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CHE VUOL DIRE LIVELLO DI FIDUCIA?

Io deve esprimere un parere professionale che permetta ad un terzo di capire se si può

fidare o meno di questa azienda.

Quali sono i criteri in basi a cui io arrivo ad esprimere un giudizio che tutela i terzi?

Io devo fare capire se questo bilancio è chiaro, veritiero, attendibile, corretto.

La chiarezza non ha tanta rilevanza, ma la verità e correttezza si. Quindi secondo il nostro

sistema normativo. Sia se ci atteniamo ai nostri principi contabili nazionali, sia se ci

atteniamo ai principi internazionali, noi dobbiamo capire se il bilancio è attendibile, quindi

rappresenta la realtà dei fatti aziendali, e soprattutto se rispetta i principi contabili che quel

bilancio deve seguire. Rispettare i principi contabili vuol dire essenzialmente valutare

correttamente le poste di bilancio, non cambiare questi criteri in modo arbitrario senza

ragionevole motivo; la dove è richiesto rappresentare i valori in base alla competenza

economica dei fatti e nel caso del nostro bilancio nazionale si deve valutare in modo

prudente, fare le stime in modo prudente.

Quindi la verità, correttezza del bilancio, si giudica in base alle regole contabili che quel

bilancio deve rispettare. Questo vuol dire chiedersi se si rispetta una competenza

economica, se c’è continuità nei criteri. Vuol dire riprendere quei principi e vedere se sono

stati rispettati.

COME GARANTIRE LA RAGIONEVOLE SICUREZZA

Quando il revisore apre il suo documento, il suo file dove deve dimostrare, xkè c’è una

sezione dove deve dimostrare le sue considerazioni e poi c’è una sezione più specifica

dove dice x quelle voci come ha fatto il controllo.

Supponiamo che stiamo controllando i crediti di natura commerciale. Il controllo lo

abbiamo fatto secondo determinati metodi in un preciso arco temporale. L’esito positivo o

negativo. Alla fine c’è una sezione dove si esprime un giudizio sulla singola voce. Questo

giudizio si chiama asserzione.

Il revisore è come se deve fare una pagellina della voce che ha controllato. Il revisore

deve asserire, cioè dire la sua, sulla reale competenza economica dei crediti rilevati.

Per ogni voce il revisore, in questa pagina, deve elaborare delle asserzioni. Asserisce

attraverso una spunta. Se non asserisce deve motivare. L’errore lo deve modificare.

Io esprimo il mio parere, il mio giudizio, su queste voci, su questi processi, dovendo

dimostrare l’esistenza di questi requisiti.

Io asserisco, garantisco che questo dato, questa informazione è corretta e poi in alcuni

casi, e che le prove raccolte x arrivare a dare questo giudizio sono state sufficienti

Il revisore deve ragionare da subito sui rischi che potrebbe incontrare nel revisionare

questo tipo di azienda. Abbiamo visto il principio 200 di carattere generale che ci dice che

tipo di controllo fa il revisore. Il revisore

il revisore non può garantire l assoluta verità e attendibilità di un bilancio.

Ci deve garantire con il suo giudizio, scetticismo, che + o meno ci si può fidare, che c’è un

alto livello di affidabilità nel bilancio. Ci saranno degli errori nel bilancio, ma questi errori

non impattano in modo sostanziale, non altera la verità del bilancio.

Come faccio a dire che di quel bilancio ci si può fidare? Di volta in volta devo essere in

grado di ricostruire il rispetto di questi principi, quelli strettamente contabili, come si

devono valutare alcuni gruppi di voci e quelli di carattere generale come se si è rispettato i

criteri di valutazione, c’è il presupposto della continuità aziendale, sono stati valutati se c’è

stata prudenza. dimostrare il rispetto e l esistenza degli elementi come la costanza

continuità , prudenza.

Nelle carte di lavoro il revisore si esprime asserendo una serie di cose. Quando dimostra a

terzi che ha lavorato bene, ha controllato, ci sono dei parziali giudizi che ottiene prima di

arrivare al giudizio finale. Ci sono una serie di giudizi parziali chiamati asserzioni prima di

arrivare al giudizio finale. Questi giudizi parziali li chiamiamo asserzioni

Queste asserzioni devono essere scritte, elaborate x almeno 3 elementi: operazioni ed

eventi, cioè una serie di processi; non tutte le operazioni, ma gli eventi considerati

maggiormente rischiosi. Secondo le asserzioni riguardano dei saldi contabili che stanno

nel bilancio e terzo alcuni documenti, ossia alcune parti della contabilità, dell’informativa

contabile.

Abbiamo individuato 3 macro ambiti di controllo su cui si struttura il lavoro del revisore:

processi, operazioni ed eventi; saldi contabili e documenti contabili.

Per ciascuno di questi 3 elementi che controlla in modo simultaneo il revisore deve

asserire qualcosa.

Cosa deve asserire rispetto alle operazioni? Se esistono, se si sono verificati quei fatti.

Deve asserire se si sono manifestati quei fatti e se si sono manifestati in maniera completa

e non parziale. Che si sono verificati generando effetti contabili nel periodo di riferimento,

ossia del periodo che stiamo controllando e non in altri momenti della vita aziendale. Es:

uno scambio relativo all’acquisto. L’acquisto si è materializzato in questo anno oppure

questa è una fattura che andava rilevata l’anno prima e tu me l’hai rilevata adesso, cioè

post fatturazione.

