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Riassunto Rivoluzione russa, Lenin, Stalin - storia contemporanea, sintesi Pag. 1
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Verso la nascita dell’URSS e Lenin.

•Dopo la stipulazione della pace di Brest-Litovsk (3 marzo 1918) con l Germania, con cui la Russia uscì dal conflitto a

condizioni onerosissime, Lenin si era proposto di concentrare tutte le energie nella difesa del governo che si era

appena instaurato e di procedere alla ricostruzione del paese. Ma ben preso si trovò ad affrontare una sanguinosa

guerra civile che durò dal 1917-1920, sia contro gli avversari interni (truppe controrivoluzionarie si erano radunate

nella zona del Don intorno ai generali Kornilov, Kolcàk e Denikin) sia contro gli eserciti nemici esterni (truppe inglesi,

francesi, serbe, polacche, rumene e giapponesi, erano penetrate nel territorio russo per appoggiare le armate

controrivoluzionarie, per punire la defezione russa e contrastare la rivoluzione bolscevica). A queste forze fu dato il

nome di Armate bianche (dal colore delle loro uniformi). Nell’estate del 1918 le truppe di Kolcàk avevano il controllo

di un’area piuttosto estesa tra gli Urali e il Volga minacciando di impadronirsi della città di Ekaterinburg, dove era

tenuta prigioniera la famiglia reale: per evitare che Kolcàk liberasse lo zar, Nicola II e la sua famiglia vennero fatti

giustiziare per ordine del soviet locale il 17 luglio. I bolscevichi avevano opposto l’Armata rossa, guidata da Lev

Trockij, che allestì in tempi straordinari un esercito efficiente, motivato e cementato da una solida disciplina, che riuscì

a resistere alla controffensiva dei bianchi e ad assicurare la sopravvivenza della rivoluzione (i bolscevichi

reintrodussero la coscrizione obbligatoria e subordinarono l’operato dei comandanti militari alle direttive del partito

attraverso la figura dei commissari politici). Cinque giorni dopo l’uccisione dello zar venne proclamata ufficialmente la

repubblica socialista federativa sovietica russa con capitale Mosca. L’armata e la polizia bolscevica seminarono

un’ondata di “terrore rosso”. Nel corso del conflitto con le truppe controrivoluzionarie il governo bolscevico visse

sotto l’incubo dell’accerchiamento esterno e nell’ossessione della sicurezza interna ( inoltre Lenin se nel corso

della rivoluzione aveva tenuto dalla sua parte i contadini, nel corso del 1918 diede invece l’ordine di drenare dalle

campagne una grande quantità di risorse indispensabili per alimentare le città e le truppe impegnate nella guerra

contro i banchi: di fronte alla sorda resistenza dei contadini, che spesso preferivano distruggere le eventuali

eccedenze piuttosto che consegnarle al governo , vennero istituiti dei comitati per le requisizioni di forza del grano e

di altri prodotti, e là dove vi erano resistenze i bolscevichi reagirono con decimazioni, arresti e esecuzioni di massa). La

crisi più grave si verificò nella base di Kronstadt, dove il 2 marzo 1921 i marinai si ribellarono ai bolscevichi invocando

la restaurazione della libertà e la fine delle requisizioni forzate nelle campagne→ sedata con la violenza (fucilati senza

processo o deportati).

•Nel 1920 la Polonia aggredì la Russia e l’attacco fu respinto, anche se la controffensiva russa fu uno scacco militare

visto che l’armata rossa venne sconfitta alle porte di Varsavia; l’armistizio venne siglato a Riga nel 1921, e se i polacchi

acquisirono i territori corrispondenti all’odierna Bielorussia, i sovietici recuperarono l’Ucraina (che aveva perso con la

pace di Brest-Litovsk).

•Inoltre dopo lo sfaldamento della seconda internazionale, Lenin per potenziare la forza propulsiva dell’Ottobre rosso

e coordinare l’azione della sinistra rivoluzionaria in occidente, nel marzo 1919 fondò a Mosca la Terza Internazionale (

chiamata anche Comintern, Internazionale comunista), che l’anno dopo fu vincolata al rispetto di 21 condizioni: i

partiti aderenti dovevano fare propri gli interessi e gli obiettivi di Mosca, attenersi alle decisioni degli organi direttivi,

espellere immediatamente quanti avevano una linea riformista e adottare una ferrea disciplina interna→ si trattava di

aderire in toto al modello bolscevico. (Nell’ambito dello schieramento europeo di sinistra i comunisti rimasero

comunque minoritari e questo si può vedere anche nei fallimenti dei moti rivoluzionari che i comunisti cercarono di

attuare in Ungheria in Austria e in Germania tra il 1919 e il 1920.

• solo dopo la sconfitta delle truppe controrivoluzionarie, e di fronte ai 28 milioni di morti russi in seguito a una

terribile carestia scoppiata nel 21, Lenin cercò la via del compromesso con la gente delle campagne e varò nel 1921 la

NEP (nuova politica economica), basata sulla riduzione delle tasse, la fine delle requisizioni forzate, la liberalizzazione

del commercio e il rilancio delle piccole e medie imprese private. La NEP ebbe l’effetto di assicurare, dopo la guerra

civile, una fase di tregua sociale e relativo sviluppo economico e allentò le tensioni tra lo stato bolscevico e le potenze

occidentali. Lenin ebbe chiara la necessità di reinserire la Russia nel sistema internazionale. Una settimana dopo

l’avvio della svolta voluta da Lenin venne siglato un accordo commerciale anglo-sovietico che sancì il ritorno della

Russia sui mercati mondiali.

