi e una migliore qualità di vita.intervenire sulla metavalutazione o seconda valutazione, cioè la critica che il paziente rivolge sia alla prima valutazione che ai TS1. La critica, infatti, spesso è autosvilente e colpevolizzante e la flessione dell'umore che ne deriva peggiora la sintomatologia ossessiva, soprattutto se legata alla colpevolizzazione. Per giunta, la consapevolezza dei costi pagati in conseguenza del disturbo spinge i pazienti a cercare di contenere i sintomi con i tentativi di soluzione di secondo ordine (TS2) che, in molti casi, aumenta paradossalmente la sintomatologia. Infine, contribuiscono al mantenimento e aggravamento della sintomatologia anche le reazioni dei familiari al disturbo, i quali di solito oscillano fra cedimenti alle richieste del paziente, tentativi di convincerlo dell'assurdità delle sue preoccupazioni e dei suoi comportamenti, critiche, anche dure e colpevolizzanti, ed esasperazioni. Uno degli obiettivi principali della terapia del DOC è

L'interruzione o, almeno, la riduzione di questi processi per contrastare il disturbo e ottenere una diminuzione significativa della sintomatologia.

Il secondo obiettivo della terapia del DOC è fare in modo che il paziente sia meno vulnerabile al disturbo, vulnerabilità perlopiù ascrivibile alla generale sensibilità del paziente verso l'esperienza della colpa e alla sua propensione a considerare catastrofiche e inaccettabili, o comunque gravi, colpe che normalmente non sono considerate tali o che, in base agli indizi di cui dispone il paziente ossessivo, sono considerate solitamente molto improbabili.

Abitualmente si persegue prima la riduzione dei processi ricorsivi e successivamente la riduzione della vulnerabilità. Il più delle volte, infatti, il paziente è così assorbito dal disturbo, dalla dimensione sintomatica, e i meccanismi ricorsivi sono così prepotenti che non accetterebbe e non avrebbe le risorse necessarie.

per sganciarsi dall'area sintomatologica e lavorare sulla generale sensibilità alla colpa. Alcuni dati suggeriscono che l'intervento sulla vulnerabilità da solo, senza passare per l'intervento sui processi ricorsivi, è in grado di produrre una riduzione clinicamente significativa della sintomatologia. Tale dato si rivela di specifica utilità in tutti quei casi in cui diversi fattori rendono impraticabile l'intervento diretto nel dominio sintomatologico. LA RIDUZIONE DEI PROCESSI RICORSIVI DI MANTENIMENTO E AGGRAVAMENTO DEL DOLO Il primo passo di questa strategia è la ricostruzione e condivisione con il paziente dello schema del disturbo. La ricostruzione consente la programmazione delle fasi successive del trattamento e la sua condivisione aiuta il paziente a ridurre la valutazione negativa che ha nei confronti della propria sintomatologia. Ciò lo aiuterà a comprendere meglio il senso del proprio disturbo, a esserne menospaventato edunque a ridurre gli spasmodici e controproducenti tentativi di contrastarlo, favorendo modalità più efficaci e funzionali di gestione. La condivisione dello schema del disturbo, dunque, può essere già un modo per ridurre il secondo processo ricorsivo. A volte, tale condivisione può altresì aiutare il paziente a modulare la prima valutazione e, quindi, a ridimensionare il primo processo ricorsivo. Altro vantaggio che deriva dalla condivisione dello schema è il riconoscimento, da parte del paziente, che lo psicoterapeuta ha una rappresentazione realistica, accurata e non giudicante del suo disturbo, e ciò, come è noto favorisce l'alleanza terapeutica, cioè la disposizione del paziente a collaborare e impegnarsi nella terapia. La conoscenza dello schema, inoltre, aiuta il paziente a prendere le distanze dalla sintomatologia, vale a dire a vederla dall'esterno e, quindi, a creare le condizioni propizie.

per intervenire sul suo disturbo. Completata questa prima fase è possibile muoversi in tre direzioni, ciascuna finalizzata a ridurre uno dei tre processi ricorsivi. Pur mancando dati che suggeriscano quale sia la successione ottimale con cui affrontare i tre processi ricorsivi, indicazioni utili possono derivare dalla ricostruzione dello schema del disturbo.