Terzo elemento: classificare quell operazione o quell’evento in contabilità con correttezza.

L’epilogo di questi eventi , operazioni, deve essere sempre il riscontro contabile.

X gruppi di operazioni ed eventi devo verificare almeno l esistenza di questi 3 requisiti,

attributi. Questa è la base che mi raccomandano i principi, poi però la società di revisione

può guardare anche altri pareri, elementi.

Devo fare un giudizio un po’ + esteso, dimostrare l’esistenza di qualcos’altro quando vado

a dare un resoconto del controllo su uno specifico saldo di bilancio.

Alla fine del controllo io devo dimostrare l’esito del controllo

Sul saldo devo dimostrare se davvero l’azienda è titolare lei, non una sua consociata,

controllata o controllante, questo soprattutto in un ottica di gruppo. Se è lei l’azienda

titolare di quel diritto, debito , ricavo.

Quindi prima cosa verificar la titolarità, se è tua spetta a te questo saldo contabile

Secondo si deve verificare se è stato correttamente riportato, rilevato in contabilità, in

termini anche quantitativi.

Inoltre se è stata correttamente valutata. Deve essere rispettato il criterio di valutazione.

Poi si deve valutare se i documenti sono coerenti con i valori riportati in bilancio. Ci sono

tutte le fatture documenti attestanti il valore di questo debito/credito? Gli importi che

stanno li coincido con gli importi che stanno in contabilità?

Almeno su questi la società di revisione deve esprimere un giudizio parziale

Questi riguardano un asserzione sui saldi contabili finali.

Si deve anche asserire esprimere un parere sulle scritture di contabilità.

Sempre ci dobbiamo chiedere se è quell’azienda titolare di quella informativa, se era

tenuta lei a fare quelle rilevazioni contabili , se c’è corrispondenza documentale , se c’è

stata la corretta registrazione, la corretta imputazione dei valori nel bilancio

Guardo se nel bilancio ho messo i debiti nella corretta sezione. Asserzione se tutto è fatto

in modo accurato, o mancano alcuni dati, documenti.

L’oggetto può essere un insieme di attività, i saldi contabili e un insieme di documenti,

scritture relative ad un insieme di eventi.

Vediamo un’ulteriore principio

L’INDIPENDENZA

La legge richiede al revisore di avere una serie di qualità: professionalità (essere iscritto,

aggiornato), onorabilità( non avere condanne), indipendente.

L’indipendenza è l’aspetto + critico.

Ci sono diverse norme.

Fino al 2014 c’era il vecchio principio di revisione italiano, il principio 100, che diceva

qualcosa di chiaro sull indipendenza i nuovi principi di revisione parlano in una riga

dell’indipendenza, nel parlano nel principio 200 di questo principio.

Il principio precedente specifica i criteri dell’indipendenza in maniera più chiara, mentre il

200 no.

Il decreto 39/2010 è stato incrementato per quanto riguarda l’aspetto della indipendenza.

In più per la indipendenza del collegio sindacale, quindi indipendenza di un sindaco che

non necessariamente è un revisore, ma fa il controllo contabile in un azienda, anche lui

deve essere indipendente.

Poi ci sono altri principi come L’ISA 220 che assieme al principio sulla qualità dice cosa

fare quando c’è una minaccia all’ indipendenza.

L’indipendenza vuol dire che il revisore deve essere il più possibile distante, slegato dalla

società che controlla. Ci deve essere una distanza tra i 2. Se si è coinvolti si rischia di

esprimere un giudizio inattendibile e di non essere obbiettivo nella propria funzione.

L’indipendenza è un requisito che incide molto sulla qualità del lavoro, proprio xkè delimita

lo spazio tra un revisore che lavora in maniera oggettiva da un revisore coinvolto che

invece non è obbiettivo, ha interesse.

L’indipendenza è difficile da individuare.

Il revisore deve essere indipendente, distaccato dalla società cliente. Non deve essere

coinvolto in nessun modo nelle sue decisioni. Deve essere indipendente anche dalle

società controllate o controllanti del suo cliente. Tutta la rete di aziende controllate al

capitale della mia azienda cliente, ci deve essere una separazione anche nei confronti di

questa rete di società-

Il principio generale è dato dall’art 10 del decreto 39/2010.

Questa regola vale x tutti quelli che fanno attività di controllo contabile sia x sindaci e

revisori e alcune regole anche x sindaci che non svolgono attività di revisione.

L’art 10 ci dice solo che il revisore deve essere indipendente. Non deve aver preso parte

alle decisioni dell’azienda che controlla il revisore o di altre aziende collegate a questa.

Quindi deve essere indipendente chi direttamente controlla, la società da cui proviene il

revisore. Ad esempio non la price di Pescara ma la price come gruppo anche se è di

Roma.

Questa indipendenza ala deve possedere sia il revisore che ha l’incarico ma anche tutti gli

altri membri del team.

Non basta, ma deve essere indipendente di per sé la società di revisione nel suo

complesso che deve essere distaccata dall’azienda cliente. Quindi la società di revisione

che mi manda a fare il controllo.

In più i familiari del revisore non devono aver avu

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A.A. 2017-2018
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lupo927 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Revisione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Di Berardino Daniela.