•altro intento di Lenin, oltre a pacificare il paese, difendere il nuovo governo e modernizzare il paese facendolo uscire

dall’isolamento internazionale, fu definire la riorganizzazione territoriale e politica: nel dicembre 1922 il X congresso

panrusso dei soviet sancì la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), che comprendeva la

Russia, l’Ucraina, la Bielorussia, l’Armenia, la Georgia, l’Azerbaigian, cui si aggiunsero nel 1924 il Kazakistan, il

Kirghizistan, l’Uzbekistan, il Tagikistan e il Turkmenistan. L’organizzazione istituzionale dell’Urss venne fissata nella

Costituzione (gennaio 1924) secondo cui lo stato dal retto dal Soviet supremo dell’Unione potere legislativo, e da

un Consiglio dei Commissari del popolo→ potere esecutivo. Il partito comunista era l’unico partito previsto dalla

Costituzione.

Il quadro ormai vedeva la totale soppressione di ogni forma residua di dissenso politico, di fronte al monopartitismo

comunista. Nel partito non vi era confronto di idee, le manifestazioni non in linea con il governo venivano represse

con la violenza, gli oppositori politici venivano eliminati o interinati nei campi di concentramento. Venne anche

istituita una polizia politica (la CEKA).

Lenin morì nel 1924.

Con Lenin quindi

– Rivoluzione bolscevica e avvento del comunismo

– Monopartitismo, controllo del partito, potere monocratico.

– Terrore rosso

– NEP uscita della Russia dall’isolamento internazionale.

Dalla dittatura del proletariato al regime di Stalin.

Già sotto Lenin si era fatta avanti una nuova classe di giovani dirigenti provenienti dall’apparato del partito; Lenin non

aveva visto di buon occhio il fatto che Stalin, nominato nel 1922 segretario generale del PCUS ( partito comunista

dell’Unione sovietica ), fosse giunto a controllare di fatto l’apparato del partito, tanto che poco prima di morire

suggerì nel suo testamento politico di rimuovere Stalin dalla carica che ricopriva ; ma questa indicazione venne

manipolata da Stalin che rimase inamovibile dalla sua posizione.

Alla morte di Lenin si aprì una profonda crisi all’interno della dirigenza del partito; si contrapponevano due linee di

pensiero:

- Stalin propugnava la via del “socialismo in un solo paese” che mirava al rafforzamento interno dell’URSS

attraverso un programma di industrializzazione accelerata e di collettivizzazione delle terre.

- Trockij, il capo dell’armata rossa vincitore delle truppe controrivoluzionarie, proponeva la via della

“rivoluzione permanente”: preoccupato della fragilità delle strutture produttive russe, secondo Trockij si

doveva promuovere attraverso la Internazionale comunista, un processo rivoluzionario in tutti i paesi

europei più avanzati, in modo che essi avrebbero sostenuto l’Unione sovietica altrimenti isolata.

Lo scontro tra queste due tesi si risolse nel 1927 a favore di Stalin; Trockij fu estromesso da tutte le cariche e poi

espulso dall’URSS nel 1929.

L’obiettivo principale di Stalin era quindi industrializzazione della Russia e il raggiungimento dell’autosufficienza

economica, in modo che la Russia potesse reggere il confronto con i paesi capitalistici altamente industrializzati. Per

far questo operò in 2 modi:

1) Collettivizzazione forzata delle campagne (cui si procedette a partire dall’estate del 1929), (attuata con la

requisizioni delle terre e la meccanizzazione dell’agricoltura),al fine di:

- Incentivare al massimo le potenzialità produttive agricole

- Acquisire le eccedenze alimentari

- Accrescere le esportazioni di questo settore, per finanziarie con i proventi lo sviluppo dell’industria nazionale.

Tuttavia nelle campagne spesso i contadini si opposero all’obbligo collettivista di cedere i propri raccolti, e per

Stalin la categoria dei possidenti (chiamati spregiativamente kulaki) rappresentò un ostacolo da eliminare:

vennero applicate nei loro confronti sanzioni repressive estremamente dure, usando anche l’arma delle “carestie

artificiali” (sospensione delle consegne dei viveri ai villaggi dei contadini che si opponevano) per combattere le

resistenze: questo avvenne in particolare dai primi mesi del 1932, e tra il gennaio e il giugno 1933 le vittime di

queste carestie artificiali furono circa cinque milioni di persone. Uno dei dirigenti del PCSU contro la linea

staliniana e a favore dei kulaki fu Bucharin, le cui istanze furono respinte dal partito e condannate come

“deviazionismo di destra”.

Si procedette anche a una redistribuzione coatta della popolazione. Dopo il 1935 la quasi totalità dei contadini

superstiti era stata ormai inserita nelle fattorie collettive, i Kolchoz (→ cooperative agricole in cui i contadini

lavoravano collettivamente, mentre la terra rimaneva di proprietà dello stato che la cedeva gratuitamente in uso

perpetuo al kolchoz).

2) Piani quinquennali (→strumenti di politica economica utilizzato nei regimi di economia pianificata, ovvero

nei paesi socialisti e comunisti: un piano quinquennale prevede di raggiungere determinati obiettivi in 5 anni.

In Russia vennero introdotti per la prima volta sotto Stalin negli anni tra il 1929 ed il 1933), funzionali

all’industrializzazione forzata. Il primo di essi varato nel 1918 (1928-1932) ebbe un bilancio molto positivo:

- Numero degli addetti all’industria era raddoppiato

- Produzione quadruplicata rispetto agli anni d’anteguerra

- Sviluppo dell’industria pesante e nel campo degli armamenti

Il secondo piano quinquennale (1933-1937). L’indust

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A.A. 2018-2019
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francesca.olivieri510 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Basilicata o del prof Attorre Lucio.