Posto che la scelta più delle volte ricade sul primo processo ricorsivo - poiché racchiude il cuore del disturbo ossessivo-compulsivo, i meccanismi e i processi che più contribuiscono al suo mantenimento - in alcuni casi è opportuno dare al piano di trattamento un ordine di priorità differente. Per esempio, conviene intervenire sul processo ricorsivo di secondo tipo se il paziente si colpevolizza e si svilisce molto o se è assai spaventato dalla sintomatologia. In questo caso, infatti, l'intervento sui processi ricorsivi di primo tipo può essere ostacolato.

dalmomento che è difficile affrontare un problema che non si accetta di avere. È opportuno, invece, iniziare dal terzo processo ricorsivo se l'ambiente familiare è caratterizzato da elevata emotività espressa, dalla tendenza dei familiari a criticare, disprezzare o colpevolizzare il paziente per il suo disturbo. È ben noto, infatti, che l'alta emotività negativa espressa sul sintomo peggiora la prognosi di tutti i disturbi psicopatologici e il DOC non fa eccezione. L'intervento sul primo processo ricorsivo Tale intervento ha tre obiettivi principali: - la modulazione della prima valutazione; - l'accettazione della minaccia rappresentata nella prima valutazione e l'accettazione della rinuncia ai TS1; - l'addestramento pratico ad accettare concretamente di rinunciare ai TS1. Per ottenere tale risultato, si cercherà di favorire, da una parte, l'accettazione della possibilità che laminaccia rappresentata nella prima valutazione si realizzi e, dall'altra, la rinuncia a mettere in atto i TS1 finalizzati a prevenirla o a neutralizzarla. Il raggiungimento dell'obiettivo "accettazione della minaccia" sarà certamente più agevole se prima, strategicamente, si sarà aiutato il paziente a modulare la percezione di tale minaccia rendendola ai suoi occhi meno credibile, meno probabile e dalle conseguenze meno gravi. Così facendo diminuirà l'entità della minaccia percepita e ne deriverà un minor ricorso ai tentativi di soluzione, finalizzati proprio alla sua prevenzione o neutralizzazione, e aumenterà la disposizione a correre dei rischi maggiori. Per il paziente la riduzione della sovrastima della probabilità e della responsabilità spesso non è sufficiente. Queste considerazioni indicano l'opportunità di perseguire il secondo e il terzo obiettivo terapeutico, con.paziente a comprendere che non è possibile evitare completamente la colpa e che è normale provare sensazioni sgradevoli. Questo può essere fatto attraverso l'uso di esempi concreti e di esercizi pratici. Inoltre, è importante lavorare sulla credenza che il paziente sia responsabile di eventuali colpe. Si può incoraggiare il paziente a riflettere sul fatto che la colpa è spesso il risultato di molteplici fattori e che non è giusto attribuire tutta la responsabilità a se stessi. Un'altra strategia utile potrebbe essere quella di incoraggiare il paziente a considerare le conseguenze negative dell'iperinvestimento nell'evitare la colpa. Ad esempio, si può far notare che questo comportamento può limitare le opportunità di crescita personale e di apprendimento. Infine, è importante sottolineare che il processo di rinuncia ai TS1 e di accettazione delle minacce può richiedere tempo e sforzo. Il paziente potrebbe incontrare ostacoli lungo il percorso, ma è importante incoraggiarlo a perseverare e a chiedere supporto quando necessario. In conclusione, l'obiettivo di questi interventi è quello di motivare il paziente a rinunciare ai TS1 e ad accettare la possibilità che le minacce si verifichino, aiutandolo a modificare le credenze che sostengono il suo comportamento e a gestire le sensazioni sgradevoli.

Paziente a vedere i suoi tentativi di contenere laminaccia (TS1) come insufficienti, inutili, visto che il beneficio che producono è al massimo parziale e transitorio, o come controproducenti, dato che alimentano in modo ricorsivo l'esposizione agli eventi critici e la gravità della prima valutazione.

A questo tipo di interventi il paziente potrebbe obiettare che è pur sempre meglio ridurre di un po' o per un po' la minaccia e il disagio piuttosto che per niente. Questa obiezione si presta a una contro-obiezione: "Il beneficio ottenuto vale il costo pagato per ottenerlo?"

Il più delle volte il paziente è consapevole dei costi che paga, altrimenti non intraprenderebbe una terapia, ma non li integra con i costi derivanti dalla rinuncia ai TS1. Per aiutare il paziente a rinunciare ai TS1 senza alterare i suoi criteri morali è opportuno aiutarlo a riconoscere che la colpa temuta è compatibile con il rango morale cui

Sente di appartenere, cioè riconoscere che certe colpe fanno parte della vita quotidiana, dell'ordine naturale delle cose e che un' imperfezione mor
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
22 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher M_Psy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnica del colloquio psicologico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Saliani Angelo Maria.